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L’ignoranza dei molti ed il sapere dell’uno

Eraclito nacque ad Efeso nel 540 e morì nel 470. Egli avrebbe depositato un libro, scritto in prosa, presso il tempio di Artemide. Il motivo dello scritto era dovuto al fatto che un suo caro compagno, Ermodoto, era stato esiliato.

Eraclito si scagliò così contro i suoi concittadini, producendo questa opera scritta. È importante sottolineare come la scelta del tempio sia ben ricercata dal filosofo: egli lo considera l’unico luogo in grado di poter conservare un elaborato di quel tipo.

Il tema principale dello scritto è il logos, che possiede significati multipli: significa discorso dotato di senso, ma è da intendere anche come la ragione, comune a tutti gli uomini. Il logos, quindi, si presenta come universale ed accessibile a tutti. Tuttavia, per Eraclito, la maggior parte degli uomini, invece che fare affidamento ai mezzi che possiedono (la ragione), presta eccessiva attenzione ai discorsi di poeti e di scrittori, che si vantano di avere un enorme sapere da condividere.

Tuttavia, sapere tante cose non si traduce nell’essere saggi. Eraclito afferma come la saggezza sia una caratteristica umana legata all’anima, che possiede un logos talmente profondo da non poter essere colto nella sua interezza.

Egli paragona queste persone, che fanno affidamento sugli altri, a coloro che dormono, in contrapposizione a coloro che sono svegli.

Altro tema fondamentale dello scritto di Eraclito riguarda l’origine di tutte le cose: egli ritiene che il mondo non sia tanto il prodotto degli dei, ma di un fuoco con la particolare caratteristica di essere sempre vivo. Il fuoco è stato scelto in base al suo comportamento: si accende e si spegne secondo una misura, un ritmo.

Il divenire delle cose, la produzione di esse, è il risultato del conflitto che si esprime nella continua lotta che avviene in tutto l’universo senza sosta. Ogni cosa è in lotta e trasformazione con il suo opposto.

Talete

Talete nacque a Mileto nel 625 a.C. circa, dove soggiornò ed operò fino alla sua morte nel 550 a.C. circa. Nessuna opera scritta è pervenuta a noi, tuttavia ci sono giunte diverse testimonianze: Aristotele affermò all’interno della Politica, delle capacità tecniche di Talete. La più famosa riguarda l’aneddoto dei frantoi: grazie alle sue conoscenze in ambito astronomico, riuscì a predire un importante raccolto di olive.

Durante l’inverno, egli riuscì ad acquisire, tramite prestiti, quasi tutti i frantoi presenti a Mileto e nella vicina isola di Chio. Con l’arrivo del periodo di raccolta, egli riuscì a fissare un prezzo sull’affitto dei frantoi, come se possedesse una sorta di monopolio.

Nonostante la prova evidente delle sue spiccate capacità e conoscenze, Talete non fu mai a capo di una scuola. Uno delle sue più importanti credenze riguarda il principio di tutte le cose: è l’acqua. Essa garantisce la vita, sia per l’uomo che per gli altri esseri viventi, quindi bisogna considerarla come principio di tutte le cose.

Anassimandro

Anassimandro nacque a Mileto nel 610 a.C. circa e morì nel 540 a.C. circa. A differenza di Talete, scrisse un’opera di prosa intitolata Sulla natura. La scelta della prosa è caratteristica, perché a differenza della poesia, permette all’autore di articolare al meglio il proprio pensiero, di essere più chiaro e libero nell’espressione.

Anassimandro compie un altro passo in avanti fondamentale: è il primo uomo a disegnare la Grecia ed a introdurre l’orologio solare. Sembra una cosa da poco, ma questo permette una fissazione sia spaziale che temporale. Spazio e tempo hanno una misura. Inoltre, egli crede che tutto quello che possiamo osservare e che viviamo, non possa avere principio da un entità visibile, ma deve essere qualcosa dalla quale le cose visibili fuoriescono.

Egli la definisce come “Apeiron” che significa letteralmente “privo di limiti”. Si colloca al di fuori dell’universo, che è di forma sferica. Al centro dell’universo troviamo il pianeta terra, che invece è di forma cilindrica.

Come accennato precedentemente, nell’Apeiron si generano tutte le cose, ma in primo luogo si generano i contrari: caldo e freddo, secco ed umido. Ogni cosa che è generata è caratterizzata dal limite verso un’altra cosa.

Per quanto riguarda l’essere umano, è necessario prestare attenzione sull’origine degli uomini secondo il filosofo di Mileto: egli infatti afferma che gli esseri umani sono generati nel ventre dei pesci. Non si hanno certezze a riguardo, ma questo potrebbe essere un chiaro riferimento a Talete, ed all’acqua come principio di tutte le cose.

Anassimene

Nacque a Mileto nel 586 a.C. circa e morì nel 528 a.C. circa. Anche egli scrisse un opera in prosa intitolata “Sulla natura”. Alla base della sua concezione filosofica, egli credeva che il principio di tutte le cose fosse l’aria.

L’aria era (ed è) fondamentale per i processi vitali, sia degli esseri umani sia degli animali e delle piante. Basti pensare alla respirazione. Il ragionamento di Anassimene di Mileto, si basa sul fatto che se l’aria è tanto importante per la vita all’interno della Terra, allora così deve essere anche per l’intero universo.

Tutte le cose visibili ed osservabili, viventi o no, hanno avuto origine tramite dei processi di condensazione e rarefazione, e possiedono diversi gradi di densità proprio a partire dall’aria.

Anteprima dal libro in costruzione, di Daniele Trevisani. Estratto

Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco[1]

Giordano Bruno (1548 – 1600), filosofo, scienziato e scrittore italiano[2]

Giordano Bruno fu incarcerato, giudicato eretico e quindi condannato al rogo dall’Inquisizione della Chiesa cattolica. Fu arso vivo a piazza Campo de’ Fiori nell’anno 1600. Bella fine per una persona che cercava la verità!

Giordano Bruno è considerato anche, in epoca più recente, come un e martire pietra miliare nella storia del libero pensiero, e nella fondazione delle scienze. Il suo pensiero andò persino oltre quello dell’allora recente visione Copernicana, proponendo che le stesse fossero soli distanti, circondati da propri pianeti, e che inoltre esistesse la possibilità che in questi pianeti esistesse vita.

Nemmeno al momento attuale la scienza ha preso piena coscienza di questa possibilità, arrivando solo ora ad ammettere (grazie a prove inconfutabili) l’esistenza di altri pianenti ma ancora non della vita.

Alcuni grandi saggi, prima ancora che la psicologia odierna, ce l’hanno indicato

Molte persone passano la vita a credere nelle credenze altrui, ad inseguire gli obiettivi sbagliati, alcuni se ne accorgono, altri no. Alcuni provano a vivere, altri si perdono. Ogni mente persa, ogni vita ingabbiata, è una grande opportunità sprecata.

Giordano Bruno è stato persino precursore della Fisica Quantistica, dichiarando:

Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.

Credeva in un vincolo universale di amore che tiene insieme le forze della natura, prefigurando molta della fisica contemporanea della sincronicità e dell’entanglement.

Vedremo quanto in futuro avrò avuto ragione. Esoterismo e magia sono le accuse rivolte ad un viaggiatore dell’intelletto che ha avuto la vera colpa di essere giudicato da assassini del pensiero, per avere sostenuto il rispetto dell’uomo, la forza delle idee, le arti del pensare.

[1] Citato in Conforto, Giuliana (2001), La futura scienza di Giordano Bruno e la nascita dell’uomo nuovo, Noesis e Macro Edizioni.