Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Training e coaching atti a potenziare la corteccia

Si tratta della zona celebrale che ci mette in grado di elaborare le emozioni positive e cogliere il bello e il piacere degli elementi della vita e dell’ambiente che ci circondano. Se questa zona non viene allenata, come un muscolo in disuso, si riduce in termini di potenza e capacità, per cui rimaniamo in balia della sola corteccia prefrontale destra e di un continuo vissuto negativo.

Le neuroscienze ed il coaching basato sulle neuroscienze in questo sono di grande aiuto, pratico e concreto, con esercizi fattibili da chiunque. Per apprendere questi temi, la sola lettura non è sufficiente, ma serve la partecipazione ad allenamento speciali.

E anche la perseveranza non deve mancare. Se da un corso non traiamo niente, cambiamolo, senza troppe recriminazioni, finchè non troviamo qualcosa che funzioni su di noi. Se senti una pulsione verso una crescita vuol dire che quella voce va ascoltata, è una voce importante da non seppellire mai.

Ecco un paio di esempi di casi:

  • Esempio in ambito sportivo:
    Obiettivo: riprendere il gusto del ring, assaporare ogni attimo. Questo significa, per un atleta che ha già vissuto un intera vita nello sport, rinascere prima di tutto nelle emozioni, poi come atleta. Riscoprire come in ogni singolo colpo si attiva la catena muscolare dalle dita sino al capo, sentire il respiro dell’aria fresca usciti dalla palestra, il piacere del sudore, ascoltare i segnali del corpo. Far diventare il giorno della gara, tra luci e riflettori con telecamere di tv di tutto il mondo puntate addosso, come un momento di gioia, liberi dal giudizio, un momento di vita pura.
  • Esempio in campo manageriale:
    Per un dirigente riscoprire il gusto di fare un colloquio in profondità, anziché un rapido giro di telefonate. Conoscere le persone e sapere su chi poter contare cogliendo la felicità di chi sente di avere un potere di osservazione nuovo, potente e una dote nascosta finora mai usata. Divertirsi ad esaminare e se necessario smontare le argomentazioni e le riunioni, padroneggiare le riunioni anziché esserne dominato, guadagnarsi la leadership sul campo e non tramite pezzi di carta. Lavorare e vivere meglio.

In entrambi i casi, il lavoro sulla corteccia prefrontale sinistra è partito con osservazioni, di quanto ci fosse di piacevole nell’ambiente umano e fisico potenziale, per poi passare a esercizi di bioenergetica in acque termali, con esercizi di percezione aumentata dei segnali positivi circostanti, dati da immagini, suoni, luci, sensazioni interiori. Poi i role-playing, gli esercizi con “stop dell’azione” e osservazione aumentata, e tante altre fasi di training operativo e non solo teorico.

In tutti i casi si assiste ad un meccanismo unico: lo spalancarsi delle capacità di sentire, il percepire gli elementi e i momenti della vita, e un fantastico trascinamento positivo di questa capacità sia nell’azione che nella vita quotidiana.

Ri-allenare la corteccia prefrontale sinistra significa far assaporare ogni singolo boccone di vita e sentire ogni momento nella sua sacralità, anzichè vivere la giornata o una performance senza sentirne i profumi, i colori, il tatto, i suoni e le sensazioni interne che ti possono produrre.

Se non impari e ti alleni a cogliere le sensazioni positive enormi e immense nessun altro lo farà per te.

Per approfondimenti vedi:

Author

Formatore e Coach su temi di Sviluppo del Potenziale Personale, Comunicazione Interculturale e Negoziazione Internazionale, Psicologia Umanistica. Senior Expert in HR, Human Factor, Psicologia delle Performance, Comunicazione e Management, Metodologie Attive di Formazione e Coaching.

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