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Copertina Libro Il Coraggio delle Emozioni compressaArticolo con commenti inediti di Daniele Trevisani, dal libro Il Coraggio delle Emozioni. Energie per la vita, la comunicazione e la crescita personale. Franco Angeli editore.

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Se sei nato con le ali, non vedo perché dovresti strisciare

se sei nato con le ali, non vedo perché non dovresti provare ad a usarle

se non sei nato con le ali, ma le vuoi veramente, cresceranno

sino a che non ti accorgerai nemmeno più di usarle

e volerai alto nel cielo, libero. Daniele Trevisani

Le capacità emotive crescono da bambini con la stessa rapidità con cui da adulti si atrofizzano. Abbiamo manager incapaci di provare la minima emozione verso un collega, un collaboratore, una qualsiasi persona, persino se stessi. Questo produce in azienda una condizione di apatia organizzativa, e quando tocca i Dirigenti, diventa una sindrome. Nota come “Leadership Tossica”, è un cancro che distrugge le aziende. Riconoscerla, per intervenire prima che sia tardi, è possibile.

Quando la mancanza di sensibilità arriva a toccare i clienti tutto ciò diventa ancora più grave, nel caso Volkswagen “DieselGate”. Scarsa competenza emotiva di un manager significa anche non sapersi mettere nei panni dei figli e dei propri nipoti e chiedersi se valga la pena respirare aria pulita invece di “taroccare” le prove centraline dei motori. Lo stesso vale per Lufthansa, come ha gestito o non gestito gli assessment psicologici sui propri piloti o capito lo stress che devono subire. E il disastro Germanwings-Lufthansa con i suoi centinaia di morti, il caso Costa Concordia, e tanti altri, ne sono una testimonianza drammatica.

Le competenze da adulti vanno trattate in modo diverso rispetto alle competenze dei bambini.

Gli studi di Howell[1] sintetizzano la scalata dell’essere umano verso le competenze di livello superiore, ben esposta nel modello Staircase.

I diversi stati possono essere estesi in campo formativo-consulenziale, di Coaching o di terapia. Vediamo la loro natura:

staircase howell

[1] Howell, William S. (1982). The empathic communicator. University of Minnesota: Wadsworth Publishing Company.

  1. incompetenze inconsapevoli: ciò che non so di non sapere, elementi o lacune che sfuggono alla mia coscienza, alla mia auto-consapevolezza;
  2. incompetenze consapevoli: lacune di cui ho preso coscienza;
  3. competenze consapevoli: ciò che so di sapere; l’esecuzione è possibile ma deve comunque essere prestata attenzione cosciente ai meccanismi, al processo in corso;
  4. competenze inconsapevoli: ciò che faccio senza dovervi pensare. L’esecuzione avviene senza dover riflettere coscientemente, utilizza schemi psico-motori e/o linguistici oramai acquisiti, e per questo richiede scarso o limitato impegno mentale. È basata sulla forte padronanza dei meccanismi in azione. Evidenzia la presenza di una mastery (forte padronanza) nelle competenze, una abilità interiorizzata, acquisita definitivamente;
  5. supercompetenze: il livello della massima padronanza unito ad allenamento estremo della tecnica e a doti personali fuori dalla norma, che differenzia un key-performer, un fuoriclasse, da altri seppur bravi. Comprende anche doti di intuito, intelligenza corporea, intelligenze multiple che convergono per formare i migliori piloti del mondo, i migliori suonatori del mondo, i migliori chirurghi, i migliori danzatori, e ogni altro tipo di persona che nel suo campo eccelle oltre la norma.

Il modello di Howell è stato concepito in origine per studiare una graduatoria di stati di empatia interculturale.

Howell intendeva studiare i diversi livelli di capacità di adattamento di una persona a un contesto culturale diverso (superare le difficoltà che nascono nell’inserirsi in un paese non nativo): quando riesco a muovermi bene e senza gaffe entro una cultura, avendola incorporata e capita completamente?

Questa domanda è stata il punto di partenza, ma il modello è stato poi ripreso da molti come schema generale di gradi di apprendimento in ogni campo, sport, management, educazione.

William Howell e Stella Ting-Toomey hanno anche introdotto successivamente una quinta categoria, la Unconscious Super-Competence, per evidenziare chi, in un processo di adattamento, riesce a sviluppare competenze di rilievo decisamente superiore alla media, eccezionali, sopra il limite.

La validità di questa scala è ampia, riguarda ogni tipo di apprendimento nella vita. Ci aiuta a chiederci dove siamo, o dove ci siamo fermati, e, soprattutto, invita a riflettere sul fatto stesso che vi sono margini di miglioramento ovunque e sempre.

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Articolo con commenti inediti di Daniele Trevisani, dal libro Il Coraggio delle Emozioni. Energie per la vita, la comunicazione e la crescita personale. Franco Angeli editore.

(c) Daniele Trevisani, anteprima dal volume Self Power (Franco Angeli editore)

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Progredire significa andare verso uno stato di maggiore auto-realizzazione.

Molte persone che millantano il successo l’hanno confuso con il possesso materiale. Avere una “barca” sula quale caricare amici e amiche a pagamento, che ti gireranno le spalle non appena il tuo conto in banca smetterà di permetterti di darti arie da snob. Ti sembra questo il progresso personale?

Molte pubblicità che vedi ti offrono una sua specifica visione del progresso, spesso legata al farti possedere un disperato bisogno di una categoria di prodotto senza la quale il tuo valore umano si azzera. Ma vuoi crederci veramente? E’ ora di adottarne una tutta nostra, smettere di dare ascolto a queste voci malate.

Volersi bene e rispettarsi è un modo per progredire. Alimentare i propri bisogni dal materiale verso l’immateriale è un modo per progredire, senza rinnegare ipocritamente le esigenze materiali.

Gli studi più significativi e pionieristici cui si può fare riferimento quelli della Psicologia Umanistica, con Carl Rogers[1] come protagonista indiscusso. Come sostiene Rogers, in Client-Centered Therapy[2], siamo vittima di un progressivo distacco tra le nostre sensazioni interne e quello che facciamo della nostra vita, che spesso porta ad un senso di “disadattamento”.

E quante volte sentiamo una “voce” dirci che “così non va”, una “spia rossa” accendersi, ma magari non riusciamo a collegarla a motivi esatti, e speriamo che se ne vada? Se non riusciamo a trasformare un disagio in azione efficace, non se ne andrà. Alcuni anestetizzano questa voce con alcool, droghe, farmaci, o altri anestetici benefici come lo sport.

Ok, ma l’essenza della domanda rimane li, inesplorata.

La Psicologia Umanistica ci invita invece ad ascoltarla, e fare della nostra vita un cantiere di crescita personale.

Il progresso personale o di un’impresa si arresta per il semplice fatto di non sapere bene a quali variabili guardare, e su quali focalizzarsi, la perdita di senso è un acido corrosivo per l’anima.

Si perdono di vista gli indicatori di un miglioramento vero, e si accettano quelli ingurgitati dai valori massificati, o trasmessi dalla cultura commerciale, dai media, dai sistemi culturali cui si appartiene, che non sono sempre buoni e giusti, e tantomeno perfetti.

Iniziano ad agitarsi voci interiori… a livello subconscio… Non ho l’ultimo modello di telefono quindi non valgo. Non sono come la modella della rivista quindi non valgo. E altre simili. Andiamo dal “la mia casa o auto è più piccola di quella del vicino“… sino ad arrivare a non essere il Presidente della Repubblica o delle Nazioni Unite e quindi non valere.

Riprendere in mano i riferimenti è operazione fondamentale.


[1] Rogers, C. R. (2000) La terapia centrata sul cliente, Firenze, Psycho. Rogers, C. R. (1983) Un modo di essere, Firenze, Psycho.

Rogers, C. R. (1971) “Psicoterapia di consultazione”, Roma, Astrolabio-Ubaldini,

Rogers, C. R.; Kinget, G. M. (1970) Psicoterapia e relazioni umane. Teoria e pratica della terapia non direttiva, Torino, Bollati Boringhieri.

[2]  Rogers, C. (1951), Client-Centered Therapy, Houghton Mifflin, Boston, MA. Vedi anche

Ikemi, A. (2005), Carl Rogers and Eugene Gendlin on the Bodily Felt Sense: What they share and where they differ, Person-Centered and Experiential Psychotherapies, Vol. 4, No. 1.

(c) Daniele Trevisani, anteprima dal volume Self Power in costruzione (Franco Angeli editore)