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Coaching Formativo nel Metodo HPM

di Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it

Il coaching formativo HPM (Human Potential Modeling) è un processo di sviluppo personale e professionale che si focalizza sull’acquisizione di competenze, conoscenze e comportamenti specifici attraverso l’interazione con un coach-formatore. Questo tipo di coaching si distingue da altre forme di coaching principalmente per il suo obiettivo educativo e per l’enfasi sull’apprendimento e la crescita individuale all’interno di un contesto di formazione one-to-one.

Caratteristiche del Coaching Formativo

  1. Obiettivi Educativi: Il coaching formativo mira a migliorare le competenze e le conoscenze del coachee (la persona che riceve il coaching) in aree specifiche: Saperi, Saper Essere e Saper Fare, combinati a sei specifici campi o aree che descriveremo in seguito. Questi obiettivi possono includere lo sviluppo di abilità tecniche, comportamentali, di leadership, di intelligenza emotiva, empatia, assertività, o altre capacità rilevanti per il contesto lavorativo o personale.
  2. Approccio Personalizzato: Il processo è altamente personalizzato e basato sulle esigenze individuali del coachee. Il coach lavora a stretto contatto con il coachee per identificare aree di miglioramento e sviluppare un piano di sviluppo e formazione personalizzato.
  3. Feedback e Riflessione: Il coaching formativo prevede un uso intensivo del feedback costruttivo. Il coachee riceve input regolari e dettagliati sulle sue performance, accompagnati da riflessioni guidate per favorire una comprensione più profonda e un miglioramento continuo.
  4. Supporto Continuo: Il rapporto di coaching si sviluppa nel tempo, con incontri regolari che permettono di monitorare i progressi, affrontare nuove sfide e adattare il piano di sviluppo in base ai cambiamenti nelle esigenze o nelle circostanze del coachee.
  5. Sviluppo di Competenze Specifiche: Il coaching formativo si concentra spesso su competenze specifiche rilevanti per il lavoro o per la vita personale del coachee, come l’empatia, la comunicazione efficace, la gestione del tempo, la risoluzione dei conflitti, la leadership, ecc.

Benefici del Coaching Formativo nel Metodo HPM

  • Miglioramento delle Performance: Attraverso il coaching formativo, gli individui possono migliorare significativamente le loro capacità e la loro performance in ambito lavorativo o personale.
  • Maggiore Autoconsapevolezza: Il processo di riflessione e feedback aiuta il coachee a sviluppare una maggiore autoconsapevolezza, riconoscendo punti di forza e aree di miglioramento.
  • Crescita Professionale: Il coaching formativo può accelerare la crescita professionale, preparando il coachee a nuovi ruoli e responsabilità.
  • Soddisfazione Personale: Il raggiungimento degli obiettivi formativi porta a un aumento della soddisfazione personale e della motivazione.

Differenze con Altri Tipi di Coaching

  • Executive Coaching: Mentre il coaching esecutivo si concentra principalmente su leader e dirigenti per migliorare la loro efficacia organizzativa, il coaching formativo può essere applicato a individui a tutti i livelli per sviluppare competenze specifiche.
  • Life Coaching: Il life coaching tende a coprire una gamma più ampia di obiettivi personali e di vita, mentre il coaching formativo è più focalizzato su obiettivi educativi e di sviluppo delle competenze, anche sociali e di interazione, per migliorare i rapporti umani, le energie personali e la gestione di stress e altri eventi di vita.
  • Coaching Mentale: Il coaching mentale spesso si concentra su aspetti psicologici e di mindset, mentre il coaching formativo combina questi aspetti con l’acquisizione di competenze pratiche e conoscenze.

Peculiarità del coaching formativo HPM è il lavoro su sei diversi tipi di conoscenze e sistemi di energie, che caratterizzano il Potenziale Umano della persona:

  1. bioenergetica: la valorizzazione del corpo e della salute
  2. psicoenergetica: la valorizzazione di un pensiero positivo ed ottimista, empatia e resilienza, gestione dello stress relazionale ed emotivo
  3. le microcompetenze, esempio, i dettagli con cui costruire una comunicazione empatica
  4. le macrocompetenze: le diverse aree dei saperi della persona, e l’individuazione di nuovi saperi da acquisire e far entrare nel proprio repertorio
  5. la progettualità: saper costruire e perseguire progetti, saper costruire la propria vita attorno a progetti positivi e stimolanti
  6. i valori e la spiritualità: ancorare la propria vita a scopi nobili, con una ricerca continua dello scopo di vita e apertura agli insegnamenti dei Maestri e delle religioni (in particolare, nel Metodo HPM, quella Cristiana)

Nel Coaching Formativo HPM utilizziamo il termine di “Neotropia” per indicare la ricerca di un nuovo modo di essere e di vivere. Questa una riflessione che vogliamo condividere:

Una pulsione neotropica frenata riguarda lo stato in cui una persona viva il desiderio di evoluzione ma non abbia identificato il percorso, o non trovi supporto, linfa, nutrimento e motivazione dalle relazioni che vive, e questo desiderio rimanga allo stato larvale, in una condizione di insoddisfazione esistenziale cronica, triste, dolorosa.[1]

Dare supporto ai desideri evolutivi, alle voci interiori e trasformarle in azioni concrete e positive è lo scopo primario del Coaching formativo.

Il coaching formativo è uno strumento potente per chi desidera crescere e svilupparsi sia professionalmente che personalmente, attraverso un percorso strutturato e mirato all’apprendimento continuo.

Fonti Scientifiche utilizzate

  1. Trevisani, Daniele (2009). Il Potenziale Umano: Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore, Milano.
  2. Trevisani, Daniele (2021). Deep Coaching. Il Metodo HPM per la crescita personale il Coaching in profondità e la formazione attiva. Editore Franco Angeli, Milano.
  3. Trevisani, Daniele (2024). Crescita personale. Il metodo HPM per lo sviluppo umano e professionale. Mind Edizioni, Milano.
  4. Grant, A. M., & Cavanagh, M. J. (2007). Evidence-based coaching: Flourishing or languishing? Australian Psychologist, 42(4), 239-254. doi:10.1080/00050060701648175
  5. De Haan, E., & Duckworth, A. (2013). Signalling a new trend in executive coaching outcome research. International Coaching Psychology Review, 8(1), 6-19.
  6. Passmore, J., & Fillery-Travis, A. (2011). A critical review of executive coaching research: A decade of progress and what’s to come. Coaching: An International Journal of Theory, Research and Practice, 4(2), 70-88. doi:10.1080/17521882.2011.596484
  7. Lai, Y. L. (2014). The effect of individual coaching on stress-related outcomes: A meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Occupational Health Psychology, 19(3), 224-238. doi:10.1037/a0035133
  8. Joo, B. K. (2005). Executive coaching: A conceptual framework from an integrative review of practice and research. Human Resource Development Review, 4(4), 462-488. doi:10.1177/1534484305280866

Bibliografia di approfondimento

  • Grant, A. M., & Cavanagh, M. J. (2007). Evidence-based coaching: Flourishing or languishing? Australian Psychologist, 42(4), 239-254. doi:10.1080/00050060701648175
  • De Haan, E., & Duckworth, A. (2013). Signalling a new trend in executive coaching outcome research. International Coaching Psychology Review, 8(1), 6-19.
  • Passmore, J., & Fillery-Travis, A. (2011). A critical review of executive coaching research: A decade of progress and what’s to come. Coaching: An International Journal of Theory, Research and Practice, 4(2), 70-88. doi:10.1080/17521882.2011.596484
  • Lai, Y. L. (2014). The effect of individual coaching on stress-related outcomes: A meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Occupational Health Psychology, 19(3), 224-238. doi:10.1037/a0035133
  • Joo, B. K. (2005). Executive coaching: A conceptual framework from an integrative review of practice and research. Human Resource Development Review, 4(4), 462-488. doi:10.1177/1534484305280866

[1] Crescita Personale, p.38

Coaching formativo. Le aree di applicazione

  • Coaching formativo
  • Coaching one-to-one
  • Tecniche di coaching
  • Formazione coaching
  • Tecniche di coaching
  • Metodi di coaching formativo
  • Efficacia del coaching
  • Coaching aziendale
  • Coaching individuale
  • Coach professionale
  • Corsi di coaching
  • Certificazione coaching
  • Coach certificato
  • Coaching per lo sviluppo personale
  • Coaching per la leadership
  • Coaching per team building
  • Coaching motivazionale
  • Coaching per la carriera
  • Coaching per la gestione del tempo
  • Coaching per la comunicazione
  • Coaching per il problem solving
  • Coaching per la gestione dello stress
  • Coaching per il miglioramento delle performance
  • Coaching per il cambiamento
  • Coaching per l’autostima
  • Coaching orientato ai risultati
  • Coaching per la pianificazione strategica
  • Approcci di coaching formativo
  • Coaching per la crescita professionale
  • Coaching per l’innovazione
  • Coaching per il raggiungimento degli obiettivi
  • Coaching per il benessere lavorativo

mental coaching Daniele Trevisani

Un Mental Coach è un professionista che allena la mente di un atleta, di un manager o di una persona di qualsiasi tipo, nel compiere evoluzioni positive verso un futuro migliore e ottenere migliori performance. Non è uno psicoterapeuta o uno psichiatra, non tratta questioni cliniche ma può agire sulle stesse variabili che si trovano in alcune aree della psicologia, della comunicazione e della formazione, come la scienza delle performance, la gestione delle emozioni, operando sulla formazione personalizzata di una squadra o di un singolo atleta o manager.

A mio parere gli strumenti che un Mental Coach professionista deve conoscere sono almeno:

  1. la Scala di Fisher, per comprendere e far comprendere ai propri clienti il concetto di stato di coscienza e aiutarlo a riconoscerli nella sua vita personale e nelle performance
  2. le tecniche di rilassamento
  3. le tecniche di visualizzazione
  4. le tecniche di respirazione connesse agli stati corporei (Pranayama)
  5. la tecnica del colloquio di Coaching (e nei casi più evoluti, la tecnica del colloquio di Counseling)
  6. le tecniche di “Analisi degli Episodi”
  7. le tecniche di Analisi della Conversazione (derivate dalle Scienze della Comunicazione)
  8. i principi di base della motivazione
  9. i principi dello stato di Flow (flusso) e delle Optimal Performance
  10. la struttura delle emozioni (in particolare il modello di Plutchick)
  11. il lavoro allenante sulle micro-competenze e macro-competenze (Modello HPM)
  12. i principi dell’Andragogia (la scienza della formazione degli adulti) e la capacità di realizzare active training (formazione attiva) sui propri clienti
  13. sensibilità e competenze sulle intersezioni tra aree diverse: spirituale, emotiva, fisico-corporea, esistenziale, professionale, familiare e sistemica, lavoro sulle competenze
  14. conoscenza e applicazione del modello delle Regie di Cambiamento o modello X-Y, con capacità di progettare azioni di RME (Retargeting Mental Energies)
  15. capacità di fissare micro-obiettivi e macro-obiettivi (Y o “End-States”) e monitorare i progressi del cliente
  16. conosce sulle Scienze del Potenziale Umano (Modello HPM – Human Potential Modeling)

Dal libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance“:

Ognuno di noi ha ricevuto un’eredità mentale e genetica da chi lo ha preceduto, un patrimonio di risorse, per alcuni ricco e pieno di frutti, per altri disastrato e pieno di debiti non pagati, con la quale fare i conti. Di questo non abbiamo né colpe né meriti, è il nostro punto di partenza.

Da questo punto in avanti, tuttavia, si avvia la responsabilità della persona nel compiere suoi progressi, tentativi anche piccoli, una responsabilità potente e individuale del volere realizzare se stessi, provare a farlo, o progredire per quanto sia possibile, senza accettare la stasi o la passività (passività da non confondere invece con capacità di rilassamento, un tratto invece positivo).

E quando parliamo di potenziale umano o espressività, non esiste punto di arrivo o traguardo finale. Si tratta di un atteggiamento costante di amore per la vita e per la ricerca.

La scienza è un’amica importante, perché dimostra che esistono possibilità enormi di emancipazione umana e crescita del potenziale personale.

Una grande quantità di studi provano che è possibile mettere mano attivamente alla propria espressività e alle abilità, sia generali che specifiche. Ma per farlo occorre volontà e lavoro allenante.

Lo studio autonomo o di gruppo, la crescita voluta, le esperienze, ma anche il lavoro allenante, formativo, di coaching, di counseling, di training, sono forme per alimentare le nostre ali per volare. Amplificare il potenziale umano significa dare ali a chi non le ha, e aiutare le persone che già volano a volare ancora più in alto.

Con le tecniche giuste, anche persone con handicap hanno potuto amplificare la propria espressività, nel caso specifico l’espressività comunicativa, grazie al ricorso a training particolari basati su tecniche efficaci.

Ad esempio, se parliamo di comunicazione verbale, il prosodic modeling[1] – tecnica che allena la persona a gestire meglio il parlato, il ritmo e intonazione, la buona scansione delle sillabe – migliora la capacità di esprimersi bene, di generare frasi compiute e comprensibili, e ha prodotto effetti scientificamente dimostrati. Il miglioramento è un fatto concreto e possibile.

Ed ancora, è scientificamente dimostrato che le tecniche teatrali nelle loro varie forme (incluso il role-playing, lo psicodramma, le simulazioni) possono essere usate con successo nella formazione in azienda, e anche per aumentare l’espressività di ragazzi con problemi, con risultati tangibili, reali, forti.

Gli studi dimostrano efficacia su variabili determinanti dell’espressività, quali listening skills (capacità di ascolto), eye contact (gestione del contatto visivo), body awareness (consapevolezza corporea), coordinamento fisico, espressività facciale e verbale, focalizzazione e concentrazione, flessibilità mentale e problem solving skills, capacità di interazione sociale, ma anche tratti psicologici quali la self esteem (autostima)[2].

Sono ambiti localizzati, dettagli di un puzzle di crescita, ma sono avanzamenti possibili e mostrano una via, una possibilità reale.

Questo per noi significa tanto: le persone possono andare oltre la posizione di partenza ereditata e oltre lo stato in cui si trovano, qualsiasi esso sia: (1) problematico o patologico, (2) normale o mediano, (3) eccellente o agonistico.

Sicuramente chi si impegna in programmi di sviluppo, su qualsiasi stadio di partenza, sta facendo uno sforzo intenzionale per andare oltre l’eredità ricevuta, e ha un merito. Lo ha anche chi li supporta, i coach, trainer o terapeuti che vi si impegnano. Lo hanno anche i leader se e quando nelle imprese fanno crescere le persone. I leader sono coloro che sviluppano le persone e non solo risultati.

Espressività è liberazione di sé, energia, possibilità di emancipazione, dare aiuto e contributi agli altri e ai loro sogni, così come ai nostri.

Le performance e l’apprendimento sono atti di espressività che non arrivano ad un punto per poi fermarsi, sono piuttosto momenti di azione, seguiti da altri di riflessione, ricarica, e poi ancora ricerca di altre zone di espressività e altre crescite, altri progetti positivi, e ancora riposo, contributi, espressione, in un susseguirsi di “respiro vitale”, un battito di vita profondo e potente.

Ci si può esprimere in una poesia, in una corsa, in un progetto aziendale. Ci si può esprimere aiutando il prossimo, nel volontariato, o in una ricerca spirituale.

Ci si può esprimere nel raccontare con vividezza un racconto o una favola ad un bambino. Non è necessario far soldi o vincere le olimpiadi per esprimersi. Ci si può esprimere nelle professioni, nel lavoro, nell’impresa, ma diventare ricchi non è sempre sintomo di successo vero, anzi, persone che hanno raggiunto obiettivi spirituali, come Gesù, San Francesco, i monaci buddisti, e altri illuminati, hanno deciso che il loro metro di misura fosse altro.

È questa la vera emancipazione: decidere quale sia il nostro metro di misura senza ingoiarlo a forza da altri, non assorbirlo passivamente e impregnarsi da quanto certa società vorrebbe a forza, il consumismo, l’esaspe­razione, il comportamento “produci-consuma-muori”.

Ma, quello che conta ai fini formativi, è che – qualsiasi sia il target o l’obiettivo – l’espressività sia percepita da un mental coach come fattore altamente “lavorabile”, così come lo è, più in generale, ogni ambito della crescita e del potenziale umano.

[1] Young, Arlene R.  et al. (1996), Effects of Prosodic Modeling and Repeated Reading on Poor Readers’ Fluency and Comprehension, Applied Psycholinguistics, v. 17, n. 1, pp. 59-84, Mar.

[2] Bailey, S.D. (1993), Wings To Fly: Bringing Theatre Arts to Students with Special Needs, Woodbine House, Rockville.

____________

© Dott. Daniele Trevisani, Formatore, Ricercatore, Mental Coach, Mental Trainer, Counselor, autore del testo “Il Potenziale Umano” edito da Franco Angeli, Milano. www.danieletrevisani.it www.danieletrevisani.com

Se vuoi sperimentare il lavoro con un Mental Coach professionista e il mental training, che si tratti di coaching sportivo, coaching manageriale o coaching personale, coaching per lo studio o per la carriera professionale, contatta il Dott. Daniele Trevisani tramite il seguente form

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