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© Articolo estratto dal libro di Daniele Trevisani “Strategic selling. Psicologia e comunicazione per la vendita consulenziale e le negoziazioni complesse”. Franco Angeli editore, Milano. Pubblicato con il permesso dell’autore.

Il primato della comunicazione face-to-face

Ogni Business ha di fronte a sé due grandi strade:

(1) le comunicazioni pubblicitarie, spesso costose, massificate, dagli enormi budget, figlie di un miraggio fatto di inutili lustrini sfavillanti

(2) la scelta di formarsi– soprattutto nel Business to Business – come professionisti nel mondo delle negoziazioni interpersonali e incontri umani, tra persone vere. 

Per la stragrande maggioranza delle imprese e delle organizzazioni non ha senso investire in pubblicità di massa, a tappeto, occorre imparare a colpire i decisori. Occorre un approccio più mirato.

Un contratto da stipulare per un appalto o una fornitura strategica non verranno mai aggiudicati se non attraverso trattative e incremento della conoscenza personale, fiducia, forti legami personali, percezione di benefici.

Ancora, pensiamo a quanta dose di “vendita” e “sviluppo del rapporto umano” vi sia in un colloquio di lavoro, e nella decisione di fidarsi di un certo professionista in ogni campo (medico o avvocato, dentista, fisioterapista, ingegnere o consulente), e persino in un corteggiamento, e nelle tante forme della seduzione. 

Riflettiamo. È sufficiente affidare la seduzione o la costruzione della fiducia ad uno spot o ad un volantino, cartaceo o digitale che sia? Possiamo pensare che uno spot faccia per noi il “lavoro” del capire l’altro, entrarvi in relazione, e costruire una relazione solida?

La pubblicità non è inutile, è uno strumento che serve in casi molto specifici, ma non va confusa con la comunicazione in senso lato. Sono due gambe con le quali le aziende corrono, con la differenza che la gamba pubblicitaria è spesso bella e massaggiata e la gamba della formazione alla negoziazione e comunicazione umana, è amputata.

Siamo circondati e bombardati da pubblicità, da tecnologie di messaggistica, sino alla nausea, siamo stati riempiti di bugie e promesse vuote, e non ci fidiamo più. E abbiamo ben ragione di essere stanchi.

Per questo, molto peso è tornato al fattore umano e all’incontro umano, al guardarsi negli occhi, al voler capire con chi stiamo trattando, un momento essenziale per i progetti che contano davvero. 

Il business del futuro è il risultato di progetti che le imprese, tramite le persone, conducono assieme ad altre imprese tramite persone umane, in carne ed ossa.

È il ritorno del primato dell’uomo.

È in questo campo che si gioca una partita fondamentale. È questo il terreno dove ancora – e sempre più – conta la sensibilità che solo il fattore umano può portare.

Lavorare in partnership con i clienti è una sfida. Significa costruire dal nulla progetti su misura per il clienteavere la capacità di offrire unicità e consulenza, qualità e soprattutto “valore relazionale aggiunto” che faccia la differenza tra noi e gli altri. 

Il mondo degli incontri umani di business face-to-face è più “vero” di quello pubblicitario, è molto più frequente per le piccole, medie e grandi imprese, è un fatto quotidiano, e per le aziende è essenziale formarsi su questo.

face-to-face

Nelle comunicazioni personali, face to face, tutto conta: gli sguardi, le strette di mano, le trattative che le aziende conducono per concludere progetti, affidandosi a poche, selezionate persone in grado di capire situazioni complicate e condurre operazioni negoziali complesse.

Una mente da analista

La vendita complessa è in larga misura la funzione di molte abilità comportamentali e strategiche micro (come la capacità di condurre una conversazione, o osservare dettagli non verbali) e macro (fare analisi di scenario, planning, realizzare progetti e report).

La mente da analista non si ferma al lavoro a tavolino (deskwork), entra in ogni contatto, in ogni stretta di mano, in ogni riunione, in ogni analisi.

sensitivity

Niente viene trascurato.

Comprende anche abilità macro, quali la capacità di compiere analisi socioeconomiche e di progettare piani complessi, elaborare dati, svolgere un’intera analisi di scenario e impostare una strategia.

Nessuno può pretendere di concludere affari o realizzare progetti complessi senza applicare un atteggiamento di analisi profondo, senza avere e coltivare una “mente da analista”.

Un analista si chiede molto spesso “perché”. Nota segnali e sintomi, sviluppa ipotesi, si documenta, svolge ricerca, vuole capire.

Questo atteggiamento, che ho denominato empatia strategica[1], include diversi livelli di comprensione, di attenzione strategica al sistema/cliente al quale ci stiamo avvicinando o che stiamo gestendo:

  • empatia comportamentale (capire i comportamenti del sistema con cui vogliamo lavorare e interagire), 
  • empatia cognitiva (capire come ragiona l’altro), 
  • empatia emozionale (capire gli stati emotivi dell’altro) e 
  • empatia relazionale (capire la rete di relazioni in cui vive l’altro).

Immaginate il contrario: 

  • non capire i comportamenti altrui o non coglierne il senso, 
  • subire azioni le cui ragioni ci sfuggono, e ancora, 
  • non capire che ruolo gioca la controparte,
  • non capire come ragiona l’altro e dare per scontato che ragioni come noi vorremmo o “come si dovrebbe ragionare secondo la (nostra) logica”.

Immaginiamo anche cosa significhi portare con se il fardello di una insensibilità emotiva, l’incapacità di cogliere sfumature, non capire se una persona con cui trattiamo sia triste o felice. Oppure, essere indifferenti verso le reazioni emotive che l’altra persona ha nei riguardi di una scelta o ad alcuni aspetti del progetto che trattiamo, e cosa in specifico la preoccupa, o cosa la interessa. 

E ancora, i problema delle gaffe culturali che possono offendere un dirigente straniero centrale per il successo della trattativa.

tribe

Altro grande tema: l’insensibilità al quadro “tribale” della decisione, i rapporti di forza in essere, la matrice dei poteri (Power Matrix), il rischio di non capire se stiamo trattando con un vero decisore o con un semplice emissario, un influenzatore, o con un puro “parafulmini”, qualcuno che non ha alcun potere. Perdere tempo non è piacevole per nessuno.

A catena, la mancanza di una mente da analista può portarci a perdere di vista persone e ruoli aziendali che dovremmo coinvolgere in un progetto e magari stiamo trascurando completamente.

E, peggio, non afferrare il sistema nelle sue inter-relazioni, ad esempio non capire che esiste un centro di gravità (persone fisiche, o concetti chiave su cui far leva) in ogni acquisto, in ogni decisione. 

Possiamo avere di fronte a noi “clan aziendali” e altre forme tribali che si oppongono al nostro ingresso in azienda così come la compresenza di possibili “amici”, persone che ne vedono invece dei vantaggi. 

Larga parte delle trattative complesse consiste nel “portare dalla nostra parte” i centri di gravità della decisione, con – ancora una volta – abilità nel condurre incontri personali e sviluppo di rapporti umani. 

In un mondo difficile, solo persone preparate e con una “mente da analista” possono penetrare sistemi ostili, individuare le priorità e la “sequenza di mosse” utili per poter spostare l’ago della bilancia decisionale a nostro favore.

Una mente da analista si chiede “Perché dice questo?”, “Perché lo dice adesso?”, “Cosa c’è dietro a questa domanda?”, “Perché non è qui il dott. X… mentre all’altro incontro era presente?”, “Per quali motivi potrebbero dirci di no?”, “Cosa abbiamo di distintivo da proporre?” E tante altre domande, non stereotipate, mai uguali.

I sistemi di contatti e di relazioni in un progetto complesso richiedono visione d’insieme. 

Avere visione d’insieme è una capacità, cogliere il senso di un macro-progetto, capire quando è il momento di fare un incontro, individuare quali sono le informazioni critiche che ci servono (Info-Gap), e arrivare ad esaminare il micro-dettaglio di ogni negoziazione. 

Le capacità nell’analisi micro sono altrettanto fondamentali: come viene condotta una telefonata, un incontro, una stretta di mano, un’occhiata, un gesto, per poi tornare al macro, e, quando serve, ripensare un’intera strategia.

In altre parole, il successo di un’impresa dipende non solo dalle grandi strategie ma anche dalla capacità di portare a casa risultati in ogni singola vendita, e diventare abili in ogni singola conversazione e contatto che costituiscono la linea di vendita. Buoni numeri arrivano solo da buone azioni.

La linea d’azione della vendita (Action Line), così come la linea d’azione negoziale, richiedono una specifica sensibilità. Sensibilità alla comunicazione “olistica”: ogni azione, comportamento, o non-azione, comunica qualcosa.

Questa sensibilità è da praticare contatto dopo contatto, nelle negoziazioni, negli incontri, nelle telefonate, o nei comportamenti tenuti a tavola.

sensibilità

Riguarda persino il modo di parcheggiare in prossimità dell’impresa cliente, le attenzioni nell’aprire la porta o meno a qualcuno, offrire un caffè o un dono. 

I professionisti della vendita strategica e delle negoziazioni complesse adottano un modo di lavorare che è anche un modo di essere.

Colossi aziendali e piccole imprese, nelle loro negoziazioni Business-to-Business, con i distributori, i fornitori, con le reti di vendita, con i buyer aziendali, hanno continui “momenti della verità”: gli incontri faccia a faccia, le discussioni, le mail, le presentazioni, le risposte a domande. 

Per ciascuno di essi diventa essenziale curare le abilità di relazione, le capacità personali di analisi e di comunicazione in chi si deve interfacciare con i clienti che contano, sviluppare grandi progetti e vendite importanti.


[1] Da: Trevisani, Daniele (2005), Negoziazione Interculturale: Comunicazione oltre le barriere culturali. Milano, Franco Angeli.

Altri materiali su Comunicazione, Formazione, Potenziale Umano, Crescita Personale e Professionale, disponibili in questi siti e link:

Altre risorse online

© Article translated from the book “Strategic Selling: Psicologia e Comunicazione per la Vendita Consulenziale e le Negoziazioni Complesse” (Strategic Selling: Psychology and Communication for Consulting Sales and Complex Negotiations) copyright Dr. Daniele Trevisani Intercultural Negotiation Training and Coaching, published with the author’s permission. The Book’s rights are on sale and are available. If you are interested in publishing the book in English, or any other language, or seek Intercultural Negotiation Training, Coaching, Mentoring and Consulting, please feel free to contact the Website on Intercultural Negotiation

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Today’s article is about the importance – for negotiators – of having an analyst’s mind to observe, analyse and understand what happens around them, grasping all meanings behind words and gestures.

The world of sales and marketing is made up of choices. 

As Mick notes, “the macromarketing system is, to a large extent, the function of many micro marketing decisions made every day.” 

And, for every micro-decision, our mind must be prepared to carry out quick, sometimes even immediate, analyses. 

Complex selling can be considered as the function of many micro and macro behavioural and strategic skills (such as the ability to conduct a conversation, observe non-verbal details, doing scenario analysis, planning and creating projects and reports, etc.). 

The analyst’s mind does not stop at deskwork, but can be found in every contact, in every handshake, in every meeting and in every analysis. 

Nothing is overlooked. 

It also includes macro skills, such as the ability to carry out socio-economic analyses, to design complex plans, to process data, to carry out an entire scenario analysis and to set up a strategy. 

No one can expect to conclude deals or create complex projects without having, or developing, a deep analytical attitude or an “analyst’s mind“. 

An analyst always asks himself “why”. He notices signs and symptoms, develops hypotheses, looks for more information, researches, wants to understand. 

This attitude, called strategic empathy, includes different levels of understanding, a strategic attention to the client

  1. behavioural empathy (understanding all behaviours of the company/client, with whom we want to work and interact), 
  1. cognitive empathy (understanding how other people think), 
  1. emotional empathy (understanding other people’s emotional state),  
  1. relational empathy (understanding others’ relationships network). 

Let’s think about the opposite: 

  • we do not understand others’ behaviours and we cannot grasp their meaning, 
  • we do not understand the reasons of what is happening,  
  • we do not understand what role the other party is playing, 
  • we do not understand how other people think and we believe that they think exactly as we want them to think according to our logic. 

Let’s also imagine what it means to carry the burden of emotional insensitivity, the inability to grasp emotional nuances or to understand if the person we are dealing with is sad or happy.  

Let’s imagine what it means to be indifferent to how and why the person in front of us reacts to a choice – or to some aspects of the project we are developing – in a certain way, instead of another, without being able to understand what worries him/her, or what interests him/her. 

And again, let’s think about the problem of cultural gaffes that can offend a foreign executive, whose position is extremely important for the success of the deal. 

Another major issue concerns the insensitivity towards the decision-making framework, the power relationships, the power matrix, the risk of not understanding whether we are dealing with a real decision maker or with a simple emissary, an influencer, or with someone who has no power. Wasting time is not pleasant for anyone. 

the lack of an analyst’s mind can lead us to lose sight of people and corporate roles that we should involve in projects, even though we are completely neglecting them, and, even worse, to take inter-relationships for granted, for example we do not understand that there is a gravity centre (key concepts and people) in every purchase, in every decision. 

A large part of complex negotiations consists in “attracting” decision-making gravity centres, and in the ability to manage personal meetings and develop human relationships. 

In this difficult world, only knowledgeable people and people who have an “analyst’s mind” can penetrate hostile systems, identifying priorities and the “moves sequence” that can help them shift the decision-making balance in their favour. 

People who have an analyst’s mind ask the following questions:  “Why are you saying this?”, “Why are you saying this now?”, “What lies behind this question?”, “Why is Dr. X… not present at this meeting, while he was present at the other one? “,” For what reasons could they say no to us? “,” What unique products can we offer? “. Obviously, there are many other questions, but they are never stereotyped, never the same. 

For complex projects, an overview ability is needed to understand all relationship systems. 

grasping the meaning of a macro-project, understanding when it’s time to have a meeting, identifying what critical information are needed (Info-Gap) and examining negotiation’s micro-details are all part of the overview skills. 

Micro-analysis skills are equally essential (e.g. understanding how a phone call, a meeting, a handshake, a glance or a gesture is managed). After that, we can focus again on macro-details and, when needed, rethink an entire strategy. 

In other words, business successes depend not only on great strategies, but also on the ability to achieve results in every single sale and become proficient in every single conversation that is part of the sales line. 

The sales action line, as well as the action line of negotiations, require specific sensitivity: we must be sensitive to “holistic” communication, where every action, behaviour, or non-action has a meaning. 

We must develop and improve this sensitivity through daily practice, contact after contact, negotiations after negotiations, meeting after meeting, phone call after phone call, etc. 

This ability is useful in any situation and can help us understand the place where we must park near the client company, if we must open the door to someone or not, if we must offer a coffee or a gift, etc. 

Strategic sales and complex negotiation professionals have a way of working that is also a way of being. 

Corporate titans and small businesses must continuously face “moments of truth” in their Business-to-Business negotiations with distributors, suppliers, sales networks, corporate buyers, such as face-to-face meetings, discussions, emails, presentations, answers to questions, etc. 

For each of them taking care of their relationship skills and of their personal skills of analysis and communication is essential and can help them develop large projects and important sales. 

"Strategic Selling" by Daniele Trevisani

© Article translated from the book “Strategic Selling: Psicologia e Comunicazione per la Vendita Consulenziale e le Negoziazioni Complesse” (Strategic Selling: Psychology and Communication for Consulting Sales and Complex Negotiations) copyright Dr. Daniele Trevisani Intercultural Negotiation Training and Coaching, published with the author’s permission. The Book’s rights are on sale and are available. If you are interested in publishing the book in English, or any other language, or seek Intercultural Negotiation Training, Coaching, Mentoring and Consulting, please feel free to contact the Website on Intercultural Negotiation

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Corso di Vendita Strategic Selling 14 dott Daniele Trevisani. Coinvolgere i decisori chiave – KLE – Articolo e Video

Corso di vendita Strategic Selling è un corso di formazione vendite basato sull’omonimo libro del dott. Daniele Trevisani, disponibile a questo link o cliccando sull’icona del libro. Il corso vendita Solution Selling viene in genere realizzato in azienda. Per contatti preliminari atti a valutarne la fattibilità, utilizzare l’apposito form a fine articolo.corso vendita libro-strategic-selling-psicologia-della-vendita

Il Corso Vendita è suddiviso in articoli e video. In questo video e articolo del corso vendita Strategic Selling trattiamo il tema del coinvolgere i decisori chiave (KLE – Key Leader Engagement) indispensabili a creare una “cordata di consenso” verso la vendita e la trattativa in essere.

 

 

 

© Articolo sul Corso Vendita Strategic Selling – copyright dal testo

Strategic selling. Psicologia e comunicazione per la vendita consulenziale e le negoziazioni complesse

edito da Franco Angeli editore, Milano.

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I negoziatori professionali e i venditori consulenziali sono abili comunicatori front-line, ma anche ottimi strateghi, sanno con chi devono passare un’intera giornata, e con chi invece persino un minuto è sprecato.

Sanno riconoscere le strategie dei buyer e rispondere con contro-mosse.

Sanno relazionarsi non solo ai buyer, ma anche con innumerevoli altri soggetti, di cui citiamo solo una lista minimale, rispetto alla enormità di diversi ruoli con cui effettivamente ci si trova a trattare.

Alcune tipologie di soggetti con i quali è importante saper trattare:

  • i proprietari, la proprietà aziendale, familiare o finanziaria;
  • persone vicine ai proprietari (familiari, amici, consulenti);
  • membri del Consiglio di Amministrazione;
  • i Direttori Finanziari;
  • i Direttori di Produzione;
  • i politici, sino ai massimi livelli locali, regionali o nazionali;
  • amministratori e dirigenti di enti pubblici e enti locali;
  • partiti politici, sindacati, influenzatori;
  • gatekeepeers (letteramente, “controllori del cancello”): coloro i quali possono bloccare un progetto o idea (potere di veto);
  • componenti tribali di un clan, es. il un capo-tribù di una regione di cui cercare l’appoggio in quanto svolge un ruolo di “gatekeeper”;
  • il “capo tribù organizzativo” di una grande impresa o multinazionale;
  • la segretaria di direzione o segretario particolare di un dirigente.

Ragionano quindi in termini di stakeholders – i “portatori di interessi” – coloro i quali sono in qualche misura coinvolti o da coinvolgere nelle scelte, o sui quali vi saranno ricadute e conseguenze, e di gatekeepers – coloro i quali possono bloccare il fluire di un progetto. Su questi soggetti, sanno attuare strategie di Key Leader Engagement (KLE): coinvolgimento dei decisori chiave, avvicinamento relazionale.

Non seguono solo ed unicamente i canali standard di vendita e i canali ufficiali di acquisto.

Mappano le reti di potere (Power Matrix) dei sistemi che devono penetrare per capire dove sono i bisogni relazionali, i possibili varchi. Sanno capire chi è il leader di una cordata aziendale o di un certo clan aziendale interno.

Sanno muoversi nelle multinazionali così come nelle periferie dei paesi emergenti, e, se serve, nei ghetti. Sanno gestire incontri diplomatici e con informatori, legali e illegali.

Sanno muoversi anche tra i magazzini, nei reparti di produzione, nei meandri aziendali che non si vedono in genere nelle copertine patinate delle brochure istituzionali.

Possono tranquillamente arrivare a contattare l’amante di un dirigente per ottenere informazioni, o carpire un dato da un colloquio con un impiegato alla macchina del caffè.

Non tutte le trattative si svolgono nei grattacieli New York, al contrario di quanto si vede nei film, in tutte esiste qualche componente tribale e sotterranea con la quale fare i conti.

Corso di Vendita Strategic Selling: L’identità di un vero venditore consulenziale

I venditori consulenziali Senior sono, metaforicamente, più simili a dei Samurai, o meglio dei Ninja, allenati al combattimento in ogni condizione, preparati, addestrati, forti, e capaci di usare la strategia, più che la forza bruta.

Sanno mappare i sistemi decisionali. Sanno muovere leve e strategie alternative per raggiungere il risultato.

Sono negoziatori in grado di muoversi su mercati diversi e internazionali, interculturali, poiché – come tutti sappiamo – i business puramente intra-nazionali sono sempre meno frequenti o destinati a chi fa pura sub-fornitura.

Le vendite semplici, o vendite distributive, diventano rare, relegate alla bottega, in via di scomparsa, alla Grande Distribuzione, al Business-to-Consumer, e nemmeno in questi campi nulla viene più lasciato al caso.

Molti nuovi business arrivano soprattutto dai mercati emergenti, paesi in via di sviluppo, o da tecnologie nuove ed ignote, in cui qualsiasi logica conosciuta può saltare, e nessun corso universitario ti può preparare abbastanza.

Servono quindi capacità trasversali: ad esempio, la capacità di mappare i sistemi decisionali.

Figura 2 – Esempio di mappatura dei decisori in un’impresa-target

corso di vendita strategic selling esempio mappatura sistema decisionale del cliente Power Matrix

Nell’analisi della Power Matrix (la matrice del potere), la rete di rapporti in corso permette al Team di Vendita o al Venditore Senior di individuare dove sono gli spazi di manovra, capire che segnali lanciare e a chi; con chi è bene farsi vedere o non farsi vedere, e perché.

Un negoziatore Senior o venditore Senior dopo aver mappato i poteri, deve saper praticare attivamente Key Leader Engagement (KLE), la capacità di coinvolgere (engage) i Key Leaders o decisori chiave di una partita negoziale. Ovunque vi siano strategia e poste elevate in gioco, la capacità di Key Leader Engagement è vitale.
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Per approfondimenti e consulenze. Contatta il dott. Daniele Trevisani, Formatore Senior e Coach, tramite questo form, per la realizzazione di un corso di vendita Strategic Selling e Solution Selling, personalizzato direttamente in azienda.