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Il migliore coach a Padova è in realtà un team formato dal dott. Daniele Trevisani, dalla Coach Sara Ruzza, certificata da Daniele Trevisani Academy come Master in Coaching Metodo HPM, e dall’Avv. Cosimo d’Ambrosio  avvocato negoziatore certificato, coach e counselor by STEP, mediatore civile. Il Dott. Daniele Trevisani ha operato come coach per oltre 200 aziende e organizzazioni incluso il coaching ultradecennale dei Generali e Ufficiali dell’Esercito Italiano in Missioni ONU (Caschi Blu) e come mental coach per oltre 10 campioni del mondo di arti marziali e combat sports e altre discipline.

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Migliore Coach a Padova – Approfondimenti sul coaching

  • Estratto dal volume “Il Potenziale Umano”. Franco Angeli editore, Milano.
  • Autore: Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it
  • Materiale divulgativo messo a disposizione dall’autore. È obbligatoria la citazione della fonte per qualsiasi utilizzo in pubblicazioni cartacee o elettroniche

Concetti fondamentali del Coaching HPM: la visione della persona come sistema energetico

Il metodo HPM deriva la propria sigla dal suo obiettivo primario, il Modeling, o “dare forma”, generare impulso, contributo e stimolo alla crescita della persona, dei team e delle organizzazioni.

Il metodo ha due distinte sfere di applicazione, tra di loro collegate:

  • crescita del potenziale umano: Human Potential Modeling, e
  • sviluppo delle prestazioni: Human Performance Modeling.

Il metodo contiene una concezione dell’uomo come articolazione di energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni.

Il metodo individua sei specifiche “celle di lavoro”, sulle quali ciascuno di noi, indipendente dalla sua condizione di partenza, può fare progressi, piccoli o grandi che siano. E, per ogni piccola conquista, si aprono nuovi orizzonti che ci invitano ad andare avanti, in una continua esplorazione di ciò che significa progredire, nel suo senso più profondo.

“Entrare” in queste sei celle ci permette di costruire progetti di crescita seri ed efficaci, siano essi la “liberazione” da ciò che ci frena, o l’aumento delle nostre risorse personali.

L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere. Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di la del risultato numerico o professionale che ne può derivare.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni) e li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

corsi di coaching aziendale modello hpmPotenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile, e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale, ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui si può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo di seguito una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

 

  • il substrato psicoenergetico e le energie mentali: riguarda le energie psicologiche, le forze motivazionali, lo stato di forma mentale necessario per affrontare sfide, progetti, traguardi (goal) e obiettivi. Si prefigge di analizzare ed intervenire sulle capacità mentali, come concentrazione, lucidità tattica, abilità strategiche, capacità di percezione, utilizzo della memoria, amplificazione sensoriale, sino alle capacità di vivere le passioni, rivedere il nostro modo di essere, riprendere in mano il proprio ruolo nella vita con maggiore assertività, ripensarsi, creare motivazione in sè e nel team, sviluppare coraggio e perseveranza, utilizzare uno stile di pensiero produttivo e positivo;
  • il substrato bioenergetico e le energie fisiche: inquadra la parte biologica dell’essere umano: il corpo e le energie fisiche, lo stato di forma organis­mico e biologico che sorregge le energie individuali; comprende l’analisi delle energie corporee e il funzionamento dell’organismo, come esso possa essere riparato o “potenziato”, gli effetti dello stile di vita e l’approccio olistico al corpo, l’attenzione alle economie locali (di specifici distretti fisici) e alle energie generali;
  • le micro-competenze: i micro-dettagli che danno spessore al potenziale, le micro-abilità psicologiche e psicomotorie che fanno la differenza in una prestazione manageriale o sportiva, le micro abilità-cognitive (di ragionamento), che creano differenza tra un’esecuzione mediocre, media o invece eccellente, le micro-abilità relazionali e comunicazionali da cui dipende un lavoro di qualità;
  • le macro-competenze personali e professionali: i grandi strumenti (competenze, skills, capacità) che compongono il profilo di un ruolo; le traiettorie di cambiamento che subisce lo scenario che ci circonda, come rimanerne coscienti e in pieno controllo; la gamma delle abilità o portfolio di competenze di un individuo o di un team, e come questo deve essere rivisitato, riqualificato, formato, per essere all’altezza degli obiettivi che ognuno di noi si pone e delle sfide che vuole cogliere;
  • goal e progettualità: la strutturazione dello sforzo per qualcosa o contro qualcosa di concreto (un ideale trasformato in progetto); la capacità di sviluppare un obiettivo in azione, il focus di applicazione delle energie e competenze, la loro traduzione in specifici piani operativi e risultati attesi;
  • visione, principi e valori, missione: ideali, principi morali, sogni, aspirazioni, i motori profondi che dirigono le priorità personali, gli ancoraggi di senso e significato che connettono i progetti ad un piano più profondo, le scelte personali, il senso di missione. Riguarda inoltre lo sfondo primordiale di desideri e pulsioni che spingono il nostro fare ed agire, il senso di causa e – non ultimo – il nostro vissuto spirituale ed esistenziale.

 

Ognuno di questi stati o “celle” può avere un certo livello di “carica”, trovarsi “pieno”, “abbondante”, ben coltivato, ben esercitato, o essere invece “scarico”, deprivato, depotenziato, impoverito, o persino trascurato e maltrattato, denutrito, abbandonato.

Al crescere della carica nei diversi sistemi aumenta l’energia complessiva della persona, dei team, e delle organizzazioni da loro composte, con effetti molto tangibili: risultati, prestazioni, capacità di decidere, di incidere e produrre cambiamento positivo. Questi risultati dipendono dallo stato dei diversi sistemi, dalla capacità di coltivarli e nutrirli.

La loro condizione locale e l’interazione tra le diverse “celle” può produrre il massimo del potenziale o presentare sinergie negative, o danni e malfunzionamenti che impediscono all’essere umano di esprimersi.

Le risorse personali e il potenziale individuale possono essere “lette” ma soprattutto amplificate attraverso un lavoro serio sulle sei aree.

Sul piano manageriale e sportivo, nei team e nelle aziende, le implicazioni sono altrettanto evidenti: lo stato di forma mentale e fisico delle persone, la loro carica motivazionale, le loro competenze, la loro progettualità, il loro spessore morale, fanno la differenza tra persone o team spenti, e persone, team o organizzazioni capaci, forti, motivate, piene di energia ed entusiasmo, desiderose di affrontare sfide e dare contributi veri.

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Migliore Coach a Padova – Approfondimenti

Il coaching è la forma di orientamento volta a cambiare le persone in modo positivo, basato su persone sane e sulla convinzione delle possibilità di cambiamento che risiedono nell’interazione permanente tra intuizione e comportamento. [1] La guarigione non è enfaticamente l’obiettivo e la malattia non è il punto di partenza. Il coaching è radicato nella psicologia positiva e non va confuso con il counseling o la terapia , forme di orientamento che mirano a superare blocchi mentali o ristagni psicologici. Tutoraggio e formazione sono concetti correlati, ma non sinonimi . L’insight, come accennato in precedenza, è una forma di apprendimento in cui il coachee diventa più competente nel raggiungimento degli obiettivi prefissati sintetizzando le proprie conoscenze, integrate se necessario con le conoscenze del coach. Insight è una forma di apprendimento che si automatizza quasi istantaneamente.

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Storia

Il termine deriva dal francese ( coche ). Coach è la parola francese e successivamente (intorno al 1500) inglese per un carro per trasportare persone da un luogo all’altro. Guidare una carrozza si chiamava coaching. Tuttavia, la fonte del verbo “allenare” è trasportare una persona di valore o di valore da dov’era a dove vuole essere. Intorno al 1840, la parola allenatore fu usata per la prima volta all’Università di Oxford, in Inghilterra, per indicare un tutor privato che preparava gli studenti per un esame. Nel 1889 il termine fu menzionato per la prima volta nel mondo dello sport per riferirsi a qualcuno che guidava una squadra di canottaggio. Negli anni ’80, la parola coaching è stata introdotta nel gergo aziendale. Nel 1988 è stato istituito il coaching. L’americano Forbes è poi apparso con un articolo sul Coaching intitolato: Sigmund Freud incontra Henry Ford .

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Funzionalità

Il coaching è una forma di guida personale basata su un rapporto paritario uno a uno. Il coachee impara, il coach supporta e guida questo processo di apprendimento. Gli obiettivi sono fissati in anticipo all’interno del processo di coaching. L’obiettivo del coaching è aumentare l’efficacia personale e la competenza professionale del coachee. È possibile anche il coaching di gruppo. L’allenatore quindi cerca modelli collettivi nel comportamento e nel pensiero nel gruppo.

Caratteristica di un processo di coaching è che il coach è selezionato dal coachee. Nel processo di coaching, il coach guida e monitora il processo di apprendimento e il cliente viene “istruito”. Il cliente determina l’obiettivo: il coach fa domande, dà consigli e aggiunge conoscenze ove necessario. Il cliente rimane responsabile delle sue decisioni.

Il coaching può essere sostanziale o più orientato al processo. Con il coaching sostanziale, il coach è qualcuno che ha già attraversato un certo processo e che consiglia qualcun altro su questo. A titolo di esempio, si può citare l’ex tennista di punta che consiglia il tennista alle prime armi (top) sulla tecnica e la tattica del gioco del tennis. Un allenatore svolge un ruolo importante nel ridurre l’incertezza e rimuovere la paura del fallimento .

Con il coach orientato al processo, si dovrebbe pensare più a un mental coach che consiglia come affrontare le sconfitte, intimidire gli avversari, con la stampa e che pensa al giusto equilibrio tra vita e lavoro. Qualcuno che ragiona insieme al cliente a distanza e con meno interessi e quindi con più calma.

Il coaching può avere un importante effetto preventivo [2] [3] per disturbi psicologici come depressione , esaurimento o noia . Dopotutto, la stagnazione della competenza e l’ulteriore sviluppo sono considerati importanti fonti di origine di questi reclami. [4]

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Forme

Esistono molte forme di orientamento che contengono elementi di coaching. Di seguito è riportato un elenco incompleto.

  • Career coaching : si riferisce alla misura in cui un dipendente trova ancora adatto il suo lavoro. Un career coach aiuta un dipendente a farsi un’idea dei suoi valori, interessi e possibilità. Collega questo – insieme al dipendente – a una posizione esistente o futura. Il coaching di carriera è in linea con la gestione delle competenze e lo sviluppo delle competenze e può essere utilizzato anche all’interno della politica del personale di un’organizzazione .
  • Mindfulness coaching : aumenta la consapevolezza e l’accettazione e riduce l’impatto delle emozioni e dei modelli di pensiero. Il coach guida il coachee nel dirigere l’attenzione su ciò che c’è in quel momento. Efficace quando il coachee ha a che fare con emozioni e schemi di pensiero ricorrenti.
  • Il coaching come stile di gestione : il coaching della leadership può aumentare l’impegno dei dipendenti. Con uno stile manageriale di coaching, il manager assicura che i dipendenti si sentano coinvolti nel loro lavoro e nell’organizzazione. I dipendenti si sentono responsabili di un prodotto o di un processo. Possono motivare se stessi, individualmente o come squadra. Il manager non è un capo ma un allenatore di una squadra. Il team stesso è responsabile dei risultati da raggiungere, almeno del come.
  • Coaching provocatorio : presuppone che devi tirare la coda dell’asino se vuoi farlo avanzare, che ridere dei tuoi problemi è un’ottima medicina, che le strade secondarie portano al nucleo e che le persone sono più resilienti di quanto pensi. Ciò rende più difficile per il cliente prendere sul serio le sue convinzioni limitanti e la sua immagine negativa di sé. Difendendosi in modo assertivo contro l’allenatore, il cliente impara a difendersi, a vedersi in modo più realistico ed esprimere affetto e apprezzamento.
  • Coaching in psicosintesi : attiva le capacità creative, che danno al cliente il coraggio di continuare la vita con nuovo slancio. Può essere finalizzato allo sviluppo personale e alla consapevolezza, allo sviluppo professionale o all’ispirazione nella vita e nel lavoro.
  • Coaching biografico : include, oltre alla classica ricerca sui corsi di vita, molti metodi di lavoro creativi e riflessivi, utilizzando diverse forme di espressione, come la scrittura, il disegno, la pittura o il racconto (racconto di storie ) .

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Vedi anche

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Fonti, note e /o riferimenti

1.      Leni Wildflower & Diane Brennan, Il manuale del coaching basato sulla conoscenza: dalla teoria alla pratica , cap . 20, ‘The Self-Help and Human Potential Movements’, Wiley, 2011.

2.       https://web.archive.org/web/20150706110951/http://www.trueaimlifecoaching.com/history.htm

3.       http://www.managersonline.nl/nieuws/5815/ Preventive-coaching-loont.html

4.       https://www.thetimes.co.uk/tto/career/article1792702.ece

 

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Categorie :

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti Semantica

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Il migliore coach a Vicenza è in realtà un team composto dal dott. Daniele Trevisani, e dalla Coach Grety Bortoli certificata sul Metodo HPM da Daniele Trevisani Academy e CWF (Coaching World Federation). Il dott. Daniele Trevisani risulta, in base ai dati di Google Scholar, il coach italiano con il maggiore numero di citazioni, al primo posto per qualità e continuità delle pubblicazioni.

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Migliore Coach a Vicenza –  Approfondimenti sul Coaching

Il coaching è una forma di sviluppo personale in cui una persona esperta, chiamata coach, supporta uno studente o un cliente nel raggiungimento di un obiettivo personale o professionale fornendo formazione e orientamento. 1 A volte, lo studente è conosciuto come coachee ( spagnolo [ˈkou̯t͡ʃi] , “addestrato”). Il coaching può spesso significare una relazione informale tra due persone, una delle quali ha più esperienza dell’altra e offre consigli e guida man mano che il coachee impara; tuttavia, il coaching differisce dal mentoring in quanto si concentra su compiti o obiettivi specifici, al contrario di obiettivi più generali o di sviluppo generale. 1 ​2 ​3​ Secondo la Royal Spanish Academy , non è necessario utilizzare la parola coach e i suoi derivati ​​( coaching, coachee , ecc.) quando si parla in spagnolo, sostenendo che esistono già termini equivalenti come coach , monitor e allenatore . 4

Migliore Coach a Vicenza – Tipi di coaching

Le persone in fase di formazione per dedicarsi al coaching , chiamate candidati, devono avere una preparazione approfondita e padroneggiare materie multidisciplinari per comprendere la mente, nonché la gestione delle idee e delle emozioni. Ci sono tre caratteristiche fondamentali per distinguere tra i tipi di coaching : 5

  1. Metodologia : la sessione può essere direttiva, se il coach trasferisce informazioni, giudizio o esperienza al cliente; o non direttivo, se il coach promuove un ambiente adeguato per lo sviluppo della conoscenza tacita.
  2. Scopo : la sessione può essere per uno scopo personale o lavorativo.
  3. Partecipanti : La sessione può essere svolta individualmente o in gruppo.

coaching sono strutturati sotto queste tre caratteristiche , indipendentemente dal loro nome commerciale o descrittivo. Ad esempio, un servizio di executive coaching per l’amministratore delegato di un’azienda sarà executive coaching ; se è per una squadra dipartimentale invece che per il direttore generale, sarà un team coaching ; se l’obiettivo lavorativo viene cambiato per uno personale, sarà un coaching vitale ; se riguarda i membri di una famiglia, sarà un family coaching ; e così via. Non è facile distinguere ogni tipologia di coaching secondo le definizioni di mercato, si va dal semplice business coaching a servizi come il coaching sistemico , il cui nome a malapena ne decifra la metodologia. A tal fine si distinguono:

Migliore Coach a Vicenza – Tipologie

  • Autocoaching: è il processo di coaching applicato a se stessi, ovvero l’uso di diversi metodi di coaching per migliorare l’autosviluppo personale e professionale. 6
  • Allenamento sportivo .
  • Coaching educativo .
  • Coaching : Orientato al miglioramento strutturale delle micro e piccole imprese. 7
  • Coaching Funzionale : utilizza un approccio empirico e fornisce soluzioni pratiche.
  • Coaching cognitivo : finalizzato all’esercizio di azioni cognitive per motivare le persone a dirigere se stesse e ottenere risultati eccellenti.
  • Coaching trasformazionale : cerca di aiutare il coachee a scoprire nuove abilità e abilità per continuare a intraprendere (obiettivi di incontro)
  • Coaching organizzativo : collaborazione per trovare aree di opportunità nelle grandi organizzazioni. 8
  • Coaching : incentrato sullo sviluppo delle capacità manageriali del personale, valorizzando i punti di forza e facendo virtù delle debolezze, promuovendo la leadership del team, migliorando l’ascolto attivo e il linguaggio. 9
  • Coaching religioso : applicato nei movimenti religiosi per migliorare la formazione dei parrocchiani.
  • Coaching per la leadership: orientato alla formazione di leader e team. [ citazione necessaria ]
  • coaching ontologico : lavorare con l’essere e le sue proprietà trascendentali. Pertanto, l’individuo è considerato come una trilogia tra linguaggio, corpo ed emozioni ; intervenendo in uno di questi domini, è possibile intervenire negli altri, valorizzando le capacità e le possibilità del coachee . 10 È una professione impegnata nell’espansione del potenziale personale, organizzativo e sociale, basata sull’apprendimento all’interno di un quadro costruttivista e una prospettiva sistematica. 11
  • Coaching essenziale : è un coaching transpersonale, sviluppa il livello più profondo del potenziale dell’essere umano, affrontando la sua essenza, la sua unicità, rompendo i limiti dell’ego per ricreare noi stessi, generando saggezza attraverso l’espansione della coscienza per raggiungere meta-risultati. . 12
  • Executive coaching : il coach accompagna il cliente nel processo di consapevolezza e responsabilità e lo consiglia.
  • Coaching non direttivo : il coach non contribuisce con la sua esperienza nell’argomento trattato, non consiglia né guida. La tecnica di coaching non direttivo si concentra sul processo di indagine e non sulle informazioni.
  • Coaching realistico : è un’evoluzione del non direttivo, è di natura umanistica e applica lo stile europeo. Il suo impegno è con il cliente, non con l’obiettivo, e sottolinea elementi come la struttura del discorso o l’umanizzazione dell’obiettivo.
  • Coaching : Difende l’idea che la meccanica quantistica e l’idea che l’osservatore influenza la realtà possano essere applicate al mondo che osserviamo, quindi il cliente è in grado di decidere la propria realtà. Secondo le leggi della fisica, questa affermazione non è corretta e manca di fondamento scientifico per sostenerla.

Migliore Coach a Vicenza – Metodologia

Enrique Vergara Schmitt definisce il coaching come un processo dialogico e prasseologico , attraverso il quale il coach crea le condizioni affinché la persona o il gruppo coinvolto nel processo trovi la strada per raggiungere gli obiettivi prefissati utilizzando le proprie risorse e capacità, fortemente sostenuto dalla motivazione, responsabilità e creatività. 13​ Esistono diversi approcci, metodi e tipi di coaching, che possono variare notevolmente.

Il coaching è un’attività non regolamentata ufficialmente, il che ha portato all’esistenza di molte scuole e stili di coaching con grandi differenze tra loro. Il processo di coaching di uno stile motivazionale, come quello di Tony Robbins , differisce notevolmente dal processo di coaching non direttivo descritto da Timothy Gallwey . Pertanto, non si deduce un singolo processo di coaching perché non esiste un’unica pratica professionale unificata. Se ci limitiamo al primo riferimento bibliografico in proposito, il libro Coaching. The Method for Improving People’s Performance [1] di Sir John Whitmore ha introdotto il modello GROW (acronimo di Goals , Reality , Options and Will ) come prima metodologia di coaching .

Migliore Coach a Vicenza – Grado di direttività

La maggior parte delle organizzazioni di coaching sostiene che si tratta di un modello di accompagnamento non direttivo in cui sono coinvolte due persone, il coach e il coachee . Di solito, il processo viene spiegato come un metodo di indagine e gestione delle convinzioni, quindi il coach applica un metodo che cerca di non dirigere il cliente, ma permette al cliente di scoprire da solo, senza che il coach lo aiuti.

Se ci riferiamo a un metodo di coaching incentrato sull’azione, potremmo dire che il coach si impegna con il suo tirocinante in un’alleanza collaborativa, stabilendo obiettivi specifici e progettando un piano d’azione che gli consenta di raggiungerli entro le scadenze stabilite . 14​ Tale piano stabilirà una serie di incontri tra i partecipanti che consentano di raggiungere lo scopo prefissato, accompagnati da un altro insieme di attività volte a migliorare aspetti specifici della persona in formazione.

Se parliamo di uno stile di coaching trasformativo , il coach accompagna il cliente a osservare, comprendere e riosservare la propria realtà attorno a un obiettivo e alla situazione del cliente nell’ambiente, in modo che il risultato sia una reinterpretazione non orientata che fornisce chiarezza e nuovi punti di vista al cliente. Con i nuovi punti di vista, il cliente può trovare interpretazioni più utili per raggiungere il suo obiettivo. In questo processo, il coach fornisce tecniche di indagine, ma le informazioni trovate e la sua utilità sono esclusive del cliente.

l’efficacia del coaching , poiché deve essere basato sulla fiducia. Quando il coaching è applicato in ambito lavorativo ed è specializzato in un ambito specifico, il coach può essere anche un consulente che innova le procedure. 15 Pertanto, per migliorare la produttività del processo, il coach deve avere una profonda conoscenza della posizione lavorativa sviluppata dal tirocinante e del modo in cui questa posizione è correlata agli obiettivi dell’organizzazione. Allo stesso modo, il coach deve avere la volontà di comunicare, deve volere ed essere in grado di condividere le sue informazioni con il coach ed essere disposto a prendersi il tempo che questo sforzo richiede. 16

Se parliamo di coaching in stile motivazionale , il processo applicato dal coach si basa sull’ascolto delle interpretazioni del cliente e incoraggiandolo a eliminare quelle che considera un ostacolo al raggiungimento del suo obiettivo (come “non posso”) e potenzialmente aggiungendo credenze utili (come “devo provarci” o “posso”).

Migliore Coach a Vicenza – Sviluppo e passaggi

I passaggi da seguire in un processo o in una sessione differiscono notevolmente da uno stile di coaching all’altro. Il primo riferimento bibliografico al riguardo appare nel libro Coaching for Performance 17 che includeva il modello GROW di Graham Alexander e Alan Fine . I passaggi descritti nel modello GROW sono:

  1. Obiettivi : identificare gli obiettivi, come primo passo per evitare di essere limitati dai passaggi successivi.
  2. Realtà : Analisi della situazione e della realtà descritta dal cliente.
  3. Opzioni : identificazione delle opzioni inquadrate in quella realtà. Nel modello originale, il coach potrebbe fornire strumenti per la comparsa di nuove opzioni (come il brainstorming).
  4. Volontà : Azioni future concrete.

Le scuole latinoamericane (come il coaching ontologico ) sono più impegnate sull’obiettivo e si lavora molto sulle convinzioni contenute nella realtà (“Realtà”) descritta dal cliente. Tendono anche a porre molta enfasi sulle azioni (“Volontà”), difendendo che senza azione non c’è coaching .

Nella pratica dell’executive coaching o della performance professionale, c’è un ambiente meno incline all’introspezione e in cui le conversazioni sono più focalizzate sulle azioni e sull’organizzazione dell’agenda del cliente. Un modello di conversazione con queste caratteristiche potrebbe essere:

  1. Osserva nuovi punti di vista: è essenziale per il coach trovare soluzioni e consentire all’individuo di scegliere tra le alternative disponibili per raggiungere i propri obiettivi.
  2. Consapevolezza: Il coach focalizzerà l’allievo sulle scelte che fa e sulle loro conseguenze, fornendogli strumenti specifici per scegliere consapevolmente ed in modo più efficace.
  3. Determinare gli obiettivi: serviranno da guida per il processo decisionale e le azioni.
  4. Agire: Una volta raccolte tutte le informazioni, è necessario agire in modo sostenuto nel tempo. Il coach seguirà da vicino questo processo, aiutando a superare le difficoltà che si presentano quando si mettono in pratica le azioni.
  5. sessione di coaching si sta avvicinando o allontanando dall’obiettivo prefissato. Ciò consentirà di intraprendere azioni correttive e contribuire così all’ottenimento dei risultati desiderati. 17

Migliore Coach a Vicenza – Vedi anche

Migliore Coach a Vicenza – Riferimenti

  1. Salta a: abPassmore , Jonathan, ed. (2006). Eccellenza nel coaching: la guida del settore (3a edizione). Londra; Filadelfia: pagina di Kogan. isbn 9780749474461 . OCLC 927192333 .
  2. ^ Renton, Jane (2009). Coaching e Mentoring: cosa sono e come sfruttarli al meglio . New York: Stampa Bloomberg. isbn9781576603307 . OCLC 263978214 .
  3. ^ Chakravarthy, Pradeep (20 dicembre 2011). “La differenza tra coaching e mentoring” . Forbes . Consultato il 4 luglio 2015.
  4. Reale Accademia Spagnola e Associazione delle Accademie di Lingua Spagnola (2005). allenatore . Dizionario panispanico dei dubbi . Madrid: Santillana. isbn978-8-429-40623-8 .
  5. “Allenamento” . Soluzioni PM.
  6. «Autocoaching: guida per diventare il proprio coach – Sito digitale “Revolucionando.me”» . 11 marzo 2022. Accesso 4 aprile 2022.
  7. “Business Coach: chi è e quali sono le sue funzioni motivazionali” . es . 2017. Consultato il 30 maggio 2017.
  8. “Sulla leadership moderna” . ThriveProductivity.com . 2018. Archiviata dall’originale il 2 luglio 2018. Estratto il 19 maggio 2018.
  9. Ignacio Isusi. “Gestione efficace del successo per i manager” .
  10. Echeverría, Rafael (2005). Ontologia del linguaggio . Cile: Northeast Communications Ltda.
  11. Associazione Argentina di Coaching Ontologico Professionale (AACOP) (2018). 1 . «Definizione e significato di coaching ontologico». Coaching ontologico costruttivista e sistematico (Leven Anchors): p. 28.ISBN _978-987-45118-7-4 .
  12. Elena Pérez Moreiras, Bolívar Cris e altri, Sinergie tra psicologia e coaching. (2021). “Capitolo 5” . Il coaching essenziale . Kolima Libri. P. 328-341. isbn978-84-18263-57-6 .
  13. Vergara, Enrico (2015). “Storia del Coaching” . Storia del coaching . SVE. Archiviata dall’originale il 4 marzo 2016. Estratto l’11 novembre 2015.
  14. ^ Zeus, Perry; Skiffington, Suzanne (2002). Guida completa al “coaching” sul lavoro . Madrid: McGraw Hill.
  15. ^ McCracken, M. & Wallace, M. (2000). Verso una ridefinizione degli HRD strategici. Rivista di formazione industriale europea, 24, 425-436.
  16. ^ Núñez-Cacho, P., Grande, FA, & Pedrosa-Ortega, C. (2012). Nuove sfide nello sviluppo della carriera professionale: il modello Boundaryless Career. Universia Business Review, 34 (1) 14-35.
  17. Salta a: ab Riassunti dei leader (a cura di). Allenamento di John Whitmore . Consultato il 5 agosto 2016.
  18. “Posizione del Collegio degli Psicologi della Provincia di Córdoba sul Coach Ontologico – Collegio degli Psicologi della Provincia di Córdoba” . org.ar . Consultato il 20 novembre 2022.
  19. “Chi è Ricardo Ponce e perché rappresenta un pericolo?” . MEDIA RCG . Consultato il 20 novembre 2022.
  20. RIES, Segreteria. «Messico: accusano il gruppo di allenatori “Vivir” di sottoporre i suoi membri a condizioni disumane» . InfoCatólica . Consultato il 20 novembre 2022.
  21. “Il coaching coercitivo e le sette piramidali possono essere classificati come illegali a Guanajuato” . Publimetro Messico . Consultato il 20 novembre 2022

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Il migliore coach a Treviso è in realtà un team composto dal dott. Daniele Trevisani, e dalla Coach Cinzia Zocca. Il dott. Daniele Trevisani risulta, in base ai dati di Google Scholar, il coach italiano con il maggiore numero di citazioni, al primo posto per qualità e continuità delle pubblicazioni. Cinzia Zocca è Master Coach certificata STEP e professionista associata APIC (Associazione Professionisti Italiani Coaching).

Migliore Coach a Treviso e nel Veneto

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Migliore Coach a Treviso – Approfondimenti sul coaching
– concetti chiave del coaching

Coaching

Coaching è un termine collettivo per diversi metodi di consulenza , i tre tipi fondamentali sono coaching individuale , di squadra e di progetto . Come nella consulenza psicosociale, lo sviluppo di soluzioni individuali è accompagnato e incoraggiato. [1] [2] Metodologicamente, la parola si riferisce a conversazioni strutturate tra un coach e un coachee (cliente), ad es. B. su questioni della vita professionale quotidiana (leadership, comunicazione, organizzazione e cooperazione). Gli obiettivi di questi colloqui vanno dalla valutazione e lo sviluppo delle capacità e delle prospettive personali ai suggerimenti per l’ auto-riflessione e il superamento dei conflitti con dipendenti, colleghi o superiori. Il coach funge da partner di discussione neutrale e critico e, a seconda dell’obiettivo, utilizza metodi dell’intero spettro del personale e dello sviluppo manageriale. [3] In Svizzera, il termine coaching è utilizzato anche nel campo del fitness . Un allenatore nello sport è anche chiamato allenatore; questo è spesso un personal trainer .

Migliore Coach a Treviso – Origine del termine

La parola “coach” significa originariamente ” carrozza ” ed è stata registrata in lingua inglese dal 1556. Dal 1848 è stato osservato un uso colloquiale del termine per tutor privati per studenti, nel campo dello sport la parola è stata usata dal 1885 in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il coaching è attualmente definito in inglese come segue:

“Il coaching si riferisce alla guida e al feedback su conoscenze, abilità e abilità specifiche coinvolte in un compito. (Il coaching si riferisce alla guida e al feedback su conoscenze, abilità e abilità specifiche per un compito specifico.)”

– Bernardo. M. Bass : The Bass Handbook of Leadership, Theory, Research & Managerial Applications. 4a edizione. New York 2008, pagina 1091

Migliore Coach a Treviso – Distinzione dalla psicoterapia

la psicoterapia si è sviluppata in un trattamento scientificamente fondato solo alla fine del XX secolo . Alcuni risultati e metodi hanno potuto dimostrare un effetto in termini di successo sia in psicoterapia che nel coaching. [4] Questi cosiddetti fattori di impatto includono: [5] [6]

Migliore Coach a Treviso – attivazione delle risorse

il terapeuta o il counselor spiega al cliente le sue possibilità positive, peculiarità, abilità e motivazioni in modo che diventi consapevole dei suoi punti di forza.

aggiornamento del problema

la conversazione è progettata in modo tale che il client z. B. rivivere esperienze ed emozioni problematiche o stressanti durante la seduta. Il coach (o terapeuta) li mette in parole e li rende “tangibili” e risolvibili.

Supporto per la risoluzione attiva dei problemi

Qui, il cliente sperimenta inizialmente durante la conversazione che può superare da solo sfide o problemi imminenti che prima sembravano impossibili da risolvere. Quindi può e deve provare soluzioni di problemi con livelli di difficoltà crescenti in modo indipendente nella pratica.

chiarimento motivazionale

in tal modo, il terapeuta o il consulente aiuta il cliente a vedere più chiaramente i propri motivi, obiettivi e valori consci o inconsci. Ciò promuove la comprensione del motivo per cui il paziente si comporta e si sente in questo modo e non altrimenti.

Maja Storch e Frank Krause descrivono la demarcazione tra psicoterapia e coaching con le seguenti parole: “ Chiediamo a quegli specialisti che vorrebbero utilizzare ZRM ( Zurich Resource Model ) nell’ambito della consulenza o nel coaching di sostituire mentalmente questi termini. Invece di ‘psicoterapia’ si può pensare a ‘consulenza’, ‘formazione’ o ‘coaching’, invece di ‘paziente’ si consiglia ‘cliente’.” [7 ]

D’altra parte, Rolf Winiarski distingue tra clienti di consulenza e terapia. Nel caso della consulenza, il livello di sofferenza, la motivazione per cambiamenti a lungo termine e la consapevolezza del problema da parte del cliente sono significativamente inferiori. Per la psicoterapia, invece, è caratteristico un lavoro di cambiamento mirato sulle reazioni ai problemi emotivi da 10 a 60 ore, ovvero una relazione terapeutica a lungo termine. [8°]

Il rapporto personale tra consulente e cliente è particolarmente importante per il successo sia in psicoterapia che nel coaching. [9] Dovrebbe basarsi sui principi di fiducia, apprezzamento, autenticità, empatia, cura e preoccupazione. Anche i complimenti fatti al momento giusto sono molto importanti. [10] Tutto ciò ha come conseguenza che i pazienti di solito valutano il loro consulente o terapeuta come una persona e quindi anche la terapia come molto positiva. Di norma, vengono in consulenza quando i loro problemi hanno già raggiunto il picco. Inoltre, ritengono che il coaching da parte di un esperto abbia contribuito al miglioramento perché era molto costoso, il che può essere descritto come un effetto placebo . Per questi motivi, si dubita che il coaching abbia qualche effetto che vada oltre quello di un’intensa conversazione con buoni amici o persone affidabili e dotate di buon senso. [11]

I fattori efficaci sono simili in psicoterapia, coaching e altri metodi di consulenza e formazione, ma ci sono anche differenze significative. [12] La questione decisiva è se un allenatore può gestire questi fattori di influenza. Una diagnosi professionale riguardo al comportamento patologico è difficile anche per gli specialisti ( psicologi terapeuti o psichiatri ). [13] Diagnosi errate o valutazioni errate possono causare danni umani e finanziari significativi. Per questo motivo, si consiglia di consultare prima un medico. [14] Nel caso di business o executive coaching, l’accento è posto sullo sviluppo delle competenze manageriali con le corrispondenti caratteristiche speciali (cfr. la sezione “Coaching in management”).

Migliore Coach a Treviso – Nozioni di base sull’efficacia del coaching

Künzli ha esaminato 22 studi empirici e ha trovato effetti come sollievo emotivo, riduzione dello stress, cambio di prospettiva e maggiore autoriflessione. [15] I fattori chiave per ottenere risultati positivi sono il rapporto di fiducia tra coach e cliente e l’impegno del cliente. [16] Secondo Greif, ci sono solo due studi che possono dimostrare miglioramenti oggettivi nelle prestazioni e nel comportamento. Inoltre, non ci sono quasi teorie per descrivere e spiegare il processo di coaching e i suoi effetti. [17]

Migliore Coach a Treviso – Professionalizzazione

Nel caso Germania, Associazioni professionali e specializzate come l’ Associazione tedesca per il coaching e la formazione , l’Associazione tedesca per il coaching [22] , l’Associazione federale tedesca per il coaching [23] e l’Associazione tedesca per il coaching [24] in Germania e a livello internazionale l’ International Coach Federation e la Worldwide Association of Business Coaches.

Migliore Coach a Treviso – Coaching in varie aree

Coaching in ambito medico (Medical Coaching)

Un esempio dal campo medico riguarda i pazienti con malattia coronarica. [25] Lo scopo dello studio controllato randomizzato con 245 pazienti era scoprire se il coaching dei pazienti fosse adatto per raggiungere un certo livello di colesterolo. Risultato: il coaching ha contribuito a colmare il divario tra la terapia consigliata e quella effettiva (“divario terapeutico”). Gli autori: “ L’efficacia dell’intervento di coaching è spiegata al meglio sia dall’adesione alla terapia farmacologica che dai consigli dietetici forniti. ” [26] Con il coaching, i pazienti sono stati addestrati ad assumersi una maggiore responsabilità personale per l’attuazione degli obiettivi terapeutici. L’allenatore era un esperto nel trattamento di pazienti con malattia coronarica. Il coaching è stato fatto per telefono. Ci si aspettava che i pazienti conoscessero i loro livelli di colesterolo ed effettuassero regolarmente un confronto target/effettivo. È stato anche verificato se fossero a conoscenza dei fattori che influenzano i loro livelli di colesterolo e se sapessero quando consultare il proprio medico. [27] Gli autori derivano da questo caso un ciclo di coaching. Questo consiste in cinque passaggi. [28]

  1. Porre domande, verificare se il paziente ha le conoscenze, l’atteggiamento e la motivazione necessari.
  2. Spiegazione delle relazioni (cause ed effetti) necessarie per risolvere il problema.
  3. Aumentare la fiducia in se stessi del paziente per comunicare meglio con il medico.
  4. Obiettivo chiaro (accordo sugli obiettivi).
  5. Rivaluta gli obiettivi e le azioni alla prossima riunione.
  6. Fai di nuovo domande (torna al punto 1).

Questo approccio di coaching allena la forza di volontà del cliente. Ci sono esempi simili dalla terapia del dolore e numerose altre indicazioni. [29] Decisivo per il successo del trattamento non è solo l’approccio specifico al problema (ciclo di coaching), ma soprattutto le conoscenze specialistiche sulla terapia delle malattie e su come aumentare la forza di volontà dei pazienti .

Migliore Coach a Treviso – Coaching manageriale

Esistono essenzialmente quattro tipi di gestione:

Mentre l’executive coaching (o management coaching) mira a migliorare le capacità manageriali , la preoccupazione centrale del leadership coaching è lo sviluppo di alti potenziali ( sviluppo manageriale ). [30]

Una valutazione di 49 studi sul coaching della leadership di Katherine Ely, Lisa Boyce e coautori [31], nonché uno studio esplorativo sull’efficacia di diversi programmi di coaching della leadership di Gro Ladegard e Susann Gjerde [32] hanno mostrato che la preoccupazione centrale è misure di coaching più efficaci rappresentano un cambiamento misurabile nel comportamento dei coachee. Secondo i risultati di questi studi, questo cambiamento di comportamento non può essere ottenuto attraverso corsi di formazione tradizionali, seminari o sessioni di formazione all’aperto. Il processo di coaching deve includere le seguenti fasi: (1) Una valutazione obiettiva delle competenze attuali utilizzando procedure di test convalidate e l’uso di molteplici fonti di informazioni, come nel caso del feedback a 360 gradi. (2) Sfida critica del coachee in termini di come le sue abilità attuali si discostano dalle competenze necessarie per i suoi obiettivi personali e professionali e per l’implementazione degli obiettivi strategici dell’azienda. (3) Sviluppo congiunto di misure per lo sviluppo di competenze rilevanti per il futuro, con particolare attenzione all’apprendimento dell’azione (apprendimento orientato all’azione), poiché circa il 70% dell’apprendimento (delle competenze) avviene attraverso la pratica (nuovi compiti e aree di responsabilità , progetti, ecc.), al 20 per cento attraverso modelli di ruolo (supervisori, amici, colleghi, ecc.) e solo al 10 per cento attraverso seminari, riviste, libri, ecc. [33] Infine (4) è importante valutare i risultati (successo) di una misura di coaching al fine di ricavare opportunità di miglioramento. Questa misurazione dei risultati include, da un lato, le prestazioni (ad es. produttività e redditività) e il cambiamento comportamentale delle competenze, che sono state rese operative attraverso descrizioni comportamentali concrete e quindi rese misurabili. La revisione del successo dovrebbe avvenire dopo uno o due anni. Il grafico sottostante ha lo scopo di sintetizzare questi aspetti.

Il coaching sulle prestazioni viene utilizzato quando un dipendente non si comporta a un livello accettabile (per ragioni spesso sconosciute). Si tratta di un processo che inizia con l’analisi delle prestazioni individuali e mira a trovare modi e mezzi di miglioramento. In pratica, ciò avviene spesso in una discussione tra il supervisore, la persona interessata e un esperto (interno) dello sviluppo delle risorse umane. Una soluzione è il confronto dei profili di personalità e competenza con le corrispondenti misure individuali di formazione e sviluppo. [34]

Spesso viene richiesto che i dirigenti pratichino uno stile di leadership come coach. Tuttavia, questa è solo una nuova parola (parola d’ordine) per il concetto tradizionale di relazione o leadership orientata alle persone. Secondo questo concetto, il supervisore mostra un comportamento meno direttivo e più di supporto. Consiglia i suoi dipendenti su problemi, crisi o sfide speciali. Allo stesso tempo, promuove competenze specifiche in modo mirato. Per quanto riguarda l’efficacia dello stile di gestione personale, non ci sono prove convincenti che porti a risultati migliori (ad es. maggiore produttività). [35]

Nell’executive coaching, il coach funge da consulente personale del manager. Di norma, le posizioni dirigenziali sono associate a numerose tensioni e conflitti. Inoltre, i manager spesso non hanno l’opportunità di parlare con persone di cui si fidano sia dei loro problemi di leadership che delle loro sfide aziendali. Un coach adeguatamente qualificato può aiutare a risolvere i problemi, aprire nuove prospettive e sviluppare nuove competenze. [35]

C’è anche un altro aspetto: più un manager sale nella gerarchia, meno feedback onesto riceve, anche se il feedback è particolarmente importante nelle posizioni di vertice. [36] Gary Yukl commenta: “Avere un coach offre l’insolita opportunità di discutere questioni e provare idee con qualcuno che può capirle e fornire feedback e suggerimenti utili e obiettivi, pur mantenendo la massima riservatezza”. [37] Un cosiddetto rapporto di consulenza è molto utile tra manager e coach, che di solito richiede una discussione strutturata (vedi la sezione sulle discussioni di coaching). [38]

Migliore Coach a Treviso – Competenze

Il coaching per lo sviluppo delle competenze , in particolare delle capacità di leadership, persegue l’obiettivo primario di aumentare l’efficacia della leadership (cultura della leadership) e quindi aumentare le prestazioni e la motivazione dei dipendenti. [39] Un esempio per misurare il successo delle misure di coaching è il calcolo del ritorno sull’investimento ( ROI ) di Dianna e Merryl Anderson. Gli autori hanno effettuato un calcolo costi-benefici e determinato un ROI del 51 percento (senza tener conto dei vantaggi intangibili come una maggiore soddisfazione del cliente, un tasso di errore inferiore, ecc.). [40]

Non è la forma di apprendimento (coaching, formazione, consulenza, terapia, ecc.) che è decisiva per l’efficacia dello sviluppo delle competenze (successo dell’apprendimento), ma la validità e l’ affidabilità dei concetti e dei metodi utilizzati. [41] Se, ad esempio, si utilizzano come base modelli di competenze o di leadership non validi, l’efficacia del coaching è discutibile perché non è possibile derivare raccomandazioni rilevanti per la pratica da strumenti e modelli diagnostici non validi o inaffidabili. [42] Un esempio di concetto convalidato è il modello di leadership trasformazionale , che ha dimostrato in numerosi studi empirici che le raccomandazioni che ne derivano possono effettivamente aumentare il successo dell’azienda e la motivazione intrinseca dei dipendenti. [43] Un esempio per aumentare l’efficacia di una misura di coaching o formazione è il feedback a 360° , che può essere effettuato prima e dopo una misura di coaching per valutarne l’efficacia. [44]

Ci si aspetta generalmente che un allenatore nella gestione sia preso sul serio come interlocutore di discussione “su un piano di parità”. Ciò richiede che abbia una solida esperienza pratica con competenze gestionali sia “soft” che “hard” e sia in grado di utilizzare validi strumenti diagnostici e di sviluppo. Un coach non è un insegnante, un consulente, un predicatore, un risolutore di problemi, un consolatore o un confessore, ma un partner nel superare sfide e problemi aziendali. Non è ancora la forma di apprendimento (coaching, formazione, ecc.) a essere decisiva, ma il contenuto. [45]

Migliore Coach a Treviso – Coaching negli sport agonistici

Negli sport agonistici, un alto livello di prestazioni dovrebbe essere raggiunto in competizione. A tale scopo è prevista una sessione di formazione , monitorata da un formatore . [46] Questo allenatore è spesso indicato (come in inglese americano) come allenatore . Inoltre, vengono offerti vari metodi di coaching per il supporto psicologico degli atleti ad alte prestazioni. [47] In uno studio qualitativo sulla pallamano, è emerso che gli allenatori

  • dare istruzioni specifiche
  • motivare i giocatori,
  • controllare le emozioni,
  • Richiedi la comunicazione del giocatore. [48]

Migliore Coach a Treviso – Pratica filosofica (coaching filosofico)

Le pratiche filosofiche sono una forma di life coaching che è stata osservata in Germania dagli anni ’80 . Il processo di differenziazione e di ricerca di un’autocomprensione comune non è ancora completo, il che rende difficile e provvisoria una definizione. Classica è la definizione di Odo Marquard nel Dizionario storico della filosofia : “ Gerd B. Achenbach ha coniato il termine PP nel 1981…: con PP intende la consulenza filosofica operata professionalmente che si svolge nella pratica di un filosofo. … Non prescrive alcun filosofema, non amministra alcuna intuizione filosofica, ma mette in moto il pensiero: filosofeggia.” [49]

Migliore Coach a Treviso – La conversazione di coaching

Le conversazioni di coaching possono essere molto diverse. Tuttavia, alcune caratteristiche e obiettivi comuni possono essere identificati sia nella psicoterapia che nella gestione. La preoccupazione principale è consentire al “cliente” di organizzarsi (principio di autoregolamentazione ) attraverso feedback, formazione e consulenza. Ciò include le fasi di definizione degli obiettivi autonomi, pianificazione e organizzazione indipendenti fino all’autocontrollo (controllo dei risultati e dei progressi) per quanto riguarda l’attuazione degli obiettivi prefissati ( competenza di attuazione ). Il grafico a destra mostra un esempio riassuntivo di come può procedere una tale conversazione di coaching. Si basa sul concetto di autoregolazione , che Frederick Kanfer, tra gli altri, ha sviluppato nella terapia di autogestione . [50]

Letteratura

Migliore Coach a Treviso – Letteratura scientifica in lingua tedesca

  • Bernhard Grimmer, Marius Neukorn: Coaching e psicoterapia. Somiglianze e differenze: demarcazione o integrazione. Casa editrice per le scienze sociali, Wiesbaden 2009, ISBN 978-3-531-16603-2
  • FH Kanfer, H. Reinecker, D. Schmelzer: Terapia di autogestione: un libro di testo per la pratica clinica. 4a edizione. Springer Heidelberg 2005, ISBN 3-540-25276-2 .
  • Eric D. Lippmann : Coaching – Psicologia applicata per la pratica del counseling. 2a edizione. Springer, Heidelberg 2009, ISBN 978-3-540-88951-9 .
  • Harlich H. Stavemann: conversazione socratica in terapia e consulenza. Beltz, PVU, Weinheim/ Basilea 2007, ISBN 978-3-621-27598-9 .

Letteratura scientifica in lingua inglese

  • Dianna e Merryl Anderson: Coaching che conta: sfruttare il potere del coaching di leadership per fornire valore strategico (miglioramento delle prestazioni umane). Elsevier, Burlington 2005.
  • James Bartlett Progressi nelle pratiche di coaching: un approccio umanistico ai ruoli di coach e cliente. In: Journal of Business Research. 60, 2007. doi:10.1016/j.jbusres.2006.09.011
  • Vicki Batson et al.: Implementare la leadership trasformazionale e il supporto del manager infermieristico attraverso il coaching. In: Cliniche infermieristiche perioperatorie. 4, 2009.doi :10.1016/j.cpen.2008.10.004
  • Diane Coutu, Carol Kauffman: cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review . gennaio 2009.
  • Elaine Cox, Tatiana Bachkirova, David A. Clutterbuck: Il manuale completo del coaching . Routledge Chapman & Hall, 2007.
  • Katherine Ely: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010. doi:10.1016/j.leaqua.2010.06.003
  • Douglas Hall et al.: Cosa succede realmente nell’Executive Coaching. In: Dinamiche organizzative. 27, Numero 3/1999. doi:10.1016/S0090-2616(99)90020-7
  • Stampa della Harvard Business School: colmare le lacune e migliorare le prestazioni: le basi del coaching. Boston (Massachusetts) 2008.
  • Stampa della Harvard Business School: istruire le persone: soluzioni esperte alle sfide quotidiane. Boston 2007, ISBN 978-1-4221-0347-0 .
  • Michelle Krazmien, Florence Berger: Il paradosso del coaching. In: J.Gestione dell’ospitalità. volume 16, 1997.doi :10.1016/S0278-4319(96)00046-1
  • Jack B Nitschke, Kristen L Mackiewicz: Contributi del cingolo prefrontale e anteriore alla volizione. In: Rassegna Internazionale di Neurobiologia. Volume 67, 2005. doi:10.1016/S0074-7742(05)67003-1
  • Kelly Sumich: Scienza dello sport per allenare i bambini . Acer Press, 2013, ISBN 978-1-74286-062-6 .
  • Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pp. 245-252. doi:10.1016/S0895-4356(01)00460-7
  • Jennifer Wenson: Capacità di leadership post-coaching e loro impatto sui rapporti diretti: raccomandazioni per le organizzazioni. In: Sviluppo delle Risorse Umane Internazionale. 13, 2010. doi:10.1080/13678868.2010.520485

Altre fonti

  • Klaus Werle: Le secche della scena del coaching. In: Manager Magazine . 24 aprile 2007. (in linea)
  • Karin Neighbor: il boom del coaching. su: sekten-info-nrw.de (centro di consulenza e informazione finanziato dallo stato del Nord Reno-Westfalia)

Collegamenti Web

Migliore Coach a Treviso – Voci

 istruire In: Dorsch: Enciclopedia della psicologia.

  1. Rauen (a cura di): Manuale di coaching. 3. Edizione. Hogrefe, Gottinga.
  2. D Coutu, C Kauffman, Cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review. gennaio 2008; R. Hamlin et al.: L’industria emergente del coaching: un campanello d’allarme per i professionisti delle risorse umane. In: Sviluppo delle Risorse Umane Internazionale. 11, n. 3, 2008; UP Kanning: Quando i manager si arrampicano sugli alberi… Lengerich 2013, p.208.
  3. Christian Reimer, Jochen Eckert, Martin Hautzinger, Eberhard Wilke: 3. Edizione. Heidelberg 2007, pagine 15 e 25 segg.
  4. Christian Reimer e altri: 2007, pagina 25 segg.
  5. ^ Rainer M. Holm-Hadulla: Psicoterapia integrativa. Klett-Cotta, Stoccarda, 2017.
  6. Maja Storch, Frank Krause: Autogestione – orientata alle risorse. 4a edizione. Zurigo 2007.
  7. Rolf Winiarski: Il paziente in cerca di consiglio: consulenza cognitiva negli ambulatori e nelle cliniche. In: Harlich H. Stavemann: pratica KVT. 2°, completamente rivisto ed est. edizione. Basilea 2008, pagina 448.
  8. Claas-Hinrich Lammers, Psicoterapia correlata alle emozioni, Amburgo 2008, pagina 123 e segg.
  9. Luc Isebaert: Stoccarda 2005, pagina 32 segg.
  10. David G. Myers : 9a edizione. New York 2010, pagina 651.
  11. https://www.researchgate.net/publication/226556304_Coaching .
  12. Luc Isebaert: Stoccarda 2005.
  13. Claas-Hinrich Lammers: Psicoterapia correlata alle emozioni. Stoccarda 2008.
  14. Künzli: Ricerca sull’efficacia nell’executive coaching. In: OSC Consulenza Organizzativa – Supervisione – Coaching. 3/2005, pp. 231-244.
  15. Künzli: Ricerca sull’impatto per l’executive coaching. In: consulenza organizzativa, supervisione, coaching. 16(1), 2009.
  16. Greif: I risultati della ricerca più difficile sul successo del coaching. In: Rivista di coaching. 3/2008.
  17. Pelz: Coaching sistemico e consulenza sistemica: un’analisi critica. THM Business School, Gießen 2016, pagina 3 (online)
  18. Klaus Werle: L’ora dei ciarlatani. In: Manager Magazine. Numero 3/2007.
  19. Stratford Sherman, Alyssa Freas: Il selvaggio West dell’Executive Coaching. In: Harvard Business Review. novembre 2004.
  20. Analisi del mercato del coaching: grande potenziale di sviluppo. In: LA PSICOLOGIA ECONOMICA OGGI. 19 ottobre 2020, recuperato il 3 dicembre 2020 (tedesco).
  21. Associazione Tedesca di Allenatori e. V. (DCV) – Qualità nel coaching. Estratto il 29 ottobre 2019 (tedesco).
  22. Tedesco Bundesverband Coaching e. V. Estratto il 10 luglio 2018
  23. Società per il Coaching e. V. Estratto il 10 luglio 2018.
  24. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pp. 245-252.
  25. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 254.
  26. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 246.
  27. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 247.
  28. vedi ad esempio J.-P. Broonen et al.: La volontà è l’anello mancante nella gestione della lombalgia? In: Joint bone spine revue du rhumatisme. 78, 2011, o Jack B Nitschke, Kristen L Mackiewicz: Contributi del cingolo prefrontale e anteriore alla volizione. In: Rassegna Internazionale di Neurobiologia. Volume 67, 2005.
  29. Waldemar Pelz: Il feedback a 360 gradi per l’identificazione e lo sviluppo di alti potenziali. In: Joachim Sauer, Alexander Cisik: In Germania guidano le persone sbagliate. come le aziende devono cambiare. Helios Media, Berlino 2014, ISBN 978-3-942263-26-9 .
  30. Katherine Ely, Lisa Boyce et al.: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010, pp. 585-599.
  31. Gro Ladegard, Susann Gjerde: Leadership coaching, efficacia del ruolo del leader e fiducia nei subordinati. Uno studio di metodi misti che valuta il coaching della leadership come strumento di sviluppo della leadership. In: Il quadrimestrale della leadership. 25, 2014, pp. 631-646.
  32. Michael M Lombardo, Robert W Eichinger: Pianificatore dello sviluppo dell’architetto di carriera. 4a edizione. Lominger Internazionale, 2004.
  33. Pierce Howard, Jane Howard: Leader con i Big Five. Francoforte/New York 2002.
  34. Salta a: aB Horst Steinmann , Georg Schreyögg : 6a edizione. Wiesbaden 2005, pagina 658.
  35. Paul Michelman: Hai bisogno di un Executive Coach? In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. dicembre 2004.
  36. Gary Yukl, Leadership nelle organizzazioni. 8a edizione. Upper Saddle River/New Jersey 2013, pagina 378.
  37. Per le diverse relazioni e tecniche di conversazione, vedi: Luc Isebaert: Stoccarda 2005 e Christian Reimer, Jochen Eckert, Martin Hautzinger, Eberhard Wilke: Psicoterapia. 3. Edizione. Heidelberg 2007.
  38. Stampa della Harvard Business School, colmare le lacune e migliorare le prestazioni: le basi del coaching. Boston (Massachusetts), pagina 5.
  39. Dianna e Merryl Anderson: Coaching che conta: sfruttare il potere del coaching di leadership per fornire valore strategico (miglioramento delle prestazioni umane). Elsevier, Burlington 2005, p.227.
  40. David G. Myers : New York 2010.
  41. -J. Fisseni: Manuale di diagnostica psicologica. 3. Edizione. Goettingen 2004, pagina 46 e segg.
  42. Si veda, inter alia, John Barbuto: Motivazione e leadership transazionale, carismatica e trasformazionale: una prova degli antecedenti. In: Journal of Leadership e studi organizzativi. 11, n. 5, 2005 e Vicki Batson et al.: Implementing Transformational Leadership and Nurse Manager Support Through Copaching. In: Cliniche infermieristiche perioperatorie. 4 2009.
  43. ^ James Bartlett, Progressi nelle pratiche di coaching: un approccio umanistico al divano e ai ruoli del cliente. In: Journal of Business Research. 60, 2007 e Waldemar Pelz: Il feedback a 360 gradi: popolare, efficace e oggettivo – cosa è utile per valutare la competenza e dove si nascondono le trappole. In: HR Today Special. 4/2011.
  44. Katherine Ely: Valutazione del coaching alla leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010.
  45. Arnd Krüger : Il profilo professionale dell’allenatore nello sport. Studio comparativo internazionale e prospettive della formazione dei formatori nella Repubblica federale di Germania. (= Serie di pubblicazioni dell’Istituto Federale per la Scienza dello Sport. Volume 30). Hofmann, Schorndorf 1980, ISBN 3-7780-7311-7 .
  46. Petra Müssig: Il successo è una questione di mente: padroneggiare le sfide sportive. Stoccarda 2010.
  47. Alexander Bechthold: Il coaching dal punto di vista di un allenatore. In: sport agonistici. 44, 2014, 2, 22-26.
  48. Marquard: Pratica, filosofica.
  49. ^ FH Kanfer, H. Reinecker, D. Schmelzer: Terapia di autogestione: un libro di testo per la pratica clinica. 4a edizione. Heidelberg 2006; K Vohs, R Baumeister: Manuale di autoregolamentazione. 2a edizione. Nuova York 2011; W. Pelz: Condurre con competenza. Wiesbaden 2004, pagina 254 ss (intervista di valutazione)
  50. Katherine Ely et al.: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. Volume 21, Numero 4, 2010.
  51. Douglas Hall et al.: Cosa succede realmente nell’Executive Coaching. In: Dinamiche organizzative. 27, Numero 3/1999 e Lauren Keller Johnson: Ottenere di più dall’Executive Coaching. In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. 2007
  52. David Myers, New York 2010.
  53. Richard Kravitz et al.: Empowerment sulla salute del cancro per vivere senza dolore: effetti di un intervento educativo e di coaching personalizzato sul dolore e sull’impariment. In: 152, 2011.
  54. Vedi: J. Gottlieb et al.: Generalizzazione delle competenze attraverso l’aggiunta di coaching individualizzato. In: Pratica cognitiva e comportamentale. Volume 12, Numero 3, 2005; e JM Kuijpers et al.: Un modello di sviluppo professionale integrato per un insegnamento efficace. In: Insegnamento e formazione degli insegnanti. Volume 26, 2010.
  55. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009.
  56. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009. così come Lauren Keller Johnson: Ottenere di più dall’Executive Coaching. In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. 2007
  57. Tali affermazioni possono essere trovate, ad esempio, nella rivista di coaching. 1/2011.
  58. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009.
  59. Diane Coutu, Carol Kauffman: Cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review. gennaio 2009.
  60. Coutu 2009, p.92.
  61. David Peterson: Il tuo coach ti dà valore per i tuoi soldi? e Michael Maccoby: I pericoli della dipendenza dagli allenatori. In: Coutu 2009, p.94.
  62. Salta a: ab Anne Scoular: come scegliere un allenatore? In: Coutu 2009, p.96.

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Corsi di Coaching Aziendale: Il Metodo HPM

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Contatta il dott. Daniele Trevisani per un corso di coaching aziendale realizzato direttamente dall’autore

Estratto dall’inizio del volume:

1.  Lavorare sul potenziale individuale, dei team, delle imprese: il metodo HPM (Human Performance & Potential Modeling)

 

 

Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari,

dei fiumi, delle stelle e passano a fianco a se stesse

senza meravigliarsi

(Sant’Agostino)

 

 

 

 

1.1. Concetti fondamentali: la visione della persona come sistema energetico

Il metodo HPM deriva la propria sigla dal suo obiettivo primario, il Modeling, o “dare forma”, generare impulso, contributo e stimolo alla crescita della persona, dei team e delle organizzazioni.

Il metodo ha due distinte sfere di applicazione, tra di loro collegate:

 

  • crescita del potenziale umano: Human Potential Modeling, e
  • sviluppo delle prestazioni: Human Performance Modeling.

 

Il metodo contiene una concezione dell’uomo come articolazione di energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni.

Il metodo individua sei specifiche “celle di lavoro”, sulle quali ciascuno di noi, indipendente dalla sua condizione di partenza, può fare progressi, piccoli o grandi che siano. E, per ogni piccola conquista, si aprono nuovi orizzonti che ci invitano ad andare avanti, in una continua esplorazione di ciò che significa progredire, nel suo senso più profondo.

“Entrare” in queste sei celle ci permette di costruire progetti di crescita seri ed efficaci, siano essi la “liberazione” da ciò che ci frena, o l’aumento delle nostre risorse personali.

L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere. Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di la del risultato numerico o professionale che ne può derivare.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni) e li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

corsi di coaching aziendale modello hpm

Potenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile, e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale, ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui si può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo di seguito una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

 

  • il substrato psicoenergetico e le energie mentali: riguarda le energie psicologiche, le forze motivazionali, lo stato di forma mentale necessario per affrontare sfide, progetti, traguardi (goal) e obiettivi. Si prefigge di analizzare ed intervenire sulle capacità mentali, come concentrazione, lucidità tattica, abilità strategiche, capacità di percezione, utilizzo della memoria, amplificazione sensoriale, sino alle capacità di vivere le passioni, rivedere il nostro modo di essere, riprendere in mano il proprio ruolo nella vita con maggiore assertività, ripensarsi, creare motivazione in sè e nel team, sviluppare coraggio e perseveranza, utilizzare uno stile di pensiero produttivo e positivo;
  • il substrato bioenergetico e le energie fisiche: inquadra la parte biologica dell’essere umano: il corpo e le energie fisiche, lo stato di forma organis­mico e biologico che sorregge le energie individuali; comprende l’analisi delle energie corporee e il funzionamento dell’organismo, come esso possa essere riparato o “potenziato”, gli effetti dello stile di vita e l’approccio olistico al corpo, l’attenzione alle economie locali (di specifici distretti fisici) e alle energie generali;
  • le micro-competenze: i micro-dettagli che danno spessore al potenziale, le micro-abilità psicologiche e psicomotorie che fanno la differenza in una prestazione manageriale o sportiva, le micro abilità-cognitive (di ragionamento), che creano differenza tra un’esecuzione mediocre, media o invece eccellente, le micro-abilità relazionali e comunicazionali da cui dipende un lavoro di qualità;
  • le macro-competenze personali e professionali: i grandi strumenti (competenze, skills, capacità) che compongono il profilo di un ruolo; le traiettorie di cambiamento che subisce lo scenario che ci circonda, come rimanerne coscienti e in pieno controllo; la gamma delle abilità o portfolio di competenze di un individuo o di un team, e come questo deve essere rivisitato, riqualificato, formato, per essere all’altezza degli obiettivi che ognuno di noi si pone e delle sfide che vuole cogliere;
  • goal e progettualità: la strutturazione dello sforzo per qualcosa o contro qualcosa di concreto (un ideale trasformato in progetto); la capacità di sviluppare un obiettivo in azione, il focus di applicazione delle energie e competenze, la loro traduzione in specifici piani operativi e risultati attesi;
  • visione, principi e valori, missione: ideali, principi morali, sogni, aspirazioni, i motori profondi che dirigono le priorità personali, gli ancoraggi di senso e significato che connettono i progetti ad un piano più profondo, le scelte personali, il senso di missione. Riguarda inoltre lo sfondo primordiale di desideri e pulsioni che spingono il nostro fare ed agire, il senso di causa e – non ultimo – il nostro vissuto spirituale ed esistenziale.

 

Ognuno di questi stati o “celle” può avere un certo livello di “carica”, trovarsi “pieno”, “abbondante”, ben coltivato, ben esercitato, o essere invece “scarico”, deprivato, depotenziato, impoverito, o persino trascurato e maltrattato, denutrito, abbandonato.

Al crescere della carica nei diversi sistemi aumenta l’energia complessiva della persona, dei team, e delle organizzazioni da loro composte, con effetti molto tangibili: risultati, prestazioni, capacità di decidere, di incidere e produrre cambiamento positivo. Questi risultati dipendono dallo stato dei diversi sistemi, dalla capacità di coltivarli e nutrirli.

La loro condizione locale e l’interazione tra le diverse “celle” può produrre il massimo del potenziale o presentare sinergie negative, o danni e malfunzionamenti che impediscono all’essere umano di esprimersi.

Le risorse personali e il potenziale individuale possono essere “lette” ma soprattutto amplificate attraverso un lavoro serio sulle sei aree.

Sul piano manageriale e sportivo, nei team e nelle aziende, le implicazioni sono altrettanto evidenti: lo stato di forma mentale e fisico delle persone, la loro carica motivazionale, le loro competenze, la loro progettualità, il loro spessore morale, fanno la differenza tra persone o team spenti, e persone, team o organizzazioni capaci, forti, motivate, piene di energia ed entusiasmo, desiderose di affrontare sfide e dare contributi veri.

Copyright Daniele Trevisani

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti sul coaching e sulla psicologia e metodologia del coaching

Psicologia del Coaching

La psicologia del coaching è un campo della psicologia applicata che applica teorie e concetti psicologici alla pratica del coaching . Il suo scopo è aumentare le prestazioni, l’ autorealizzazione , i risultati e il benessere di individui, team e organizzazioni utilizzando metodi basati sull’evidenza fondati sulla ricerca scientifica. [1] La psicologia del coaching è influenzata da teorie in vari campi psicologici, come la psicologia umanistica , la psicologia positiva , la teoria dell’apprendimento e la psicologia sociale .

La psicologia del coaching è iniziata formalmente come sotto-disciplina psicologica nel 2000, quando il primo corso di “psicologia del coaching” è stato offerto all’Università di Sydney . Da allora, sono state formate società scientifiche dedicate alla psicologia del coaching e riviste sottoposte a revisione paritaria pubblicano ricerche sulla psicologia del coaching. Le applicazioni della psicologia del coaching spaziano dal coaching atletico ed educativo alla leadership e al coaching aziendale.

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Storia

Le prime applicazioni della teoria e della pratica psicologica all’allenamento (in particolare, l’allenamento atletico) risalgono agli anni ’20. [2] Nel 1926, Coleman Griffith pubblicò The Psychology of Coaching: A Study of Coaching Methods in the Point of View of Psychology. [2] Sulla base delle osservazioni delle squadre di calcio e basket, Griffith ha discusso un’ampia varietà di aspetti dell’allenamento come gli effetti dello spettatore, i problemi di over-coaching, i principi dell’apprendimento. [3] Griffith è stato notato come ” il primo psicologo dello sport d’America ” e un pioniere nell’applicare la scienza della psicologia al coaching. [4] Anni dopo, iniziarono ad emergere altri testi sulla psicologia del coaching. Nel 1951, John Lawther della Penn State University pubblicò Psychology of Coaching . [5] Il primo libro in WorldCat con il termine “psicologia del coaching” nel titolo è Modern Coaching Psychology di Curtiss Gaylord, pubblicato nel 1967. [6] [7]

Nonostante questi primi sviluppi, la psicologia del coaching contemporaneo è stata istituita formalmente solo all’inizio del 21° secolo. [4] Nel gennaio 2000, Anthony Grant ha implementato la prima unità di studio di “psicologia del coaching” presso l’ Università di Sydney e la sua tesi di dottorato ha posto le basi per ulteriori ricerche per stabilire il campo della psicologia del coaching come disciplina basata sull’evidenza. [8] [9] Molti psicologi del coaching considerano Grant un pioniere nel campo. [4] [10]

Un ulteriore sviluppo è iniziato nel 2006 quando l’ Australian Psychological Society (APS) ha tenuto una conferenza che ha fondato l’Interest Group in Coaching Psychology ( IGCP ). Fuori dall’Australia, Stephen Palmer della British Psychological Society (BPS) ha formato lo Special Group in Coaching Psychology ( SGCP ). [4] Sia l’ IGCP che l’ SGCP miravano a sviluppare ulteriormente la professione della psicologia del coaching in termini di teoria e applicazione, fornendo una piattaforma per la condivisione di ricerche ed esperienze rilevanti tra gli psicologi del coaching. [4] [1] [11] Dall’istituzione di IGCP e SGCP , sono state istituite più società internazionali dedicate alla psicologia del coaching in Europa, Medio Oriente e Sud Africa. [4] Il 18 dicembre 2006 è stata fondata la International Society for Coaching Psychology ( ISCP ) per promuovere lo sviluppo internazionale del settore. [4] [12]

Attualmente, ci sono un certo numero di riviste peer-reviewed dedicate alla letteratura e alla ricerca sulla psicologia del coaching. Ad esempio, The Coaching Psychologist (dal 2005) è fornito da SGCP . [13] L’ IGCP e l’IGCP pubblicano congiuntamente l’ International Coaching Psychology Review (dal 2006). [14] Coaching Psychology International (dal 2009) è pubblicato dalla International Society of Coaching Psychology. [15]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Influenze teoriche

Psicologia umanistica

Vedi anche: Psicologia umanistica e Terapia centrata sulla persona

L’ approccio umanistico alla psicologia è considerato un grande contributo al coaching psicologico. [3] Sia la psicologia umanistica che quella del coaching condividono la visione comune dell’essere umano come auto- realizzante . Cioè, ogni volta che ne viene data l’opportunità, gli umani coglieranno la capacità di migliorare se stessi. [16] La psicologia del coaching considera questo sviluppo come un processo consistente in concreti cambiamenti positivi nella propria vita. Inoltre, questo processo di crescita è intrapreso sia dal cliente che dal coach che facilita l’ autorealizzazione nei propri clienti. [1] [17]

Nella terapia centrata sulla persona di Carl Rogers , la relazione cliente-terapeuta è un elemento chiave per facilitare la crescita. [17] Pertanto, la relazione tra il coach (il facilitatore) e il cliente (il discente) è cruciale. [18] In particolare, Rogers ha identificato tre qualità chiave in una buona relazione coach-cliente: “realtà” (genuinità), fiducia e comprensione empatica . [17] [18] Inoltre, viene fatta un’importante distinzione tra lavorare sul cliente e lavorare con il cliente. Un coach deve essere disposto a collaborare e impegnarsi attivamente con il cliente per comprendere le sue esperienze e fare scelte che promuovano la crescita . [17] Una volta raggiunto questo obiettivo, la relazione coach-cliente diventa una partnership attiva . [19]

Inoltre, secondo Rogers, la crescita di un cliente si ottiene attraverso una considerazione positiva incondizionata . [20] I coach devono entrare in empatia con i loro clienti per comprendere le loro esperienze e punti di vista. [1] Per raggiungere questo obiettivo, il coach deve essere in grado di comprendere i propri clienti non solo a livello intellettuale, ma anche a livello emotivo. [17] Insieme all’empatia, i coach devono essere in grado di accettare i propri clienti per quello che sono veramente, poiché gli individui hanno bisogno di sentirsi apprezzati per il loro ” vero sé ” per potersi realizzare . [1]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Psicologia positiva

Vedi anche: Psicologia positiva

La psicologia positiva (sviluppata da Martin Seligman e altri) si sofferma sugli aspetti positivi delle caratteristiche umane come la forza e la competenza. [17] [21] [22] Fondamentalmente, la psicologia del coaching condivide questo obiettivo; un coaching efficace comporta il miglioramento delle prestazioni e del benessere del cliente. [23] La psicologia positiva fornisce quindi una base per il coaching. [21] La psicologia del coaching è stata considerata un tipo di psicologia positiva applicata. [23]

Le emozioni positive motivano le persone a migliorare le proprie capacità e competenze. [24] La teoria dell’ampliamento e della costruzione di Barbara Fredrickson postula che le emozioni positive possono svolgere un ruolo nello stimolare non solo la motivazione , ma anche azioni produttive e benefiche. [25] Nel coaching, si enfatizza l’incoraggiamento delle emozioni positive al fine di ispirare i clienti a intraprendere azioni concrete verso i loro obiettivi. [17]

A parte le emozioni, anche il pieno impegno nell’attività è un fattore per massimizzare le proprie prestazioni. [26] Mihaly Csikszentmihalyi ha descritto questo livello di massimo coinvolgimento in un compito come flusso . In altre parole, gli individui che sperimentano il flusso sono “nella zona”. [17] Gli allenatori svolgono un ruolo nella creazione di un ambiente che induce il flusso. Questo può essere raggiunto attraverso la definizione di obiettivi chiari e coerenti. [26] Fornire un feedback chiaro e immediato mantiene anche il cliente informato sul fatto che le sue azioni stiano aiutando a raggiungere i suoi obiettivi. [17] I coach aiutano anche a trovare un equilibrio tra sfida e abilità poiché compiti troppo facili o troppo difficili per il cliente possono ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo. [17] [26]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Teorie dell’apprendimento

Vedi anche: comportamentismo e teoria dell’apprendimento sociale

Il condizionamento operante (come descritto da BF Skinner ) vede l’apprendimento come un processo che coinvolge rinforzo e punizione . [27] Gli allenatori sono incoraggiati a rafforzare sempre comportamenti sani e produttivi attraverso il rinforzo verbale, come parole e immagini motivazionali. [28] Anche il rinforzo intrinseco (cioè il rinforzo dall’interno dell’individuo) può svolgere un ruolo enorme nel migliorare le prestazioni e nell’incoraggiare azioni mirate. [19] Sebbene la punizione possa indirizzare i clienti verso i comportamenti desiderati , le prestazioni possono essere ostacolate da effetti collaterali ingiustificati, come ansia e risentimento nei confronti dell’allenatore. [19] [27]

La teoria dell’apprendimento esperienziale di David A. Kolb postula che gli individui apprendano attraverso le loro esperienze. [29] L’apprendimento esperienziale è facilitato dall’autoriflessione, dall’autovalutazione e dall’azione. [21] I coach possono incoraggiare l’autoriflessione critica delle esperienze attraverso “registri di coaching” in cui i coachee analizzare i loro pensieri ed emozioni in vari incidenti e circostanze. [21] Questo aiuta i clienti a esaminare e sfidare le proprie convinzioni, atteggiamenti e comportamenti . [21] L’intuizione acquisita da questo aiuta nell’apprendimento trasformativo in cui i tirocinanti sviluppano un piano d’azione per un ulteriore miglioramento personale e un aumento delle prestazioni basato sulle proprie esperienze. [17] [29] [30]

Lev Vygotsky ha descritto la zona di sviluppo prossimale ( ZPD ) come uno spazio tra ciò che una persona sa (un’azione che può essere eseguita facilmente) e ciò che una persona non sa (ciò che è considerato difficile). [31] Vygotsky ha teorizzato che l’apprendimento è più efficace all’interno di questa zona. [32] I coach facilitano un apprendimento efficace fornendo ai coachee attività all’interno della ZPD , che non sono né troppo facili né troppo impegnative (questo è un processo chiamato scaffolding ). [31] [32]

La teoria dell’apprendimento sociale ha influenzato anche la psicologia del coaching. Secondo Albert Bandura , l’apprendimento osservativo si verifica quando gli individui imparano dalle persone che li circondano (chiamati modelli ). [33] I coach dovrebbero essere consapevoli dei modelli dei loro coachee in quanto ciò può modellare i loro atteggiamenti e comportamenti . [34] Inoltre, gli allenatori dovrebbero valutare i fattori che influenzano l’apprendimento basato sull’osservazione nei loro tirocinanti, come l’attenzione e la frequenza del comportamento osservato . [34]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Altre influenze

Vedi anche: Psicologia della Gestalt , Psicologia sociale , Psicologia culturale e Psicopatologia

La teoria della Gestalt spiega che le persone percepiscono gli eventi intorno a noi in un modo conforme alle loro idee, credenze ed esperienze personali. [3] I coachee devono essere guidati nella consapevolezza dei propri atteggiamenti ed esperienze, che modellano la loro percezione del mondo. [3] Concetti in psicologia sociale come l’influenza interpersonale e la conformità sottolineare il ruolo importante che le interazioni sociali svolgono nel plasmare il pensiero, le prestazioni e il comportamento nei coachee . [19] La psicologia culturale assiste gli allenatori nel facilitare la crescita e l’apprendimento nei clienti provenienti da diversi background culturali. [35] Lo studio della psicopatologia può anche essere importante nello sviluppo di metodi adeguati di coaching per individui mentalmente malsani. [19]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti

Guarda anche

Riferimenti

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  46. ^Docce, Beverly; Joyce, Bruce (1996). “L’evoluzione del Peer Coaching”. Leadership educativa – tramite EBSCOhost.

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© Articolo estratto con il permesso dell’autore dal testo di Daniele Trevisani – “Psicologia di marketing e comunicazione. Pulsioni d’acquisto, leve persuasive, nuove strategie di comunicazione e management”. Franco Angeli editore, Milano.

Esistono, come abbiamo notato, una molteplicità e varietà di bisogni del consumatore, di modi di acquistare, di moventi, che partono spesso dalla presenza di pulsioni contrastanti. Questo rende gli sforzi aziendali per generare customer satisfaction (la soddisfazione del consumatore) alquanto ardui. Anche perché i moventi e gli scenari cambiano velocemente. Per raggiungere l’obiettivo della soddisfazione del consumatore, dobbiamo ricorrere ad una lettura psicologica del concetto di valore, alla ricerca di qualche elemento di stabilità cui ancorare solide strategie operative.

Il marketing mix si compone notoriamente di quattro leve di marketing: il prodotto, il prezzo, la distribuzione e la promozione/comunicazione.

Il passaggio cruciale è spostare l’attenzione aziendale dal concetto di marketing mix (incentrato sull’organizzazione interna), al concetto di value mix (il mix di valore), in cui le leve di marketing vengono analizzate unicamente quali strumenti di creazione del valore per il cliente.

Ciascuna leva deve essere considerata occasione per creare valore nel consumatore, e non semplice adempimento organizzativo o manageriale. Creare valore è possibile attraverso lo studio delle caratteristiche del prodotto, ma anche attraverso forme di pricing innovative e maggiormente vicine alle attese del cliente, forme distributive semplicemente più funzionali, forme di comunicazione aziendale e assistenza di superiore qualità.Per ciascuna delle quattro leve di marketing, è necessario fare un passo in avanti decisivo, valutando cosa costituisca valore in essa. Il valore, come abbiamo notato, deriva dalla capacità di una caratteristica di corrispondere ai bisogni consci, inconsci e subconsci dell’individuo. Al centro della progettazione della customer satisfaction, quindi, devono entrare i concetti di prestazione ideale, prodotto ideale, distribuzione ideale, pricing ideale, e comunicazione ideale. In questo capitolo evidenziamo i possibili sviluppi della customer satisfaction, nella convinzione che in quest’area, come in molte altre, diversa strada sia ancora da percorrere. Partiamo dalla delineazione di alcuni strumenti minimi, per passare in seguito alle evoluzioni più complesse.

© Articolo estratto con il permesso dell’autore dal testo di Daniele Trevisani – “Psicologia di marketing e comunicazione. Pulsioni d’acquisto, leve persuasive, nuove strategie di comunicazione e management”. Franco Angeli editore, Milano. Vietata la riproduzione senza citazione della fonte.

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Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia. Alcuni approfondimenti di cultura manageriale

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione

La gestione (o management) è l’Amministrazione di un’organizzazione, sia essa un’impresa , un’organizzazione senza scopo di lucro o un ente governativo . È l’arte e la scienza della gestione delle risorse del business.

La gestione include le attività di impostazione della strategia di un’organizzazione e di coordinamento degli sforzi dei suoi dipendenti (o di volontari) per raggiungere i suoi obiettivi attraverso l’applicazione delle risorse disponibili , come risorse finanziarie , naturali , tecnologiche e umane . “Gestisci l’attività” [1] e “Cambia l’attività” sono due concetti utilizzati nella gestione per distinguere tra la fornitura continua di beni o servizi e l’adattamento di beni o servizi per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti – vedi trend . Il termine “management” può anche riferirsi a quelle persone che gestiscono un’organizzazione : manager .

Alcune persone studiano management nei college o nelle università; i principali diplomi in management includono il Bachelor of Commerce (B.Com.), il Bachelor of Business Administration (BBA.), il Master of Business Administration (MBA.), il Master in Management ( MSM o MIM ) e, per il settore pubblico, il Laurea Magistrale in Pubblica Amministrazione (MPA). Le persone che mirano a diventare specialisti o esperti di gestione, ricercatori di gestione o professori possono completare il Doctor of Management (DM), il Doctor of Business Administration (DBA) o il PhD in Business Administration o Management. Negli ultimi decenni, c’è stato un movimento per la gestione basata sull’evidenza . [2]

Le organizzazioni più grandi hanno generalmente tre livelli gerarchici di manager, [3] in una struttura piramidale:

  • I dirigenti senior come i membri di un consiglio di amministrazione e un amministratore delegato (CEO) o un presidente di un’organizzazione stabiliscono gli obiettivi strategici e la politica dell’organizzazione e prendono decisioni su come funzionerà l’organizzazione complessiva. I senior manager sono generalmente professionisti di livello esecutivo che forniscono indicazioni al middle management e riferiscono direttamente o indirettamente a loro.
  • Dirigenti intermedi come direttori di filiale, direttori regionali, responsabili di reparto e responsabili di sezione, che forniscono indicazioni ai dirigenti di prima linea. Comunicano gli obiettivi strategici e la politica del senior management ai manager di prima linea.
  • I manager di linea come i supervisori e i capisquadra in prima linea , sovrintendono al lavoro dei dipendenti regolari (o volontari, in alcune organizzazioni di volontariato) e forniscono indicazioni sul loro lavoro. I manager di linea svolgono spesso le funzioni manageriali che sono tradizionalmente considerate il nucleo della gestione. Nonostante il nome, sono generalmente considerati parte della forza lavoro e non parte della classe dirigente dell’organizzazione.

Nelle organizzazioni più piccole, un manager può avere un ambito molto più ampio e può svolgere diversi ruoli o anche tutti i ruoli comunemente osservati in una grande organizzazione.

Gli scienziati sociali studiano il management come disciplina accademica , indagando aree come l’organizzazione sociale , l’adattamento organizzativo e la leadership organizzativa . [4]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Etimologia

Il verbo inglese “manage” ha le sue radici nel verbo francese del XV secolo ‘ mesnager ‘, che spesso si riferiva in lingua equestre a “tenere in mano le redini di un cavallo”. [5] È possibile anche il termine italiano maneggiare . In spagnolo , manejar può anche significare governare i cavalli. [6] Questi tre termini derivano dalle due parole latine manus (mano) e agere (agire).

La parola francese per le pulizie , ménagerie , derivata da ménager (“tenere la casa”; confronta ménage per “famiglia”), comprende anche la cura degli animali domestici. Ménagerie è la traduzione francese del famoso libro di Senofonte Oeconomicus [7] ( greco : Οἰκονομικός ) sulle faccende domestiche e l’ agricoltura . La parola francese mesnagement (o ménagement ) ha influenzato lo sviluppo semantico della parola inglese management nel XVII e XVIII secolo. [8]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Definizioni

Le opinioni sulla definizione e l’ambito della gestione includono:

  • Henri Fayol (1841-1925) affermava: “gestire è prevedere e pianificare, organizzare , comandare, coordinare e controllare”. [9]
  • Fredmund Malik (1944 – ) definisce la gestione come “la trasformazione delle risorse in utilità”. [10]
  • La gestione è inclusa [ da chi? ] come uno dei fattori di produzione – insieme a macchine, materiali e denaro.
  • Ghislain Deslandes definisce il management come “una forza vulnerabile, sotto pressione per ottenere risultati e dotata del triplice potere di costrizione, imitazione e immaginazione, che opera a livello soggettivo, interpersonale, istituzionale e ambientale”. [11]
  • Peter Drucker (1909–2005) vedeva il compito fondamentale del management come duplice: marketing e innovazione . Tuttavia, l’innovazione è anche legata al marketing (l’innovazione di prodotto è una questione centrale di marketing strategico). [ citazione necessaria ] Drucker identifica il marketing come un’essenza chiave per il successo aziendale, ma la gestione e il marketing sono generalmente compresi [ da chi? ] come due diversi rami della conoscenza dell’amministrazione aziendale.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Ambito teorico

La gestione implica l’identificazione della missione , dell’obiettivo, delle procedure, delle regole e della manipolazione [12] del capitale umano di un’impresa per contribuire al successo dell’impresa. [13] Gli studiosi si sono concentrati sulla gestione delle relazioni individuali, [14] organizzative, [15] e interorganizzative. Ciò implica una comunicazione efficace : un ambiente aziendale (al contrario di un meccanismo fisico o meccanico) implica la motivazione umana e implica una sorta di progresso di successo o risultato del sistema . [16] In quanto tale, la gestione non è la manipolazione di un meccanismo (macchina o programma automatizzato), né l’allevamento di animali, e può avvenire in un’impresa o in un ambiente legale o illegale. Dal punto di vista di un individuo, la gestione non ha bisogno di essere vista solo dal punto di vista aziendale, perché la gestione è una funzione essenziale [ quantificare ] per migliorare la propria vita e le proprie relazioni . [17] La gestione è quindi ovunque [18] e ha un campo di applicazione più ampio. [ chiarimento necessario ] La comunicazione e uno sforzo positivo sono due aspetti principali di esso sia attraverso l’impresa che attraverso la ricerca indipendente. [ citazione necessaria ] Piani, misurazioni , strumenti psicologici motivazionali, obiettivi e misure economiche (profitto, ecc.) possono o meno essere componenti necessari per la gestione. All’inizio, si vede la gestione in modo funzionale, come la misurazione della quantità, l’ adeguamento dei piani e il raggiungimento degli obiettivi [ citazione necessaria ] , ma questo vale anche in situazioni in cui la pianificazione non ha luogo. Da questa prospettiva, Henri Fayol (1841-1925) [19] [ pagina necessaria ] considera la gestione come composta da cinque funzioni :

  1. pianificazione (previsione)
  2. organizzare
  3. comandare
  4. coordinando
  5. controllando

In un altro modo di pensare, Mary Parker Follett (1868-1933), avrebbe definito il management come “l’arte di fare le cose attraverso le persone”. [20] Ha descritto la gestione come una filosofia. [21] [ bisogna citare per verificare ]

Critiche [ quali? ] , tuttavia, trova questa definizione utile ma troppo ristretta. La frase “il management è ciò che fanno i manager” ricorre ampiamente, [22] suggerendo la difficoltà di definire il management senza circolarità , la natura mutevole delle definizioni [ citazione necessaria ] e la connessione delle pratiche manageriali con l’esistenza di un quadro manageriale o di una classe .

Un’abitudine di pensiero considera la gestione come equivalente alla ” amministrazione aziendale ” e quindi esclude la gestione in luoghi al di fuori del commercio , come ad esempio negli enti di beneficenza e nel settore pubblico . Più in generale, ogni organizzazione deve “gestire” il proprio lavoro, le persone, i processi, la tecnologia, ecc. per massimizzare l’efficacia. [ Citazione necessaria ] Tuttavia, molte persone si riferiscono ai dipartimenti universitari che insegnano la gestione come ” scuole di business “. Alcune di queste istituzioni (come la Harvard Business School ) usano quel nome, mentre altre (come la Yale School of Management ) usano il termine più ampio “gestione”.

Gli anglofoni possono anche usare il termine “management” o “the management” come parola collettiva che descrive i dirigenti di un’organizzazione, ad esempio di una società . [23] Storicamente questo uso del termine spesso contrastava con il termine “lavoro” – riferito a coloro che venivano gestiti. [24]

Ma nell’era presente [ quando? ] il concetto di gestione è identificato [ da chi? ] nelle aree larghe [ quali? ] e le sue frontiere sono state spinte [ da chi? ] a una gamma più ampia. [ citazione necessaria ] Oltre alle organizzazioni redditizie, anche le organizzazioni senza scopo di lucro applicano concetti di gestione. Il concetto e i suoi usi non sono vincolati [ da chi? ] . La gestione nel suo insieme è il processo di pianificazione, organizzazione, direzione, guida e controllo. [25]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Livelli

La maggior parte delle organizzazioni ha tre livelli di gestione: manager di primo livello, medio e alto livello. I manager di prima linea sono il livello più basso di gestione e gestiscono il lavoro di persone non manageriali che sono direttamente coinvolte nella produzione o nella creazione dei prodotti dell’organizzazione. I manager di prima linea sono spesso chiamati supervisori, ma possono anche essere chiamati manager di linea, capi ufficio o anche caposquadra. I quadri intermedi comprendono tutti i livelli di gestione tra il livello di prima linea e il livello più alto dell’organizzazione. Questi manager gestiscono il lavoro dei manager di prima linea e possono avere titoli come capo dipartimento, capo progetto, direttore di stabilimento o direttore di divisione. I top manager sono responsabili di prendere decisioni a livello di organizzazione e stabilire i piani e gli obiettivi che riguardano l’intera organizzazione. Queste persone in genere hanno titoli come vicepresidente esecutivo, presidente, amministratore delegato, direttore operativo, amministratore delegato o presidente del consiglio di amministrazione.

Questi manager sono classificati in una gerarchia di autorità e svolgono compiti diversi. In molte organizzazioni, il numero di manager a ogni livello assomiglia a una piramide. Ogni livello è spiegato di seguito nelle specifiche delle loro diverse responsabilità e dei probabili titoli di lavoro. [26]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Alta dirigenza

Il livello superiore o senior del management è un piccolo gruppo composto dal consiglio di amministrazione (inclusi amministratori non esecutivi , amministratori esecutivi e amministratori indipendenti ), presidente, vicepresidente, amministratori delegati e altri membri dei dirigenti di livello C. Diverse organizzazioni hanno vari membri nella loro C-suite, che possono includere un chief financial officer , chief technology officer e così via. Sono responsabili del controllo e della supervisione delle operazioni dell’intera organizzazione. Stabiliscono un ” tono al vertice ” e sviluppano piani strategici , politiche aziendali e prendono decisioni sulla direzione generale dell’organizzazione. Inoltre, i dirigenti di alto livello svolgono un ruolo significativo nella mobilitazione di risorse esterne. Gli alti dirigenti sono responsabili nei confronti degli azionisti, del pubblico in generale e degli enti pubblici che sovrintendono a società e organizzazioni simili. Alcuni membri dell’alta dirigenza possono fungere da volto pubblico dell’organizzazione e possono tenere discorsi per introdurre nuove strategie o apparire nel marketing.

Il consiglio di amministrazione è in genere composto principalmente da non esecutivi che hanno un obbligo fiduciario nei confronti degli azionisti e non sono strettamente coinvolti nelle attività quotidiane dell’organizzazione, sebbene ciò vari a seconda del tipo (ad esempio, pubblico o privato) , dimensione e cultura dell’organizzazione. Questi amministratori sono teoricamente responsabili per le violazioni di tale dovere e in genere sono assicurati con l’assicurazione di responsabilità civile degli amministratori e degli ufficiali . Si stima che i direttori di Fortune 500 trascorrano 4,4 ore alla settimana nei compiti del consiglio di amministrazione e la retribuzione mediana è stata di $ 212.512 nel 2010. Il consiglio stabilisce la strategia aziendale, prende decisioni importanti come acquisizioni importanti, [27] e assume, valuta e licenzia i top- manager di livello ( amministratore delegato o CEO). Il CEO in genere assume altre posizioni. Tuttavia, è aumentato il coinvolgimento del consiglio di amministrazione nell’assunzione di altre posizioni come il chief financial officer (CFO). [28] Nel 2013, un sondaggio condotto su oltre 160 amministratori delegati e direttori di aziende pubbliche e private ha rilevato che i principali punti deboli degli amministratori delegati erano le ” capacità di mentoring ” e il “coinvolgimento nel consiglio di amministrazione”, e il 10% delle aziende non ha mai valutato l’amministratore delegato. [29] Il consiglio può anche far riferire ad alcuni dipendenti (es. revisori interni ) o assumere direttamente collaboratori esterni; ad esempio, il consiglio (attraverso il comitato di controllo ) seleziona tipicamente il revisore .

Le capacità utili del top management variano a seconda del tipo di organizzazione, ma in genere includono [30] un’ampia comprensione della concorrenza, delle economie mondiali e della politica. Inoltre, l’amministratore delegato è responsabile dell’attuazione e della determinazione (all’interno della struttura del consiglio) delle politiche generali dell’organizzazione. La direzione esecutiva realizza i dettagli quotidiani, tra cui: istruzioni per la preparazione di budget, procedure, programmi del dipartimento; nomina di dirigenti di livello medio come i responsabili di reparto; coordinamento dei reparti; media e relazioni governative; e comunicazione agli azionisti .

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Middle Managers

Composto da Direttori Generali , Direttori di Filiale e Responsabili di Dipartimento. Sono responsabili nei confronti dell’alta direzione per la funzione del loro dipartimento. Dedicano più tempo alle funzioni organizzative e direzionali. I loro ruoli possono essere enfatizzati come l’esecuzione di piani organizzativi in conformità con le politiche aziendali e gli obiettivi del top management, definiscono e discutono informazioni e politiche dal top management al management inferiore e, cosa più importante, ispirano e forniscono una guida ai manager di livello inferiore verso prestazioni migliori.

Il middle management è il management intermedio di un’organizzazione categorizzata, essendo secondario rispetto al senior management ma al di sopra dei livelli più profondi dei membri operativi. Un manager operativo può essere ben ponderato dal middle management o può essere classificato come non-management operante, responsabile della politica dell’organizzazione specifica. L’efficienza del livello medio è vitale in qualsiasi organizzazione poiché colma il divario tra il personale di livello superiore e quello di livello inferiore.

Le loro funzioni includono:

  • Progettare e implementare sistemi informativi e di lavoro di gruppo e intergruppo efficaci.
  • Definire e monitorare gli indicatori di performance a livello di gruppo.
  • Diagnosticare e risolvere i problemi all’interno e tra i gruppi di lavoro.
  • Progettare e implementare sistemi di ricompensa che supportano il comportamento cooperativo. Prendono anche decisioni e condividono idee con i top manager.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione di linea

I manager di linea includono supervisori , capisezione , capisquadra e capisquadra. Si concentrano sul controllo e sulla direzione dei dipendenti regolari. Di solito sono responsabili dell’assegnazione dei compiti dei dipendenti, guidano e supervisionano i dipendenti nelle attività quotidiane, assicurano la qualità e la quantità della produzione e/o del servizio, formulano raccomandazioni e suggerimenti ai dipendenti sul loro lavoro e incanalano le preoccupazioni dei dipendenti che essi non può risolversi in manager di medio livello o altri amministratori. I manager di primo livello o “di prima linea” fungono anche da modello per i propri dipendenti. In alcuni tipi di lavoro, i manager in prima linea possono anche svolgere alcune delle stesse attività che svolgono i dipendenti, almeno per una parte del tempo. Ad esempio, in alcuni ristoranti, i gestori di prima linea serviranno anche i clienti durante un periodo molto intenso della giornata. In generale, i manager di linea sono considerati parte della forza lavoro e non parte della corretta gestione dell’organizzazione nonostante svolgano funzioni di gestione tradizionali.

I manager di prima linea in genere forniscono:

  • Formazione per i nuovi dipendenti
  • Supervisione di base
  • Motivazione
  • Feedback e indicazioni sulle prestazioni

Alcuni manager di prima linea possono anche fornire pianificazione della carriera per i dipendenti che mirano a crescere all’interno dell’organizzazione.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Training

I college e le università di tutto il mondo offrono lauree, lauree, diplomi e certificati in management; generalmente all’interno dei loro college di business, business school o facoltà di management, ma anche in altri dipartimenti correlati. Nell’era degli anni 2010, c’è stato un aumento dell’istruzione e della formazione manageriale online sotto forma di tecnologia educativa elettronica (chiamata anche e-learning). L’istruzione online ha aumentato l’accessibilità alla formazione manageriale per le persone che non vivono vicino a un college o università o che non possono permettersi di recarsi in una città in cui tale formazione è disponibile.

Requisiti

Mentre alcune professioni richiedono credenziali accademiche per esercitare la professione (ad esempio, giurisprudenza, medicina, ingegneria, che richiedono rispettivamente la laurea in giurisprudenza , dottore in medicina e laurea in ingegneria ), le posizioni dirigenziali e amministrative non richiedono necessariamente il completamento dei titoli accademici. Alcuni noti dirigenti senior negli Stati Uniti che non hanno completato una laurea includono Steve Jobs , Bill Gates e Mark Zuckerberg . Tuttavia, molti manager e dirigenti hanno completato un qualche tipo di formazione aziendale o manageriale, come un Bachelor of Commerce o un Master in Business Administration . Alcune grandi organizzazioni, comprese aziende, organizzazioni senza scopo di lucro e governi, richiedono ai candidati a posizioni manageriali o esecutive di possedere almeno una laurea in un campo correlato all’amministrazione o alla gestione o, nel caso di lavori aziendali, una laurea in commercio o un grado simile.

Lauree

Ulteriori informazioni: Istruzione aziendale § Istruzione universitaria

A livello universitario, i programmi aziendali più comuni sono il Bachelor of Business Administration (BBA) e il Bachelor of Commerce (B.Com.). Questi in genere comprendono un programma quadriennale progettato per offrire agli studenti una panoramica del ruolo dei manager nella pianificazione e nella direzione all’interno di un’organizzazione. Gli argomenti del corso includono contabilità, gestione finanziaria, statistica, marketing, strategia e altre aree correlate.

Ci sono molti altri corsi di laurea che includono lo studio del management, come il Bachelor of Arts con specializzazione in economia aziendale o management e il Bachelor of Public Administration ( BPA ), una laurea progettata per le persone che mirano a lavorare come burocrati nei lavori governativi . Molti college e università offrono anche certificati e diplomi in amministrazione o gestione aziendale, che in genere richiedono da uno a due anni di studio a tempo pieno.

Si noti che per gestire le aree tecnologiche, spesso è necessaria una laurea in un’area STEM .

Studi

Ulteriori informazioni: Istruzione aziendale § Istruzione post-laurea

A livello di laurea gli studenti che mirano a carriere come manager o dirigenti possono scegliere di specializzarsi nelle principali sottoaree di gestione o amministrazione aziendale come imprenditorialità , risorse umane , affari internazionali , comportamento organizzativo , teoria organizzativa , gestione strategica , [31] contabilità , finanza aziendale , intrattenimento, gestione globale, gestione sanitaria , gestione degli investimenti , sostenibilità e proprietà immobiliari .

Un Master of Business Administration (MBA) è il titolo professionale più popolare a livello di master e può essere ottenuto da molte università negli Stati Uniti. I programmi MBA forniscono ulteriore formazione in gestione e leadership per studenti laureati. Altri master in economia e gestione includono il Master of Management (MM) e il Master of Science (M.Sc.) in economia aziendale o gestione, che è tipicamente preso da studenti che mirano a diventare ricercatori o professori.

Esistono anche master specialistici in amministrazione per individui che mirano a carriere al di fuori del business, come il Master of Public Administration (MPA) (offerto anche come Master of Arts in Public Administration in alcune università), per studenti che mirano a diventare manager o dirigenti della pubblica amministrazione e il Master in Amministrazione Sanitaria , per studenti che aspirano a diventare dirigenti o dirigenti del settore sanitario e ospedaliero.

gradi terminali più avanzati nel campo degli affari e della gestione. La maggior parte delle persone che ottengono dottorati in gestione seguono i programmi per ottenere la formazione in metodi di ricerca, analisi statistica e scrittura di documenti accademici di cui avranno bisogno per cercare carriere come ricercatori, consulenti senior e / o professori in amministrazione aziendale o gestione. Esistono tre tipi principali di dottorati in gestione: il Doctor of Management (DM), il Doctor of Business Administration (DBA) e il Doctor of Philosophy ( PhD ) in Business Administration o Management. Negli anni 2010 sono disponibili dottorati in economia e gestione aziendale con molte specializzazioni.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Buone abitudini

Mentre le tendenze gestionali possono cambiare così velocemente, la tendenza a lungo termine nella gestione è stata definita da un mercato che abbraccia la diversità e da un settore dei servizi in crescita. I dirigenti vengono attualmente formati per incoraggiare una maggiore uguaglianza per le minoranze e le donne sul posto di lavoro, offrendo una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, una migliore riqualificazione e indicatori di prestazione innovativi (e solitamente specifici del settore). I manager destinati al settore dei servizi vengono formati per utilizzare tecniche di misurazione uniche, un migliore supporto dei lavoratori e stili di leadership più carismatici. [32] Le risorse umane si trovano sempre più spesso a lavorare con il management in una capacità di formazione per aiutare a raccogliere dati di gestione sul successo (o fallimento) delle azioni di gestione con i dipendenti. [33]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione basata sull’evidenza

Articolo principale: gestione basata sull’evidenza

La gestione basata sulle prove è un movimento emergente per utilizzare le migliori evidenze attuali nella gestione e nel processo decisionale . Fa parte del più ampio movimento verso pratiche basate sull’evidenza . La gestione basata sull’evidenza implica decisioni manageriali e pratiche organizzative informate dalle migliori evidenze disponibili. [34] Come con altre pratiche basate sull’evidenza, questa si basa sui tre principi di: 1) prove di ricerca pubblicate sottoposte a revisione paritaria (spesso in riviste di management o di scienze sociali) che riguardano se e perché una particolare pratica di management funziona; 2) giudizio ed esperienza dalla pratica di gestione contestuale, per comprendere l’organizzazione e le dinamiche interpersonali in una situazione e determinare i rischi ei benefici delle azioni disponibili; e 3) le preferenze ei valori delle persone colpite. [35] [36]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Storia

La concettualizzazione del management è tardo-moderna (nel senso di tarda modernità ). [37] In questi termini non può avere una storia pre-moderna – solo precursori (come amministratori ). Altri, tuttavia, rilevano un pensiero simile alla gestione tra gli antichi commercianti sumeri e i costruttori delle piramidi dell’antico Egitto . I proprietari di schiavi nel corso dei secoli hanno affrontato i problemi di sfruttamento/motivazione di una forza lavoro dipendente ma a volte poco entusiasta o recalcitrante, ma molte imprese preindustriali , date le loro piccole dimensioni, non si sono sentite obbligate ad affrontare sistematicamente i problemi della gestione. Tuttavia, innovazioni come la diffusione dei numeri arabi (dal V al XV secolo) e la codificazione della contabilità a partita doppia (1494) fornirono strumenti per la valutazione, la pianificazione e il controllo della gestione.

  • Un’organizzazione è più stabile se i membri hanno il diritto di esprimere le loro differenze e risolvere i loro conflitti al suo interno.
  • Mentre una persona può iniziare un’organizzazione , “è duratura quando è affidata alle cure di molti e quando molti desiderano mantenerla”.
  • Un manager debole può seguire uno forte, ma non un altro debole, e mantenere l’autorità.
  • Un manager che cerca di cambiare un’organizzazione consolidata “dovrebbe conservare almeno un’ombra delle antiche consuetudini”.

Con i mutevoli luoghi di lavoro delle rivoluzioni industriali nel XVIII e XIX secolo, la teoria e la pratica militare hanno contribuito agli approcci alla gestione delle nuove fabbriche popolari . [38]

Data la portata della maggior parte delle operazioni commerciali e la mancanza di registrazioni e registrazioni meccanizzate prima della rivoluzione industriale, a quei tempi aveva senso per la maggior parte dei proprietari di imprese svolgere funzioni di gestione da soli e per conto proprio. Ma con l’aumento delle dimensioni e della complessità delle organizzazioni, la distinzione tra proprietari (individui, dinastie industriali o gruppi di azionisti ) e manager quotidiani (specialisti indipendenti nella pianificazione e nel controllo) divenne gradualmente più comune.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Storia preindustriale

Il campo della gestione ha avuto origine nell’antica Cina, [39] compreso forse il primo stato burocratico altamente centralizzato e il primo esempio (dal II secolo aC) di un’amministrazione basata sul merito attraverso i test . [40] Alcuni teorici hanno citato antichi testi militari come lezioni per dirigenti civili. Ad esempio, il generale cinese Sun Tzu nella sua opera del VI secolo a.C. The Art of War raccomanda [ citazione necessaria ] (quando riformulato nella terminologia moderna) di essere consapevole e agire sui punti di forza e di debolezza sia dell’organizzazione di un manager che di un nemico. [41] [ è necessaria la citazione per verificare ] Gli scritti dell’influente filosofo legalista cinese Shen Buhai possono essere presi in considerazione [ da chi? ] per incarnare un raro esempio premoderno di teoria astratta dell’amministrazione. [42] [43] Il filosofo americano Herrlee G. Creel e altri studiosi scoprono l’influenza dell’amministrazione cinese in Europa nel XII secolo. [44] [45] [46] [47] Thomas Taylor Meadows, console della Gran Bretagna a Guangzhou , sosteneva nelle sue Desultory Notes on the Government and People of China (1847) che “la lunga durata dell’impero cinese è unicamente e del tutto dovuta al buon governo che consiste solo nel progresso di uomini di talento e merito” e che gli inglesi devono riformare il loro servizio civile rendendo l’istituzione meritocratica . [48] Influenzato dall’antico esame imperiale cinese , il rapporto Northcote-Trevelyan del 1854 raccomandava che il reclutamento fosse basato sul merito determinato attraverso un concorso, che i candidati avessero una solida istruzione generale per consentire i trasferimenti interdipartimentali e che la promozione dovrebbe essere attraverso il successo piuttosto che “preferenza, patrocinio o acquisto”. [49] [48] Ciò ha portato all’implementazione del servizio civile di Sua Maestà come burocrazia di servizio civile sistematica e meritocratica. [50] Come gli inglesi, lo sviluppo della burocrazia francese fu influenzato dal sistema cinese. Voltaire affermava che i cinesi avevano “perfezionato la scienza morale” e François Quesnay sosteneva un sistema economico e politico modellato su quello cinese. [51] Anche gli esami di servizio civile francesi adottati alla fine del XIX secolo erano fortemente basati su studi culturali generali. Queste caratteristiche sono state paragonate al precedente modello cinese. [52]

Diverse civiltà antiche e medievali hanno prodotto libri ” specchi per principi “, che miravano a consigliare i nuovi monarchi su come governare. Platone descrisse la specializzazione del lavoro nel 350 aC , e Alfarabi elencò diversi tratti di leadership  HYPERLINK “https://en.wikipedia.org/wiki/Arthashastra” \o “Arthashastra” nel 900 dC . [54]

Ulteriori informazioni: Specchi per principi

Scritto nel 1776 da Adam Smith , uno scozzese filosofo morale , The Wealth of Nations ha discusso l’organizzazione efficiente del lavoro attraverso la divisione del lavoro . [54] Smith ha descritto come i cambiamenti nei processi potrebbero aumentare la produttività nella produzione di spilli . Sebbene le persone potessero produrre 200 spille al giorno, Smith ha analizzato le fasi coinvolte nella produzione e, con 10 specialisti, ha consentito la produzione di 48.000 spille al giorno. [54] [ Bisogna citare per verificare ]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 19esimo secolo

Economisti classici come Adam Smith (1723–1790) e John Stuart Mill (1806–1873) hanno fornito un background teorico all’allocazione delle risorse , alla produzione (economia) e ai problemi di prezzo . Più o meno nello stesso periodo, innovatori come Eli Whitney (1765–1825), James Watt (1736–1819) e Matthew Boulton (1728–1809) svilupparono elementi di produzione tecnica come la standardizzazione , le procedure di controllo della qualità , la contabilità dei costi , l’intercambiabilità di parti e pianificazione del lavoro . Molti di questi aspetti della gestione esistevano nel settore degli schiavi dell’economia statunitense prima del 1861. Quell’ambiente vedeva 4 milioni di persone, come dicevano gli usi contemporanei, “gestite” in una proficua produzione quasi di massa [55] prima che la schiavitù salariata eclissasse la schiavitù dei beni mobili.

I manager stipendiati come gruppo identificabile divennero importanti per la prima volta alla fine del XIX secolo. [56] Quando le grandi società iniziarono a mettere in ombra le piccole imprese familiari, la necessità di posizioni di gestione del personale divenne più necessaria. [57] Le imprese sono diventate grandi società e la necessità di impiegati, contabili, segretarie e dirigenti è aumentata. La richiesta di manager qualificati ha portato gli amministratori di college e università a prendere in considerazione e andare avanti con piani per creare le prime scuole di business nei loro campus.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 20 ° secolo

All’inizio del ventesimo secolo la necessità di manager qualificati e preparati era diventata sempre più evidente. La domanda si è verificata quando i dipartimenti del personale hanno iniziato a espandersi rapidamente. Nel 1915, meno di una su venti aziende manifatturiere disponeva di un dipartimento del personale dedicato. Nel 1929 quel numero era cresciuto fino a oltre un terzo. [58] L’istruzione manageriale formale è diventata standardizzata nei college e nelle università. [59] I college e le università hanno capitalizzato le esigenze delle aziende formando business school e dipartimenti di collocamento aziendale. [60] Questo spostamento verso l’istruzione aziendale formale ha segnato la creazione di un’élite aziendale negli Stati Uniti.

Intorno al 1900 si trovano manager che cercano di collocare le loro teorie su ciò che consideravano una base completamente scientifica (vedi lo scientismo per i limiti percepiti di questa convinzione). Gli esempi includono Science of management di Henry R. Towne nel 1890, The Principles of Scientific Management di Frederick Winslow Taylor (1911), Psychology of Management di Lillian Gilbreth (1914), [61] Lo studio del movimento applicato di Frank e Lillian Gilbreth (1917) e i grafici di Henry L. Gantt (anni ’10). J. Duncan scrisse il primo manuale di management universitario nel 1911. Nel 1912 Yoichi Ueno introdusse il taylorismo in Giappone e divenne il primo consulente di management dello ” stile di management giapponese “. Suo figlio Ichiro Ueno ha aperto la strada alla garanzia di qualità giapponese .

Le prime teorie complete sulla gestione apparvero intorno al 1920. [ citazione necessaria ] La Harvard Business School offrì il primo Master in Business Administration (MBA) nel 1921. Persone come Henri Fayol (1841-1925) e Alexander Church (1866-1936) descrissero i vari rami del management e le loro interrelazioni. All’inizio del XX secolo, persone come Ordway Tead (1891–1973), Walter Scott (1869–1955) e J. Mooney applicarono i principi della psicologia al management. Altri scrittori, come Elton Mayo (1880-1949), Mary Parker Follett (1868-1933), Chester Barnard (1886-1961), Max Weber (1864-1920), che vedevano quello che chiamava “l’amministratore” come burocrate , [62] Rensis Likert (1903–1981) e Chris Argyris (nato nel 1923) hanno affrontato il fenomeno del management da una prospettiva sociologica .

Gli anni ’30 e ’40 videro lo sviluppo di una tendenza alla militarizzazione nella gestione in alcune parti dell’Eurasia: sia l’ NKVD (nell’Unione Sovietica) che le SS (nel Grande Reich germanico ), ad esempio, gestivano i campi di lavoro come imprese industriali che utilizzavano il lavoro degli schiavi sotto la supervisione di quadri in uniforme. [63] [64] Le abitudini militari persistettero in alcuni circoli dirigenziali. [65]

Peter Drucker (1909–2005) scrisse uno dei primi libri sulla gestione applicata: Concept of the Corporation (pubblicato nel 1946). È il risultato di Alfred Sloan (presidente della General Motors fino al 1956) che ha commissionato uno studio sull’organizzazione . Drucker ha continuato a scrivere 39 libri, molti nella stessa vena.

  1. Dodge, Ronald Fisher (1890–1962) e Thornton C. Fry introdussero tecniche statistiche negli studi di management. Negli anni ’40, Patrick Blackett lavorò allo sviluppo della matematica applicatascienza della ricerca operativa , inizialmente per operazioni militari. La ricerca operativa, a volte nota come ” scienza gestionale ” (ma distinta dalla gestione scientifica di Taylor ), tenta di adottare un approccio scientifico alla risoluzione di problemi decisionali e può essere applicata direttamente a molteplici problemi di gestione, in particolare nelle aree della logistica e delle operazioni.

Alcuni degli ultimi sviluppi del XX secolo includono la teoria dei vincoli (introdotta nel 1984), la gestione per obiettivi ( sistematizzata nel 1954), la reingegnerizzazione (primi anni ’90), Six Sigma (1986), la gestione camminando (anni ’70), il modello del sistema vitale (1972) e varie teorie guidate dalla tecnologia dell’informazione come lo sviluppo agile del software (così chiamato dal 2001), nonché teorie sulla gestione del gruppo come Cog’s Ladder (1972) e la nozione di “prosperare su caos” [66] (1987).

Man mano che il riconoscimento generale dei manager come classe si è consolidato durante il 20 ° secolo e ha dato ai praticanti percepiti dell’arte / scienza del management un certo prestigio, così si è aperta la strada ai sistemi popolari di idee manageriali per vendere le loro merci. In questo contesto, molte mode del management potrebbero aver avuto più a che fare con la psicologia pop che con le teorie scientifiche del management.

  1. gestione finanziaria
  2. gestione delle risorse umane
  3. Cibernetica gestionale
  4. gestione delle tecnologie dell’informazione (responsabile della gestione dei sistemi informativi )
  5. gestione del marketing
  6. gestione delle operazioni e gestione della produzione
  7. gestione strategica

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 21 ° secolo

Nel 21° secolo gli osservatori trovano sempre più difficile suddividere la gestione in categorie funzionali in questo modo. Sempre più processi coinvolgono contemporaneamente diverse categorie. Invece, si tende a pensare in termini di vari processi, compiti e oggetti soggetti a gestione. [ citazione necessaria ]

Esistono anche branche della teoria del management relative alle organizzazioni non profit e al governo: come la pubblica amministrazione , la gestione pubblica e la gestione dell’istruzione . Inoltre, i programmi di gestione relativi alle organizzazioni della società civile hanno generato anche programmi di gestione senza scopo di lucro e imprenditoria sociale .

Si noti che molte delle ipotesi formulate dal management sono state attaccate da punti di vista di etica aziendale, studi di gestione critici e attivismo anti-corporativo .

Di conseguenza, la democrazia sul posto di lavoro (a volte indicata come autogestione dei lavoratori ) è diventata sia più comune che più sostenuta, in alcuni luoghi distribuendo tutte le funzioni di gestione tra i lavoratori, ognuno dei quali si assume una parte del lavoro. Tuttavia, questi modelli sono antecedenti a qualsiasi questione politica attuale e possono verificarsi in modo più naturale rispetto a una gerarchia di comando . Tutta la direzione abbraccia in una certa misura un principio democratico, in quanto a lungo termine la maggioranza dei lavoratori deve sostenere la direzione. Altrimenti se ne vanno per trovare un altro lavoro o scioperano. Nonostante il passaggio alla democrazia sul posto di lavoro , le strutture organizzative di comando e controllo rimangono comuni come strutture organizzative de facto . In effetti, la natura radicata del comando e controllo è evidente nel modo in cui recentemente [ quando? ] i licenziamenti sono stati condotti con i ranghi dirigenziali colpiti molto meno dei dipendenti ai livelli inferiori. [ citazione necessaria ] In alcuni casi, la direzione si è persino premiata con bonus dopo aver licenziato lavoratori di livello inferiore. [67]

Secondo la dirigenza accademica Manfred FR . Kets de Vries , un senior management team contemporaneo, avrà quasi inevitabilmente alcuni disturbi della personalità . [68]

Natura del lavoro

Nelle organizzazioni redditizie, la funzione primaria del management è la soddisfazione di una serie di stakeholder . Ciò comporta in genere realizzare un profitto (per gli azionisti), creare prodotti di valore a un costo ragionevole (per i clienti) e fornire grandi opportunità di lavoro ai dipendenti. In caso di gestione senza scopo di lucro, una delle funzioni principali è mantenere la fiducia dei donatori. Nella maggior parte dei modelli di gestione e governance , gli azionisti votano per il consiglio di amministrazione e il consiglio assume quindi l’alta dirigenza. Alcune organizzazioni hanno sperimentato altri metodi (come i modelli di voto dei dipendenti) per selezionare o rivedere i manager, ma questo è raro.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Temi

Nozioni di base

Secondo Fayol , il management opera attraverso cinque funzioni fondamentali: pianificazione, organizzazione, comando, coordinamento e controllo.

  • Pianificazione : decidere cosa deve accadere in futuro e generare piani di azione (decidere in anticipo).
  • Organizzazione (o personale): assicurarsi che le risorse umane e non umane siano messe a posto. [69]
  • Comandare (o guidare): determinare cosa deve essere fatto in una situazione e convincere le persone a farlo.
  • Coordinamento : creazione di una struttura attraverso la quale gli obiettivi di un’organizzazione possono essere raggiunti.
  • Controllo : controllo dei progressi rispetto ai piani.

Ruoli di base

  • Interpersonale : ruoli che implicano il coordinamento e l’interazione con i dipendenti.

Polena, leader, collegamento

  • Informativo : ruoli che implicano la gestione, la condivisione e l’analisi delle informazioni.

Centro nevralgico , divulgatore, portavoce

  • Decisione : ruoli che richiedono un processo decisionale.

Imprenditore, negoziatore, allocatore, gestore di disturbo

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Abilità

Le capacità di gestione includono:

  • politico: usato per costruire una base di potere e per stabilire
  • concettuale: usato per analizzare situazioni complesse.
  • interpersonale : utilizzato per comunicare, motivare , guidare e delegare.
  • diagnostico: capacità di visualizzare le risposte appropriate a una situazione.
  • leadership : capacità di comunicare una visione e ispirare le persone ad abbracciare quella visione. [70]
  • tecnico: competenza nella propria particolare area funzionale.
  • comportamentale: percezione verso gli altri, risoluzione dei conflitti, gestione del tempo, auto-miglioramento, gestione dello stress e resilienza, pazienza, comunicazione chiara. [71]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Attuazione di politiche e strategie

  • Tutte le politiche e le strategie devono essere discusse con tutto il personale direttivo e con il personale.
  • I manager devono capire dove e come possono implementare le loro politiche e strategie.
  • Un piano d’azione deve essere ideato per ogni dipartimento.
  • Le politiche e le strategie devono essere riviste regolarmente.
  • I piani di emergenza devono essere ideati nel caso in cui l’ambiente cambi.
  • I dirigenti di livello superiore dovrebbero effettuare regolari valutazioni dei progressi.
  • L’attività richiede spirito di squadra e un buon ambiente.
  • Le missioni, gli obiettivi, i punti di forza e di debolezza di ciascun dipartimento devono essere analizzati per determinare i loro ruoli nel raggiungimento della missione aziendale.
  • Il metodo di previsione sviluppa un quadro affidabile dell’ambiente futuro dell’azienda.
  • Deve essere creata un’unità di pianificazione per garantire che tutti i piani siano coerenti e che le politiche e le strategie siano finalizzate al raggiungimento della stessa missione e degli stessi obiettivi.

Politiche e strategie nel processo di pianificazione

  • Danno ai manager di medio e basso livello una buona idea dei piani futuri per ogni dipartimento di un’organizzazione.
  • Viene creato un quadro in base al quale vengono presi piani e decisioni.
  • I dirigenti di medio e basso livello possono aggiungere i propri piani alle strategie aziendali.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Riferimenti

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Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti sulla motivazione

Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti Motivazione

motivazione è la ragione per cui gli esseri umani e altri animali iniziano, continuano o terminano un comportamento in un dato momento. Gli stati motivazionali sono comunemente intesi come forze che agiscono all’interno dell’agente che creano una disposizione a impegnarsi in un comportamento diretto a un obiettivo. Si ritiene spesso che stati mentali diversi competano tra loro e che solo lo stato più forte determini il comportamento. [1] Ciò significa che possiamo essere motivati a fare qualcosa senza farlo effettivamente. Lo stato mentale paradigmatico che fornisce motivazione è il desiderio . Ma anche vari altri stati, come le convinzioni su ciò che si dovrebbe fare o le intenzioni , possono fornire motivazioni. La motivazione deriva dalla parola “motivo”, che denota i bisogni, i desideri, i desideri o gli impulsi di una persona. È il processo di motivare le persone ad agire per raggiungere un obiettivo. Gli elementi psicologici che alimentano il comportamento delle persone nel contesto degli obiettivi di lavoro potrebbero includere il desiderio di denaro.

Sono state proposte varie teorie concorrenti sul contenuto degli stati motivazionali. Sono note come teorie del contenuto e mirano a descrivere quali obiettivi di solito o sempre motivano le persone. La gerarchia dei bisogni di Abraham Maslow e la teoria ERG , ad esempio, postulano che gli esseri umani abbiano determinati bisogni, che sono responsabili della motivazione. Alcuni di questi bisogni, come cibo e acqua, sono più basilari di altri, come il rispetto degli altri. Da questo punto di vista, i bisogni superiori possono fornire motivazione solo una volta che i bisogni inferiori sono stati soddisfatti. [2] Le teorie comportamentiste cercano di spiegare il comportamento unicamente in termini di relazione tra la situazione e il comportamento esterno osservabile senza un riferimento esplicito agli stati mentali coscienti.

La motivazione può essere intrinseca , se l’attività è desiderata perché è intrinsecamente interessante o divertente, o estrinseca , se l’obiettivo dell’agente è una ricompensa esterna distinta dall’attività stessa. [3] [4] È stato affermato che la motivazione intrinseca ha risultati più benefici rispetto alla motivazione estrinseca. [4] Gli stati motivazionali possono anche essere classificati in base al fatto che l’agente sia pienamente consapevole del motivo per cui agisce o meno, indicati come motivazione conscia e inconscia. La motivazione è strettamente correlata alla razionalità pratica . Un’idea centrale in questo campo è che dovremmo essere motivati a compiere un’azione se crediamo di doverla compiere. Il mancato soddisfacimento di questo requisito porta a casi di irrazionalità, noti come akrasia o debolezza della volontà, in cui c’è una discrepanza tra le nostre convinzioni su ciò che dovremmo fare e le nostre azioni.

La ricerca sulla motivazione è stata impiegata in vari campi. Nel campo degli affari, una questione centrale riguarda la motivazione al lavoro , ad esempio quali misure può utilizzare un datore di lavoro per garantire che i suoi dipendenti siano motivati. La motivazione è anche di particolare interesse per gli psicologi dell’educazione a causa del suo ruolo cruciale nell’apprendimento degli studenti. Particolare interesse è stato dato agli effetti della motivazione intrinseca ed estrinseca in questo campo.

Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti Definizione

La “motivazione” è comunemente definita come ciò che spiega perché le persone o gli animali iniziano, continuano o terminano un determinato comportamento in un determinato momento. [5] [6] [7] [8] Gli stati motivazionali hanno vari gradi di forza. Più alto è il grado, più è probabile che lo stato abbia un’influenza sul comportamento. [9] Questo è spesso collegato a forze che agiscono dall’interno dell’agente e che si traducono in un comportamento diretto all’obiettivo. [6] [10] Un problema con la definizione della motivazione in termini di forze interne è che è molto difficile misurarle, motivo per cui i teorici empirici spesso preferiscono definizioni che sono più strettamente legate al comportamento osservabile. [11] [10] Un approccio consiste nel definire la motivazione in termini di flessibilità del comportamento dell’animale. Questa flessibilità implica un comportamento diretto all’obiettivo che cambia man mano che l’animale impara attraverso nuove esperienze. [12] I topi, ad esempio, possono imparare ad attraversare complicati labirinti per soddisfare la loro fame. Il comportamento alimentare delle mosche, invece, non è flessibile in questo senso. Da questo punto di vista, siamo giustificati ad attribuire stati motivazionali ai topi ma non alle mosche. [12] Ma è stato affermato che ci sono casi di motivazione senza comportamento flessibile. Una persona totalmente paralizzata, ad esempio, potrebbe ancora avere motivazione nonostante non sia in grado di impegnarsi in un comportamento. Ciò significa che la flessibilità può essere ancora un segno motivazionale sufficiente ma non necessario. [12] Alcune definizioni sottolineano la continuità tra motivazione umana e animale, ma altre tracciano una chiara distinzione tra le due. Questo è spesso motivato dall’idea che gli agenti umani agiscano per ragioni e si impegnino nelle intenzioni che formano mentre gli animali seguono semplicemente il loro desiderio più forte . [13] [10] Le definizioni causaliste sottolineano la relazione causale tra motivazione e comportamento risultante. Le definizioni non causaliste , d’altra parte, sostengono che la motivazione spiega il comportamento in modo non causale. [9] [12] [14]

Migliore motivatore in Italia – Motivazione e stati mentali

I comportamentisti hanno cercato di spiegare la motivazione unicamente in termini di relazione tra la situazione e il comportamento esterno osservabile. Ma la stessa entità spesso si comporta in modo diverso pur trovandosi nella stessa situazione di prima. Ciò suggerisce che la spiegazione deve fare riferimento agli stati interni dell’entità che mediano il legame tra stimolo e risposta. [12] [15] Tra questi stati interni, psicologi e filosofi sono i più interessati agli stati mentali . Lo stato mentale paradigmatico che fornisce motivazione è il desiderio . Ma è stato affermato che vari altri stati, come le convinzioni su ciò che si dovrebbe fare o le intenzioni , possono anche fornire motivazioni. [15] [13] L’assenza di motivazione potrebbe causare malattie mentali come la depressione.

Un’importante distinzione è tra stati che forniscono motivazione ogni volta che sono presenti, a volte indicati come “atteggiamenti essenzialmente motivazionali” mentre altri stati forniscono motivazione contingente a determinate circostanze o altri stati. [15] [16] È stato affermato che il desiderio di compiere un’azione , un cosiddetto desiderio di azione, fornisce sempre motivazione. [15] [16] Questo è anche il caso se l’agente decide di non eseguire l’azione perché ci sono altre questioni più urgenti. [12] Una convinzione strumentale su come raggiungere un determinato obiettivo, d’altra parte, fornisce una motivazione subordinata all’agente che attualmente ha questo obiettivo. Possiamo desiderare molte cose oltre alle azioni, come che la nostra squadra di calcio preferita vinca la prossima partita o che si stabilisca la pace nel mondo. [15] Il fatto che questi desideri forniscano una motivazione dipende, tra le altre cose, dal fatto che l’agente abbia la capacità di contribuire alla loro realizzazione. Mentre alcuni teorici accettano l’idea che il desiderio sia essenziale per la motivazione, altri hanno sostenuto che possiamo agire anche senza desideri. [15] [16] La motivazione può invece basarsi, ad esempio, sulla deliberazione razionale. Da questo punto di vista, assistere a un trattamento canalare doloroso è nella maggior parte dei casi motivato da una deliberazione e non dal desiderio di farlo. [17] Quindi il desiderio potrebbe non essere essenziale per la motivazione. [16] Ma è aperto agli oppositori della tesi che vi sia una motivazione senza voler rifiutare l’analisi di tali esempi. Al contrario, potrebbero obiettare che partecipare al trattamento canalare è in un certo senso desiderato, anche se è presente anche un desiderio molto vivido di non farlo. [17] [15]

Un’altra importante distinzione è tra desideri ricorrenti e permanenti . I desideri ricorrenti sono o consci o comunque causalmente attivi, in contrasto con i desideri permanenti, che esistono da qualche parte nella parte posteriore della propria mente. Se Dhanvi è impegnata a convincere la sua amica a fare un’escursione questo fine settimana, ad esempio, allora il suo desiderio di fare un’escursione è presente. Ma molti dei suoi altri desideri, come vendere la sua vecchia macchina o parlare con il suo capo di una promozione, sono semplicemente in piedi durante questa conversazione. Solo i desideri presenti possono fungere da fonti di motivazione. [17] [18] [19] Ma non tutti i desideri che si verificano sono coscienti. Questo lascia aperta la possibilità di una motivazione inconscia. [20] [19]

Alcune teorie psicologiche affermano che la motivazione esiste puramente all’interno dell’individuo, ma le teorie socioculturali esprimono la motivazione come risultato della partecipazione ad azioni e attività all’interno del contesto culturale dei gruppi sociali. [21]

Migliore motivatore in Italia – Forza del desiderio e dell’azione

Alcuni teorici, spesso di tradizione humiana , negano che stati diversi dai desideri possano motivarci. [13] Quando una tale visione è combinata con l’idea che i desideri vengono per gradi, può naturalmente portare alla tesi che seguiamo sempre il nostro desiderio più forte. [22] [11] Questa teoria può essere modificata in modo che seguiamo sempre il corso dell’azione con la più alta forza netta di motivazione. Ciò spiega i casi in cui diversi desideri più deboli raccomandano tutti la stessa linea di condotta e insieme prevalgono sul desiderio più forte. [23] [11] Contro questa tesi sono stati sollevati vari tipi di obiezioni. Alcuni basano le loro argomentazioni sul presupposto che abbiamo il libero arbitrio, il che significa che spetta all’agente quello che facciamo. Da questa posizione, è naturale rifiutare un punto di vista che lascia che il comportamento sia determinato dai desideri e non dall’agente. [11] [24] Altri indicano controesempi, come quando l’agente agisce per senso del dovere anche se ha un desiderio molto più forte di fare qualcos’altro. [25] Una linea di argomentazione sostiene che esiste un’importante differenza tra la motivazione basata su un desiderio e l’intenzione di agire: un’intenzione implica una sorta di impegno o identificazione con il corso d’azione previsto. [13] Questo accade dalla parte dell’agente e non è presente nei desideri regolari. Questo approccio può essere combinato con l’idea che i desideri contribuiscono in qualche modo alla formazione di intenzioni basate sulla loro forza. [11] È stato affermato che questa distinzione è importante per la differenza tra azione umana e comportamento animale . Da questo punto di vista, gli animali seguono automaticamente il loro desiderio più forte mentre gli agenti umani agiscono secondo la loro intenzione che può coincidere o meno con il loro desiderio più forte. [13]

Teorie del contenuto

Articolo principale: teoria del contenuto

Teorie che articolano il contenuto della motivazione: quali tipi di cose le persone trovano motivanti sono tra le prime teorie nella storia della ricerca sulla motivazione. Poiché le teorie del contenuto si concentrano su quali categorie di obiettivi (bisogni) motivano le persone, le teorie del contenuto sono correlate alle teorie dei bisogni .

Migliore motivatore in Italia –La gerarchia dei bisogni di Maslow

La teoria del contenuto della motivazione umana include sia la gerarchia dei bisogni di Abraham Maslow che la teoria dei due fattori di Herzberg . La tesi di Maslow si basa sull’idea che siamo guidati dai nostri bisogni umani fondamentali. La teoria di Maslow è una delle teorie della motivazione più discusse. Inoltre, se alcuni dei nostri requisiti più elementari non vengono soddisfatti, potremmo non essere in grado di avanzare e soddisfare le nostre altre esigenze. Abraham Maslow credeva che l’uomo fosse intrinsecamente buono e sosteneva che gli individui possiedono una spinta interiore in costante crescita che ha un grande potenziale. Il sistema gerarchico dei bisogni è uno schema comunemente usato per classificare le motivazioni umane. [26] La gerarchia dei bisogni di Maslow enfatizza alcune caratteristiche come la famiglia e la comunità che coinvolgono i bisogni da soddisfare. [27] I bisogni fondamentali, la sicurezza, l’amore, l’appartenenza e la stima devono essere soddisfatti in primo luogo affinché l’individuo raggiunga effettivamente l’autorealizzazione. I bisogni possono sovrapporsi all’interno della piramide, ma i bisogni inferiori devono essere soddisfatti prima per poter salire. Alcuni bisogni di base possono includere cibo e riparo. Il bisogno di sicurezza ha a che fare con il ricevere protezione. [27] Affinché l’individuo provi amore/appartenenza, deve provare un qualche tipo di attaccamento dando e ricevendo amore. Avere competenza e controllo nella vita personale ha a che fare con il soddisfare il bisogno di stima. Non essere in grado di soddisfare i bisogni inferiori e superiori può avere un effetto dannoso sulla salute mentale. [27] Ciò potrebbe portare a sintomi di depressione e minore autostima durante l’adolescenza. [27] Se i bisogni di sicurezza non vengono soddisfatti durante l’adolescenza, l’individuo avrà meno fiducia. Uno studio ha scoperto che solo il supporto della comunità, gli amici possono portare a una diminuzione delle sfide emotive. È importante soddisfare questi bisogni al fine di ridurre le sfide emotive e mentali nel tempo. [27]

Maslow (1954) ha sviluppato la gerarchia dei bisogni composta da cinque classi gerarchiche. Secondo Maslow, le persone sono motivate da bisogni insoddisfatti. I bisogni, elencati da quelli di base (il più basso-primo) al più complesso (il più alto-ultimo), sono i seguenti: [28]

I requisiti di base si basano sul primo gradino della piramide: la fisiologia. Se ci sono deficit a questo livello, tutti i comportamenti saranno orientati a soddisfare questo deficit. In sostanza, se qualcuno non ha dormito o mangiato adeguatamente, non sarebbe interessato ai propri desideri di autostima. Successivamente, le persone che hanno il secondo livello, risvegliano un bisogno di sicurezza e chi più ne ha più ne metta. Dopo aver assicurato questi due livelli, le motivazioni si spostano sulla sfera sociale, il terzo livello. I requisiti psicologici comprendono il quarto livello, mentre il vertice della gerarchia è costituito dall’autorealizzazione.

La teoria della gerarchia dei bisogni di Maslow può essere riassunta come segue:

  • Gli esseri umani hanno desideri e desideri che, quando insoddisfatti, possono influenzare il comportamento.
  • Livelli differenti di importanza per la vita umana si riflettono in una struttura gerarchica dei bisogni.
  • I bisogni ai livelli più alti nella gerarchia sono tenuti in sospeso fino a quando i bisogni di livello inferiore non sono soddisfatti almeno in minima parte.
  • I bisogni ai livelli più alti della gerarchia sono associati all’individualità, all’umanità e alla salute psicologica.

Migliore motivatore in Italia –La teoria dei due fattori di Herzberg

Articolo principale: teoria dei due fattori

Frederick Herzberg conclude che alcuni fattori sul posto di lavoro determinano soddisfazione sul lavoro (motivatori), mentre altri (fattori igienici), se assenti, portano all’insoddisfazione ma non sono correlati alla soddisfazione. Il nome fattori di igiene viene utilizzato perché, come l’igiene, la presenza non migliorerà la salute, ma l’assenza può causare un deterioramento della salute.

I fattori che motivano le persone possono cambiare nel corso della loro vita. Alcuni dichiarati fattori motivanti (soddisfacenti) erano: realizzazione, riconoscimento, lavoro stesso, responsabilità, avanzamento e crescita. Alcuni fattori igienici (insoddisfacenti) sono stati: la politica aziendale, la supervisione, le condizioni di lavoro, le relazioni interpersonali, la retribuzione, lo status, la sicurezza del lavoro e la vita personale. [26]

Migliore motivatore in Italia –Teoria dell’ERG di Alderfer

Articolo principale: teoria ERG

Alderfer , basandosi sulla gerarchia dei bisogni di Maslow, ha ipotizzato che i bisogni identificati da Maslow esistano in tre gruppi di bisogni fondamentali: esistenza , relazione e crescita, da cui l’etichetta: teoria ERG. Il gruppo di esistenza si occupa di fornire i nostri requisiti di esistenza materiale di base. Includono gli elementi che Maslow considerava bisogni fisiologici e di sicurezza. Il secondo gruppo di bisogni è la relazione: il desiderio che abbiamo di mantenere importanti relazioni personali. Questi desideri sociali e di status richiedono l’interazione con gli altri se vogliono essere soddisfatti e si allineano con il bisogno sociale di Maslow e la componente esterna della classificazione di stima di Maslow. Infine, Alderfer isola i bisogni di crescita come un desiderio intrinseco di sviluppo personale. Tutti questi bisogni dovrebbero essere soddisfatti in una maggiore integrità come essere umano. [29]

Migliore motivatore in Italia – teoria dell’autodeterminazione

La teoria dell’autodeterminazione è un approccio alla motivazione e alla personalità umana che utilizza metodi empirici tradizionali mentre impiega una metateoria organismica che evidenzia l’importanza delle risorse interiori evolute degli esseri umani per lo sviluppo della personalità e l’autoregolazione comportamentale (Ryan, Kuhn e Deci, 1997). Prende in esame i bisogni psicologici delle persone e le tendenze di crescita che rivelano la loro personalità e il livello di autodeterminazione. Competenza, relazione, autonomia sono condizioni importanti che giocano un ruolo enorme nella motivazione e nel coinvolgimento nelle attività, perché determinano il benessere di una persona. [30] L’ambiente sociale, con la giusta quantità di supporto, può aiutare a soddisfare i bisogni psicologici di base. Questi bisogni psicologici di base sono autonomia, competenza e relazione. Questi bisogni di base possono creare comportamenti che derivano dal supporto personale che porta a essere coinvolti in un determinato ambiente e fornisce relazioni importanti. [30] Due tipi di motivazione che si trovano nella teoria dell’autodeterminazione sono chiamati amotivazione e motivazione autonoma. [30] Questi tipi di motivazioni possono portare ad azioni intrinseche ed estrinseche. L’amotivazione può derivare da sentimenti di inadeguatezza che portano ad avere una mancanza di motivazione. La persona sente che il proprio ambiente è controllato attraverso il monitoraggio e le ricompense. [30] La persona sente motivazione solo a causa di ricompense esterne o per evitare punizioni. D’altra parte, la motivazione autonoma deriva dallo stile di vita della persona e l’impegno in un compito viene svolto in modo innato. Avere un ambiente sociale di supporto può aiutare a far emergere comportamenti da motivazioni autonome. [30]

Migliore motivatore in Italia – Condizionamento classico e operante

Articolo principale: salienza motivazionale

Nel condizionamento classico (o rispondente) , il comportamento è inteso come risposte innescate da determinati stimoli ambientali o fisici. Possono essere incondizionati , come i riflessi innati, o appresi attraverso l’abbinamento di uno stimolo incondizionato con uno stimolo diverso, che poi diventa uno stimolo condizionato. In relazione alla motivazione, il condizionamento classico potrebbe essere visto come una spiegazione del motivo per cui un individuo esegue determinate risposte e comportamenti in determinate situazioni. [31] [32] Ad esempio, un dentista potrebbe chiedersi perché un paziente non sembra motivato a presentarsi a un appuntamento, con la spiegazione che il paziente ha associato il dentista (stimolo condizionato) al dolore (stimolo incondizionato) che suscita una risposta di paura (risposta condizionata), che porta il paziente a essere riluttante a visitare il dentista.

Nel condizionamento operante , il tipo e la frequenza del comportamento sono determinati principalmente dalle sue conseguenze. Se un determinato comportamento , in presenza di un certo stimolo, è seguito da una conseguenza desiderabile (un rinforzo ), il comportamento emesso aumenterà di frequenza in futuro, in presenza dello stimolo che ha preceduto il comportamento (o simile ). Al contrario, se il comportamento è seguito da qualcosa di indesiderabile (un punitore ), è meno probabile che il comportamento si verifichi in presenza dello stimolo. In modo simile, la rimozione di uno stimolo che segue direttamente il comportamento potrebbe aumentare o diminuire la frequenza di quel comportamento in futuro (rinforzo negativo o punizione). [31] [32] Ad esempio, uno studente che ha ottenuto lodi e un buon voto dopo aver consegnato un elaborato, potrebbe sembrare più motivato a scrivere documenti in futuro ( rinforzo positivo ); se lo stesso studente ha lavorato molto su un compito senza ricevere alcun elogio per questo, potrebbe sembrare meno motivato a svolgere il lavoro scolastico in futuro ( punizione negativa ). Se uno studente inizia a causare problemi in classe viene punito con qualcosa che non gli piace, come la detenzione ( punizione positiva ), quel comportamento diminuirà in futuro. Lo studente potrebbe sembrare più motivato a comportarsi in classe, presumibilmente per evitare un’ulteriore detenzione ( rinforzo negativo ).

La forza del rinforzo o della punizione dipende dal programma e dai tempi. Un rinforzo o un punitore influenza la frequenza futura di un comportamento in modo più forte se si verifica entro pochi secondi dal comportamento . Un comportamento rafforzato in modo intermittente, a intervalli imprevedibili, sarà più robusto e persistente, rispetto a uno che viene rafforzato ogni volta che viene eseguito il comportamento . [31] [32] Ad esempio, se lo studente che si comportava male nell’esempio precedente fosse punito una settimana dopo il comportamento problematico , ciò potrebbe non influire sul comportamento futuro .

Oltre a questi principi di base, gli stimoli ambientali influenzano anche il comportamento . Il comportamento è punito o rafforzato nel contesto di qualsiasi stimolo fosse presente appena prima che il comportamento fosse messo in atto, il che significa che un determinato comportamento potrebbe non essere influenzato in ogni contesto o situazione ambientale, dopo essere stato punito o rafforzato in un contesto specifico. [31] [32] Una mancanza di lode per il comportamento legato alla scuola potrebbe, ad esempio, non diminuire il comportamento legato allo sport dopo la scuola che di solito è rafforzato dall’elogio.

I vari meccanismi di condizionamento operante possono essere utilizzati per comprendere la motivazione dei vari comportamenti esaminando cosa accade subito dopo il comportamento (la conseguenza), in quale contesto il comportamento viene eseguito o meno (l’antecedente) e in quali circostanze (motivante operatori). [31] [32]

Migliore motivatore in Italia – Motivazione incentivante

Sezione principale: Rilevanza motivazionale § Rilevanza incentivante

teoria dell’incentivo è una teoria specifica della motivazione, derivata in parte dai principi comportamentistici di rinforzo, che riguarda un incentivo o una motivazione a fare qualcosa . L’incentivo più comune sarebbe un compenso. Il compenso può essere materiale o immateriale; aiuta a motivare i dipendenti nelle loro vite aziendali, gli studenti negli accademici e ispira le persone a fare sempre di più per raggiungere la redditività in ogni campo. Gli studi dimostrano che se la persona riceve la ricompensa immediatamente, l’effetto è maggiore e diminuisce all’aumentare del ritardo. [33] La combinazione ripetitiva azione-ricompensa può far sì che l’azione diventi un’abitudine [33]

“I rinforzi e i principi di comportamento di rinforzo differiscono dall’ipotetico costrutto della ricompensa”. Un rinforzo è tutto ciò che segue un’azione, con l’intenzione che l’azione ora si verifichi più frequentemente. Da questo punto di vista, il concetto di distinguere tra forze intrinseche ed estrinseche è irrilevante.

La teoria dell’incentivo in psicologia tratta la motivazione e il comportamento dell’individuo poiché sono influenzati da convinzioni, come impegnarsi in attività che dovrebbero essere redditizie. La teoria dell’incentivo è promossa da psicologi comportamentali, come BF Skinner. La teoria dell’incentivo è supportata in particolare da Skinner nella sua filosofia del comportamentismo radicale, nel senso che le azioni di una persona hanno sempre ramificazioni sociali: e se le azioni sono accolte positivamente le persone hanno maggiori probabilità di agire in questo modo, o se le persone ricevute negativamente hanno meno probabilità di agire in questo modo.

La teoria dell’incentivo si distingue da altre teorie della motivazione, come la teoria della pulsione, nella direzione della motivazione. Nella teoria degli incentivi, gli stimoli “attraggono” una persona verso di loro e la spingono verso lo stimolo. In termini di comportamentismo, la teoria degli incentivi implica un rinforzo positivo: lo stimolo rinforzante è stato condizionato per rendere la persona più felice. Contrariamente alla teoria pulsionale, che implica il rinforzo negativo: uno stimolo è stato associato alla rimozione della punizione, la mancanza di omeostasi nel corpo. Ad esempio, una persona ha imparato che se mangia quando ha fame, eliminerà quella sensazione negativa di fame, o se beve quando ha sete, eliminerà quella sensazione negativa di sete. [34]

Migliore motivatore in Italia – Operazioni motivanti

operazioni motivanti, MO, si riferiscono al campo della motivazione in quanto aiutano a migliorare la comprensione degli aspetti del comportamento che non sono coperti dal condizionamento operante. Nel condizionamento operante, la funzione del rinforzatore è di influenzare il comportamento futuro . La presenza di uno stimolo ritenuto funzionare come un rinforzo non spiega secondo questa terminologia il comportamento attuale di un organismo – solo i precedenti casi di rinforzo di quel comportamento (in situazioni uguali o simili) lo fanno. Attraverso l’effetto di alterazione del comportamento dei MO, è possibile influenzare il comportamento attuale di un individuo, fornendo un altro pezzo del puzzle della motivazione.

Le operazioni motivanti sono fattori che influenzano il comportamento appreso in un determinato contesto. I MO hanno due effetti: un effetto di alterazione del valore , che aumenta o diminuisce l’efficienza di un rinforzo, e un effetto di alterazione del comportamento , che modifica il comportamento appreso che è stato precedentemente punito o rinforzato da un particolare stimolo. [31]

Quando un’operazione motivante provoca un aumento dell’efficacia di un rinforzo o amplifica in qualche modo un comportamento appreso (come aumentare la frequenza, l’intensità, la durata o la velocità del comportamento), funziona come un’operazione di stabilizzazione, EO . Un esempio comune di ciò potrebbe essere la privazione di cibo, che funziona come un EO in relazione al cibo: l’organismo privato di cibo eseguirà comportamenti precedentemente legati all’acquisizione di cibo più intensamente, frequentemente, più a lungo o più velocemente in presenza di cibo, e quei comportamenti sarebbero particolarmente fortemente rafforzati. [31] Ad esempio, un lavoratore di un fast food che guadagna un salario minimo, costretto a lavorare più di un lavoro per sbarcare il lunario, sarebbe fortemente motivato da un aumento di stipendio, a causa dell’attuale privazione di denaro (un’operazione di costituzione condizionata) . Il lavoratore lavorerebbe sodo per cercare di ottenere l’ aumento e ottenere l’aumento funzionerebbe come un rinforzo particolarmente forte del comportamento lavorativo .

Al contrario, un’operazione motivante che provoca una diminuzione dell’efficacia di un rinforzo, o diminuisce un comportamento appreso relativo al rinforzo, funziona come un’operazione di abolizione, AO. Sempre usando l’esempio del cibo, la sazietà del cibo prima della presentazione di uno stimolo alimentare produrrebbe una diminuzione dei comportamenti legati al cibo e diminuirebbe o abolirebbe completamente l’effetto rinforzante dell’acquisizione e dell’ingestione del cibo. [31] Si consideri il consiglio di amministrazione di una grande banca d’investimento, preoccupata per un margine di profitto troppo piccolo, che decide di dare all’amministratore delegato un nuovo pacchetto di incentivi per motivarlo ad aumentare i profitti dell’impresa. Se l’amministratore delegato ha già molti soldi, il pacchetto di incentivi potrebbe non essere un ottimo modo per motivarlo, perché sarebbe sazi di soldi. Ottenere ancora più soldi non sarebbe un forte rinforzo per il comportamento di aumento del profitto e non susciterebbe una maggiore intensità, frequenza o durata del comportamento di aumento del profitto.

La psicologia intenzionale di William McDougall

Vedi anche: comportamentismo intenzionale

La psicologia propositiva, nota anche come psicologia ormica , sottolinea che le azioni delle persone vengono eseguite per uno scopo o con un intento specifico. Questa è una teoria comportamentista che afferma che il comportamento è un riflesso a causa della motivazione interna/intrinseca. [35]

Migliore motivatore in Italia – Pulsioni

Articolo principale: teoria delle pulsioni

Una pulsione o un desiderio può essere descritto come un’urgenza che attiva un comportamento mirato a un obiettivo o a un incentivo. [36] Si pensa che queste pulsioni abbiano origine all’interno dell’individuo e potrebbero non richiedere stimoli esterni per incoraggiare il comportamento. Le pulsioni di base potrebbero essere innescate da impulsi come la fame, che motiva una persona a cercare cibo, mentre le pulsioni più sottili potrebbero essere il desiderio di lode e approvazione, che motiva una persona a comportarsi in modo gradito agli altri.

Un’altra pulsione fondamentale è la pulsione sessuale che, come il cibo, ci motiva perché è essenziale per la nostra sopravvivenza. [37] Il desiderio di sesso è cablato in profondità nel cervello di tutti gli esseri umani poiché le ghiandole secernono ormoni che viaggiano attraverso il sangue fino al cervello e stimolano l’inizio del desiderio sessuale. [37] L’ormone coinvolto nell’insorgenza iniziale del desiderio sessuale è chiamato deidroepiandrosterone (DHEA). [37] La base ormonale delle pulsioni sessuali sia degli uomini che delle donne è il testosterone. [37] [ necessità di un preventivo per la verifica ] [37] [ necessità di un preventivo per la verifica ]

Migliore motivatore in Italia -Tipi di motivazione

Intrinseco ed estrinseco

Intrinseco

Vedi anche: Ikigai

Per altri usi, vedi motivazione intrinseca (intelligenza artificiale) .

La motivazione intrinseca esiste all’interno dell’individuo ed è guidata dalla soddisfazione delle ricompense interne piuttosto che fare affidamento su pressioni esterne o ricompense estrinseche. Implica un interesse o un godimento dell’attività stessa. Ad esempio, un atleta può divertirsi giocando a calcio per l’esperienza, piuttosto che per un premio. [3] Le attività che coinvolgono la propria ricompensa intrinseca forniscono una motivazione che non dipende da ricompense esterne. [38] Perseguire sfide e obiettivi diventa più facile ed è più divertente quando si è intrinsecamente motivati a completare un determinato obiettivo; ad esempio, perché l’individuo è più interessato all’apprendimento, piuttosto che al raggiungimento dell’obiettivo. [3] È stato affermato che la motivazione intrinseca è associata a un maggiore benessere soggettivo [39] e che è importante per lo sviluppo cognitivo, sociale e fisico. [40] Può essere osservato anche nel comportamento animale, ad esempio, quando gli organismi si impegnano in comportamenti giocosi e guidati dalla curiosità in assenza di ricompensa .

Secondo alcuni teorici, i due elementi necessari per la motivazione intrinseca sono l’autodeterminazione o l’ autonomia e la competenza. [41] In quest’ottica, la causa del comportamento deve essere interna e l’individuo che si impegna nel comportamento deve percepire che il compito aumenta la propria competenza. [40] Eventi socio-contestuali come feedback e rinforzo possono causare sentimenti di competenza e quindi contribuire alla motivazione intrinseca. Tuttavia, i sentimenti di competenza non aumenteranno la motivazione intrinseca se non c’è un senso di autonomia. Nelle situazioni in cui sono presenti scelte, sentimenti e opportunità, la motivazione intrinseca aumenta perché le persone avvertono un maggiore senso di autonomia. [3] [41] Alcuni studi suggeriscono che esiste una correlazione negativa tra ricompense esterne e motivazione intrinseca, ovvero che fornendo elevate ricompense esterne per un’attività, la motivazione intrinseca per impegnarsi in essa tende ad essere inferiore. [42] [43]

Vari studi si sono concentrati sulla motivazione intrinseca degli studenti. [44] Suggeriscono che gli studenti intrinsecamente motivati hanno maggiori probabilità di impegnarsi volontariamente nel compito e di lavorare per migliorare le proprie abilità, il che tende ad aumentare le loro capacità. [45] È probabile che gli studenti siano intrinsecamente motivati se…

  • attribuiscono i loro risultati educativi a fattori sotto il proprio controllo, noti anche come autonomia o locus of control
  • credono di avere le capacità per essere agenti efficaci nel raggiungere gli obiettivi desiderati, noti anche come convinzioni di autoefficacia
  • sono interessati a padroneggiare un argomento, non solo a ottenere buoni voti

Tradizionalmente, i ricercatori pensavano alle motivazioni per utilizzare i sistemi informatici per essere guidati principalmente da scopi estrinseci; tuttavia, molti sistemi moderni hanno il loro uso guidato principalmente da motivazioni intrinseche. [46] Esempi di tali sistemi utilizzati principalmente per soddisfare le motivazioni intrinseche degli utenti includono giochi online, mondi virtuali, acquisti online, [47] apprendimento/istruzione, appuntamenti online, archivi di musica digitale, social network, pornografia online, sistemi gamificati e generale ludicizzazione.

La motivazione intrinseca tende ad essere più duratura, autosufficiente e soddisfacente rispetto alla motivazione estrinseca. [3] Per questo motivo, molti sforzi nel campo dell’istruzione mirano a modificare la motivazione intrinseca con l’obiettivo di promuovere le prestazioni di apprendimento e la creatività degli studenti. [3] Ma vari studi suggeriscono che la motivazione intrinseca è difficile da modificare o ispirare. I tentativi di reclutare motivatori intrinseci esistenti richiedono un approccio individualizzato: implicano l’identificazione e la rilevanza dei diversi motivatori necessari per motivare diversi studenti. [3] Questo di solito richiede abilità aggiuntive da parte dell’istruttore. [48] È stato scoperto che la consapevolezza è un fattore intra-individuale che supporta la motivazione autonoma e quindi contribuisce alla motivazione intrinseca. [49]

Estrinseco

La motivazione estrinseca si verifica quando un individuo è guidato da influenze esterne. [3] Questi possono essere gratificanti (denaro, buoni voti, fama, ecc.) o punitivi (minaccia di punizione, dolore, ecc.). La distinzione tra motivazione intrinseca ed estrinseca risiede nella forza trainante dell’azione. Quando qualcuno è intrinsecamente motivato, si impegna in un’attività perché è intrinsecamente interessante, divertente o soddisfacente. Con motivazione estrinseca, l’obiettivo dell’agente è un risultato desiderato distinto dall’attività stessa. [3] L’agente può avere motivazioni sia intrinseche che estrinseche per la stessa attività, ma di solito un tipo di motivazione prevale sull’altro. [50] Giocare a tennis per ricevere un premio è un esempio di motivazione estrinseca, mentre giocare perché ci si diverte implica una motivazione intrinseca. [3] [51]

Alcuni studi indicano che le ricompense estrinseche possono portare a un’eccessiva giustificazione e una successiva riduzione della motivazione intrinseca. In uno studio che ha dimostrato questo effetto, i bambini che si aspettavano di essere (e sono stati) ricompensati con un nastro e una stella d’oro per aver disegnato immagini hanno trascorso meno tempo a giocare con i materiali da disegno nelle osservazioni successive rispetto ai bambini a cui è stata assegnata una condizione di ricompensa inaspettata. [52] Questo indica che c’è una tendenza a preoccuparsi meno dell’attività stessa se ci si aspetta una ricompensa. [3] Tuttavia, altri studi suggeriscono che le ricompense estrinseche positive o negative possono anche aumentare la motivazione intrinseca. [53] Questo ci porta a supporre che gli effetti della motivazione estrinseca sulla motivazione intrinseca possano dipendere dal tipo di ricompensa. [54]

Secondo l’articolo “Self-Determination Theory and the Facilitation of Intrinsic Motivation, Social Development and Well-Being” [55] molto di ciò che facciamo dopo l’infanzia non è ispirato dalla motivazione intrinseca perché non facciamo più cose esclusivamente per soddisfare le nostre motivazioni intrinseche, ma viene invece fatto di più per soddisfare le nostre motivazioni estrinseche poiché dobbiamo aderire alle pressioni sociali che ci costringono a fare cose che non sono intrinsecamente motivanti. [56]

Un vantaggio della motivazione estrinseca è che può essere utilizzata in modo relativamente semplice per motivare altre persone a lavorare per il raggiungimento degli obiettivi. [3] Uno svantaggio è che potrebbe essere necessario monitorare la qualità del lavoro poiché l’agente potrebbe non essere altrimenti motivato a svolgere un buon lavoro. [3] La motivazione estrinseca che alimenta l’impegno nell’attività cessa presto una volta rimosse le ricompense esterne. È stato anche suggerito che i motivatori estrinseci possono diminuire di valore nel tempo, rendendo più difficile motivare la stessa persona in futuro. [3]

Johnmarshall Reeve distingue tra quattro tipi di motivazione estrinseca che implicano diversi gradi di autonomia: regolamentazione esterna, regolamentazione introiettata, regolamentazione identificata e regolamentazione integrata. La regolazione esterna è la forma meno autonoma di motivazione estrinseca. In esso, solo la conseguenza di un’azione conta per l’agente. Ad esempio, se uno studente vuole un buon voto, è motivato a studiare per quel voto. [57] La regolamentazione introiettata nasce dall’impressione dell’agente di ciò che dovrebbe fare. Ad esempio, uno studente sa che “dovrebbe” studiare e non vuole sentire il senso di colpa che deriva dal non studiare, quindi lo fa. [57] La regolamentazione identificata deriva da ciò che l’agente ritiene personalmente importante. Nell’esempio dello studente, possono comprendere che lo studio è importante per il loro successo e proseguiranno gli studi per questo motivo. La regolazione integrata è la forma più autonoma di motivazione estrinseca e si verifica quando la motivazione nasce dall’impressione di identità personale. Questo tipo di motivazione estrinseca è molto vicino alla motivazione intrinseca , ma non c’è ancora del tutto. Questo perché l’individuo è motivato a impegnarsi in un’attività da quanto bene esprime i propri valori invece che dal puro interesse e divertimento. In questo caso, uno studente studia perché così facendo esprime i suoi valori fondamentali e riflette il modo in cui si vede come persona. [57] Uno studente intrinsecamente motivato a studiare lo farebbe semplicemente perché pensava che studiare fosse interessante e divertente.

Inconscio e cosciente

La motivazione cosciente coinvolge i motivi di cui l’agente è consapevole. Nel caso della motivazione inconscia , invece, l’agente può essere parzialmente o totalmente inconsapevole del motivo per cui agisce in quel modo. [58]

Migliore motivatore in Italia – Inconscio

La distinzione conscio-inconscio gioca un ruolo importante nelle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud . [59] Secondo lui, l’ inconscio contiene varie parti represse della mente, come pensieri che inducono ansia e idee socialmente inaccettabili. Identifica la censura come una forza che impedisce alle parti represse di entrare nella coscienza. Ma gli impulsi istintuali inconsci possono comunque avere una grande influenza sul comportamento sotto forma di motivazione inconscia. [60] Quando questi istinti servono come motivo, la persona è consapevole solo dell’obiettivo del motivo, e non della sua effettiva fonte. Freud divide questi istinti in istinti sessuali, istinti di morte e istinti dell’ego o di autoconservazione. Gli istinti sessuali sono quelli che motivano gli esseri umani a rimanere in vita e garantire la continuazione dell’umanità. D’altra parte, Freud sostiene anche che gli esseri umani hanno una pulsione intrinseca all’autodistruzione: l’istinto di morte. Simile al diavolo e all’angelo che tutti hanno sulle spalle, l’istinto sessuale e l’istinto di morte combattono costantemente l’un l’altro per essere entrambi soddisfatti. L’istinto di morte può essere strettamente correlato all’altro concetto di Freud, l’Es, che è il nostro bisogno di provare il piacere immediatamente, a prescindere dalle conseguenze. L’ultimo tipo di istinto che contribuisce alla motivazione è l’ego o istinto di autoconservazione. Questo istinto è orientato a garantire che una persona si senta convalidata in qualunque comportamento o pensiero abbia. Il censore mentale, o porta tra l’inconscio e il preconscio, aiuta a soddisfare questo istinto. Ad esempio, si può essere sessualmente attratti da una persona, a causa del suo istinto sessuale, ma l’istinto di autoconservazione impedisce loro di agire in base a questo impulso finché quella persona non scopre che è socialmente accettabile farlo. In modo del tutto simile alla sua teoria psichica che si occupa dell’Es, dell’Io e del Super-Io, la teoria degli istinti di Freud mette in evidenza l’interdipendenza di questi tre istinti. Tutti e tre servono come sistema di controllo e bilanciamento per controllare su quali istinti vengono agiti e quali comportamenti vengono utilizzati per soddisfarne tanti contemporaneamente.

L’adescamento è un’altra fonte di motivazione inconscia. È un fenomeno per cui l’esposizione a uno stimolo influenza una risposta a uno stimolo successivo, senza guida o intenzione cosciente. [61] [62] [63] Ad esempio, quando qualcuno è esposto alla parola “cancro”, è meno probabile che fumi una sigaretta che gli viene offerta. [64] Esistono varie forme di priming, ma il priming visivo e semantico sono i più rilevanti per la motivazione. [64] A causa di questo legame con gli stimoli esterni, il priming è strettamente correlato alla teoria dell’esposizione , che afferma che le persone tendono ad apprezzare le cose a cui sono state esposte in precedenza. Viene utilizzato dalle società pubblicitarie per convincere le persone ad acquistare i loro prodotti. Nei posizionamenti di prodotti in film e programmi TV, ad esempio, vediamo un prodotto nel nostro film preferito, il che ci rende più inclini ad acquistare quel prodotto quando lo vediamo di nuovo. [65] Un altro esempio viene dagli ex tossicodipendenti, che sono più tentati di ricadere se esposti a stimoli associati alla droga. [66]

cosciente

Freud faceva molto affidamento sulle teorie della motivazione inconscia come spiegato sopra. Questo approccio è stato criticato da Gordan Allport , il quale sostiene che le motivazioni coscienti siano la principale fonte di motivazione. [58] [67]

Migliore motivatore in Italia – Neuroscienza

Articolo principale: salienza motivazionale

Di solito due parti definiscono la motivazione come un desiderio di agire: la direzionale (come diretta verso uno stimolo positivo o lontano da uno negativo) e la “fase di ricerca” attivata e la “fase di gradimento” consumativa. Questo tipo di motivazione ha radici neurobiologiche nei gangli della base e nel mesolimbico vie (dopaminergiche) . Il comportamento di “ricerca” attivato , come l’attività locomotoria, è influenzato dai farmaci dopaminergici e gli esperimenti di microdialisi rivelano che la dopamina viene rilasciata durante l’anticipazione di una ricompensa . [68] Il ” comportamento di desiderio ” associato a uno stimolo gratificante può essere aumentato da microiniezioni di dopamina e farmaci dopaminergici nel nucleo dorsorostrale accumbens e nel palladio ventrale posteriore . Le iniezioni di oppioidi in quest’area producono piacere; tuttavia, al di fuori di questi hotspot edonistici , creano un desiderio accresciuto. [69] Inoltre, l’esaurimento o l’inibizione della dopamina nei neuroni del nucleus accumbens diminuisce il comportamento appetitivo ma non di consumo . La dopamina, ulteriormente implicata nella motivazione come somministrazione di anfetamina , aumenta il punto di rottura in un programma di auto-rinforzo a rapporto progressivo ; i soggetti saranno disposti a fare di più (es. premere una leva più volte) per ottenere una ricompensa. [70]

Nelle situazioni in cui la memoria influenza lo stato motivazionale, l’ippocampo si attiva. Questo può essere evidente in circostanze in cui sono necessari dettagli contestuali per raggiungere gli obiettivi desiderati. [71]

Migliore motivatore in Italia – Ragioni motivazionali e razionalità

ragioni motivazionali sono ragioni pratiche che un agente ha per favorire un certo corso d’ azione . Sono contrastate con ragioni normative , che determinano ciò che l’agente dovrebbe fare da un punto di vista imparziale. [72] Ad esempio, Jane soffre di pressione alta, che è una ragione normativa per non avere un grosso pezzo di torta al cioccolato. La sua prelibatezza, d’altra parte, è la ragione motivante di Jane per avere comunque una porzione. Possiamo avere ragioni normative senza esserne consapevoli, il che non è il caso delle ragioni motivanti. [13] È possibile che gli stati inconsci influenzino il nostro comportamento in vari modi. Ma questi stati e il loro contenuto non sono considerati motivi motivanti in questi casi. [13] Intese nel senso più ampio, esistono forme di motivazione che non implicano ragioni motivanti. [20] Una seconda differenza è che le ragioni normative sono fattuali mentre le ragioni motivanti possono ingannare l’agente. [72] [13] Quindi avere la pressione alta può essere una ragione normativa per Jane solo se ha effettivamente la pressione alta. Ma la prelibatezza della torta può essere un motivo motivante anche se la torta non è affatto deliziosa. In questo caso, la motivazione si basa su una falsa credenza . [72] Ma idealmente, ragioni motivazionali e ragioni normative coincidono: l’agente è motivato da fatti che determinano ciò che dovrebbe fare.

Una questione strettamente connessa riguarda la relazione tra ciò che crediamo di dover fare, le cosiddette convinzioni del dovere, e ciò che siamo motivati a fare o che effettivamente intendiamo fare. [13] [9] [73] Il filosofo John Broome sostiene che questa relazione è al centro dell’enkratic razionalità : “La razionalità richiede da te che, se credi di dover F, allora intendi F”. Pensa che il processo di ragionamento sia responsabile di allineare le nostre intenzioni con le nostre convinzioni di dovere. [73] [74] [75] I requisiti di razionalità non sono sempre soddisfatti, con conseguenti casi di irrazionalità. Si dice che una persona soffra di akrasia o debolezza della volontà se non soddisfa il requisito encratico , cioè se fa qualcosa di diverso da quello che crede di dover fare. [76] [77] Un autore che crede di dover lavorare al suo nuovo libro ma finisce invece per guardare la TV è un esempio di un caso di akrasia. L’accidie è un fenomeno strettamente correlato in cui l’agente crede che ci sia qualcosa di importante da fare ma non ha alcuna motivazione per impegnarsi in questa azione a causa della svogliatezza. [13] [78]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni pratiche

Il controllo della motivazione è compreso solo in misura limitata. Esistono molti approcci diversi alla formazione motivazionale , ma molti di questi sono considerati pseudoscientifici dai critici. [ quale? ] Per capire come controllare la motivazione è prima necessario capire perché molte persone mancano di motivazione. [ ricerca originale? ]

Come ogni teoria, la teoria motivazionale fa previsioni su ciò che funzionerà nella pratica. Ad esempio, la Teoria Y di Douglas McGregor parte dal presupposto che la persona media non solo accetta, ma cerca anche la responsabilità, ama fare il lavoro e, quindi, è più soddisfatta quando ha una gamma più ampia di lavoro da svolgere. [79] L’implicazione pratica è che, poiché un’azienda dà agli individui maggiori responsabilità, questi sentiranno un maggiore senso di soddisfazione e, di conseguenza, un maggiore impegno per l’organizzazione. Allo stesso modo si prevede che allocare più lavoro aumenterà il coinvolgimento. Inoltre, Malone sostiene che la delega di responsabilità incoraggia la motivazione perché i dipendenti hanno un controllo creativo sul proprio lavoro e aumentano la produttività poiché molte persone possono lavorare in modo collaborativo per risolvere un problema piuttosto che un solo manager che lo affronta da solo. [80] Altri hanno sostenuto che la partecipazione al processo decisionale aumenta il morale e l’impegno nei confronti dell’organizzazione, aumentando di conseguenza la produttività. [81] [82] Allo stesso modo, se i team e i membri aumentano la motivazione (come riportato nei classici studi della Hawthorn Western Electric Company ) [83] l’incorporazione dei team fornisce incentivi al lavoro. In generale, la teoria della motivazione viene spesso applicata alla motivazione dei dipendenti . [84]

Migliore motivatore in Italia –Applicazioni nel mondo degli affari

Articoli principali: motivazione al lavoro , soddisfazione sul lavoro e comportamento organizzativo § motivazione

All’interno della gerarchia dei bisogni di Maslow (proposta per la prima volta nel 1943), ai livelli inferiori (come i bisogni fisiologici) il denaro funge da motivatore; tuttavia, tende ad avere un effetto motivante sul personale che dura solo per un breve periodo (secondo il modello di motivazione a due fattori di Herzberg del 1959). Ai livelli più alti della gerarchia, lode, rispetto, riconoscimento, responsabilizzazione e senso di appartenenza sono motivatori di gran lunga più potenti del denaro, come sia la teoria della motivazione di Abraham Maslow che la teoria X e la teoria Y di Douglas McGregor (che hanno origine nel 1950 e relativi alla teoria della leadership ) suggeriscono.

Secondo Maslow, le persone sono motivate da bisogni insoddisfatti. [85] I bisogni di livello inferiore (come i bisogni fisiologici e di sicurezza) devono essere soddisfatti prima di affrontare i bisogni di livello superiore. Ci si può riferire alla teoria della Gerarchia dei Bisogni di Maslow con la motivazione dei dipendenti . Ad esempio, se i manager tentano di motivare i propri dipendenti soddisfacendo i loro bisogni; secondo Maslow, dovrebbero cercare di soddisfare i bisogni di livello inferiore prima di provare a soddisfare i bisogni di livello superiore, altrimenti i dipendenti non saranno motivati. I gestori dovrebbero anche ricordare che non tutti saranno soddisfatti delle stesse esigenze. Un buon manager cercherà di capire quali livelli di bisogni sono rilevanti per un determinato individuo o dipendente.

Maslow colloca il denaro al livello più basso della gerarchia e postula altri bisogni come migliori motivatori per il personale. McGregor mette i soldi nella sua categoria Teoria X e li considera uno scarso motivatore. La lode e il riconoscimento (posizionati nella categoria Teoria Y) sono considerati motivatori più forti del denaro.

  • I dipendenti motivati cercano sempre modi migliori per svolgere un lavoro.
  • I dipendenti motivati sono più orientati alla qualità .
  • I lavoratori motivati sono più produttivi. [86]

Il posto di lavoro medio si trova a metà strada tra gli estremi di alta minaccia e alta opportunità. La motivazione per minaccia è una strategia senza uscita e, naturalmente, il personale è più attratto dal lato opportunità della curva della motivazione che dal lato minaccia. Lawrence Steinmetz (1983) vede la motivazione come un potente strumento nell’ambiente di lavoro che può portare i dipendenti a lavorare ai livelli di produzione più efficienti. [87] Tuttavia, Steinmetz discute anche tre tipi caratteriali comuni di subordinati: ascendente, indifferente e ambivalente, che reagiscono e interagiscono tutti in modo univoco e devono essere trattati, gestiti e motivati di conseguenza. Un leader efficace deve capire come gestire tutti i personaggi e, cosa più importante, il manager deve utilizzare strade che consentano ai dipendenti di lavorare, crescere e trovare risposte in modo indipendente. [87] [ è necessaria una citazione per verificare ]

Uno studio classico presso lo stabilimento di produzione britannico di Vauxhall Motors ha sfidato le ipotesi di Maslow e Herzberg. [88] Goldthorpe et al. (1968) ha introdotto il concetto di orientamento al lavoro e ha distinto tre orientamenti principali: [88]

  • strumentale (con il lavoro visto come un mezzo per un fine)
  • burocratico (dove il lavoro funge da fonte di status, sicurezza e ricompensa immediata)
  • solidaristico (che dà la priorità alla fedeltà di gruppo)

Altre teorie ampliarono ed estesero quelle di Maslow e Herzberg. Questi includevano l’ analisi del campo di forza degli anni ’30 di Kurt Lewin , la teoria della definizione degli obiettivi di Edwin A. Locke (dalla metà degli anni ’60 in poi) e la teoria dell’aspettativa di Victor Vroom del 1964. Questi tendono a sottolineare le differenze culturali e il fatto che fattori diversi tendono a motivare gli individui in momenti diversi. [89] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Secondo il sistema di gestione scientifica sviluppato da Frederick Winslow Taylor (1856-1915), la sola retribuzione determina la motivazione del lavoratore, e quindi la direzione non deve considerare gli aspetti psicologici o sociali del lavoro. In sostanza, la gestione scientifica basa la motivazione umana interamente su ricompense estrinseche e scarta l’idea di ricompense intrinseche .

Al contrario, David McClelland (1917-1998) riteneva che i lavoratori non potessero essere motivati dal semplice bisogno di denaro , infatti, la motivazione estrinseca (ad esempio, il denaro) poteva estinguere la motivazione intrinseca come la motivazione al successo, sebbene il denaro potesse essere usato come indicatore di successo per vari motivi, ad esempio, mantenere il punteggio. In linea con questa visione, la sua società di consulenza, McBer & Company (1965-1989), aveva come primo motto “Rendere tutti produttivi, felici e liberi”. Per McClelland, la soddisfazione risiedeva nell’allineare la vita delle persone alle loro motivazioni fondamentali.

Elton Mayo (1880-1949) ha scoperto l’importanza dei contatti sociali che un lavoratore ha sul posto di lavoro e ha scoperto che la noia e la ripetitività dei compiti portano a una motivazione ridotta. Mayo credeva che i lavoratori potessero essere motivati riconoscendo i loro bisogni sociali e facendoli sentire importanti. Di conseguenza, ai dipendenti è stata data la libertà di prendere decisioni sul posto di lavoro e una maggiore attenzione è stata dedicata ai gruppi di lavoro informali .

Mayo ha chiamato il suo modello l’ effetto Hawthorne . [90] Il suo modello è stato giudicato [ da chi? ] come fare eccessivo affidamento sui contatti sociali all’interno delle situazioni lavorative per motivare i dipendenti. [91] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Nel 1981 William Ouchi ha introdotto la Teoria Z , un approccio di gestione ibrido composto da filosofie e culture sia giapponesi che americane. [92] [ è necessaria una citazione per verificare ] Il suo segmento giapponese è molto simile alla cultura del clan in cui le organizzazioni si concentrano su una struttura standardizzata con una forte enfasi sulla socializzazione dei suoi membri. Tutti gli obiettivi sottostanti sono coerenti in tutta l’organizzazione. Il suo segmento americano mantiene formalità e autorità tra i membri e l’organizzazione. In definitiva, la Teoria Z promuove una struttura e un impegno comuni per l’organizzazione, nonché il miglioramento costante dell’efficacia del lavoro .

In Essentials of Organizational Behavior (2007), Robbins e Judge esaminano i programmi di riconoscimento come motivatori e identificano cinque principi che contribuiscono al successo di un programma di incentivi per i dipendenti : [93]

  • riconoscimento delle differenze individuali dei dipendenti e chiara individuazione dei comportamenti ritenuti meritevoli di riconoscimento
  • permettendo ai dipendenti di partecipare
  • collegare i premi alle prestazioni
  • premiazione dei designatori
  • visibilità del processo di riconoscimento

Organizzazioni moderne che adottano metodi di motivazione dei dipendenti non monetari piuttosto che vincolarli a ricompense tangibili. Quando la ricompensa mira a soddisfare il contributo, la partecipazione e la soddisfazione individuale dei dipendenti, aumenta il loro morale. [94]

  • Fornire un ambiente di lavoro positivo [95]
  • Incoraggiare il contributo e le ricompense del team [96]
  • Feedback [97]
  • Assegna ruoli stimolanti [98]

Migliore motivatore in Italia – Modello delle caratteristiche del lavoro

Articolo principale: modello delle caratteristiche del lavoro

Il modello delle caratteristiche del lavoro ( JCM ), come progettato da Hackman e Oldham, tenta di utilizzare la progettazione del lavoro per migliorare la motivazione dei dipendenti. Suggeriscono che qualsiasi lavoro può essere descritto in termini di cinque caratteristiche chiave del lavoro: [99] [100]

  1. Varietà di abilità : il grado in cui il lavoro richiede l’uso di abilità e talenti diversi
  2. Identità del compito : il grado in cui il lavoro ha contribuito a un progetto più ampio chiaramente identificabile
  3. Significato del compito : il grado in cui il lavoro influisce sulla vita o sul lavoro di altre persone
  4. Autonomia : il grado in cui il lavoratore ha indipendenza, libertà e discrezione nello svolgimento del lavoro
  5. Feedback sulle attività : il grado in cui al lavoratore vengono fornite informazioni chiare, specifiche, dettagliate e utilizzabili sull’efficacia della sua prestazione lavorativa

Il JCM collega le dimensioni fondamentali del lavoro sopra elencate a stati psicologici critici che si traducono nei risultati personali e lavorativi desiderati. Ciò costituisce la base di questa “forza del bisogno di crescita dei dipendenti”. Le dimensioni fondamentali sopra elencate possono essere combinate in un unico indice predittivo, chiamato punteggio potenziale motivante (MPS). L’MPS può essere calcolato, utilizzando le dimensioni fondamentali discusse sopra, come segue:

I lavori ad alto potenziale motivante devono essere elevati sia per l’autonomia che per il feedback e devono anche essere elevati per almeno uno dei tre fattori che portano alla significatività sperimentata. [101] Se un lavoro ha un MPS elevato, il modello delle caratteristiche del lavoro prevede che motivazione, prestazioni e soddisfazione sul lavoro saranno influenzate positivamente e la probabilità di esiti negativi, come assenteismo e turnover, sarà ridotta. [101]

Migliore motivatore in Italia – Programmi di riconoscimento dei dipendenti

Il riconoscimento dei dipendenti non riguarda solo regali e punti. Si tratta di cambiare la cultura aziendale al fine di raggiungere obiettivi e iniziative e, soprattutto, collegare i dipendenti ai valori e alle convinzioni fondamentali dell’azienda. Il riconoscimento strategico dei dipendenti è visto come il programma più importante non solo per migliorare la fidelizzazione e la motivazione dei dipendenti, ma anche per influenzare positivamente la situazione finanziaria. [102] La differenza tra l’approccio tradizionale (regali e punti) e il riconoscimento strategico è la capacità di fungere da influencer aziendale serio in grado di far avanzare gli obiettivi strategici di un’azienda in modo misurabile. “La stragrande maggioranza delle aziende vuole essere innovativa, proponendo nuovi prodotti, modelli di business e modi migliori di fare le cose. Tuttavia, l’innovazione non è così facile da raggiungere. Un CEO non può semplicemente ordinarla, e così sarà. Devi gestire con attenzione un’organizzazione in modo che, nel tempo, emergano innovazioni”. [103]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni nell’istruzione

motivazione è di particolare interesse per gli psicologi dell’educazione a causa del ruolo cruciale che svolge nell’apprendimento degli studenti. Tuttavia, il tipo specifico di motivazione che viene studiato nel contesto specializzato dell’istruzione differisce qualitativamente dalle forme più generali di motivazione studiate dagli psicologi in altri campi.

La motivazione nell’istruzione può avere diversi effetti sul modo in cui gli studenti imparano e su come si comportano nei confronti della materia. Può: [104]

  1. Comportamento diretto verso obiettivi particolari
  2. Porta a un maggiore sforzo ed energia
  3. Aumentare l’inizio e la persistenza nelle attività
  4. Migliora l’elaborazione cognitiva
  5. Determina quali conseguenze stanno rafforzando
  6. Porta a prestazioni migliori.

Poiché gli studenti non sono sempre motivati internamente, a volte hanno bisogno di una motivazione situata , che si trova nelle condizioni ambientali che l’insegnante crea.

Se gli insegnanti decidessero di premiare in modo estrinseco i comportamenti produttivi degli studenti, potrebbero avere difficoltà a districarsi da quel percorso. Di conseguenza, la dipendenza degli studenti dalle ricompense estrinseche rappresenta uno dei maggiori detrattori dal loro uso in classe. [105]

La maggior parte dei nuovi leader dell’orientamento studentesco nei college e nelle università riconosce che le esigenze distintive degli studenti dovrebbero essere prese in considerazione per quanto riguarda le informazioni sull’orientamento fornite all’inizio dell’esperienza di istruzione superiore. La ricerca condotta da Whyte nel 1986 ha accresciuto la consapevolezza di consulenti ed educatori al riguardo. Nel 2007, la National Orientation Directors Association ha ristampato il rapporto di ricerca di Cassandra B. Whyte consentendo ai lettori di accertare i miglioramenti apportati nell’affrontare le esigenze specifiche degli studenti oltre un quarto di secolo dopo per aiutare con il successo accademico. [106]

In generale, la motivazione è concettualizzata come intrinseca o estrinseca . Classicamente, queste categorie sono considerate distinte. [3] Oggi è meno probabile che questi concetti vengano usati come categorie distinte, ma invece come due tipi ideali che definiscono un continuum : [107]

  1. La motivazione intrinseca si verifica quando le persone sono motivate internamente a fare qualcosa perché o procura loro piacere, pensano che sia importante o sentono che ciò che stanno imparando è significativo. È stato dimostrato che la motivazione intrinseca per l’istruzione scende dai gradi 3-9 sebbene la causa esatta non possa essere accertata. [108] Inoltre, negli studenti più giovani è stato dimostrato che contestualizzare materiale che altrimenti sarebbe presentato in modo astratto aumenta la motivazione intrinseca di questi studenti. [109]
  2. La motivazione estrinseca entra in gioco quando uno studente è costretto a fare qualcosa o ad agire in un certo modo a causa di fattori esterni a lui o lei (come denaro o buoni voti).

Whyte ha ricercato e riferito sull’importanza del locus of control e del rendimento scolastico. Gli studenti che tendono a un luogo di controllo più interno hanno più successo accademico, incoraggiando così lo sviluppo del curriculum e delle attività tenendo conto delle teorie della motivazione. [110] [111]

L’orientamento della motivazione accademica può anche essere legato alla capacità di rilevare ed elaborare gli errori. Fisher, Nanayakkara e Marshall hanno condotto ricerche neuroscientifiche sull’orientamento alla motivazione dei bambini, sugli indicatori neurologici del monitoraggio degli errori (il processo di rilevamento di un errore) e sui risultati scolastici. La loro ricerca suggerisce che gli studenti con un’elevata motivazione intrinseca attribuiscono le prestazioni al controllo personale e che il loro sistema di monitoraggio degli errori è maggiormente coinvolto dagli errori di prestazione. Hanno anche scoperto che l’orientamento alla motivazione e il rendimento scolastico erano legati alla forza in cui era impegnato il loro sistema di monitoraggio degli errori. [112]

È stato riscontrato che la motivazione è un elemento importante nel concetto di andragogia (ciò che motiva lo studente adulto) e nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, come nel trattamento della risposta fondamentale . La motivazione è stata trovata critica anche nell’adesione degli adolescenti ai suggerimenti sulla salute, poiché “l’impegno richiede la convinzione nelle conseguenze potenzialmente negative e gravi del non agire”. [113]

Doyle e Moeyn hanno notato che i metodi tradizionali tendevano a utilizzare l’ansia come motivazione negativa ( ad es . uso di voti negativi da parte degli insegnanti) come metodo per convincere gli studenti a lavorare. Tuttavia, hanno scoperto che gli approcci progressivi incentrati sulla motivazione positiva rispetto alla punizione hanno prodotto una maggiore efficacia nell’apprendimento, poiché l’ansia interferisce con l’esecuzione di compiti complessi. [114]

Simer et al. ha tentato di definire meglio coloro che nei programmi di formazione medica possono avere una “personalità chirurgica”. Hanno valutato un gruppo di ottocentouno stagisti chirurgici del primo anno per confrontare i tratti motivazionali tra coloro che hanno completato e non hanno completato la formazione chirurgica. Non è stata notata alcuna differenza tra l’80,5% che ha completato la formazione confrontando le proprie risposte con il 19,5% che non ha completato la formazione utilizzando il sistema di comportamento inibitorio/sistema di approccio comportamentale convalidato. Sulla base di ciò, hanno concluso che la motivazione del medico residente non è associata al completamento di un programma di formazione chirurgica. [115]

Può sembrare che il motivo per cui alcuni studenti sono più coinvolti e ottengono risultati migliori nelle attività in classe rispetto ad altri studenti è perché alcuni sono più motivati di altri. Tuttavia, la ricerca attuale suggerisce che la motivazione è “dinamica, sensibile al contesto e mutevole”. [116] Pertanto, gli studenti hanno la flessibilità di modificare la loro motivazione per impegnarsi in un’attività o per l’apprendimento, anche se in primo luogo non erano motivati intrinsecamente. [117] Sebbene avere questo tipo di flessibilità sia importante, la ricerca rivela che lo stile di insegnamento di un insegnante e l’ambiente scolastico possono svolgere un ruolo nella motivazione degli studenti. [118] [116] [119]

Secondo Sansone e Morgan, quando gli studenti sono già motivati a impegnarsi in un’attività per il proprio piacere personale e poi un insegnante fornisce allo studente un feedback, il tipo di feedback fornito può cambiare il modo in cui lo studente vede l’attività e può persino minare la sua motivazione intrinseca. [117] [120] Maclellan ha anche esaminato il rapporto tra tutor e studenti e, in particolare, il tipo di feedback che il tutor darebbe allo studente. I risultati di Maclellan hanno mostrato che le lodi o le critiche rivolte allo studente generavano un sentimento di ” intelligenza fissa “, mentre le lodi e le critiche rivolte allo sforzo e alla strategia utilizzati dallo studente generavano una sensazione di ” intelligenza malleabile “. [116] In altre parole, il feedback relativo allo sforzo e alla strategia lascia agli studenti la consapevolezza che c’è spazio per la crescita. Questo è importante perché quando gli studenti credono che la loro intelligenza sia “fissa”, la loro mentalità può impedire lo sviluppo delle abilità perché gli studenti crederanno di avere solo una “certa quantità” di comprensione su un particolare argomento e potrebbero anche non provarci. Pertanto, è fondamentale che un insegnante sia consapevole di come il feedback che fornisce ai propri studenti possa avere un impatto sia positivo che negativo sul coinvolgimento e sulla motivazione dello studente. [116] [118]

In uno studio correlazionale, Katz e Shahar hanno utilizzato una serie di questionari e scale in stile Likert e li hanno dati a 100 insegnanti per vedere cosa rende un insegnante motivante. I loro risultati indicano che gli insegnanti che sono intrinsecamente motivati a insegnare e credono che gli studenti dovrebbero essere insegnati in uno stile autonomo sono i tipi di insegnanti che promuovono la motivazione intrinseca in classe. [118] Deci, Sheinman e Nezlek hanno anche scoperto che quando gli insegnanti si sono adattati a uno stile di insegnamento autonomo, gli studenti sono stati influenzati positivamente e sono diventati più intrinsecamente motivati a raggiungere risultati in classe. Tuttavia, sebbene gli studenti si siano adattati rapidamente al nuovo stile di insegnamento, l’impatto è stato di breve durata. [121] Pertanto, gli insegnanti sono limitati nel modo in cui insegnano dalla pressione di agire, insegnare e fornire feedback in un certo modo dal distretto scolastico, dall’amministrazione e dai tutori. [121] [119] Inoltre, anche se gli studenti hanno un insegnante che promuove uno stile di insegnamento autonomo, anche il loro ambiente scolastico generale è un fattore perché può essere estrinsecamente motivante. Esempi di ciò potrebbero essere manifesti intorno alla scuola che promuovono feste a base di pizza per la media dei voti più alta o tempi di ricreazione più lunghi per l’aula che portano più donazioni di cibo in scatola.

Migliore motivatore in Italia – Educazione e apprendimento indigeni

Per molti studenti indigeni (come i bambini nativi americani ), la motivazione può derivare dall’organizzazione sociale; un fattore importante di cui gli educatori dovrebbero tenere conto oltre alle variazioni nella sociolinguistica e nella cognizione . [122] Mentre lo scarso rendimento scolastico tra gli studenti nativi americani è spesso attribuito a bassi livelli di motivazione, l’organizzazione della classe dall’alto verso il basso è spesso considerata inefficace per i bambini di molte culture che dipendono da un senso di comunità, scopo e competenza in ordine impegnarsi. [123] Strategie di apprendimento strutturate orizzontalmente e basate sulla comunità spesso forniscono un ambiente strutturalmente più favorevole alla motivazione dei bambini indigeni , che tendono ad essere guidati da “enfasi sociale/affettiva, armonia, prospettive olistiche, creatività espressiva e comunicazione non verbale “. [124] Questa spinta è anche riconducibile a una tradizione culturale di aspettative a livello comunitario di partecipazione alle attività e agli obiettivi del gruppo più ampio, piuttosto che aspirazioni individualizzate di successo o trionfo. [125]

Inoltre, in alcune comunità indigene, i bambini piccoli possono spesso ritrarre un senso di motivazione basata sulla comunità attraverso le loro interazioni simili a quelle dei genitori con i fratelli. [126] Inoltre, è normale che i bambini assistano e manifestino per le loro controparti più giovani senza essere sollecitati da figure autoritarie. Tecniche di osservazione e metodi di integrazione sono dimostrati in esempi come la tessitura in Chiapas, in Messico, dove è normale che i bambini imparino da “un altro più abile” all’interno della comunità. [127] La vera responsabilità del bambino all’interno della comunità Maya può essere vista, ad esempio, nell’apprendistato di tessitura; spesso, quando “l’altro più abile” ha il compito di molteplici obblighi, un bambino più grande interviene e guida lo studente. [127] L’orientamento tra fratelli è supportato fin dalla prima giovinezza, dove l’apprendimento attraverso il gioco incoraggia ambienti strutturati orizzontalmente attraverso modelli educativi alternativi come “Partecipazione comunitaria intenzionale”. [128] La ricerca suggerisce anche che l’istruzione formale occidentalizzata può effettivamente rimodellare la natura tradizionalmente collaborativa della vita sociale nelle comunità indigene. [129] Questa ricerca è supportata a livello interculturale, con variazioni nella motivazione e nell’apprendimento spesso riportate più elevate tra i gruppi indigeni e le loro controparti nazionali occidentalizzate che tra i gruppi indigeni attraverso le divisioni continentali internazionali. [130]

Inoltre, in alcune comunità indigene delle Americhe, la motivazione è una forza trainante per l’apprendimento. I bambini sono incorporati e accolti per partecipare alle attività quotidiane e quindi si sentono motivati a partecipare perché cercano un senso di appartenenza nelle loro famiglie e comunità. [131]

La partecipazione dei bambini è incoraggiata e il loro apprendimento è supportato dalla loro comunità e famiglia, favorendone la motivazione. Anche i bambini sono considerati contributori attivi. La loro partecipazione attiva consente loro di apprendere e acquisire competenze preziose e utili nelle loro comunità. [132]

Man mano che i bambini passano dalla prima infanzia alla mezza infanzia, la loro motivazione a partecipare cambia. Sia nelle comunità indigene del popolo Quechua che nella Rioja in Perù, i bambini spesso vivono una transizione in cui diventano più coinvolti negli sforzi della loro famiglia e della comunità. Questo cambia la loro posizione e il loro ruolo nelle loro famiglie in famiglie più responsabili e porta ad un aumento del loro desiderio di partecipare e appartenere. Quando i bambini attraversano questa transizione, spesso sviluppano un senso di identità all’interno della loro famiglia e comunità. [133]

Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza può essere visto nel numero di lavoro a cui partecipano i bambini poiché questo cambia nel tempo. Ad esempio, il tempo di gioco dei bambini Maya Yucatec diminuisce dall’infanzia all’adolescenza e man mano che il bambino cresce, viene sostituito dal tempo trascorso a lavorare. Nell’infanzia il lavoro è iniziato da altri mentre nell’adolescenza è auto-iniziato. Il cambiamento nell’iniziazione e il cambiamento nel tempo dedicato al lavoro rispetto al gioco mostra la motivazione dei bambini a partecipare per imparare. [134]

Questa transizione tra l’infanzia e l’adolescenza aumenta la motivazione perché i bambini acquisiscono responsabilità sociali all’interno delle loro famiglie. In alcune comunità messicane di eredità indigena, i contributi che i bambini danno all’interno della loro comunità sono essenziali per essere esseri sociali, stabiliscono i loro ruoli di sviluppo e aiutano anche a sviluppare il loro rapporto con la famiglia e la comunità. [135]

Man mano che i bambini acquisiscono più ruoli e responsabilità all’interno delle loro famiglie, aumenta anche il loro desiderio di partecipare. Ad esempio, i giovani Maya di San Pedro, in Guatemala, imparano a lavorare nei campi e nelle aziende a conduzione familiare perché sono motivati a contribuire alla propria famiglia. Molte donne del San Pedro hanno imparato a tessere guardando le loro madri cucire quando erano bambine, a volte guadagnandosi la lana facendo piccoli compiti come guardare i bambini piccoli di madri impegnate. Desiderose di imparare e di contribuire, queste ragazze hanno aiutato altri membri della loro comunità ad aiutare le loro madri con le loro attività di tessitura o attraverso altri compiti come aiutare a trasportare l’acqua, mentre i ragazzi hanno aiutato con compiti come portare legna da ardere insieme ai loro padri. [136]

La motivazione dei bambini a imparare non è solo influenzata dal loro desiderio di appartenenza, ma anche dal loro desiderio di vedere il successo della loro comunità. È stato dimostrato che i bambini delle comunità Navajo hanno livelli di preoccupazione sociale più elevati rispetto ai bambini angloamericani nelle loro scuole. Avendo alti livelli di preoccupazione sociale, i bambini indigeni mostrano preoccupazione non solo per il loro apprendimento ma anche per i loro coetanei, il che serve da esempio del loro instillato senso di responsabilità per la loro comunità. Desiderano avere successo come gruppo unito piuttosto che solo se stessi. [137]

Per essere contributori consapevoli, i bambini devono essere consapevoli di ciò che li circonda e degli obiettivi della comunità. L’apprendimento dei bambini nelle comunità a eredità indigena si basa principalmente sull’osservazione e sull’aiuto agli altri nella loro comunità. Attraverso questo tipo di partecipazione all’interno della loro comunità, ottengono uno scopo e una motivazione per l’attività che stanno facendo all’interno della loro comunità e diventano partecipanti attivi perché sanno che lo stanno facendo per la loro comunità. [138]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni nella progettazione di giochi

I modelli motivazionali sono centrali nel design del gioco , perché senza motivazione, un giocatore non sarà interessato a progredire ulteriormente all’interno di un gioco . [139] Sono stati proposti diversi modelli per le motivazioni del gioco, incluso quello di Richard Bartle . Jon Radoff ha proposto un modello di motivazione del gioco a quattro quadranti che include cooperazione, competizione, immersione e realizzazione. [140] La struttura motivazionale dei giochi è centrale nella tendenza della gamification , che cerca di applicare la motivazione basata sul gioco alle applicazioni aziendali. [141] Alla fine, i game designer devono conoscere i bisogni e i desideri dei loro clienti affinché le loro aziende possano prosperare.

Ci sono stati vari studi sulla connessione tra motivazione e giochi. Uno studio in particolare riguardava gli adolescenti taiwanesi e la loro spinta alla dipendenza dai giochi. Sono stati condotti due studi delle stesse persone. Il primo studio ha rivelato che i giocatori dipendenti mostravano una motivazione intrinseca superiore a quella estrinseca e una motivazione più intrinseca rispetto ai giocatori non dipendenti. [142] Si può quindi affermare che i giocatori dipendenti, secondo i risultati degli studi , sono più motivati internamente a giocare. Godono della ricompensa di giocare. Ci sono studi che mostrano anche che la motivazione offre a questi giocatori più cose da cercare in futuro, come un’esperienza di lunga durata che potrebbero conservare più avanti nella vita. [143]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni in conformità alla legge

I risultati sulla motivazione intrinseca possono essere utilizzati per ottenere la conformità legale in modo più efficace. Infatti, mentre la teoria della deterrenza presuppone che la punizione diminuirà il comportamento, alcuni risultati empirici suggeriscono una visione diversa. [144] Ciò si basa sull’idea che sanzionare un comportamento comporti un prezzo per la violazione e fornisca certezza sulle conseguenze specifiche della violazione. Allo stesso tempo, l’effetto di crowding out è stato osservato nelle pratiche di whistleblowing, con la ricompensa che scoraggia le segnalazioni tra soggetti altamente motivati internamente. [145] Questi risultati indicano che una politica efficace dovrebbe fare più uso di strumenti come l’advocacy e la promozione della compliance piuttosto che basarsi esclusivamente sulla deterrenza. Ad esempio, i programmi di conformità aziendale possono essere uno strumento per costruire una cultura etica più forte all’interno dell’azienda, aumentando così la motivazione intrinseca. Tuttavia, premiarli con riduzioni e multe potrebbe avere effetti di spiazzamento.

Migliore motivatore in Italia – Guarda anche

Migliore motivatore in Italia – Riferimenti

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  144. ^Gneezy, Uri; Rusticheni , Aldo (2000). “Paga abbastanza o non pagare affatto” . Il giornale trimestrale di economia. 115 (3): 791–810. doi : 1162/003355300554917 . ISSN 0033-5533 . JSTOR 2586896 .
  145. ^Feldman, Yuval; Lobel , Orly (7 giugno 2009). “La matrice degli incentivi: l’efficacia comparata di premi, passività, doveri e tutele per la segnalazione di illegittimità” . Rete di ricerca sulle scienze sociali. SSRN 1415663 .

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Studio Trevisani Academy. Stress Management, Emozioni, Resilienza, Comunicazione – Al Rifugio-Wellness di montagna con l’Autore. 5 Marzo (sabato) giornata intera dalle 10 alle 18. 6 Marzo (domenica) dalle 9 alle 12.30.

Costo 200 Euro + commissione Eventbrite + iva. Qui il link per iscriversi tramite piattaforma Eventbrite comodamente con Paypal

Ciao a tutti, sono il vostro Coach per il Seminario Formativo Esperienziale dedicato allo “Stress, Emozioni e Resilienza”, che terremo in presenza in una splendida località, un rifugio-wellness di montagna sull’Altipiano di Asiago (VI). Qui il link della Location https://centrofondocampolongo.it/

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Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – i libri di riferimento

Qui la bibliografia che fa da sostegno scientifico per il corso

  • Deep Coaching. Il Metodo HPM per la crescita personale il Coaching in profondità e la formazione attiva. Editore Franco Angeli, Milano, 2021 (256 pag.) Scheda su Amazon
  • Il Potenziale Umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore, Milano, 2009. (240 pag.). Bestseller area Formazione Aziendale. Scheda su Amazon
  • Ascolto attivo ed empatia. I segreti di una comunicazione efficace. Franco Angeli, Milano, 2019 (202 pag.) Scheda su Amazon
  • Self-Power. Psicologia della motivazione e della performance. Franco Angeli editore, Milano, 2014. (176 pag.) Scheda su Amazon
  • Team leadership e comunicazione operativa. Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team. Franco Angeli editore, Milano, 2016 (250 pag.) Scheda su Amazon
  • Il Coraggio delle Emozioni. Energie per la vita, la comunicazione, la Crescita Personale. Franco Angeli editore, Milano, 2015. Scheda su Amazon

Perché Stress, Emozioni e Resilienza? Perché mai prima d’ora questi temi sono diventati così importanti.

Direi anche che ora sono indispensabili per vivere bene e lavorare bene.

Studio questi argomenti scientificamente dal 1985, quindi da oltre 30 anni, e inizialmente mi sembrava tutta teoria e continuava a sfuggirmi la parte pratica. Poi, al primo caso di eccesso di stress nella mia vita personale, mi sono reso conto di come le capacità emotive siano qualcosa di “molto pratico”, importante e fondamentale per tutti noi. E allora ho deciso di approfondire, sino ad arrivare ad un modello (HPM) che oggi è il riferimento in Italia per il lavoro sul Potenziale Umano.

Direi che attivarsi su questi temi è ancora più urgente in questo periodo dove tutti sono “stressati” per la situazione attuale. Per cui, con orgoglio, ho sentito il dovere di fare qualcosa di pratico e di farlo in presenza, in mezzo alla natura, in un luogo meraviglioso e raggiungibilissimo con mezzi ed auto.

Approfittiamo quindi di questa occasione per conoscerci più internamente e sviluppare nuove competenze “soft” che – vedrete strada facendo – hanno un impatto molto concreto anche al di fuori del lavoro, oltre a migliorare il lavoro stesso.

Per chi partecipa, a volte in questo campo basta portarsi a casa anche un un’unica riflessione, o un solo “Insight” come si dice tecnicamente, per dare un senso profondo all’intero percorso.

Qui una sintesi dei temi che tratteremo:

il programma è solo indicativo in quanto il training sarà soprattutto esperienziale e comprenderà

  • Brevi lezioni introduttive ai temi
  • Lavoro personale sui temi
  • Escursioni nella natura in outdoor-training
  • Condivisione delle esperienze dei partecipanti in sottogruppi
  • Colloqui di coaching e sviluppo del potenziale personale

Programma

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Sabato mattina h 10-13

  • I 6 tipi di stress nel modello HPM
  • Le competenze specifiche per superare lo stress
  • Riconoscere i Segni e sintomi di stress
  • Coping e resilienza
  • Coping adattivo e coping disadattivo
  • Come promuovere il coping adattivo
  • Prepararsi in anticipo ad affrontare sfide stressanti
  • Evita il coping disadattivo
  • Promuovere i fattori di resilienza
  • Modelli di ruolo positivi
  • Ottimismo
  • Humor
  • Bussola morale – il potere dei valori interni
  • Altruismo
  • Religione & Spiritualità
  • Supporto sociale

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Sabato pomeriggio h 14.30-18

  • Trovare i propri Punti di Forza
  • I due modi fisiologici per affrontare lo stress
  • Cause di stress Interne ed Esterne – Come evitare la ruminazione mentale
  • Lo stress sul lavoro – Principali cause di stress organizzativo
  • La Scala di Fisher – Impariamo a riconoscere i nostri stati mentali
  • Malattie comuni associate allo stress
  • Stress – I tipi, dall’Eustress al Distress, Stress Acuto e Stress Cronico
  • Fasi della risposta allo stress – Sindrome di adattamento generale di Hans Selye
  • Stress e risorse personali. Potenziare le proprie risorse fisiche e mentali – Modello transazionale di stress e coping di Richard Lazarus
  • Metodi di riduzione dello stress
  • 2 Modelli delle zone di stress al lavoro – modelli Trevisani e Vygotsky per il Coaching
  • Leadership e coaching
  • Il Capitale Psicologico (PsyCap) e il Modello H.E.R.O.
  • Stress ed Emozioni – la Ruota delle Emozioni (Plutchick)

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Domenica mattina h 9-12.30

  • Imparare a concentrarsi sulle emozioni esterne e sottili prima che diventino più forti e ingestibili
  • Emozioni Miste – Le Emozioni diadiche e triadiche di Plutchick
  • Emozioni – la Rabbia e le sue tipologie
  • Emozioni – la Paura
  • Emozioni – il Disgusto
  • Emozioni – la Tristezza
  • Emozioni – la Felicità e il Percorso verso la Felicità
  • Gli stati dell’Umore
  • Gestione X-Y – Focalizzazione delle operazioni psicologiche
  • Campi della resilienza
  • Jung e Archetipi. Lo stress degli autoinganni
  • Problem Solving – la Ruota del Problem Solving
  • Ruota della Vita
  • HPM – Il Piano Antistress
  • La curva dello stress e le performance – La Ricerca dello Stato di Flusso (Flow)
  • Dalla resilienza fino all’Autorealizzazione

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – È disponibile per i soli partecipanti:

  • Sintesi delle slides
  • 2 Ebook sul tema del Potenziale Umano e Self Power
  • Pdf con l’elenco delle 333 emozioni e stati emotivi identificati da Trevisani
  • Attestato di partecipazione al corso, in pdf, riconosciuto da Coaching World Federation

Il rifugio ha solo 6 camere per cui consiglio a tutti di cercare con Booking o altri mezzi una sede per dormire tipo B&B in Asiago e dintorni. Da Asiago il rifugio dista circa 20 minuti ed è raggiungibilissimo in auto, con un ampio parcheggio.

Sarà un’esperienza molto pratica ed immersiva, indimenticabile, tra concetti potenti, esercitazioni esperienziali, e l’abbraccio della natura incontaminata.

Intanto un “abbraccio digitale” a tutti

Un saluto,

Dott. Daniele Trevisani – Direttore www.studiotrevisani.it

  • per ricevere articoli gratuiti e notizie aggiornate sui prossimi seminari di crescita personale e professionale, è possibile iscriversi gratuitamente alla rivista di comunicazione “Communication Research e Potenziale Umano” da questo link http://eepurl.com/b727Pv

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©Copyright. Estratto dal testo di Daniele Trevisani “Psicologia della libertà. Liberare le potenzialità delle persone”. Roma, Mediterranee. Articolo estratto dal testo e pubblicato con il permesso dell’autore.

Profili di intervento e obiettivi di intervento per il Coaching e counseling olistico

Meglio un povero di aspetto sano e forte che un ricco malato nel suo corpo. (Siracide)

Secondo il metodo delle Regie di Cambiamento e la scuola del Potenziale Umano, già esposti in pubblicazione specifiche[1], le azioni di sviluppo non possono essere calate nel vuoto, ma servono analisi accurate. 

È indispensabile realizzare una fotografia dell’esistente (X) e definire un punto di arrivo (Y). 

Prendiamo un giorno qualsiasi. Qual è il mio stato corporeo oggi? Cosa sento nella testa, cosa sento nel petto, cosa sento nella pancia? Quanto mi sento felice? Qual è il mio sentire corporeo, quale il mio stato di energie complessive? Quante delle mie energie mentali dipendono dal mio stato fisico e corporeo anche quando non me ne rendo conto? 

Ciascun quadro va depurato da analisi sbagliate (false X).

Va fatta luce e pulizia anche su obiettivi imprecisi o sbagliati, distorti (false Y).

Ideologie che mettono in secondo piano la realtà del corpo, o addirittura mettono le attenzioni al corpo sotto una luce di egoismo o egocentrismo, sono basate su profonda ignoranza.

Il corpo è un veicolo meraviglioso, molto misterioso e complesso. Usalo, non lottarci contro; aiutalo. Nell’istante in cui vai contro di lui, vai contro te stesso. (Osho)

Figura 3 – Definizione del profilo e obiettivi di intervento

      StatoSituazione attuale, dati che emergono dalla diagnosi = XSituazione di arrivo, meta dell’intervento= YAzioni di sviluppo per ogni stadio
BioenergeticoX_bioY_bio 
PsicoenergeticoX_psicY_psic 
Micro-competenzeX_microY_micro 
Macro-competenzeX_macroY_macro 
GoalsX_goalsY_goals 
VisionX_VisionY_Vision 

Applicando il modello X-Y possiamo individuare più correttamente le traiettorie di sviluppo da produrre per realizzare un migliore approccio di coaching mente-corpo, un lavoro olistico e integrato. 

Distinguiamo tra azioni di sviluppo generale, azioni di sviluppo centrate sul soggetto, e azioni centrate sul gruppo.

Le azioni di sviluppo generale consistono in interventi che “non possono far male” poiché utilizzano un ancoraggio generico della Y, un obiettivo prototipico, genericamente positivo, che in linea di massima è condivisibile da ogni persona (stare meglio, vivere meglio, utilizzare meglio il tempo, mangiare sano, sentirsi meglio nel proprio lavoro, essere più felici, fare attività fisica).

Le azioni di sviluppo situazionale sono invece centrate su un tema e progetto specifico, richiedono imprescindibilmente una fotografia dell’esistente (diagnosi dello stato X, stato attuale, con buona qualità di analisi) e un’azione mirata che vada a centrare una Y reale e sostenibile, non una Y idealizzata ma che potrebbe rivelarsi irraggiungibile.

Box Tecnico: Il Metodo HPM e il suo supporto scientifico

Metodo HPM (Human Potential Modeling) 

Il metodo elaborato dal ricercatore Daniele Trevisani si ispira alla Psicologia Umanistica di Carl Rogers, da cui trae il concetto di “tendenza attualizzante”, la tendenza di un organismo a “diventare ciò che può essere”

Il metodo HPM comprende una sfera più ampia di quella solo psicologica e comprende il lavoro su più aree: corporea, psicologica, delle abilità e del fronte spirituale. 

Nel metodo del Potenziale Umano HPM (Human Potential Modeling), la coltivazione del potenziale umano richiede azioni specifiche su sei specifiche “celle” identificate come:

1.  Energie fisiche

2.  Energie mentali

3.  Micro competenze

4.  Macro competenze

5.  Progettualità

6.  Valori e spiritualità.

Figura 4 – Modello HPM Human Performance Modeling del Potenziale Umano

Il metodo HPM  si avvale del concetto di “regie di cambiamento”[2] azioni progettate con lo scopo di attivare un cambiamento da uno “stato X” o situazione attuale del soggetto, ad uno “stato Y” o stato di destinazione del soggetto (tecnicamente definito “End-State” o stato di arrivo). 

Ogni azione strategicamente architettata per il passaggio consapevole dagli stati X agli stati Y prende il nome di “regia di cambiamento”. 

L’analisi del divario tra X e Y riguarda ciascuna delle sei celle del potenziale umano. Per ciascuno di questi ambiti vanno svolte azioni di focusing (focalizzazione, con riferimenti specifici alla metodologia sviluppata da Eugene Gendlin[3]), azioni allenanti e di potenziamento, nonché azioni di training e interventi in grado di stimolare una o più aree complessivamente. 

Il metodo ha trovato applicazioni di diversa natura. Ne citiamo alcune sebbene praticamente ogni anno vi siano nuove applicazioni in numerosi Paesi:

  • in ambito universitario per quanto concerne le metodologie di coaching e mentoring nelle professioni sanitarie[4]
  • nella manualistica specialistica inerente lo stress nelle professioni sanitarie.[5]
  • per l’applicazione sulla formazione di atleti, soprattutto nell’ambito delle arti marziali e sport da ring[6] [7] [8]
  • negli sport di squadra[9]
  • nell’ambito consulenziale, in testi inerenti i metodi di valutazione[10]
  • nei processi di miglioramento organizzativo delle imprese[11]
  • nei piani di sviluppo dei team[12]
  • nei processi di gestione delle risorse umane[13]
  • nell’analisi di metodi per la preparazione del fattore umano a fronte di incidenti imprevisti in ambienti estremi, come nel caso degli equipaggi della International Space Station[14]
  • nella preparazione psicologica connessa alle gare sportive[15]
  • applicazioni di ricerca che utilizzano il metodo HPM riguardano anche gli “Intelligent Decision Support System” applicati alle decisioni di leadership[16].

La prospettiva del potenziale umano nel metodo HPM cita espressamente nel metodo anche il delicato tema della Disabilità, ovvero qualsiasi limitazione della capacità di agire, come la menomazione[17], la perdita di efficienza di una funzione motoria, fisiologica o psicologica. 

Lo svantaggio iniziale comprensibile che la persona percepisce a livello personale, può aprire la possibilità di superare la fase iniziale per dare spazio all’ampliamento di altre risorse mentali e fisiche.

Il lavoro comprende training su elementi come la resilienza psicologica, l’autostima alternativa, il potenziamento dei valori esistenziali e morali che vedono nella persona disabile non tanto una persona “minore” ma una persona che può impegnarsi concretamente in un viaggio di esplorazione di nuove possibilità, con il supporto di specialisti in diverse aree, sia mediche sia dello sviluppo personale, e ancora maggiormente con il supporto di gruppo (“peer support“).

Le energie immesse in qualsiasi stato del sistema HPM – energie fisiche, motivazionali, micro-competenze, macro-competenze, progettualità, valori morali e spirituali – interagiscono: ogni immissione in una “cella” ha effetti positivi sulle altre, e questa osmosi permette di accedere ad un percorso di crescita personale che non prevede standard solo “agonistici” ma soprattutto di auto-accettazione (stadio 1 – presa d’atto) e di impegno attivo in percorsi concreti in qualsiasi delle sei celle (stadio 2 – attivazione).[18]

La dinamica di ricerca di significati spirituali della vita va ben al di là delle componenti fisiche e non riguarda solo aspetti materiali o pratiche agonistiche.

L’ ancoraggio agli archetipi

Per cambiare in meglio, serve almeno 1) la fotografia dello stato X (stato attuale) di una persona o di un sistema, e quindi una buona diagnosi, e 2) lo stato Y (stato di destinazione, un target, una meta, un’aspirazione. Questa ha bisogno di una linea di tendenza, una meta, una Visione o modello ideale di ciò che significa crescita e sviluppo (archetipo).

L’archetipo è una figura primordiale, come il “guerriero”, o il “vecchio saggio”, “il principe azzurro”, il “bello e dannato”, la “fatina buona”. Ogni archetipo è caratterizzato da un “carattere” adeguato al ruolo, e da un corpo altrettanto adeguato che ne rappresenta il lato percepibile esterno. 

Se riusciamo a costruire un archetipo di riferimento per il corpo, un’immagine da raggiungere, abbiamo costruito un ancoraggio forte.

Dobbiamo, infatti, distinguere nettamente tra la Y concreta (qualche obiettivo cui si può davvero tendere), rispetto alla Y ideale del diventare “supereroi” o qualcosa di irrealistico.

Un lavoro ancora più profondo richiede di ricercare quali archetipi di riferimento vogliamo utilizzare come ispirazione. 

L’archetipo è una figura idealizzata, un modello di riferimento. Ad esempio, una ragazza potrebbe volere ispirarsi all’archetipo della propria madre, o di una madre idealizzata, nel momento in cui decide di voler avere dei figli (attenzione: non è detto che questi siano gli archetipi migliori, ma semplicemente quelli attivi). 

Certamente, se scopriamo che utilizza l’archetipo di una Barbie, abbiamo già capito che avremo problemi seri.

Un pugile o un calciatore potrebbero utilizzare una figura mitologica o storica della propria disciplina (Tyson, Mohammed Alì, o Pelè, e qualsiasi altro soggetto vero o idealizzato) per trarre ispirazione.

Figura 5 – Definizione dei meta-obiettivi di intervento (archetipi)

StatoObiettivi dell’intervento – YArchetipi, motori di ispirazione idealeGrado di raggiungibilità per l’intervento specifico
BioenergeticoY_bio  
PsicoenergeticoY_psic  
Micro-competenzeY_micro  
Macro-competenzeY_macro  
GoalsY_goals  
VisionY_Vision  

Per ogni archetipo ideale, dobbiamo capire il grado di raggiungibilità. Dobbiamo anche capire che cosa possiamo estrarre da quell’archetipo senza per forza copiarlo a pieno (esempio, estrarre la capacità di Michael Jordan, nel basket, di alzarsi e abbassarsi mentre palleggia, o la capacità di Mike Tyson, nella boxe, di caricare i colpi).

Ma non solo sono utili persone reali. Anche figure idealizzate, mitologiche, diventano utili come riferimenti.

L’area di ricerca della mitopsicologia, ancorata solidamente alla psicologia di Jung, offre inoltre numerosi e interessanti archetipi. 

Gli studi antropologici della Pearson[19] identificano archetipi ben presenti nella letteratura, quali l’innocente, l’orfano, il viandante, il martire, il guerriero, il mago. Ciascuno di questi ha comportamenti e obiettivi specifici.

Esercizi che ho sviluppato partendo da quest’area della psicologia, permettono di trovare strade e obiettivi di sviluppo molto utili e pratici. 

Gli esercizi prevedono un confronto tra il proprio modo di essere e le caratteristiche dei vari archetipi, per poter localizzare le aree su cui si desidera migliorare, lavorare o cambiare. È sufficiente chiedere ad una persona di “camminare come se fosse un guerriero (o qualsiasi altro archetipo)” per vedere quanto questo è presente e potenzialmente attivo.

Qualunque sia il dispositivo o modo di focalizzazione, occorre consapevolezza dei limiti pratici: un intervento di sviluppo non può promettere un cambiamento se non vi sono gli strumenti per farlo. 

Promettere di raggiungere un archetipo molto distante, entro un tempo brevissimo, e senza sforzo, è scarsa professionalità. Anzi, un intervento potrebbe addirittura partire con la consapevolezza che non raggiungeremo mai l’archetipo, in termini assoluti, ma che esso rimarrà come sfondo motivazionale e motore di ispirazione. 

Molto produttivo risulta chiedersi quanto, in percentuale, sarà possibile avvicinarsi all’archetipo o Y ideale. Occorre anche riflettere sempre e molto chiaramente sul fatto che bisogna ispirarsi ma non confondere il proprio Sé con quello dell’archetipo.

L’obiettivo dell’uso di archetipi non è infatti una sterile imitazione, ma la ricerca di un assorbimento di energie positive, una ispirazione profonda.

Esercizio di localizzazione di caratteristiche positive negli archetipi

Identifica alcuni personaggi esistenti o di fantasia e chiediti cosa di questi personaggi vorresti “estrarre”, se fosse possibile. Non chiederti se sia o meno possibile, localizza semplicemente l’ingrediente che vorresti estrarre.

PersonaCaratteristica da estrarre
   
   
   
   
   
   
   

Il tipo di archetipo scelto fornisce una misura del grado di ambiziosità dell’intervento di sviluppo, e non dobbiamo tarpare le ali alle nostre ambizioni, perché l’ispirazione è sempre necessaria. Il problema è “come” non tanto se sia possibile.

Se una persona soffre di autocastrazione dei propri sogni, spesso questo viene da lontano. Dobbiamo distinguere bene il confine tra un Coaching e una psicoterapia. Sul lato del sesso e della seduzione, ad esempio, un corso di comunicazione può aiutare a conoscere meglio come ci comportiamo, ma se vi sono traumi emotivi, questi devono essere trattati da uno psicoterapeuta.

Una cultura soffocante ha messo le ambizioni personali elevate nel lato oscuro della vita, come un peccato, qualcosa di sbagliato, qualcosa di sporco… mentre invece potrebbero essere forma di omaggio alla vita, pura libertà e liberazione di energie.

La Y ideale (archetipo) è motore d’ispirazione e serve come riferimento. 

In campo sportivo, possiamo considerare buono l’obiettivo di raggiungere uno stato di forma da atleta ed avvicinarsi ad un modello olimpico, anche se questo non è realizzabile. Tuttavia possiamo ispirarci ad esso in quanto ci offre un repertorio di immagini e tecniche pratiche e varie, e non parliamo di andare sulla luna, ma di ispirarci a qualcosa che gli esseri umani di elite fanno. Consapevoli che non dobbiamo fare nessuna Olimpiade, ma possiamo imparare tanto anche solo nel prendere qualcosa da come questi atleti si allenano.

Di questo, prenderemo alcuni brani e li faremo nostri.

In azienda, esiste la possibilità per un manager di avviare un programma aziendale di fitness – un power-for-job – in cui ci si prefigge “semplicemente” di avere un eccellente stato di forma quotidiano e non prestazioni di picco in eventi sportivi agonistici. Ciò che fa un atleta olimpico per arrivare all’apice della propria potenzialità può essere di notevole ispirazione, fonte di assorbimento di metodi e prassi in modo intelligente.

Lo stesso vale per altre aree. Tra le micro competenze target di un venditore possiamo inserire un’eccellente capacità di ascolto (obiettivo realizzabile), simile a quella che utilizza uno psicoterapeuta, ma senza per forza diventare uno psicoterapeuta. Lo sviluppo sarà basato su una linea di tendenza (Y) che individua come archetipo la capacità di ascolto di uno psicologo o psicoterapeuta (archetipo di riferimento sulla competenza specifica). 

Ovviamente diventare psicoterapeuta non è l’obiettivo dell’intervento di un corso di vendita, esso offre tuttavia una “figura idealizzata” che sta sullo sfondo e da cui assorbire competenze, e aiuta a fissare alcuni goals concreti, in questo caso sulle capacità di ascolto attivo ed empatico di un cliente.

L’obiettivo di qualsiasi intervento sulla Persona è di portarla ad essere “pienamente funzionante” al meglio delle proprie possibilità.


[1] Trevisani, D. (2007), Regie di Cambiamento. FrancoAngeli, Milano

Trevisani, D. (2009), Il potenziale umano. FrancoAngeli, Milano

[2] In particolare, vedi Trevisani, Daniele (2007), Regie di cambiamento. Approcci integrati alle risorse umane, allo sviluppo personale e organizzativo e al coaching. Capitolo: Evoluzione assertiva, verso le Effect-Based Operations. pp 31-33.

[3] Eugene T. Gendlin, Focusing. Second edition, Bantam Books, 1982, ISBN 0-553-27833-9.

[4] Università del Piemonte Orientale, insegnamento Didattica e pedagogia applicata 2015/2016. Retrieved 20/11/2016 http://of.uniupo.it/2016/1806/guida.html#56668

[5] Felice Marra, direttore della U.O. Politiche del Personale dell’Azienda Sanitaria n. 3 di Pistoia, nel testo “Le professioni mediche dell’azienda sanitaria. Rapporto di lavoro, trattamento economico, incarichi, valutazione e responsabilità” (2011). Milano, Franco Angeli

[6] Sezione Potenziale Umano nelle Arti Marziali http://www.100ma.it/index.php/home/potenziale-umano

[7] http://combattimentoreale.com/index.php/tutti-gli-articoli-di-metodolo/46-arti-marziali-e-da-ring-come-mezzo-di-emancipazione-togliere-i-sassi-dal-proprio-zaino di Vincelli, Marco (2011) Arti Marziali e da Ring come mezzo di emancipazione. Pubblicato Mercoledì, 09 Novembre 2011

[8] Mettere in moto le energie. Articolo online in http://win.ilguerriero.it/codinopreatle/2011/psicologia/trevisani_04.htm

[9] Minnozzi, Matteo (2016) Come si raggiunge un obiettivo? In: sito ufficiale del Basket Mestre. Fonte: http://www.basketmestre.it/come-si-raggiunge-un-obiettivo/ Retrieved 20/11/2016

[10] Stefano De Falco, Roberto Passariello (2009) Qualità, certificazione e prove. Guida alla qualificazione di processo, prodotto e servizio, Milano, Franco Angeli. ISBN 788856813340

[11] Antonio Bassi (2011), docente di Project Management presso la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana), in “Maturità nei progetti. Un modello di miglioramento per le piccole e medie imprese”. Milano Franco Angeli

[12] Emanuela Del Pianto, psicologa del lavoro e delle organizzazioni: Libro “Il piano di sviluppo nel team coaching. Gli strumenti del monitoraggio: il report e il follow up”. Milano, Franco Angeli, 2011. ISBN 978-88-568-3634-9

[13] Massimo Tommolillo (2012). L’organizzazione umana. Dalla gestione delle risorse umane alla gestione umana delle persone. Edito da Libreriauniversitaria

[14] Stene, Trine Marie; Trevisani, Daniele; Danielsen, Brit-Eli (Dec 16, 2015). “Preparing for the unexpected.”. European Space Agency (ESA) Moon 2020-2030 Conference Proceedings. DOI: 10.13140/RG.2.1.4260.9529

[15] Vedi in particolare Carli, Davide & Di Giacomo, Silvia (2013, a cura di) “Preparazione Atletica e Riabilitazione. Fondamenti del movimento umano, scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo”. Edizioni Medico Scientifiche, Torino, Capitolo e sezione “La preparazione psicologica e il massimo rendimento negli sport da ring”, di Daniele Trevisani, p. 369-372.

[16] in particolare presso Vilnius University, Vilnius, Lithuania, by Gudauskas, Renaldas; Jokubauskiene, Saulė, et. al. “Intelligent Decision Support System for Leadership Analysis”, in Procedia Engineering, Volume 122, 2015, Elsevier. DOI link: https://doi.org/10.1016/j.proeng.2015.10.022 – Pages 172-180

[17] Webaccessibile.org | La risorsa italiana di IWA dedicata all’accessibilità del Web (ISSN: 1721-4874)

[18] Trevisani, Daniele (2009), 1a ristampa 2015. Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Milano, Franco Angeli. Vedi in particolare il cap 1.3. “Economie energetiche: lavorare sui distretti locali e sulle energie complessive” per i concetti legati alle componenti fisiche, e il capitolo 1.4. “Analisi esistenziale: meaninglessness (mancanza di senso) vs. ricerca dei significati”

[19] Pearson C., (1990), L’eroe dentro di noi. Sei archetipi della nostra vita. Astrolabio Ubaldini, Roma. Per approfondire lo studio degli archetipi vedi anche:

Campbell J. (1991), Le figure del mito, Red, Milano.

Campbell J. (1990), Mitologia primitiva, Mondadori, Milano.

Pearson, C. (1992), Risvegliare l’Eroe dentro di Noi. Dodici archetipi per trovare noi stessi. Astrolabio Ubaldini, Roma.

Ancora prima, sono da citare i lavori dello studioso Joseph Campbell, tra cui:

Campbell, Joseph (1972), The Hero with a Thousand Faces, Pantheon Books. Princeton University Press, Princeton; 

Campbell, Joseph (1974), The Mythic Image, Princeton University Press, Princeton.

Altri materiali su Comunicazione, Ascolto, Empatia, Potenziale Umano e Crescita Personale disponibili in questi siti e link:

Altre risorse online


Il migliore corso di coaching in Italia è sviluppato da Daniele Trevisani Academy. Si distingue in Coaching del Potenziale Umano Metodo HPM™ (Human Potential Modeling), Coaching d’Impresa Metodo ALM™ (Action Line Management), Coaching in Comunicazione Interculturale e Internazionale Metodo 4DM™ (Four Distances Model).

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Migliore corso di coaching in Italia sul Potenziale Umano, Metodo HPM

Entrambi i corsi di coaching sono collegati alla Scuola di Coaching e Counseling STEP e permettono di accedervi con una buona preparazione preliminare.

Corso di Coaching. Come valutare un corso di Coaching. Selezionare un corso di Coaching

Il criterio più importante con cui un corso di coaching può e deve essere valutato è la bibliografia di riferimento di quel corso, e chi l’ha prodotta, ovvero quali fonti usa, se sono fonti scientifiche o improvvisate, se i libri sono scritti da chi insegna o da altri, se sono pubblicati con editori primari nazionali o internazionali, e questo filtro screma parecchie scuole di coaching che non hanno assolutamente una produzione propria ma si limitano a saccheggiare materiale altrui, spesso spacciandolo per proprio, e senza citarlo.

Migliore corso di coaching in Italia, Metodo HPM™

Migliore Corso di Coaching. Bibliografia di riferimento

La bibliografia di riferimento è la seguente:

Il corso di coaching è di tipo Blended Learning e comprende parti a distanza (online) e parti in presenza. L’attestato riconosciuto dopo circa 6 mesi di Master è quello di Certified Practitioner in HPM™. Questo primo modulo consente di padroneggiare il modello HPM™ per la propria crescita personale e quella dei team e clienti che la persona segue.

Dopo un percorso di circa 2 anni includente fasi di affiancamento e praticantato, è possibile ottenere il titolo di Master Trainer HPM™ Human Potential Modeling, titolo che consente di formare coach e formatori in grado di utilizzare il Metodo HPM™ in ogni sua sfumatura e dettaglio.

Migliore corso di coaching in Italia sul Business Coaching, Metodo ALM™ Action Line Management

Corso di Business Coaching. I libri di riferimento sul Business Coaching

La bibliografia di riferimento è la seguente:

Il corso di coaching è di tipo Blended Learning e comprende parti a distanza (online) e parti in presenza. L’attestato riconosciuto dopo circa 6 mesi di Master è quello di Certified Practitioner in ALM™ (Action Line Management). Questo primo modulo consente di padroneggiare il modello HPM™ per la propria crescita personale e quella dei team e clienti che la persona segue.

Dopo un percorso di circa 2 anni includente fasi di affiancamento e praticantato, è possibile ottenere il titolo di Master Trainer ALM™ Action Line Management, titolo che consente di formare coach e formatori in grado di utilizzare il Metodo ALM™ in ogni sua sfumatura e dettaglio.

Crediamo sia importante, anzi fondamentale, sapere con chi ci si forma, per cui consulta il Libro delle Referenze, completo, scaricabile in PDF: Libro delle Referenze Dott. Daniele Trevisani

Temi formativi trasversali del Corso di Coaching Master

Oltre ai temi e questioni rilevanti emergenti dalla ricerca sul Potenziale Umano, comunicazione, leadership e crescita personale, vengono affrontati ogni anno diversi ambiti professionali trasversali tramite seminari tematici (Master Lecture). Le Master Lecture possono essere selezionate di volta in volta tra diversi temi emergenti della ricerca, di cui offriamo qui una panoramica indicativa:

Temi per le Master-Lecture

Corso di Coaching. Benessere Mente-Corpo

Come la mente agisce sul corpo. Le condizioni per il benessere, capirle e crearle. La salute fisica connessa alla ricerca dello stato mentale ottimale. Le leggi del sonno, del recupero e della rigenerazione fisica e mentale. Alimentazione e psicosomatica. Respirazione, stili di respirazione e lavoro pratico sulla respirazione. Gli stati del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico): come riconoscere i segnali di attivazione e intervenire precocemente per riallineare mente e corpo ai nostri desideri e stati ottimali. Potenziare le capacità di attivazione, di rilassamento, di concentrazione. Capire come le empasse esistenziali e stati emotivi difficili si trasformano in frustrazioni fisiche e corporee. Adottare consapevolezze per stili di vita nuovi.

Corso di Coaching. Bioenergetica ed energie personali

Il principio carica-scarica. Il lavoro di Alexander Lowen e le moderne innovazioni che derivano dalle contaminazioni olistiche con ginnastica, psicologia, arti marziali, neuroscienze. La connessione tra bioenergetica e ginnastica tradizionale. La connessione bioenergetica arti-marziali. Esercizi pratici di Neo-Bioenergetica applicata. Potenziare il corpo per potenziare la mente. Scoprire le resistenze mentali e stati emotivi che condizionano le esperienze corporee. Cambiare il sentire corporeo, migliorare il senso di benessere fisico, le energie positive del corpo, sperimentare il sollievo del vivere nel flusso corporeo. Imparare a rilassarsi con il corpo ancora prima che mentalmente, e provocare reazioni a catena positive.

Corso di Coaching. Comunicazione Efficace

Il modello Shannon-Weaver e l’esame delle variabili fondamentali della comunicazione. Le Dissonanze Comunicative, di Identità e di Percezione. Il modello Tensione-Impulso-Movente-Azione. Il modello del Comportamento Pianificato e la modifica delle mappe mentali. Il Modello delle 4 Distanze (4-Distances Model per l’analisi delle incomunicabilità. Il T-Chart: comprendere la psicologia del tempo per comunicazioni persuasive efficaci. La comunicazione persuasiva applicata tramite esercizi di ascolto e domande. Esercizi di comunicazione potenziata con tecniche retoriche, di visualizzazione e immaginazione guidata. Copioni di relazione nelle situazioni di persuasione e cambio di copione.

Corso di Coaching. Marketing & Sales

L’approccio di marketing ALM – Action Line Management. L’analisi degli scenari di mercato, la segmentazione psicografica, la segmentazione sociodemografica, i criteri di segmentazione adatti ai diversi business. Il posizionamento percettivo, dal Personal Branding al posizionamento del marchio. La mission aziendale e la rivisitazione della mission in base agli scenari e alla relazione d’aiuto. La struttura del Value Mix, il Mix di Valore erogato ai clienti. Le linee d’azione e come queste vanno variate cliente per cliente. La comunicazione front-line, dai canali umani e interpersonali, telefonici, email, social e il concetto di Total Quality Communication per la vendita, il  marketing, il posizionamento personale di un professionista o impresa.

Corso di Coaching. Formazione Formatori e Formazione di Coach

I fattori dell’Andragogia: la scienza della formazione degli Adulti. I modelli per la Formazione Attiva. Tecniche di formazione attiva in aula. Tecniche di formazione attiva in outdoor. Assertività e leadership d’aula. Comunicazione chiara ed efficace. Gestire giochi d’aula ed esercizi. Il lavoro in sottogruppi e il feedback interno ai sottogruppi. La motivazione ad apprendere e lo stimolo motivazionale. Riconoscere i sequestri emotivi e le frustrazioni, trasformare le energie negative in energie positive ed espressive.

Corso di Coaching. La Comunicazione Assertiva

Cosa vogliamo, cosa non vogliamo. Identificare gli scostamenti tra come siamo e come vorremmo essere. distonie tra identità e immagine. “Tutto parte dalle Energie“: come le Energie condizionano la nostra capacità di comunicare. Imparare ad esprimere i propri bisogni ed esigenze. identificare credenze negative su di sè e sbloccarle. Imparare a dire No di fronte a richieste che distruggono le proprie energie. Imparare a dire Si di fronte alle opportunità. Dare e ottenere quello che si desidera nelle relazioni evitando soprusi e aggressività. Saper fissare regole del gioco chiare, saper dire di no e di si nei contesti appropriati, saper decidere, e superare le indecisioni.

Corso di Coaching. La Leadership e i Team. Team Leadership e Fattore Umano

Dirigere un gruppo. Dare obiettivi. Verificare risultati, comportamenti, atteggiamenti. verificare il proprio stile di leadership. Leading by Principles & Leading by Example. La condivisione dei principi. Il lavoro sulla Memetica del gruppo e sugli stili di pensiero del gruppo. La valorizzazione dei Potenziali Personali e del Potenziale del Team. La comunicazione nel team: come comunica un team ad Alte Prestazioni. Scoprire le esperienze che le persone fanno nel gruppo. Trovare modalità per dare risposte ai bisogni individuali nel gruppo e come il gruppo può diventare anche uno spazio di espressività personale. Vivere gli adattamenti e rinunce necessarie per essere parte di un team con gioia e non con afflizione.

Corso di Coaching. La comunicazione non verbale e il Body Language

Quando il corpo contraddice le parole. Riconosce le bugie e le dissonanze. Il sistema cinesico e le distanze personali. Il sistema aptico e tattile. La prossemica e gli stili di comportamento non verbale. Le posture. Le sinestesie e congruenze verbali e non verbali. I movimenti del volto e il Facial Action Coding System. I movimenti del corpo. L’espressività corporea. Le esperienze della vita che lasciano il segno sul corpo: scoprirle, conoscerle, lavorarci sopra.

Corso di Coaching. Comunicazione efficace vs. incomunicabilità. Coaching Interculturale e Internazionale. Il Modello proprietario 4DM (4 Distances Model)

Quando la comunicazione è efficace e quando si genera incomunicabilità i segnali dell’incomunicabilità. Il modello delle 4 distanze (4 Distances Model) per riconoscere i 4 strati dell’incomunicabilità. Il lavoro sui ruoli. il lavoro sui codici comunicativi. Il lavoro sul Common Ground valoriale e la visione del mondo. Il lavoro per creare esperienze condivise e capacità di condivisione. Scoprire le fonti dei conflitti, le interazioni tra comunicazione, personalità, stili comunicativi, esperienze personali, vissuti emotivi. Usare e conoscere le tecniche per ripulire l’incomunicabilità, aiutare gli altri, lavorare assieme e collaborare nel formato migliore possibile.

Corso di Coaching. La Psicologia degli Archetipi

Riconoscere il nostro Archetipo dominante. I modelli che ci guidano e ci ispirano. Esame di video e role-playing per imparare a riconoscere gli Archetipi dai comportamenti. Il lavoro di connessione tra Archetipi e Obiettivi Personali. La ristrutturazione dei propri Archetipi e il viaggio di Crescita Personale. Esame di personaggi filmici e vide-spezzoni per potenziare le capacità di riconoscimento. Esercitazioni di sblocco personale. Permettersi di essere diversi dal formato dominante introiettato nella fase di bambino e adolescente. Percepire veramente chi siamo, in che direzione vorremmo andare, come ci sentiamo nei nostri ruoli, come cambiare e migliorare il nostro vissuto.

Corso di Coaching. Le Specializzazioni.

Oltre ai temi didattici comuni inerenti il coaching, sono possibili diverse specializzazioni che vengono espresse nello svolgimento della tesi individuale e nei post individuali:

  • Sports Coaching. Mental Coaching Sportivo e Agonistico
  • Business Coaching. Coaching d’impresa e coaching manageriale
  • Life Coaching. Coaching dello stile di vita, abitudini, energie fisiche e mentali, abilità e visione
  • Fitness & Health Coaching. Coaching per la salute, il benessere fisico e mentale
  • Intercultural and International Coaching. Formazione interculturale e Coaching Interculturale

Corso di coaching. I docenti e Master Trainer

Lo staff docente è frutto di una scelta rigorosa che lo differenzia da molte altre proposte e scuole di coaching: si avvale unicamente di docenti Senior che devono possedere – ciascuno – almeno 25 anni di esperienza diretta nel campo, oltre alla Laurea e con comprovate esperienze scientifiche e di ricerca.  I seminari  di coaching si avvalgono inoltre del contributo dei Certified Practitioners e Master Trainers certificati nei Metodi HPM™ (Coaching del Potenziale Umano), ALM™ (Coaching Aziendale e Business Coaching, 4DM™ (Coaching interculturale, comunicazione interculturale e internazionale)Dott. Daniele Trevisani

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