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Luglio 2013

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fonte: Wikipedia

Definizione di Qualità

Il concetto e la stessa definizione di qualità ha subìto grandi evoluzioni nel tempo. Valgono i seguenti riferimenti bibliografici:

  • Joseph M. Juran Juran, “Idoneità all’uso” è il padre della moderna gestione della qualità.
  • Kuehn & Day 1962, “Nell’analisi finale del mercato, la qualità di un prodotto dipende da quanto bene corrisponde ai modelli delle preferenze del consumatore.”
  • Gilmore 1974, “La qualità è il grado con cui un prodotto specifico soddisfa i bisogni di uno specifico consumatore.”
  • Crosby 1979, “Qualità significa conformità a requisiti.”
  • Broh 1982, “La qualità è il grado di eccellenza ad un prezzo accettabile ed il controllo della variabilità ad un costo accettabile.”
  • Price 1985, “Fare le cose giuste la prima volta.”
  • Oakland 1989, “L’essenza dell’approccio alla qualità totale è identificare e soddisfare i requisiti dei clienti, sia interni che esterni.”
  • Newell & Dale 1991, “La qualità deve essere raggiunta in cinque aree fondamentali: persone, mezzi, metodi, materiali e ambiente per assicurare la soddisfazione dei bisogni del cliente.”
  • La norma ISO 9000 del 2000 (Fondamenti e Terminologia) “Qualità: Capacità di un insieme di caratteristiche inerenti un prodotto, sistema, o processo di ottemperare a requisiti di clienti e di altre parti interessate.”
  • La norma ISO 9000 del 2005 (Fondamenti e Terminologia) “Qualità: Grado con cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti.”

Qualità di un prodotto e/o di un servizio

La ISO 9000 nella versione 2000, ha avuto il merito di spostare l’attenzione della qualità dal prodotto/servizio all’insieme dei processi aziendali che contribuiscono alla sua realizzazione. Infatti solo da processi ben gestiti e tenuti sotto controllo nascono buoni prodotti e servizi.

Il concetto di qualità è un concetto generale, ma applicabile a tutte le realtà umane, ciò che cambia è il metro di misurazione, dipendendo esso da due soggetti: chi fornisce il prodotto e chi lo commissiona e/o lo utilizza.

Ecco quindi la necessità di individuare quali sono i soggetti e gli elementi base della qualità di un prodotto/servizio e dei processi relativi.

Per prodotti/servizi:

  • Chi esprime i requisiti, le esigenze o i bisogni, di solito il Cliente, e chi li utilizza, di solito utente, paziente, cittadino, studente;
  • Chi fornisce il prodotto, il servizio: impresa, istituzione, ente di diritto pubblico o privato;
  • Il prodotto deve avere una qualità definita, ovvero essere stato progettato e realizzato in accordo a specifiche e standard definiti ed essere privo di non conformità o difetti.
  • Fattori percepibili da parte del cliente, costituiscono lo strumento principale per valutare da parte del cliente, se quanto richiesto è stato ottenuto, come previsto ed in modo soddisfacente;

Per i processi relativi:

  • Il monitoraggio nel tempo di tali indicatori è uno strumento fondamentale alla direzione per valutare la bontà ed i margini di miglioramento dei processi.
  • Poiché i processi aziendali interni si interfacciano con altri processi esterni (del Cliente o dei fornitori), a livello progetto deve essere definita la loro interfaccia.

Per prodotti, servizi, progetti e processi:

  • Qualità significa capacità di raggiungere gli obiettivi stabiliti (efficacia), utilizzando al meglio le risorse umane, di tempo ed economiche a disposizione (efficienza);
  • Il documento che riassume le caratteristiche del prodotto/servizio è di solito il contratto, la specifica. la convenzione, la carta dei servizi, il piano della qualità. In tale documento devono essere specificati anche i relativi criteri di accettazione.

La differenza tra prodotto e processo può essere compreso meglio con un esempio: l’assistenza tecnica di un computer. Ogni intervento sarà diverso, in dipendenza del problema da risolvere (contratto). Una storia di 100 interventi di successo, è il migliore indicatore perché anche il 101° intervento possa riuscire. Tuttavia al cliente non importerà molto sapere se gli ultimi 100 interventi hanno avuto successo ma se il suo computer, dopo l’intervento, funzionerà. In caso di risultato negativo, il cliente percepirà una cattiva qualità del servizio ricevuto ed il fornitore capirà dove ha sbagliato e ne trarrà le conseguenze per migliorare la qualità del suo processo, quindi del servizio reso. L’approccio corretto alla qualità, non può che essere sistemico e non dovrebbe prescindere dal miglioramento continuo, del prodotto, del servizio e degli indicatori dei processi relativi.

La catena della qualità

Dire che un prodotto ha un’alta qualità non vuole dire nulla perché, come detto prima, la qualità va definita nelle sue caratteristiche, prestazioni, idoneità all’uso e dai processi che ne sono a monte. È vero tuttavia che la qualità somiglia ad una catena con anelli di uniforme resistenza, ovvero ne più grossi (maggiori costi), ne più deboli (possibile rottura). Un’altra efficace descrizione della necessaria interazione tra prodotti e processi è quella fornita dal Ciclo di Deming (PDCA – Plan, Do, Check, Act).

Quindi, devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza:

  • l’acquisizione dei desideri dei clienti;
  • la traduzione di tali desideri in caratteristiche che il produttore sa controllare;
  • la progettazione o design del prodotto;
  • il processo produttivo vero e proprio;
  • il processo di promozione e vendita;
  • il processo di assistenza post-vendita;
  • il processo di analisi e miglioramento delle performance.

Non è indicato esplicitamente alcun punto di controllo, ma in realtà ogni processo deve essere monitorato per farlo lavorare al meglio, mentre l’insieme dei processi deve essere coordinato e controllato soprattutto alle interfacce input/output.

Le richieste del cliente

Secondo lo schema della qualità alla sorgente, ogni caratteristica deve essere definita e messa sotto controllo il prima possibile lungo il processo che porta al cliente; è allora ovvio che, prima di incominciare a lavorare, bisogna elaborare una strategia organizzativa e definire gli obiettivi, basandosi sulle esigenze dell’utilizzatore finale. Deve essere il punto di partenza di ogni prodotto o servizio: le richieste del cliente, che uso intende fare del prodotto ed anche quali possono essere i desideri impliciti ed inespressi. Questo è uno dei passaggi più importanti e delicati per la gestione di un sistema basato sulla qualità: un errore in questo stadio è molto difficile da correggere a progettazione avviata ed è un disastro scoprire magari durante la vendita, che i presupposti erano errati.

Spesso l’interpretazione dei dati non è semplice: p.es. la richiesta di un “colore gradevole” o di un “servizio migliore” può prestarsi a soluzioni diverse. Il costruttore o il professionista dovrà elaborare i dati derivanti dalla conoscenza del cliente e del mercato circostante (stakeholders) rapportandoli alle proprie competenze tecniche per interpretare al meglio le evidenze.

Tra i punti da definire: ci sono anche l’uso esplicito per cui il prodotto sarà fornito ed anche il costo che l’utilizzatore è disposto a pagare: un prodotto altrimenti ottimo ma di costo troppo elevato non avrà certo il successo atteso.

Altro punto cruciale è il trasferimento in termini tecnologici di quanto ottenuto: usando le proprie conoscenze, il fornitore/produttore deve tradurre le richieste del Committente nel proprio processo o nei diversi processi coinvolti. Questa fase può richiedere specifiche, schemi di flusso, procedure/istruzioni che rendano idoneo il prodotto o servizio, ai requisiti del Committente.

La progettazione

Deve avvenire avendo sempre presente l’obiettivo finale descritto nella fase precedente: uno dei presupposti più importanti è perciò la condivisione di tali obiettivi tra tutti i progettisti delle diverse discipline ingegneristiche. Inoltre, devono essere previsti punti di riesame (review) per confrontare le caratteristiche cercate con quelle ottenute, effettuando, se necessario, le dovute correzioni.

La verifica dello stato del progetto avviene attraverso il riesame della progettazione, fase a cui partecipano tutti i progettisti.

L’evoluzione del concetto di qualità ha migliorato questo approccio alla progettazione considerando anche il miglioramento continuo del processo di progettazione ed i relativi indicatori di prestazione chiave (KPI).

Misura della qualità

Per essere utile, al pari di ogni grandezza, la qualità relativa ad un prodotto, processo, servizio, persona, deve poter essere misurata. Effettivamente, ciò avviene, anche se la valutazione della qualità è un processo difficile, poiché si basa sulla buona conoscenza delle caratteristiche tecniche.

La misura della qualità consiste nel valutare quanto un prodotto è lontano da quello ideale: per farlo occorre quindi considerare le caratteristiche richieste dal cliente e costruire un metodo che permetta di misurarle.

Spesso un determinato prodotto presenta peculiarità tali da rendere altamente improbabile l’individuazione di parametri assoluti e quindi oggettivi che lo qualificano, come ad esempio la qualificazione di un manufatto edilizio.

In alcuni casi in cui la qualità non è valutabile direttamente, potrà essere stabilita a priori una metrica ripetibile di riferimento, talvolta basata su misure soggettive. In altri casi, la valutazione della qualità è semplice ed è basata su metodi ben definiti (tra i mezzi utili per la misura della qualità di un processo produttivo, ci sono i metodi statistici).

Statistica nella qualità

Spesso si confonde l’uso della statistica con il “fare qualità”; il fatto è che la statistica è solamente un mezzo per sottoporre a verifica la qualità in alcune fasi del processo: procedimenti statistici differenti sono indispensabili p.es. per controllare una catena produttiva o per misurare la soddisfazione del cliente. Però questi mezzi restano fini a sé stessi se non vengono inseriti in un ambiente di gestione della qualità completo.

Per esempio, un tipo di carta di controllo avvisa quando un processo sta per cominciare a produrre pezzi difettosi; sta però al sistema di qualità registrare l’evento, descrivere la procedura che deve essere attuata per riportare il processo nelle condizioni ottimali, registrare gli effetti dell’azione correttiva, analizzare le cause del problema, effettuare un’azione preventiva per evitare il ripetersi della produzione di pezzi difettosi.

In altre parole, la statistica è un mezzo sofisticato per mantenere, verificare ed eventualmente migliorare la qualità, ma è solo uno tra gli altri, altrettanto sofisticati.

Ciò premesso, la statistica mette a disposizione procedure di importanza strategica per testare la qualità finale: a partire dalla progettazione degli esperimenti, alle onnipresenti carte di controllo, passando per le correlazioni e regressioni tra variabili e per le misure di eventi dipendenti da una popolazione e molto altro. Come anche indicato nelle normative internazionali, è difficile che una gestione corretta della qualità possa esistere senza l’aiuto della statistica, soprattutto in alcune fasi.

Coinvolgimento nella qualità

La suddivisione di responsabilità fra i sotto-processi continua fino al livello individuale. Ogni persona deve sentirsi coinvolta, come parte integrante della gestione della qualità; questo può essere fatto assicurandosi di conoscere i propri compiti e obiettivi, mettendo a punto procedure per controllare il livello di quanto prodotto, chiedendo informazioni quando necessario.
Dato che l’individuo diventa importante per la qualità, deve essere trattato mediante i dettami della stessa qualità; le risorse umane di un produttore diventano anch’esse un processo che contribuisce alla qualità finale. In questo modo, la copertura di qualità è, appunto, totale.

Metodi

I metodi per gestire la qualità sono molti ed in un approccio sistemico della qualità si applicano tutti. Essi vanno tuttavia differenziati perché differenti sono gli enti aziendali coinvolti e le conoscenze necessarie:

ECB Celebrates 10th anniversary…riporto uno stralcio che fa riflettere – fonte http://www.controcopertina.com/super-pensionati-da-90-000-euro-al-mese-ecco-chi-sono-i-piu-ricchi-d-italia/

Mentre l’Italia va a rotoli nell’immobilismo più totale del Governo Letta, targato PD-PDL-Monti, c’è ancora chi si gode la sua bella pensione d’oro. Oggi in Italia sono 100.000 i “super-pensionati” e costano allo stato italiano ben 13 miliardi di euro all’anno, praticamente una manovra finanziaria. Non ci sono i soldi per il reddito di cittadinanza, per scongiurare l’aumento dell’IVA, ma per pagare i pensionati d’oro sì. Anche perché, nella maggior parte dei casi sono ex politici che ancora molta influenza hanno sulle istituzioni. Per pagare le super-pensioni, ogni anno vengono utilizzati i contributi pensionistici di ben 2.200.000 lavoratori.

 

 

Il Liezi (列子sempl., Liè Zĭpinyin) o Lieh Tzu è un testo taoista che era incluso nel catalogo della libreria imperiale con il nome di Trattato del Vuoto Perfetto (冲虚经sempl.).

L’autore del testo è Lie Yukou, spesso chiamato lui stesso Lie Zi.

Il Liezi non è stato mai pubblicato interamente in Occidente, molti frammenti sembra siano meglio conosciuti da persone interessate alla cultura cinese. Il passaggio seguente è un esempio:

« Lie Zi stava praticando arcieria. Stava cercando il consiglio di alcuni maestri.
Incontrò la dea Guanyin, che gli chiese:
“Sai perché colpisci l’obiettivo?”
“No”, replicò Lie Zi.
Lie Zi se ne andò per esercitarsi e dopo tre anni tornò da Guanyin.
“Sai perché colpisci l’obiettivo?”
E Lie Zi, “Adesso lo so.”
“Allora lo hai veramente colpito. Afferra questa consapevolezza e non perderla mai! Questo è da applicare non solo per imparare l’arcieria, ma in ogni campo della vita per accrescere sé stessi. Quindi, chi è saggio esamina con attenzione, non il fatto stesso di vivere o morire, ma le relative motivazioni.”
 »

Negli anni Settanta la casa di pubblicazione TEA, pubblicò il Liezi in Italia, con il titolo stabilito sotto l’imperatore Chen Tsung, inserendo il passaggio in una forma che viene comunemente riconosciuta come più originale, riportata di seguito.

« Mentre Lieh-tzu studiava il tiro con l’arco colpì il centro del bersaglio. Ne chiese a Yin del valico, che gli disse: – Sai in che modo si colpisce il centro del bersaglio ?
– Non lo so – rispose l’altro.
– Non sei ancora maturo – disse Yin del valico.
Lieh-tzu si ritirò e si esercitò. Dopo tre anni ne riferì di nuovo a Yin del valico, che gli chiese: – Sai in che modo si colpisce il centro del bersaglio ? –
– Lo so – rispose Lieh-tzu.
– Va bene – disse Yin del valico. – Conserva questa conoscenza e non perderla. Non si applica soltanto al tiro con l’arco: è così anche nel governare lo stato e la propria persona. Perciò l’uomo santo non investiga il sopravvivere o il perire, ma il perché è così.- »

Yin yang.svgArticolo Copyright dott. Lorenzo Manfredini
__________

La figura del Taiji, si presenta come un cerchio diviso da una linea
curva in due metà (una bianca e una nera) contenenti due punti di
colore opposto rispetto a quello in cui sono immersi.
La filosofia sottesa a questo simbolo integra gli infiniti dualismi con
cui la realtà si manifesta: gli opposti e la loro complementarietà. Tutto
ciò che è Yin è associato alla parte nera e ‘negativa’, tutto ciò che
è Yang alla parte bianca e ‘positiva’, ma i punti di colore opposto ci
ricordano che ogni parte contiene un germe, una rappresentazione,
un’emozione, una manifestazione anche piccola del proprio opposto:
la compartecipazione.
Con i suoi quattro lati (parte negativa e punto positivo, parte positiva
e punto negativo), rappresenta un buon modello per domande che
esplorano le trasformazioni e i cambiamenti di molti tipi di rapporto,
umano e professionale. L’equilibrio di uno scambio comunicativo alternato
da aspetti negativi e positivi, consente di seguire l’andamento
della relazione rispettandone lo stato d’essere e il continuo mutamento.
Consente cioè di alternare processi di vissuto problematico, con
attività di pensiero costruttivo. Con domande di approfondimento,
facendo emergere gli equilibri di base, comprendendo come ogni situazione
possa trasformarsi nel suo opposto, si riesce a creare e a
gestire le condizioni di una convivenza con maggiore flessibilità. Serve
anche come esperienza autoriflessiva quando si riesca a osservare la
propria esperienza declinandola in ogni anfratto spiacevole, ma riuscendo
a vederne i nascenti lati costruttivi e innovativi. Quindi, non
temiamo di immergerci in esperienze esplorative di grande malessere,
l’importante è vederne l’utilità. Non pensiamo solo alla gioia della
vetta raggiunta, perché dopo ogni soddisfazione è pronta la discesa.
________
Copyright dott. Lorenzo Manfredini, psicologo e coach
www.manfredinilorenzo.com (sito personale e bloggario)
www.apneaconsapevole.com (sito di psicologia dello sport)
www.stepconsapevole.it (sito di coaching e counseling – Blog http://www.stepconsapevole.it/blog.html)

articolo Copyright, dott. Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it

7d7r9292-version-2Riattivare il locus-of-control interno, riprendere in mano le leve di manovra del proprio destinobn229005

Dentro di noi lavorano ogni istante due sistemi specifici (Simpatico e Parasimpatico) con compiti diversi. Conoscerli è bene per capire cosa ci succede di fronte sia al pericolo che nei casi di ansia o di attivazione. Ma anche per rilassarci meglio…

Molti nostri comportamenti quotidiani  – senza che ce ne rendiamo conto –  sono dominati dallo stress, e dalla successiva attivazione del SNS – Sistema Nervoso Simpatico, che determina le reazioni attacco-fuga. E’ un sistema che opera a livello primordiale, nato per farci sopravvivere di fronte ai pericoli.
La fuga prende forma o di corsa (scappare) o di blocco fisico (come un animale che si irrigidisce quando attaccato, ma capita anche alle persone).

  • L’attacco può prendere forma fisica, o verbale.
  • La fuga può prendere forma di blocco comportamentale o decisionale, non riuscire più a muoversi, o a decidere.

I Sistema Simpatico è anche chiamato sistema “fight or flight” = combatti o fuggi, alcuni segnali sono la dilatazione della pupilla, aumento della pressione arteriosa, del battito cardiaco, si blocca la digestione per aumentare il flusso di sangue ai muscoli, si blocca la peristalsi (la discesa del cibo nel tratto digerente) aumento della frequenza respiratoria, sudorazione aumentare, può provocare anche urgenza di defecare. E’ la tipica reazione dell’uomo antico di fronte ad un leone, o ad una tribù che invade il tuo villaggio: fuggire o difendersi. Scappare o attaccare.

Il problema è che oggi questo sistema “parte” anche quando sentiamo un pericolo non così reale, come un compito in classe, una presentazione di fronte ad un pubblico, o una discussione accesa.
Ma quando entra in scena il Sistema Simpatico? Serve che qualcosa lo faccia “accendere”, serve uno stimolo. Di fronte a questo stimolo, si determina una risposta. (meccanismo Stimolo-Risposta, o S-R)
Questo accade quando sei stato sottoposto al sistema S-R, il sistema Stimolo Risposta.

E’ possibile apprendere a dominare meglio il proprio SNS? Io ad esempio insegno ai miei clienti ad sviluppare un modello diverso S-E-R (Stimolo-Elaborazione-Risposta) per cui le tue risposte comportamentali sfuggano al controllo del Sistema Simpatico. In altre parole, diventare più padroni del proprio comportamento anche in casi estremi e in ambienti estremi o altamente sfidanti.

Questo riguarda sia i combattenti ma anche soldati, negoziatori, comunicatori, manager, vigili del fuoco, responsabili della sicurezza, o protezione civile, che devono apprendere assolutamente a portare il proprio comportamento entro la sfera del proprio controllo volontario. Esiste un allenamento specifico che ho sviluppato ma come ogni allenamento bisogna ripeterlo varie volte sino alla completa padronanza.
Il sistema nervoso parasimpatico (SNP) è il sistema opposto, il sistema del rilassamento, il “riposa e recupera”, dirige più sangue all’apparato digerente per favorire i processi digestivi, riducendone la presenza nei muscoli, restringe le pupille, diminuisce la frequenza del battito cardiaco, rallenta la frequenza respiratoria, aumenta l’azione di ormoni anabolizzanti che favoriscono l’accumulo di risorse energetiche.

Anche per questo, il Training Mentale può fare molto, rimettendo la persona in grado di rilassarsi quando vuole farlo, vivere con più serenità, recuperare le energie.

Un motore che non viene mai ricaricato prima o poi finisce la benzina e noi siamo esattamente così. Se non impariamo a recuperare energie, non ne avremo quando le andremo a cercare.

Copyright, dott. Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it

Contatti dott. Daniele Trevisani

  1. Sito web Studio Trevisani Coaching, Potenziale Umano e  Formazione contenente indirizzo email
  2. Linkedin: http://www.linkedin.com/in/danieletrevisani
  3. Facebook https://www.facebook.com/dr.daniele.trevisani
  4. Twitter @dancoaching –Profilo Twitter

Altri approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_simpatico
http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_parasimpatico

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Se ci fosse un momento per osare, per fare la differenza, per iniziare qualcosa che vale la pena fare, è adesso.

Non per una grande causa, ma per qualcosa che accende il tuo cuore, per qualcosa che è d’autentica ispirazione, per un tuo sogno.

Lo devi a te stesso, per rendere speciale ogni tuo giorno sulla terra. Divertiti. Scava in profondità e riemergi.

Respira la vita.

Vivi i tuoi sogni!


Stephen Littleword, Aforismi