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psicologia della motivazione

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Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Difendersi e difendere gli altri

Ogni ideologia prevede specifici set di credenze (beliefs), di atteggiamenti, e di comportamenti, e agisce su più livelli: credenze, atteggiamenti personali e i comportamenti pratici o proibiti.

Esistono intere ideologie, come il comunismo reale, i capitalismo sfrenati, i fondamentalismi religiosi, i nazismi, e intere organizzazioni e nazioni, che praticano nei fatti una sistematica riduzione del potenziale individuale.

Questi regimi culturali del terrore lavorano per amputare, per chiudere la vita entro recinti sempre più stretti, praticano la morte spirituale degli altri come filosofia e metodo per la propria sopravvivenza, sopprimono il pensiero che diverge.

Che sia chiaro a che punto arrivano i regimi culturali. A questo e ben altro. Sino a uccidere chi non si adegua. Altri regimi si specializzano nell’uccidere il pensiero, impediscono ai giovani di accedere a informazioni su internet o cercano di ridurre l’offerta di alternative informative. Praticano l’oscuramento dell’informazione, tenere le persone nell’ignoranza aiuta a controllarle.

Le culture non sono solo regimi ben visibili, possono prendere forma anche di materialismo strisciante, o di prepotenza e arroganza. Le aziende non ne sono immuni e nemmeno le culture organizzative: le aziende nepotistiche,, dove conta più fare politica interna che produrre idee e valore, portano le persone a smettere di pensare al contributo da dare e a concentrarsi su come fare carriera e avere potere.

Questo e altro ci fanno capire quanto in là si spingono i poteri amputanti delle culture. Per proibire credenze nuove, le culture controllano gli atteggiamenti e il pensiero, tengono monitorati i comportamenti e li sanzionano.

È decisamente eroico compiere un viaggio oltre le barriere che ci vivono dentro e fuori, poichè questo significa anche trovare l’umiltà di mettersi in discussione e non sentirsi arrivati, ma è altrettanto eroico continuare a credere in qualcosa di forte e lottare contro i blocchi esterni.

Le performance possono essere aumentate quando:

  • L’individuo decide di non accettare blocchi interiori, assumerli come irremovibili, e osservarli come variabili lavorative
  • La persona intraprende azioni decise a contrastare tali blocchi
  • L’individuo decide di non accettare i blocchi esterni come fattori insuperabili ma si impegna in attività di studio tattico e strategico su come aggirarli e andare oltre.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Le performance potenziali che una persona può esprimere sono bloccate da due sistemi di filtri o fatekeepers: i filtri interiori e i filtri esterni:

  • I filtri interiori comprendono credenze dannose, abitudini sbagliate, lacune formative e di competenze.
  • I filtri esterni sono più ostili e refrattari, poichè coincidono con intere culture e comportamenti, che poi ritroviamo i npersone specifiche e detentori di potere.

Se una persona ha un buon potenziale come studioso o ricercatore ma non conosce i metodi di studio ottimali (blocchi interiori) possiamo allenarlo, fornirgli competenze per studiare meglio, e le sue prestazioni scolastiche o universitarie aumenteranno.

Ma se un ricercatore eccellente viene bloccato perchè sbatte contro un blocco esterno, esempio il sistema universitario è clientelare, dominano i raccomandati e la politica, le sue performance saranno di fronte a un enorme muro, un cancello altissimo. Il sistema non offre spazi per le sue performance.

In ogni organizzazione può accadere che gli High Potentials (persone di alto potenziale) diventino persino problemi, rischi da eliminare, qualcuno che diventi un potenziale futuro concorrente ai potenti di adesso. Da risorse a pericoli per il sistema.

Da l ia diventare malattie psicosomatiche il passo è breve. Come osserva il biologo molecolare Bruce Lipton

Perchè ci si ammala ?
I segnali elettrici che controllano il nostro sistema nervoso e ogni tipo di funzione organica possono essere inquinati da 3 fattori:
– traumi fisici
– tossine
– stili di pensiero negativi

Soffermiamoci sul terzo fattore: per fare l’esempio di persone che svengono mentre stanno facendo un discorso in pubblico. L’ansia stessa produce gli stati organici di tachicardia, battito accelerato, sudorazione. Uno stato d’ansia può causare anche attacchi di panico.

Questi fattori determinano in larga misura delle possibili malattie e stati di malessere che un essere umano può sperimentare nella vita. Il tipo di guarigione è basato sul fatto di trovare l’interruttore per spegnere gli stili di pensiero negativo, e liberare la mente affinchè stili più produttivi si facciano strada.

Per approfondimenti vedi:

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Visione di sé e visione sociale

Le idee che non passano il setaccio della visione di sé e della visione sociale assorbita escono dalla nostra vita, i sogni più visionari e sfidanti raramente passano il filtro interiore e lo schema dominante. La persona si spegne.

Le culture spesso diventano sistemi per instillare paure piuttosto che strumenti per liberare dalla paura. Superare una paura ogni giorno sarebbe stupendo. Ma basta anche solo tenersi allenati, ogni giorno, a fare cose che hanno senso e non faremmo se ci lasciassimo andare all’apatia.

Personalmente ho sperimentato un certo periodo nel quale mi dava abbastanza fastidio fare telefonate commerciali o lavorative, e preferivo concentrarmi sulla ricerca. Con un mio micro-progetto personalissimo che ho chiamato “1 call x day“, ho deciso di fare almeno una telefonata al giorno di lavoro per tenere semplicemente allenati i muscoli della “relazione lavorativa commerciale”.

Quando il fine ultimo è buono e positivo, il lavoro fuori dalle comode recinzioni di quello che ci piace fare è positivo e allenante. Lo stesso vale per la decisione di fare ogni giorno qualche attività fisica, o qualche lettura, o altre azioni di sviluppo che non faremmo se ci abbandonassimo al lassimo personale e abbandonassimo qualsiasi tipo di sfida.

I progetti fanno sempre i conti con questa lettura parziale, inconscia, deformata e mutilata, delle nostre possibilità Per questo tante persone vivono vite chiuse, ridotte, amputate, impoverite. I loro contributi agli altri e all’umanità, o alle aziende poer cui lavorano, ne soffrono altrettanto.

Ci troviamo con persone di qualsiasi età che smettono di credere in qualcosa, e muoiono dentro, giorno dopo giorno. Le mosse diventano soprattutto difensive, mai dirette verso la scoperta di nuova luce. I rari risvegli di coscienza vengono bloccati perché dolorosi.

Le performance non valgono solo per quanto producono esteriormente, ma come scusa o occasione preziosa per analizzare come funzioniamo e come migliorarci. I blocchi o i colli di bottiglia che ci limitano, quando scovati, possono essere affrontati, demoliti, o ridotti, Le energie possono essere amplificate.

Il tema, infatti, tocca sia la crescita di ogni individuo che lo sviluppo del pieno potenziale di chi lavora, o degli atleti, dei giovani e di chiunque aspiri a operare sul proprio essere.

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Analisi a livelli multipli e monitor interiore

Le persone si nutrono dei messaggi provenienti da scuola, famiglia, religione, gruppi etnici, media, amici, parenti, assorbendo anche contraddizioni e incoerenze. Questo tipo di schemi incide su come valutiamo se un progetto sia buono o cattivo, fattibile o impossibile, da tentare o non tentare, utopistico o invece da provare.

Se esaminassimo bene le idee apprese che ci circolano dentro, vedremo spuntare molta spazzatura. L’esame dei fattori bloccanti della persona è complesso, chiamando in causa fattosi sia fisici che psicologici e sociali/culturali.

Le performance possono essere aumentate:

  • incrementando la precisione del monitor interiore rispetto alle risorse fisiche di cui una persona dispone, stato e condizione, coscienza corporea.
  • aumentando l’efficacia psicologica, l’attitudine positiva alle sfide, rimuovendo strati di inadeguatezza appresa.
  • favorendo la presa di coscienza sul margine di crescita possibile, l’enorme potenziale di sviluppo attivabile da un coaching veramente efficacie.

È necessario aumentare la consapevolezza dell’individuo rispetto alle proprie credenze attive e dominanti, alle loro fonti, alle pressioni sociali e a norme non scritte che gli vivono dentro. Dall’esame scaturisce una decisione sulle mete e progetti che vogliamo/possiamo costruire o non vogliamo nemmeno accettare.

Le incursioni nel territorio di conquista

Data la molteplicità dei flitri e dei messaggi, nmon deve meravigliare il fartto che le persone vivano una forte carica di dissonanza del decidere. Decide se l’idea o la sfida “passa” o “non passa” i vari livelli del filtro interiore, se sia o meno raggiungibile, o se ne siamo lontani.

Nella realtà di ogni sfida e di ogni idea sul nostro futuro, entra un auto-esame della nostra coscienza corporea e dell’autoefficacia psicologica. La multi-lettura ci dice se quella sfida è troppo forte o invece accettabile per il livello di forze e impegno che immaginiamo necessari sul piano fisico e mentale. Entrambe le analisi convergono in un piano unico.

In un progetto di psicologia positiva, quando alleniamo le persone a superare anche di pochissimo le proprie abitudini personali, a fare anche solo micro incursioni in territori che prima non azzardavamo o sembravano ostili, nasce un senso di “poterlo fare”, alleniamo i muscoli mentali della capacità di fare e del poter fare.

Questi muscoli mentali vanno allenati costantemente poichè ogni muscolo se non usato si atrofizza, e anche la mente che si abitua a starsene in confini angusti tende a farlo.

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Conoscerlo, depurarlo dotarsi di strumenti

Nella routine delle persone comuni, un monitor esamina le nostre energie fisiche, le energie mentali, le competenze, le esperienze precedenti. A questo esame delle proprie risorse si aggiunge un filtro culturale, subconscio, che valuta continuamente idee e progetti alla luce degli schemi che ci vivono dentro.

Le idee che passano questi filtri sono decisamente poche. I filtri in questione sono principalmente tre:

  • Coscienza corporea: come sento il mio corpo ora, quanto lo sento potente e forte o invece scarico e demotivato.
  • Autosufficienza psicologica: quanto sento forte la motivazione e la passione e il senso di poterle applicare verso uno scopo.
  • Schema culturale dominante e sfondo memetico: insieme di credenze su ciò che è buono e cattivo, bene o male, mappe mentali che agiscono in background e fanno da sfondo alle decisioni.

Queste tre letture formano una sorta di auto-acquario nel quale noi costantemente nuotiamo. Da questo intreccio di letture si determina una quantità di possibilità pratiche, variabili con estrema soggettività. Alcuni esempi:

  • Parlare in pubblico: coscienza corporea positiva, sono in grado fisicamente. Sfondo memetico positivo, so che è giusto. Ma, autoefficacia psicologica negativa, non ce la faccio (ansia, timore di giudizio).
  • Partecipare a una gara sportiva: coscienza corporea negativa, ho uno stato fisico non ottimale. Sfondo memetico positivo, so che è giusto. Autoefficacia psicologica positiva, posso provarci, al massimo mi ritiro.
  • Guida in stato di ebbrezza: coscienza corporea positiva, sono in grado fisicamente. Sfondo memetico negativo, so che è sbagliato secondo la mia famiglia, ma accettato dai miei amici. Autoefficacia psicologica positiva, sento che so cogliere il senso del limite.

Sono solo esempi, possiamo inserire nel calcolo situazioni in cui i filtri sono tutti positivo, due negativi ed un positivo e cos’ via. Ci aiuterà a capire tanti comportamenti che prima facevamo fatica a comprendere.

La coscienza corporea riguarda la lettura del proprio corpo e delle sue energie: le idee devono fare i conti con la nostra sensazione di poter gestire una sfida innanzitutto sotto il piano fisico, sia esso un viaggio, un lavoro, uno sforzo intellettuale.

Devono poi passare il filtro dell’autoefficacia psicologica la sensazione di essere all’altezza e che il compito non ci sovrasti in termini emotivi o di doti psicologiche necessarie.

Devono inoltre passare il monitor culturale che abbiamo dentro di noi, che dice se qualcosa è giusto o sbagliato. I messaggi che ci hanno cresciuto e plasmato per quello che siamo noi ora, un mix unico per ciascuno di noi, vengono da apprendimento e contatto con tutta una serie di sistemi pedagogici.

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Analisi delle risorse personali

Un errore drastico, e comune, è il prendere una situazione (stato attuale) e considerarla inamovibile, senza riflettere su quanto sia enorme il possibile salto di qualità che una persona può fare, utilizzando le adeguate strategie formative:

Esaminiamo le due seguenti situazioni:

  • Il soggetto A ha un margine di crescita, ma in alcuni punti del suo stato attuale le sue prestazioni collimano già con il suo potenziale.
  • Il soggetto B invece ha un enorme potenziale ancora da raggiungere e può compiere enormi passi avanti.

Se osserviamo le performance attuali di entrambi, le due persone al momento offrono lo stesso tipo di prestazione o rendimento, sembrano avere le stesse energie o abilità.

Sapere come localizzare negli altri e in se stessi i “colli di bottiglia”, strozzature ed impedimenti al pieno potenziale, avere strumenti per poterli scientificamente identificare. A volte si chiedono cambiamenti agli altri, ma si è restii a cambiare se stessi.

È indispensabile dare un messaggio positivo sul fatto che è importante osservare una persona non solo per quanto sembra essere il suo potenziale e quali sembrano essere le sue performance, ma su quello che può concretamente essere e diventare, con stimoli allenanti e formativi adeguati.

Ma scoprire le credenze limitanti non significa che abbiamo terminato il nostro lavoro: dobbiamo puntare a conoscere quelle che sono le nostre “credenze potenziali“.

Occorre prendersi carico di qualcosa di estremamente tangibile (il nostro corpo), cosi come di qualcosa di etereo e impalpabile, l’anima, i valori che possediamo o abbiamo smesso di avere, gli ideali, i principi guida che agiscono da ancoraggio alla motivazione. Le performance sono solo una conseguenza.

Esse si possono sviluppare con un lavoro adeguato, attivando diversi tipi di stimolazione o “lavoro” sulla persona e sul team. Si tratta di un lavoro indispensabile per l’individuo, per le organizzazioni e per l’intera società umana.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Aumentare performance e benessere

Performance e benessere possono essere aumentate quando:

  • la persona prende coscienza di possedere risorse bloccate o latenti, sia tramite autocoscienza, sia tramite l’aiuto di un professionista.
  • la persona decide di intraprendere un percorso di crescita, miglioramento, sblocco, senza accettare questi limiti passivamente.

Molte volte dietro alla tristezza, alle vite che decadono, si nascondono profonde crisi di significato, perdite di senso, mancanze di energie personali. E questo avviene sia in ambito professionale, che personale, che sportivo.

A cosa servono tutti gli strumenti dell’universo se non c’è “fuoco sacro” e volontà ?

Il problema si sposta: dalle semplici competenze ai sistemi di energie delle persone, e di come queste riescono a produrre progetti e usare gli strumenti, o invece li spengono e non utilizzano nemmeno.

Se lavoro in uno spazio mentale in cui non si produce vero sviluppo e vera crescita, non sono appagato. Non sono contento ne professionalmente, ne tantomeno personalmente.

Dal self-handicapping al tirare fuori la potenza nascosta

Un grande numero di persone ha cose da dire, da fare o da tentare, e non parla, non fa o non tenta, per paura di fallire o per vergogna.

Buona parte delle limitazioni sono legate al timore della riprova sociale (non fare qualcosa per timore che gli altri non approvino, dal sentirsi derivi o disapprovati) e quando questa prende il sopravvento su tutto, diventa un meccanismo di autoumiliazione.

Dobbiamo prendere consapevolezza del problema: è l’inconsapevolezza delle persone sul divario tra le loro risorse attuali (stato del momento) e le risorse potenziali (stato che può essere raggiunto con opportuno lavoro).

Troppo spesso si considera una situazione come data, nasce la rassegnazione, le persone si auto-castrano. Il timore della riprova sociale è solo uno dei motivi che tengono a freno la nostra potenzialità.

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Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

L’acquario comunicativo

I due fronti della comunicazione (emissione e ricezione) possono essere combinati con tre tipi fondamentali di effetti: negativi per chi li riceve, effetti neutri ed effetti positivi.

Ognuno di noi abita in una sorta di “acquario comunicativo” dove predomina un certo tipo di colore dell’acqua, e possiamo valutare se l’acqua sia più o meno pura, e vi siano cascate o acqua stagnante.

Se abiti in un acquario comunicativo in cui i messaggi che ricevi sono prevalentemente negativi, prima o poi ti intossicherai. Allo stesso modo, se la maggior parte dei messaggi sono positivi, devi imparare ad aprirti ad essi, altrimenti finiranno per aver effetto neutro, e scivolare via.

Ugualmente, le tue comunicazioni sono importanti: possono fare bene (relazioni di aiuto) o essere essenzialmente indifferenti come effetti (dispersione di energie comunicative), o avere scopo distruttivo, far stare male le persone.

Chiediti sempre in che acquario comunicativo sei, prendi consapevolezza dei messaggi che ti arrivano e dei messaggi che produci.

Risorse attive e risorse bloccate

Il concetto di crescita viene spesso visualizzato come una scalata verso l’alto, tuttavia questo è un errore: può trattarsi di un allargamento o una crescita che guarda dentro, verso se stessi. Anche piccole acquisizioni positive possono dare luogo a importanti variazioni nel lungo periodo, per effetti di trascinamento ed effetti di cascata.

Le operazioni positive richiedono di apprendere ad accedere alle risorse attive ma soprattutto accedere alle risorse bloccate, scoprendo energie prima non accessibili.

Spesso non ci sentiamo pronti, non ci sentiamo all’altezza e ci ritiriamo. Le sfide sembrano insormontabili, ma in alcune di esse, quando ci si trova catapultati all’interno, si scopre di avere qualcosa dentro, qualcosa che non sospettavamo di avere.

Se solo potessimo conoscere il nostro potere fino in fondo accetteremo molte più sfide e andremmo verso ideali ben più grandi di quelli che perseguiamo nel quotidiano.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Diventare consapevoli degli stati personali

La maggior parte delle persone senti di avere dei limiti, ma confonde questi limiti con un senso di impotenza. Esso può degenerare in senso di mancanza di controllo sulla vita, la percezione di non poter dirigere il proprio destino.

Da questo deriva una larga parte delle psicopatologie: la depressione, ad esempio, ha molto a che fare con il senso di inutilità, impotenza di fronte agli eventi. L’ansia è un senso di inferiorità rispetto ad un evento specifico che ci aspetta ma per il quale non ci sentiamo davvero pronti (ansia localizzata) o persino generalizzata alle tante difficoltà del vivere in generale (ansia diffusa).

Migliorarsi è un dovere, ed è sicuramente faticoso. La prima cosa da fare è quella di acquisire maggiore consapevolezza di quali sono le proprie vere condizioni, e scoprire che vi sono molte cose su cui lavorare. Considerarsi arrivati in termini di sviluppo personale significa arrestare una ricerca.

Saper leggere le risorse mentali vere di cui disponiamo

Ogni volta che vogliamo inseguire un sogno, scatta in noi una valutazione sulle risorse mentali di cui disponiamo, sul nostro stato personale. Stiamo parlando di risorse interiori, non monetarie.

Può esistere un forte divario tra le risorse che uno sente di avere (risorse percepite) e le risorse realmente disponibili se sviluppiamo la capacità di accedervi (risorse latenti). Quando le letture non sono coincidenti, possono sorgere problemi: la sottovalutazione delle proprie risorse da una parte, e l’iper-valutazione delle stesse dall’altra. Ne deriva il seguente principio:

Principio di consapevolezza degli stati personali

Le performance possono essere aumentate quando:

  • L’individuo è in grado di conoscere con estrema precisione lo stato delle proprie energie e risorse mentali accessibili e sa quali sono quelle latenti e allenabili.
  • Sulla base dell’analisi, vengono prese coerentemente le decisioni connesse su dove dirigersi per il proprio miglioramento.

Le performance diminuiscono (o vengono messe a rischio) quando:

  • Errori di sottovalutazione del proprio potenziale (self-reduction).
  • Errori di ingigantimento mentale della sfida.
  • Errori di valutazione delle proprie risorse e/o sottovalutazione della sfida.

È importante prendere coscienza sulle proprie risorse, indispensabile per far nascere la voglia di migliorarsi e coltivare il meglio di se stessi, qualsiasi sia il livello di partenza.

Per approfondimenti vedi:

Articolo estratto dal testo “Self Power, psicologia della motivazione e della performance“, copyright FrancoAngeli Editore e Dr. Daniele Trevisani Formazione Aziendale e Coaching, pubblicato con il permesso dell’autore.

Messaggi in ingresso e messaggi in uscita

La comunicazione ha due poteri in base al tipo di messaggi che vogliam oesaminare:

  • Messaggi in ingresso: ciò che ti entra, le comunicazioni che ricevi ogni giorno. Dalla pubblicità, alle persone vicino a te quotidianamente. Che energie ed emozioni ti forniscono ?
  • Messaggi in uscita: il potere dei tuoi messaggi. La tua forza persuasiva, o didattica, la tua capacità di generare attenzione, interesse, desiderio, muovere all’azione. Quando e con chi ti riesce e con chi ancora non abbastanza ?

Ora, immaginiamoci un messaggio in ingresso di questo tipo: “… sei una persona meravigliosa e con il tuo libro cambierai sicuramente la vita ad un sacco di persone”. Un altro messaggio, invece, potrebbe recitare così: “… per quale motivo ti impegni tanto, che alla fine il tuo libro rimarrà su uno scaffale tutta la vita?”.

In base a come reagisco ad un messaggio, sia esso positivo o negativo, che il mio destino si forma, giorno dopo giorno. Un messaggio negativo potrebbe potenzialmente spronarmi ancora di più, aumentare il mio senso di rivalsa. Oppure, potrebbe farmi perdere ogni speranza, ed abbandonare il mio progetto.

Se sono stato in grado di lavorare su di me al punto tale da trarre motivazione sia da un messaggio positivo che da uno negativo, significa che so riconoscere i messaggi tossici e gestirli veramente. Allo stesso tempo so nutrirmi dai messaggi positivi.

Il “potere della comunicazione” è di far sentire bene le persone o invece distruggerle moralmente, ed esistono fin troppe poche persone in grado di allenare le persone a schermarsi dalla negatività. Dobbiamo imparare l’arte di lasciar fluire i messaggi negativi, vedere se per caso contengano qualche suggerimento buono ma lasciar scorrere via la malignità e negatività che contengono.

Allo stesso tempo, dobbiamo ricordarci sempre di fissare chiaramente quali siano in memoria i messaggi positivi che ci arrivano, perché sono questi ad alimentare il nostro auto-potere in modo permanente.

Per approfondimenti vedi: