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Il Liezi (列子sempl., Liè Zĭpinyin) o Lieh Tzu è un testo taoista che era incluso nel catalogo della libreria imperiale con il nome di Trattato del Vuoto Perfetto (冲虚经sempl.).

L’autore del testo è Lie Yukou, spesso chiamato lui stesso Lie Zi.

Il Liezi non è stato mai pubblicato interamente in Occidente, molti frammenti sembra siano meglio conosciuti da persone interessate alla cultura cinese. Il passaggio seguente è un esempio:

« Lie Zi stava praticando arcieria. Stava cercando il consiglio di alcuni maestri.
Incontrò la dea Guanyin, che gli chiese:
“Sai perché colpisci l’obiettivo?”
“No”, replicò Lie Zi.
Lie Zi se ne andò per esercitarsi e dopo tre anni tornò da Guanyin.
“Sai perché colpisci l’obiettivo?”
E Lie Zi, “Adesso lo so.”
“Allora lo hai veramente colpito. Afferra questa consapevolezza e non perderla mai! Questo è da applicare non solo per imparare l’arcieria, ma in ogni campo della vita per accrescere sé stessi. Quindi, chi è saggio esamina con attenzione, non il fatto stesso di vivere o morire, ma le relative motivazioni.”
 »

Negli anni Settanta la casa di pubblicazione TEA, pubblicò il Liezi in Italia, con il titolo stabilito sotto l’imperatore Chen Tsung, inserendo il passaggio in una forma che viene comunemente riconosciuta come più originale, riportata di seguito.

« Mentre Lieh-tzu studiava il tiro con l’arco colpì il centro del bersaglio. Ne chiese a Yin del valico, che gli disse: – Sai in che modo si colpisce il centro del bersaglio ?
– Non lo so – rispose l’altro.
– Non sei ancora maturo – disse Yin del valico.
Lieh-tzu si ritirò e si esercitò. Dopo tre anni ne riferì di nuovo a Yin del valico, che gli chiese: – Sai in che modo si colpisce il centro del bersaglio ? –
– Lo so – rispose Lieh-tzu.
– Va bene – disse Yin del valico. – Conserva questa conoscenza e non perderla. Non si applica soltanto al tiro con l’arco: è così anche nel governare lo stato e la propria persona. Perciò l’uomo santo non investiga il sopravvivere o il perire, ma il perché è così.- »

Yin yang.svgArticolo Copyright dott. Lorenzo Manfredini
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La figura del Taiji, si presenta come un cerchio diviso da una linea
curva in due metà (una bianca e una nera) contenenti due punti di
colore opposto rispetto a quello in cui sono immersi.
La filosofia sottesa a questo simbolo integra gli infiniti dualismi con
cui la realtà si manifesta: gli opposti e la loro complementarietà. Tutto
ciò che è Yin è associato alla parte nera e ‘negativa’, tutto ciò che
è Yang alla parte bianca e ‘positiva’, ma i punti di colore opposto ci
ricordano che ogni parte contiene un germe, una rappresentazione,
un’emozione, una manifestazione anche piccola del proprio opposto:
la compartecipazione.
Con i suoi quattro lati (parte negativa e punto positivo, parte positiva
e punto negativo), rappresenta un buon modello per domande che
esplorano le trasformazioni e i cambiamenti di molti tipi di rapporto,
umano e professionale. L’equilibrio di uno scambio comunicativo alternato
da aspetti negativi e positivi, consente di seguire l’andamento
della relazione rispettandone lo stato d’essere e il continuo mutamento.
Consente cioè di alternare processi di vissuto problematico, con
attività di pensiero costruttivo. Con domande di approfondimento,
facendo emergere gli equilibri di base, comprendendo come ogni situazione
possa trasformarsi nel suo opposto, si riesce a creare e a
gestire le condizioni di una convivenza con maggiore flessibilità. Serve
anche come esperienza autoriflessiva quando si riesca a osservare la
propria esperienza declinandola in ogni anfratto spiacevole, ma riuscendo
a vederne i nascenti lati costruttivi e innovativi. Quindi, non
temiamo di immergerci in esperienze esplorative di grande malessere,
l’importante è vederne l’utilità. Non pensiamo solo alla gioia della
vetta raggiunta, perché dopo ogni soddisfazione è pronta la discesa.
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Copyright dott. Lorenzo Manfredini, psicologo e coach
www.manfredinilorenzo.com (sito personale e bloggario)
www.apneaconsapevole.com (sito di psicologia dello sport)
www.stepconsapevole.it (sito di coaching e counseling – Blog http://www.stepconsapevole.it/blog.html)

Formatore deriva dal latino “formator” e indica l’attività di chi forma e dà forma a qualcosa (o qualcuno). Nel linguaggio pedagogico e aziendale, il formatore è colui il quale prepara le persone a svolgere un’attività, una professione o ad iniziare un cambiamento personale.

Nella nuova cultura organizzativa del sistema formativo il formatore è un docente che opera in ambiti pluralistici (agenzie formative, strutture aziendali, società di consulenza e di formazione) generalmente sulla base di un progetto educativo. In altri termini, il ruolo del Formatore è di costruire e/o consolidare i legami tra formazione e lavoro, nel qualificare, riqualificare e aggiornare le forze di lavoro. Il Formatore può assumere funzioni più o meno ampie o specializzate a seconda della richiesta, delle sue competenze e dell’ampiezza e differenziazione funzionale presente nell’équipe in cui opera. In ragione della organizzazione necessaria al perseguimento degli obiettivi formativi può cioè, occuparsi solo della gestione didattica oppure dell’analisi dei fabbisogni, della progettazione, della selezione dei candidati, della valutazione, del monitoraggio, ecc. Un Formatore può trovarsi a realizzare iniziative di formazione anche molto diverse tra di loro (quanto a contenuti, destinatari, etc.) e deve essere in grado di individuare le metodologie e gli strumenti più adeguati per fronteggiare le necessità della committenza e dell’utenza.[2]
Il formatore è quindi esperto di specifici contenuti e dei processi formativi

copertina Personal Energy 2spada 1Copyright, Anteprime dal volume Personal Energy, Franco Angeli editore. Autore: dott. Daniele Trevisani

Da quando nasciamo siamo coinvolti a pieno in un viaggio chiamato vita.

Siamo in corsa, che lo si voglia o meno, che ci piacciano o meno le stazioni di sosta e i paesaggi che incontriamo.

Vorrei parlarti di una grande opportunità che a volte ci viene negata, e di come raggiungerla. Questa opportunità consiste nel fare un buon viaggio, e lasciare un segno positivo in questo mondo, al termine del tuo viaggio.

k15834981360989657[1]Ma per ogni tratto di strada, serve qualche forma di energia. E quindi, vorrei parlarti dell’energia che ti serve per fare questo cammino. E di come coltivarla in te. Come misurarla, come capire a che stato siamo, e come rigenerarci per andare avanti nonostante le difficoltà, e sfruttare le discese che a volte compaiono davanti a noi.

E’ una battaglia senza limiti e senza fine perché l’unico fine è migliorare se stessi e il mondo.

Lavorare su questo sogno infinito aiuta a riscoprire l’orgoglio e il motivo di esistere.

Alcuni esseri umani continuano testardamente a portare avanti delle battaglie per costruire qualcosa di buono, si impegnano, si danno da fare.

Altri se ne fregano, altri, ancora peggio, distruggono.

Di quale categoria vuoi far parte?

Chi si arruola nella prima categoria entra in una elite, un’armata immortale alla quale hanno appartenuto migliaia di persone sconosciute che hanno lavorato nel buio e nel silenzio per una causa nobile, ma anche persone diventate famose, come Leonardo da Vinci, Madre Teresa di Calcutta, e chissà quanti altri. Che tu sia parte dei noti o degli ignoti, dei famosi o dei dimenticati, la tua lotta avrà comunque senso

Non importa credo ad oggi a Leonardo di essere famoso. E’ morto. Credo che però gli importasse sapere, mentre era vivo, che stava lavorando a qualcosa. Qualcosa di importante. Qualcosa che poteva cambiare il mondo.

Noi, tutti, possiamo cambiare il nostro mondo. Servono energie, competenze, e valori. E questi vanno trasformati in progetti di crescita personale, in un viaggio senza fine, verso la luce.

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Copyright, Anteprime dal volume Personal Energy, Franco Angeli editore. Autore: dott. Daniele Trevisani