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psicologia della performance

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Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Operazioni centrate sugli effetti

La disciplina delle EBO (Effects Based Operations) mette in rilievo l’analisi degli effetti da produrre, individuando tutti gli eventi che li possono generare e le conseguenze di questi, che si possono generare da una singola azione.

Le EBO individuano quindi dei punti di arrivo (end-states): sono esattamente le condizioni che vogliamo una volta che le operazioni saranno finite. Nonostante la letteratura sulle EBO stia crescendo notevolmente negli ultimi anni, ci si sofferma ancora molto poco su quella che è l’analisi della psicologia su come si vive un obiettivo.

Il vissuto dell’obiettivo e il vissuto dell’azione sono temi fondamentali: quello che dovremmo analizzare sarà necessariamente la psicologia delle emozioni.

Se vogliamo approcciare il mondo emotivo, esistono necessariamente due aree di analisi:

  • Le emozioni viscerali che sento verso un certo effetto o end-state: “lo sento alla mia portata?” “Voglio davvero vedere quel risultato finale raggiunto ?”. Sono solo esempi di quelle che vengono denominate emozioni Alfa.
  • Le emozioni che provo per le azioni necessarie (operations): le attività quotidiane, i singoli step di un lungo percorso. Mi annoiano le operazioni intermedie ma mi prova piacere il risultato finale? Le varie emozioni che rientrano qui dentro le chiameremo emozioni Beta.

Il senso delle emozioni alfa , quelle verso lo scopo finale, consiste nella capacità del leader o motivatore nel riuscire a far visualizzare ed apprezzare il risultato finale atteso. Questo potrà generare motivazione autonoma.

Esistono anche casi in cui non sono presenti interessi sul perché di un operazione (emozioni alfa azzerate) ma interessi unicamente il fatto di farla bene, il piacere che si prova durante (emozioni alfa massimizzate).

All’interno del mondo del lavoro per un venditore l’emozione alfa si attiva nel volere fortemente il risultato finale (vendita del prodotto), le emozioni beta si attivano quando il venditore è emotivamente e positivamente coinvolto nella trattativa di vendita. Egli vive le trattative in se come un attività comunicativa e persuasiva interessante, come relazione di aiuto, o sforzo di condivisione.

Entrando in un’ottica più specifica, non possiamo non considerare le emozioni soggettive. Posso avere emozioni alfa plurime verso la meta (più di una motivazione) ed emozioni beta plurime (più di una sensazione positiva legata all’azione).

Quanto più le emozioni sia alfa che beta sono forti e numerose, tanto maggiore sarà l’attivazione verso lo scopo e la performance. Allo stesso modo, quanto più sono assenti o negative le emozioni verso lo scopo o le attività da compiere, tale sarà considerata come un peso o peggio.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Analizzare la strategie e lo sfondo emotivo

Molte persone desiderano fortemente un fisico atletico, snello, forte ed elastico. Tuttavia, hanno uno stile di vita contrario ai loro obiettivi: sono pigri o fisicamente inattivi. Oltre alla scarsa attività fisica, sorge il problema legato all’alimentazione. Non mangiano correttamente, evitano frutta e verdura e non assumono integratori alimentari adeguati.

È come aspettare un intervento divino, che nel giro di pochi minuti trasformi i nostri corpi molli in fisici da atleti professionisti. Non potrà mai accadere una cosa del genere, soprattutto se non si genera una connessione emotiva.

Spesso, la singola persona non è consapevole di come gestire il proprio tempo e non è in grado di capire quanto tempo sta dedicando ad una determinata attività.

Analizzare le strategie ed analizzare lo sfondo emotivo fa parte della stessa problematica: localizzare i fattori che permettono o meno di raggiungere uno scopo.

Tra le aree disciplinari che trattano costantemente il tema della strategia troviamo sicuramente quelle militari. Ed è proprio da qui che andremo ad attingere per arricchire la nostra analisi.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Il mondo del time management

Le emozioni caratterizzano e determinano “a cosa” dedichiamo il nostro tempo migliore e cosa facciamo più volentieri. Allo stesso tempo però, sono coinvolte anche nelle azioni alle quali dedichiamo meno tempo possibile, fino a posticiparle senza data.

La gestione del tempo si basa, oggigiorno, fin troppo su fogli Excel, Word o Powerpoint, dimenticandosi di una componente umana fondamentale: le emozioni. Cosa proviamo a compiere un determinato lavoro invece di un altro ?

Sembrerebbe quasi che siano due campi profondamente separati, ma in realtà lo sfondo emotivo è il “substrato” dei risultati.

Una cultura della consapevolezza deve portare le persone ad essere più consapevoli di quali obiettivi desiderino raggiungere e, di conseguenza, come desiderino realmente utilizzare il proprio tempo.

Nel nostro piccolo, dobbiamo impegnarci ad ascoltarci, e di conseguenza dobbiamo cercare di impegnarci in un nostro interesse in modo da canalizzare le energie positive dove prima vedevamo solamente sofferenza.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Emozioni alfa ed emozioni beta

Le emozioni alfa si identificano con cosa proviamo per il risultato finale che vogliamo raggiungere (o che ci viene assegnato), mentre, invece, le emozioni beta si identificano con il modo di vivere il progetto, la via od il percorso che stiamo seguendo.

Esistono anche altri mix emotivi che si generano nelle situazioni reali.

La tematica del raggiungimento degli obiettivi la riscontriamo ogni giorno (lavoro e scuola, solo per citarne alcuni) e tutto sembra ruotare attorno ad essi. L’errore è perdere di vista chi è che li deve raggiungere e quali energie mentali servano !

L’obiettivo diventa facile o semplice in funzione di dove si posiziona la soglia di efficacia personale. Ognuno di noi può provare ad individuare una serie di obiettivi personali, seguendo i punti elencati qui sotto:

  • Obiettivi di tipo A1: qualcosa che reputo di poter fare tranquillamente, senza pressioni, non è neppure una sfida per me.
  • Obiettivi di tipo A2: qualcosa che sento di poter fare, ma per raggiungere tale obiettivo mi servirà concentrazione e attenzione.
  • Obiettivi di tipo B1: qualcosa “quasi alla mia portata”, ciò che riuscirei a fare bene ma solamente in parte. Per essere completamente soddisfatto mi servirebbe ancora qualche nozione.
  • Obiettivi di tipo B2: qualcosa che rischia con alta probabilità di fallire.
  • Obiettivi di tipo C: qualcosa che ora come ora non è fattibile, ma che tramite l’esercizio sento di poter affrontare.
  • Obiettivi di tipo D: qualcosa troppo difficile, impossibile per me (ora e sempre).

Il potere personale è proprio l’asticella con cui misuriamo i nostri obiettivi. Possiamo provare ad aumentare tale potere, alzando l’asticella, oppure possiamo abbassarla.. La decisione che ne deriva, diventerà anche il nostro modo di vivere la vita.

Per approfondimenti vedi:

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Nutrimento e disintossicazione comunicazionale

La liberazione dai “veleni mentali” e dai “ladri di energia” è senza ombra di dubbio un dovere per chiunque stia cercando la liberazione di sé stesso. Tali liberazioni possono spaziare: da coloro che non augurano il meglio per te, interi sistemi culturali o i pensieri distorti che ti vivono dentro.

Dall’eliminazione, dobbiamo poi passare ad una sorta di analisi: questi pesi che mi sono tolto, dove posso ritrovarli ? Non dovrò più avere il timore di fronteggiarli, bensì di sapere a cosa vado incontro in ogni singolo istante.

La dieta comunicazionale misura il grado di “nutrimento comunicazionale“: non importa quale sia la fonte (idee buone, pensieri positivi) ciò che conta è il messaggio che entra. Allo stesso modo, in questa dieta, misuriamo anche il tasso di “intossicazione comunicazionale”, ovvero i messaggi tossici che cercano di entrare in noi, dalle fonti più disparate.

Se vogliamo ottenere una vera disintossicazione, dobbiamo necessariamente chiudere i canali di accesso al “mondo tossico” ed aprire i canali puliti. Questa chiusura deve porre una barriera assoluta all’ingresso di ulteriore immondizia mentale e darsi tempo di fare pulizia.

Possiamo usare la metafora del combattimento per meglio spiegare questa situazione: “schivare un colpo” significa in primo luogo rendersi conto di quando e come sia partito. Lo stesso atteggiamento in risposta ad una qualunque offesa corporea, dovremmo averla a livello mentale, per garantire la pulizia tanto ricercata.

La dieta comunicazionale può contenere contenuti seri, ed allo stesso tempo momenti di divertimento utili per staccare con i problemi e rigenerarsi. E come ogni dieta che si rispetti, va applicata sempre, con allenamento e quotidianità.

Esistono svariate modalità per poter liberare la mente, dalle palestre, ai corsi di arti marziali, fino ad arrivare a luoghi in cui possiamo trovare una pace interiore ed iniziare il processo di liberazione mentale, come boschi, montagne o laghi.

Ognuno avrà una modalità ed un metodo differente, l’importante è che si faccia pratica con regolarità, e qualora questi metodi non funzionino, dovremmo cambiarli. Cambiare credenze non deve scoraggiarci: qualora non riconosciamo più un modo di vivere come nostro, non esiste cosa più saggia di avvicinarci a qualcosa che ci possa spingere ulteriormente oltre.

self power psicologia della motivazione e della performancee

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La dieta motivazionale

Per migliorare noi stessi, dobbiamo necessariamente provvedere ad un esercizio quotidiano di mente e corpo. Proprio la mente sarà in grado di orientare il nostro destino.

Il percorso di allenamento prevedere tecniche di diverse a seconda dello stadio della vita in cui ci troviamo. Ma sia da bambini, che da adulti o anziani, possiamo sempre imparare qualcosa. Gli stimoli positivi potenziano il corpo, così come potenziano la mente. Così come l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per il benessere del corpo, anche il training mentale è di primaria importanza per il nostro benessere.

Dovremmo quindi intraprendere quello che viene definita come dieta comunicazionale, una pratica utile a tenere la mente libera e pulita da virus mentali, paranoie e preoccupazioni infondate. Dovremmo invece nutrirla con senso di rilassamento, concentrazione e desideri.

Il punto di partenza per essere più autodeterminati è sicuramente la scelta tra cosa tenere vicino a sé e cosa no. Iniziamo a porci delle domande da tutti gli stimoli (positivi e negativi) che ci arrivano dall’esterno. Successivamente, filtriamo tutti i messaggi che riceviamo in ingresso, come fossero del cibo: mi creerà del benessere oppure no ?

Nessun altro al di fuori di noi stessi, può decidere di cosa dobbiamo nutrirci.

self power psicologia della motivazione e della performance

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