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©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Da qualsiasi angolatura la si osservi, la problematica dell’acquisto deve, prima o poi, essere confrontata con quella della motivazione all’azione (i fattori che spingono l’individuo ad agire).

La teoria della motivazione vede come unità motivante di base la tensione. Gli impulsi si innestano su stati di disequilibrio percepito, che creano spinta alla risoluzione del problema. L’impulso diviene movente di acquisto nel momento in cui si crea un collegamento mentale: la percezione che un prodotto/servizio sia lo strumento risolutivo del problema. L’azione di acquisto ne è il risultato, premesso che l’individuo disponga delle risorse o decida di procurarsele.

Sul funzionamento della mente è stato scritto molto, e le scienze cognitive sono tra le aree in più forte sviluppo, anche grazie alla ricerca dell’intelligenza artificiale e la creazione di “sistemi esperti”, veri e propri “agenti” in grado affrontare problemi offrendo soluzioni.

Nonostante tutte le ricerche recenti, vogliamo esporre un punto di vista per niente contemporaneo. Nella nostra analisi, riteniamo assai utile partire da alcune considerazioni fatte da Freud. Questo non tanto perché il nostro lavoro si ispiri alla scuola freudiana più di altre, ma perché vi sono presenti spunti di ispirazione che non possiamo ignorare. Come fanno notare Greenberg e Mitchell (1986)[1],

…all’interno del sistema di Freud, la caratteristica più saliente e costante del funzionamento dell’apparato psichico è la spinta verso la regolazione delle tensioni, altrimenti nota come principio di piacere. Lo scopo ultimo di tutti gli impulsi è una riduzione della tensione corporea, sperimentata come piacere. L’impulso originario non ha una direzione – è un quantum di tensione che aspetta di essere ridotto. Gli impulsi vengono diretti verso oggetti esterni soltanto quando questi oggetti si presentano e si dimostrano utili nella riduzione della tensione.

Le implicazioni per il nostro lavoro sono ampie. Innanzitutto, questa riflessione ci permette di osservare l’acquisto come atto di riduzione della tensione – sia a livello consumer che a livello business-to-business – una prospettiva molto interessante e ricca di potenziali per il marketing.

Nel caso non vi siano oggetti esterni che il cliente veda in qualche modo “utili” a ridurre lo stato di tensione, questo può rimanere latente, ed in questo caso si crea un bisogno non soddisfatto. Oppure, il bisogno può essere represso o eliminato (ad esempio, cambiando le proprie priorità di vita, i propri valori).


[1] Greenberg, J. R., & Mitchell, S. A. (1986). Le relazioni oggettuali nella teoria psicanalitica. Bologna: Il Mulino. Edizione originale: Object relations in psychoanalytic theory. Cambridge: Harvard University Press, 1993.

La riduzione della tensione riguarda sia acquisti positivi (es: un software che permette di allargare la gamma dei servizi aziendali) sia acquisti negativi, la cui funzione è unicamente quella di prevenire un accadimento spiacevole nel futuro (come una polizza antigrandine per un agricoltore).

Si tratta di inquadrare il fenomeno di acquisto all’interno dei vissuti psicologici dell’individuo. Se riusciamo a comprendere cosa provoca tensione nel soggetto, avremo identificato potenziali leve di acquisto, in quanto questa tensione si tramuterà presto in un bisogno di mercato e nella ricerca di un prodotto o di un servizio. Pertanto, la ricerca di mercato sui bisogni latenti o mal soddisfatti permette di aprire grandi opportunità di marketing.

Anche nel campo delle vendite azienda-azienda, se riusciamo a comprendere cosa provoca tensione nel buyer aziendale, avremo identificato le leve motivazionali dell’azienda acquirente, e potremo regolare di seguito (o creare appositamente) la nostra offerta.

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica dell’articolo – le keywords pertinenti nella psicologia del marketing e della comunicazione

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  • Stimolo all’acquisto
  • Più per meno
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Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il coraggio di evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia” Bologna, OM Edizioni.

Occuparsi di Neotropia significa fare ricerca, e gli sforzi di ricerca devono avere un fine e produrre un piacere intimo.

Il piacere è pari a quello che i ricercatori provano nel vivere il percorso di ricerca più che i suoi risultati immediati o output. Si tratta di “essere”, molto più che l’”avere”.

“Cercate ardentemente di scoprire a che cosa siete chiamati a fare, e poi mettetevi a farlo appassionatamente. Siate comunque sempre il meglio di qualsiasi cosa siate.”

Martin Luther King

Einstein, Marco Polo, Amerigo Vespucci, Leonardo da Vinci, Michelangelo, solo per citarne alcuni, erano tutti personaggi “fuori dagli schemi” per i tempi in cui hanno vissuto, ma non si sono abbattuti per questo, stati animati dalla curiosità della scoperta, piacere e sfida del viaggio verso nuovi mondi fisici o del sapere, spesso fuori dagli schemi noti.

Il bisogno di ricerca e nuovo orientamento sul fronte delle “persone” è urgente soprattutto per le organizzazioni. Il suo contrario è la rassegnazione.

Ogni organizzazione si “nutre” delle persone che la compongono, e quindi le qualità delle persone – tenacia, capacità ed energie, spirito di ricerca – sono indispensabili nel fare la differenza. Le aziende e istituzioni dominate da mediocri, inetti, incapaci, rassegnati, non raggiungono alcuna missione.

Le persone sono obbligate a vivere nelle organizzazioni per lavorare. O sono obbligate a confrontarvisi per bisogno (es. rivolgersi ad un ospedale, una assicurazione, uno studio legale, un supermercato, una scuola).

La possibilità pratica di esprimere il nostro potenziale ha ampiamente a che fare con il grado di “illuminismo” che permea i sistemi per cui lavoriamo, spesso basso o nullo, e in alcuni casi risplendente, illuminato dalla presenza di una “luce” verso la quale tendere. Dipende anche dalla possibilità di confrontarci con persone illuminate e ispirate. Chiediamoci quante persone illuminate o ispirate conosciamo. Facciamo un elenco, contiamo.

Ho visto recentemente immagini di un formatore aziendale americano che si propone come modello di successo in corsi di sviluppo personale e – per conferma del suo raggiunto successo – si fa fotografare a fianco della sua gigantesca Hummer (un fuoristrada militare), come simbolo di “avercela fatta”. A fare cosa? Un altro noto coach si vanta di possedere un’isola personale ma spara le più grandi bugie del secolo e la gente gli crede. È un modello di cosa? Vogliamo imparare davvero da queste persone cosa sia il senso della vita? O vogliamo che finalmente sia l’istruzione e la sua applicazione il nuovo metro di misura del successo?

“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo.”

Nelson Mandela

In azienda dovremmo tornare a parlare di umanesimo. Spesso ci rendiamo conto che queste occasioni di incontro e di scambio sul senso profondo di vivere e del lavoro sono “maledettamente poche”, a volte, per alcuni periodi, inesistenti, e il nutrimento che ne può derivare, l’allargamento della mente – e la revisione delle priorità che ne può conseguire – viene meno.

La Neotropia – scienza del “nuovo orientamento”, “riorientamento” e “canalizzazione” delle energie personali – ha bisogno di persone in grado di produrre questo effetto.

Il confronto vitale sul senso profondo della missione aziendale, o persino della vita, sembra mancare sempre più anche nelle organizzazioni, prese dal “fare” e riluttanti verso la riflessione. La sindrome “penseremo dopo, adesso dobbiamo lavorare” è uno stato cronico e diffuso.

In questo caso, il coraggio è quello di non abbandonare la sfida, ma andare avanti verso l’evoluzione.

Altri materiali su Comunicazione, Coaching, Formazione, Potenziale Umano, Crescita Personale e Professionale, disponibili in questi siti e link:

Altre risorse online:

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