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Il modello HPM per gestire lo stress

©Copyright Dott. Daniele Trevisani e Capponi Editore dal libro “Gestire lo stress e migliorare i rapporti umani”.

Lo stress è una causa sia di patologie fisiche che di “danni alle relazioni”, e nel Metodo HPM ci impegniamo a farlo diventare un alleato piuttosto che un nemico invincibile. Come evidenziano Yaribeygi ed altri ricercatori[1]:

Qualsiasi stimolo intrinseco o estrinseco che evoca una risposta biologica è noto come stress. Le risposte compensatorie a questi stress sono note come risposte allo stress. In base al tipo, al momento e alla gravità dello stimolo applicato, lo stress può esercitare diverse azioni sull’organismo che vanno dalle alterazioni dell’omeostasi fino a effetti potenzialmente letali e mortali. In molti casi le complicanze fisiopatologiche della malattia derivano dallo stress e i soggetti esposti allo stress, ad es. coloro che lavorano o vivono in ambienti stressanti, hanno una maggiore probabilità di contrarre molti disturbi. Lo stress può essere un fattore scatenante o aggravante per molte malattie e condizioni patologiche.

 Fare sì che lo stress non ci sovrasti o rovini le nostre relazioni umane è uno degli obiettivi primari del Metodo HPM. Il Metodo HPM è centrato su sei tipi di energie umane, energie specifiche di diversi settori o “celle di lavoro”, sulle quali è possibile intervenire efficacemente.

Concetti fondamentali: la visione della persona come sistema energetico

Il metodo HPM (Human Potential Modeling) contiene una concezione dell’uomo come articolazione di energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni o obiettivi.

Il modello si presta ottimamente ad individuare sei grandi tipologie di stress che possono colpirci, magari a nostra insaputa, e le relative azioni antistress.

Il metodo individua sei specifiche “celle di lavoro” sulle quali ciascuno di noi, indipendente dalla sua condizione di partenza, può fare progressi, piccoli o grandi che siano. E, per ogni piccola conquista, si aprono nuovi orizzonti che ci invitano ad andare avanti, in una continua esplorazione di ciò che significa progredire, nel suo senso più profondo.

“Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo.”

ALBERT EINSTEIN

“Entrare” in queste sei celle ci permette di costruire progetti di crescita seri ed efficaci, siano essi la “liberazione” da ciò che ci frena, o l’aumento delle nostre risorse personali.

L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere.

Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di là del risultato numerico o professionale che ne può derivare. Lo stress, inoltre, si “annida” in una o più di queste sei celle e saperlo individuare è estremamente utile per attivare le reazioni antistress giuste.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo si applica anche alle relazioni interpersonali, tra colleghi o in famiglia, e ovunque vi siano relazioni umane.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni). Li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire, ma anche possibili aree di stress.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene poi approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

modello hpm per gestire lo stressPotenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori. Quando lo stress colpisce una di queste sei celle e non vi sono azioni di risposta, l’intero sistema può soffrirne sino a crollare.

Nel modello si parte dal basso, dalle energie fisiche e mentali.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Si tratta di un lavoro che va fatto con spirito di gioia e di liberazione, quindi non vedendolo come obbligo ma con entusiasmo, come una grande opportunità.

 

“L’entusiasmo è alla base di tutti i progressi.”

HENRY FORD

 

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa. La mancanza di energia in una o più delle sei celle costituisce invece un problema e crea stress, ma la buona notizia è che lo possiamo affrontare.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui lo stress può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo nel prossimo post una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

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[1] Yaribeygi H, Panahi Y, Sahraei H, Johnston TP, Sahebkar A. The impact of stress on body function: A review. EXCLI J. 2017 Jul 21;16:1057-1072.

©Copyright dott. Daniele Trevisani Studio Trevisani Formazione Coaching Consulenza

e Franco Angeli editore, Milano

Altri materiali su Comunicazione, Formazione, Potenziale Umano, Crescita Personale e Professionale, Leadership, disponibili in questi siti e link:

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  • Supporto degli amici
  • Rete di sostegno
  • Gestione del tempo
  • Pianificazione
  • Priorità
  • Organizzazione
  • Abilità di problem solving
  • Flessibilità
  • Adattabilità
  • Gestione delle emozioni
  • Espressione emotiva
  • Confronto
  • Controllo dello stress
  • Consapevolezza delle risorse
  • Identificazione delle risorse
  • Utilizzo delle risorse
  • Ricerca di aiuto
  • Assistenza sanitaria
  • Terapia
  • Counseling
  • Coaching
  • Auto-riflessione
  • Auto-compassione
  • Auto-accettazione
  • Ottimismo
  • Rilassamento progressivo
  • Visualizzazione
  • Arte terapia
  • Musica terapia
  • Danza terapia
  • Igiene mentale
  • Momenti di piacere
  • Tecnologie di rilassamento
  • Gestione dei conflitti
  • Confronto costruttivo
  • Assertività
  • Limitazione dello stress
  • Stili di vita sani
  • Abitudini sane
  • Ricerca dell’equilibrio
  • Sicurezza
  • Stabilità
  • Crescita personale
  • Orientamento al futuro
  • Soddisfazione
  • Felicità
  • Realizzazione

Ogni rischio, incidente, persino malattia, ha radici nel fattore umano, come tale può essere analizzato e prevenuto, in particolare attivando:

  • barriere proattive
  • barriere reattive

barriere reattive e proattive contro il rischio

Le aziende si sono specializzate nelle barriere reattive. Spegnere il fuoco quando è divampato. Larga parte della psicologia si occupa di aiutare persona diventata troppo stressata, anzichè fare in modo che non lo diventi. La medicina occidentale si occupa di curare una persona che si è ammalata anzichè fare in modo che non si ammali. Le aziende fanno corsi di formazione quando succede qualche “casino” anzichè curare le persone ogni settimana e mese. E’ ora di cambiare strada. Non possiamo più aspettare altri morti, altri incidenti, altro dolore, altra malattia inutile, quando tutto questo si può e si deve evitare. Dallo Shuttle alla Concordia fino all’aereo Lufthansa, quanti altri esempi servono?

www.danieletrevisani.com

articolo a cura di Nicola Ferrari, Campione Italiano di Kickboxing Low-Kick-Light Iaksa 2011, Red Belt Sistema Daoshi
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La comunità medica è ormai concorde nel considerare lo stress costante e acuto una delle principali cause di malattie.
come sostenere,quindi, il sempre più stressante stile di vita della moderna società?
Per cercare la miglior risposta a questo quesito ci dobbiamo spostare in oriente,dove affondano le radici delle arti marziali,dei profondi ed antichi valori morali e una concezione dello stile di vita, così  profondamente diversa dalla nostra troppo influenzata dal consumismo e da una moralità sempre più corrotta da falsi valori, venali e materialisti.
Le arti marziali e gli sport da combattimento, infatti, hanno come obiettivo fondamentale il continuo miglioramento dello stato fisico e mentale permettendo così il raggiungimento di un duraturo stato di “benessere”sia fisico che psicologico (oltre alla necessità di autodifesa),almeno questo è quanto gli antichi maestri professavano e quanto viene tramandato di generazione in generazione. È interessante notare come tale obiettivo coincida con la moderna definizione di“salute”, cioè, “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità“. data dall’OMS, organizzazione mondiale della sanità.
A questo punto È inoppugnabile che i praticanti di arti marziali e sport di combattimento abbiano uno scopo assolutamente degno di essere perseguito e ogni individuo possa essere praticante di arti marziali, vista  l’inesistente necessità di prerequisiti.
Vediamo nel dettaglio alcuni dei benefici che ci permettono di sostenere questa tesi.
-benefici fisici ormai provati da molteplici studi scientifici:
le arti marziali e gli sport da combattimento si possono classificare come attività aerobica quindi la pratica costante comporta una serie di positive modifiche al nostro corpo, le più importanti sono:

  1. modifiche biochimiche dei tessuti cellulari,permettendo cosi,l’aumento dell’apporto di ossigeno nei mitocondri (parte della cellula che produce energia) e il conseguente aumento del consumo di carboidrati (i grassi vengono trasformati in carboidrati nel nostro organismo quindi con carboidrati si prendono in considerazione anch’essi) queste modifiche in pratica fanno si che si formino più difficilmente “accumuli di grasso”
  2. modifiche al sistema cardiocircolatorio con conseguente aumento di resistenza e efficienza del cuore e relativo apparato. Questo è sinonimo di prevenzione di malattie cardiovascolari
  3.  Aumento dell’efficienza ventilatoria e Aumento dei volumi polmonari risolvendosi così problemi come ad esempio asma o riniti
  4.  in oltre con la pratica delle arti marziali si ha un aumento della flessibilità e agilità  delle articolazioni. Questo fa si che ne venga preservata l’efficienza sino in età avanzata.

Alcuni benefici psicologici sono:

  1. l’aumento della sicurezza di sé: affrontare molteplici persone di ogni tipo di corporatura aumenta la sicurezza di sé togliendo molte paure. Questo consente di rimanere calmi permettendo la valutazione della situazione in modo più chiaro e   obiettivo permettendo così il raggiungimento di obiettivi che non ci si sarebbe mai aspettato di raggiungere.
  2. si è notata una diminuzione del livello di ostilità, aggressività e ansia in concomitanza con  l’aumento dell’esperienza del praticante di arti marziali.

Tutto questo è sinonimo di grande miglioramento della qualità di vità e significativa riduzione dell’impatto che lo stress esercita sulla nostra salute,permettendoci così di vivere una vita degna di essere vissuta, nonostante tutti gli ostacoli e le situazioni che ci si trova costretti ad affrontare.
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Bibliografia:

  • Dr. Chiara Biondani, L’ATTIVITA’ FISICA:TRA TERAPIA E PREVENZIONE – ISTRUZIONI PER L’USO
  • Gabriele Borello,5 benefici delle arti marziali,  pubblicato in QNM, 11/01/2011
  • Associazione per la Ricerca sulla Depressione ,Dallo stress alla malattia , di S. Di Salvo, S. Cavalitto e G. Cicuto