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Memetica

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©Copyright. Estratto dal testo di Daniele Trevisani “Psicologia della libertà. Liberare le potenzialità delle persone”. Roma, Mediterranee. Articolo estratto dal testo e pubblicato con il permesso dell’autore.

La memetica, la scienza delle idee

Cos’è la memetica? E perché è importante per noi?  Una nuova scienza e le sue implicazioni per il Coaching

Memetica deriva dalla parola meme, assimilabile a traccia mentale, idea o credenza. Il “meme” è la base di ogni cosa che pensiamo, di ogni nostro pensiero.

La memetica si occupa di come idee e tracce mentali passano da individuo a individuo, così come la genetica si occupa di genie informazioni biologiche che si trasmettono da un individuo verso i propri discendenti.

Se guardiamo alle idee, ogni idea, siamo di fronte a qualcosa che è nato, è stato trasmesso, e cerca di trasmettersi a sua volta da individuo ad individuo.

Il problema è la nostra mancanza di filtro, o inadeguatezza di filtro.

Io posso essere Cristiano Cattolico e prendere a riferimento la Bibbia per frasi che mi insegnino qualcosa. Ma vi troverò due “memi” apparentemente simili e in realtà assolutamente diversi

  1. Spuntò la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi. (Libro di Ester)
  2. Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli umili. (Siracide)

Il primo passaggio è un invito ad essere umili “contro” i superbi, gli arroganti o prepotenti. Ed è, nella logica del Potenziale Umano, totalmente condivisibile, possiamo dire un meme utile.

Il secondo è sempre un invito ad essere umili, ma il “nemico” qui viene individuato nei “potenti”, quelli che oggi possiamo noi, nel 21° secolo, anche percepire come i leader, un capo di un’organizzazione, un imprenditore, qualcuno che crea qualcosa e la dirige. 

Quale di questi memi avremo assimilato, quale sarà attivo in noi? Probabilmente nemmeno lo sappiamo, ma in qualche predica domenicale, un prete ha toccato questi temi quando eravamo bambini e qualcosa è passato, dell’uno o dell’altro approccio. 

Se ha fatto presa il secondo, il passo verso l’autocastrazione è breve. Dal secondo deriva l’equazione “essere potenti = avere potere = male”, da qui alla paura di comandare sino alla vergogna di diventare ricchi (“beati gli ultimi che saranno i primi”), alla stigmatizzazione di chi chiunque abbia soldi, anche se ha tanto investito su di se per studiare, tanti altri memi andranno a radicarsi.

Come può questo “meme” essere compatibile con concetti di crescita personale veri? Progetti nei quali anche il benessere economico sia incluso, come uno dei riferimenti. Progetti in cui il denaro possa essere percepito come un potentissimo motore per azioni positive di cambiamento nell’umanità?

La memetica determina la tua vita.

È evidente come une genetica potente e sana sia in grado di generare figli e discendenti potenti e sani. E i portatori di buoni geni, belli, forti, alti, robusti, maschi o femmine che siano, vengo molto ricercati. Anzi, in botanica, in agricoltura, in tantissimi altri campi, si cerca di ottenere un miglioramento genetico e mai un peggioramento, per far si che le piante resistano se attaccate da parassiti e possano prosperare anche in climi difficili.

Se una genetica buona fa bene, e una malata crea organismi sofferenti, perché un bagaglio di idee e tracce mentali dovrebbe mai fare il contrario? 

E quando un Coach incontra il cliente, durante un colloquio, non dovrebbe forse fare il tentativo di capire la sua memetica prima di elargire consigli?

La cattiva notizia è che la presenza di un bagaglio memetico malato genera disastri nella persona, nelle aziende e in intere nazioni, e non è sufficiente cercare di cambiare un comportamento se i memi sottostanti continuano a lavorare indisturbati. Al contrario, un bagaglio memetico sano fa da amplificatore del potenziale personale.

La buona notizia è che, mentre la genetica umana, in vita, per ora non è modificabile, la memetica lo è. Con impegno, ma lo è. Un buon Coach o Counselor diventa quindi come un chirurgo, agendo su un terreno delicatissimo, lavorando delicatamente o con forza sulle idee che una persona ha su di Sé sè e sul mondo, applicando inoltre “innesti di memi” su come poter meglio raggiungere obiettivi e risultati, partendo dal miglioramento di sè.

Come se non bastasse per capire l’importanza della memetica, vediamo una differenza tra memetica e genetica: la memetica è in grado di propagarsi quasi istantaneamente. In pochi minuti un’idea può fare il giro del globo. In pochi giorni o mesi un’azienda può essere “invasa” da un meme buono o cattivo, utile (“progettiamo il nostro futuro e diventiamo il riferimento di serietà per tutti i clienti”) o distruttivo (es., “qui si lavora e basa, poche teorie e correre, il futuro sarà quel che sarà”). 

Alcuni memi aziendali, come il Just in Time, e altre “mode” manageriali, sono bolle provenienti da “virus” nati in magari sotto effetto di sostanze stupefacenti e alcool, e seminano scompiglio, hanno grande diffusione per poi morire e svanire nel nulla.

Altri permangono e resistono a ogni attacco esterno e interno. 

Antichi memi, ed esempio della cultura latina, sono lì, dormienti, in attesa di essere riscoperti, come è accaduto di recente al “termalismo” e alla diffusione delle SPA (centri termali alberghieri) in tutto il mondo.

Arcaici memi recuperati, ad esempio lo slow food – non fanno altro che ripristinare idee vigenti prima – nel caso, nella realtà contadina rurale, i suoi tempi e un maggiore contatto con la natura via dalla frenesia. La New Age riprende lo spiritualismo che troviamo in ogni antica religione, unendolo a memi di forma più tecnologica (supplementi alimentari, integratori, tecniche mentali) e pratiche fisiche, arti marziali, bioenergetica, tecniche olistiche di ogni tipo.

Il meme, secondo Dawkins[1], è un replicator di informazioni culturali analogo al gene. Nelle sue parole: “Proprio come i geni si propagano da corpo a corpo attraverso sperma o uova, così fanno i memi trasmettendosi da cervello a cervello”.

Alcune analisi rese possibile dalla memetica: 

  • nel LifeCoaching. Quali sono le tue convinzioni profonde sul concetto di “essere una brava persona” o un “bravo professionista” e come tu lo stai seguendo ora? Quali di queste ti stanno facendo del male? Quali vogliamo tenere? Di cosa vorresti liberarti? Quali nuove idee dobbiamo assorbire per stare meglio (es., su alimentazione, relazioni umane, tempo per se stessi, tornare a vivere a pieno)? Come fare a far sì che queste idee non rimangano solo idee, ma diventino poi abitudini e si radichino in te e diventino veramente tue?
  • nelle società: come si è diffuso l’odio verso gli ebrei durante il nazismo. Da dove è nato e come ha fatto a diffondersi, propagandosi da persona a persona? 
  • in azienda: quali sono le tue convinzioni profonde su come ci si comporta con i collaboratori? E con i superiori? E con i colleghi di pari livello? E con i fornitori? E con i clienti? E su quando ci sta bene una litigata e quando no? E sul limite della sopportazione? E Sugli equilibri vita/lavoro? Come faccio a inserire un concetto, es “rispetto del cliente interno” in ogni membro, dai reparti produttivi sino al top management? 
  • nello sport. Per un atleta: come faccio a dissociare le sue gare dal concetto di “ansia” e di “prestazione forzata” e associarli al concetto di “gioia di vivere”?

La natura fa enormi sforzi per trasmettere i propri geni. Ogni essere vivente è impegnato in una battaglia costante per trasmettersi e replicarsi. Lo stesso vale per le idee. Chi porta con se convinzioni, opinioni, Visioni del mondo, cerca costantemente di influenzare gli altri e trasmettere i propri memi.

Nel Coaching è essenziale esaminare lo sfondo memetico della persona. Lo sfondo riguarda la mappa delle credenze del soggetto (Belief System), la sua cultura e i suoi valori, la Visione della vita (Weltanschauung, in filosofia) e le credenze sul mondo. Come tale, ha un’influenza determinante su quello che facciamo e come lo facciamo.

E siccome il Coaching vuole modificare in meglio quello che facciamo e come lo facciamo la memetica diventa una scienza per noi cruciale.

Lo sfondo memetico

Lo sfondo memetico (sfondo di credenze) può essere inoltre analizzato in alcune aree di dettaglio. Nel sistema HPM che fa da base al mio approccio al Coaching[2] ho distinto varie fasi:

  • Sfondo memetico per l’area bioenergeticaTu come pensi si possa avere un corpo sano, forte, che non ti dia problemi ma anzi ti porti dove vuoi, e ti aiuti nella vita? Questa area comprende esame di credenze e mappe mentali sul funzionamento del corpo e del rapporto corpo-mente. Questo sfondo è spesso viziato da enormità di errori e informazioni dissonanti assorbite dalle fonti più disparate, riviste, media, amici, parenti, per cui andiamo dai vegani che rifiutano ogni fonte di cibo legata agli animali (definendo il latte sangue bianco), ai fanatici delle proteine ad ogni pasto (mangio ogni cosa che abbia due occhi e un naso), dai fautori dello yoga del respiro in ogni istante della vita, ai praticanti di Mixed Martial Arts e dell’allenamento estremo. Mai dare per scontato niente. Un buon Coach deve verificare eventuali squilibri sul piano corporeo e biologico che impediscono all’individuo di avere un corpo sano e uno stile di vita sano. Nel Coaching manageriale questo è generalmente un tratto sottovalutato. Nel Coaching sportivo questo diventa addirittura determinante.
  • Sfondo memetico per l’area psicoenergeticaTu come pensi che una persona diventi forte di carattere, sana mentalmente, motivata, emotivamente matura e solida? Questo esame credenze e belief system sul funzionamento della propria motivazione e delle energie mentali. Purtroppo, ogni persona vivente ritiene di poter erogare consigli psicologici, e le fonti di assorbimento di credenze sono enormi, variegate, dissonanti. Agiscono come diffusori memetici la scuola, famiglia, amici, media, conoscenti, i messaggi religiosi, i gruppi politici, la cultura di appartenenza, il diritto, e ognuno lotta per affermare e diffondere la sua Visione delle cose. Se non impariamo a filtrare i messaggi in ingresso, ad ancorarci a nostri valori di riferimento chiari e forti, rischiamo di venire sbattuti da ogni onda, strattonati da ogni possibile persona che vuole influenzarci, vittime di ogni possibile gruppo o messaggio, sino ad ingolfare la mente ed entrare in dissonanza totale.
  • Sfondo memetico per l’area macro-skillsQuali aree del sapere ti farebbe bene coltivare? Quali conoscenze nuove ti servono davvero per il futuro verso il quale vuoi dirigerti? O per gli scenari che stanno arrivando? Questo sfondo di credenze e belief system è centrato sul proprio ruolo e sul funzionamento delle proprie competenze di ruolo; credenze su come “si fa carriera”, o “si migliora”, su cosa significa progredire, avanzare, su quello che dovrei conoscere e quello che posso fare a meno di conoscere, idee su quanto si possa o non si possa incidere attivamente sul proprio futuro, su dove esso è o non può essere diretto.  In questo campo il Coaching è fondamentale per assistere la persona nel dotarsi di competenze indispensabili per costruire il proprio futuro anziché lasciarlo in mano al destino o alle volontà di altri. Vivere la propria vita a pieno significa anche acquisire i saperi, saper fare, e saper essere, che lo rendono possibile.
  • Sfondo memetico per l’area micro-skillscome pensi di poter migliorare le tue performance, nelle aree a cui tieni, e soprattutto su quali dettagli dovresti lavorare per farlo? Quest’area riguarda credenze, belief system, e consapevolezze attuali, sul grado di abilità nei dettagli di esecuzione, i possibili miglioramenti a livello micro rispetto ad attività che la persona compie e in cui vuole migliorarsi; ad esempio, migliorare l’atto respiratorio durante un gesto sportivo è una micro-competenze, un Coaching sulla respirazione durante il gesto sportivo ha pienamente senso. In campo manageriale, migliorare le tecniche di apertura di un public speaking, imparare a riconoscere le micro-espressioni, sono altrettanti esempi. Un buon Coach sa capire e far emergere quali sono i dettagli lavorabili che possono aumentare l’efficacia della persona.
  • Sfondo memetico per l’area progettualità e goalscome pensi si possa passare da un’idea a un progetto concreto? Quest’area riguarda credenze e belief system sul tema della propria capacità progettuale, e su come si concretizza un ideale entro un progetto; il Coaching qui è veramente fondamentale per far passare un sogno da qualcosa di utopico a un progetto realizzabile. Se sogno di dimagrire, un “progetto in tappe per dimagrire” mi sarà di enorme aiuto, e qualcuno che mi segue diventa un mio compagno di viaggio. Se voglio esplorare i mercati asiatici, devo identificare gli step da compiere, e iniziare con step praticabili molto pratici. Non posso solo sognare di farlo e fermarmi li. Se voglio pubblicare in inglese, tedesco, arabo e cinese, sarà bene che inizi a formulare un progetto specifico per ciascuna lingua, non posso sperare che un giorno per miracolo i miei libri si materializzino in uno scaffale di Pechino o di Damasco.
  • Sfondo memetico per l’area Valori e Visionecosa pensi rispetto al valore vero della vita, cosa rende la vita qualcosa per cui vale la pena vivere, per cosa daresti la vita, cosa significa per te esprimere te stesso? L’area comprende esame dei valori e orizzonti di lungo periodo attivi nella persona, il sistema di valori ritenuti importanti nella vita, priorità tra valori e eventuali aspettative divergenti. Si tratta di un esame delle ideologie, dei “credo” valoriali, delle scelte di fondo che ci possono rendere un’attività soddisfazione o sacrificio. In cosa credi? Cosa è importante per te? Cosa da senso alla vita? Questo tratto è il più difficile da far emergere, toccando le scelte esistenziali, il significato stesso dell’esistenza. Se riusciamo a far emergere alcuni di questi elementi forti, essi possono costituire l’ancoraggio di qualsiasi motivazione al fare, al crescere al migliorarsi. Un faro che guida la persona nella nebbia. Un motore motivazionale enorme.

Ogni sfondo memetico (sistema di credenze attive o latenti nella persona) è viziato da false credenze e distorsioni. E, tra l’altro, nessuno salvo rare eccezioni può considerarsi in possesso di verità assolute in ogni campo del sapere. 

Ciò che vale sempre – come riferimento per il Coach – è di puntare a inserire memi che potenziano la ricerca di una soddisfazione soggettiva verso la vita (life satisfaction soggettiva), rimuovendo la spazzatura mentale che troviamo nella persona, con un’enorme dose di etica professionale e di attenzione.

Memetica. Quando i memi fanno la differenza tra cosa sei e cosa vuoi diventare

I memi fanno la differenza tra attività che l’individuo vorrebbe saper svolgere e quelle che riesce a svolgere, condizionano il senso di efficacia personale, gli obiettivi che vorrebbe raggiungere e dove pensa di potersi effettivamente a spingersi (senso di potere personale). Determinano inoltra la “soglia dell’impossibile”. 

Ogni intervento di formazione o di Coaching inerente il potenziale personale deve obbligatoriamente comprendere lo stato attuale delle credenze (sfondo memetico della persona) rispetto alle aree su cui vuole intervenire. 

Più specificamente, dovrà inoltre analizzare le credenze attive su specifici quadranti che riguardano la performance (sfondi memetici di dettaglio), rimuovere e modificare credenze dannose rispetto agli obiettivi di Coaching, e costruire un quadro consonante rispetto agli obiettivi desiderati di crescita e sviluppo personale.

Come conseguenza, va ribadito che le azioni di Coaching in profondità e di Coaching analitico non si accontentano di cambiare il comportamento esteriore, ma devono obbligatoriamente incidere sugli sfondi memetici, sulle credenze profonde delle persone, localizzando blocchi e limitazioni, e stimolando stili di pensiero positivi.

Le nostre credenze creano una mappa del mondo che si plasma sulle nostre paure, sulle nostre incertezze, sulle nostre forze e sulle nostre conquiste. 

Liberarsi dalle nostre credenze o vederle per ciò che sono, ci permette di accogliere il nuovo e moltiplicare la gioia della scoperta.
(Stephen Littleword)


[1] Dawkins, R., (1976), The Selfish Gene, Oxford University Press. Trad. it. Il gene egoista, Mondadori, Milano, 1995.

[2] Per un esame completo del sistema HPM, vedi: Trevisani, Daniele (2009) “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli, Milano; Trevisani, Daniele (2013) “Personal Energy” Franco Angeli, Milano.

Altri materiali su Comunicazione, Ascolto, Empatia, Potenziale Umano e Crescita Personale disponibili in questi siti e link:

Altre risorse online

 

Articolo estratto dal testo “Parliamoci Chiaro: il modello delle quattro distanze per una comunicazione efficace e costruttiva” copyright Gribaudo Editore e Daniele Trevisani, pubblicato con il permesso dell’autore.

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Concludiamo questo ciclo di 3 articoli sul raggiungimento della comunicazione efficace, cercando di riconoscere la propria cultura e le sue fonti, di capire come le idee si diffondano e di imparare a ricercare un common ground comunicativo.

Una vita sana richiede consapevolezza di quali credenze, valori o insegnamenti stiamo mettendo in pratica e ci chiede di riconoscere il fatto che essi siano stati acquisiti dall’acculturazione e dall’ambiente circostante: sono “entrati”, e noi ne siamo impregnati. Gli esseri umani sono pieni di memi, di tracce mentali, idee, credenze, apprese dagli altri esseri umani o da fonti mediate.

La memetica, come nuova disciplina nel panorama delle scienze sociali, si occupa di come le idee o memi si trasmettono da persona a persona, da gruppo a gruppo, proprio come la genetica si occupa della trasmissione dei geni e dei patrimoni ereditari. 

Non appena due culture si incontrano, scopriamo che i nostri memi sono diversi da quelli altrui, ma in termini “riproduttivi” cerchiamo di replicare i nostri piuttosto che di accettare quelli degli altri.  Al centro della comunicazione, infatti, non c’è solo la questione di chi abbia ragione sui dettagli, ma addirittura il tentativo di far sopravvivere i propri memi, di riprodurre la propria visione delle cose, a volte di imporla. Questo comportamento è normale e risponde ai principi di conservazione della specie. 

Esiste quindi una prima forte consapevolezza che rende il comunicatore più efficace: la consapevolezza della propria cultura, dei propri memi attivi.  

Questa consapevolezza non significa rifiuto e non deve produrre automaticamente rifiuto di quanto appreso culturalmente, ma solo e semplicemente consapevolezza di quanto appreso, delle fonti, e della storia dei propri apprendimenti.  

Dopo avere svolto l’analisi del “cosa ho appreso”, quando e da chi, è necessario prendere queste tracce memetiche e sottoporle ad un vaglio fondamentale: cosa voglio tenere e consolidare da un lato, e di cosa mi fa bene liberarmi e perché, dall’altro.

Lo stesso tipo di analisi si può applicare agli apprendimenti organizzativi e alle regole vigenti in un’organizzazione, ai memi che vi circolano, in modo palese, o in modo più nascosto. 

Il successo della comunicazione dipende quindi dalla consapevolezza: 

  • delle fonti personali; 
  • delle fonti mediate; 
  • dei tempi dell’assimilazione, delle sue fasi significative e delle pietre miliari; 
  • della profondità di assimilazione nel Self di regole culturali, leggi e insegnamenti che si adottano; 
  • dalla capacità di riconoscere i fattori e le persone da cui si sono assimilate specifiche abilità, atteggiamenti e comportamenti oggi praticati sul lavoro e a livello professionale. 

Si può accettare di tenere con sè una regola culturale, o si può decidere consapevolmente di tentare di eliminarla dal proprio modo di essere, ma solo dopo avere preso coscienza della sua esistenza (autodeterminazione culturale). 

Nel metodo ALM, l’individuo, nella comunicazione, deve saper eliminare le tossine culturali che impediscono il buon funzionamento del Self, e sapersi aprire all’immissione di nuovi elementi, nuove energie, nuovi apprendimenti: aria pura per la mente

Il comunicatore è vivo quando è aperto al proprio cambiamento e allo scambio con l’ambiente. È morto e produce esiti nefasti quando rifiuta di accettare che le diversità esistono e devono essere capite e analizzate, ed è altrettanto morto quando non possiede una propria identità, quando accetta incondizionatamente la memetica altrui e rifiuta il proprio patrimonio. 

Dobbiamo essere consapevoli che le parole hanno un potere, il potere di aggregare interi “mondi di significato” e trasmettere valori attraverso le persone e attraverso il tempo. 

Come in molte delle attività umane, un buon esito richiede la capacità di trovare un equilibrio tra:

  1. tendenza all’accettazione incondizionata della cultura altrui (ipocrisia culturale)
  2. tendenza all’imposizione incondizionata della propria cultura verso l’altro (imperialismo culturale). 

Gli stati di coscienza alimentano le identità culturali: per esempio arrivare a tavola tardi e andarsene prima non è culturalmente corretto nella cultura italiana standard, ma è normale nella cultura americana. Si tratta di memi diversi che circolano, presenti in ogni comunicazione.

Il problema delle culture è che le loro norme non scritte entrano senza bussare, per osmosi, e diventano tangibili solo quando avviene un contatto con una cultura diversa. 

Anche le aziende hanno culture tra loro diverse, così come le aree aziendali. A causa della grande varietà di input a cui si è esposti, non esiste una creatura che ragioni con gli stessi identici schemi mentali di un’altra. In questo contesto, le persone si trovano a negoziare e a comunicare.

Due soggetti che possiedono visioni identiche e obiettivi identici, però, non hanno bisogno di entrare in una vera comunicazione e non potranno costruire nulla di originale. Quando invece emergono diverse visioni, concezioni ed esigenze, la comunicazione entra in campo, così come la possibilità di costruire creativamente attingendo da più bagagli diversi. 

Negoziare significa impegnarsi attivamente nella ricerca di una soluzione che soddisfi due o più interlocutori che partono da posizioni culturalmente diverse, facendo emergere sia le differenze latenti, che le basi comuni su cui poggiare. 

Stiamo negoziando mentre trattiamo un prezzo o un acquisto, ma anche mentre discutiamo su quale film vedere, o cosa fare nel weekend o in vacanza partendo da gusti e preferenze diverse.  

 Il successo della comunicazione dipende infine: 

  • dal grado di impegno/volontà di ciascun soggetto nella ricerca attiva di una soluzione di reciproca soddisfazione; 
  • dalla capacità di riconoscere esattamente i fattori che rendono diversa la posizione di partenza o gli interessi delle parti; 
  • dall’utilizzo delle diversità passate allo stato cosciente come motore propulsivo e creativo; 
  • dalla ricerca e costruzione delle basi comuni (common ground).
libro "Parliamoci Chiaro" di Daniele Trevisani

Per approfondimenti vedi: