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La Componente Umana nella Vendita e nella Comunicazione Professionale

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  • La Comunicazione Umana per una buona Formazione Vendite
    Video di formazione gratuito sulla formazione per la comunicazione, per la comunicazione nella vendita, il punto vendita, la comunicazione, la formazione vendite.
  • Video di formazione gratuito sulla formazione per la comunicazione, per la comunicazione nella vendita, il punto vendita, la comunicazione, la formazione vendite
    I corsi di comunicazione efficace, i corsi di vendita e la formazione vendite, i corsi di leadership, saltano spesso il lato più delicato della Comunicazione Umana e offrono scorciatoie proposte come tanto “miracolose” quanto false.

Nella formazione vendite occorre mettere al centro il fattore umano, le sue capacità di percezione anche dei segnali deboli, la sua autenticità e verità, e non la finzione.

Occore stimolare la capacità di trovare lo stato mentale che permette di aprire le porte della comunicazione buona, efficace, attenta, assertiva. La formazione vendite che offre regole magiche ti sta prendendo in giro.
Occorre passare dalle regolette preconfezionate e vendute come facili ad uno studio serio della comunicazione umana, e ripercorrere alcuni passaggi fondamentali della comunicazione efficace tra esseri umani.

Esponiamo qui alcuni principi di saggezza e suggerimenti che possono aiutarci nella formazione per la comunicazione, la formazione vendite, la formazione per la leadership, e la comunicazione umana in generale.

  1. Mai dare per scontato che la comprensione sia automatica.
  2. Quando due persone sono a contatto visivo l’una con l’altra, si genera un flusso ininterrotto di scambi comunicativi, sia tramite voce che tramite segnali non verbali (occhiate, posture, gesti corporei, abbigliamento e accessori).
  3. Il linguaggio non verbale trasmette soprattutto le emozioni, il contenuto linguistico soprattutto i dati. Occorre impegnarsi ad essere chiari e precisi quando necessario.
  4. Anticipare l’incomprensione studiando gli interlocutori. Facciamo uno sforzo per adattare la comunicazione, come facciamo già con anziani, bambini, e persone diverse da noi
  5. Comunicazione polisensoriale. Una comunicazione che colpisce più sensi ha maggiori probabilità di generare effetti e sensazioni
  6. Dialogare con il cliente non significa esporre, ma condividere, fare domande, coinvolgere, creare empatia, capire il non detto
  7. Linguaggio del corpo, body language. Potenziare l’espressività. Ciò che percepiamo dal linguaggio del corpo risulta più “vero” delle parole. Le posture e comportamenti qualificano la percezione che abbiamo degli altri e il giudizio non detto che ne abbiamo.
  8. Abbigliamento, accessori, abiti di scena, creano un insieme di segnali che possono creare fiducia o sfiducia
  9. Comunicare dati o comunicare emozioni. Ogni informazione che presentiamo a livello interpersonale contiene una metainformazione, espone il nostro stato emotivo, come ci sentiamo in quel momento
  10. L’identità vera, sentita, prima o poi emerge, non bisogna fingere ma puntare ad essere autentici, veri, onesti con se stessi e con gli altri
  11. Accettare i difetti altrui e comunicare anche con persone che non sono esattamente come le vogliamo noi. Sarebbe troppo facile comunicare con una persona “perfetta”, serve invece la capacità di comunicare con persone diverse da noi e varie, uno stretching comunicativo forte e che ci mette in grado di cambiare contesto e ambiente rimanendo efficaci. Essere flessibili nella comunicazione.
  12. Le atmosfere comunicano, esistono strati della comunicazione “non detta” e climi che pesano più delle parole.
  13. I climi comunicativi possono far stare bene o far ammalare.
  14. Un messaggio, così come il cibo, può essere nutriente o tossico.

– Copyright Dr. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.com

Approfondimenti sui corsi di Vendita Attiva e Direzione Vendite realizzati dallo Studio:

• Formazione Vendite Attiva: come lavoriamo •
• La Negoziazione •
• Corsi Vendita Base •
• Corsi Vendita Avanzati •
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• Corsi Direzione Vendite •
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• Video – Comunicazione Umana e Vendita •
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Città principali nelle quali operano i consulenti e formatori autorizzati per i corsi di vendita realizzati dallo Studio:

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Psicologia del Marketing, Comunicazione e Vendita. Applicazioni per il Punto Vendita

  • Video didattico gratuito sulla formazione vendite per il punto vendita, la comunicazione per il punto vendita, le strategia comunicative, la formazione vendite.

10 regole fondamentali per la Comunicazione Polisensoriale, sia nella comunicazione generale che nelle specificità di Psicologia del Marketing e della Comunicazione nel punto vendita

  • Un punto vendita emette costantemente “segnali” ai quali il cliente è sensibile, e anche se non li coglie coscientemente, li percepisce in modo subliminale. La formazione vendite per il punto vendita deve sensibilizzare alla percezione di questi segnali deboli, e non dare regole preconfezionate e inutili.
  • Ogni ambiente turistico o commerciale può essere esaminato e diagnosticato per migliorarlo e ottimizzarne il marketing e le esperienze del cliente
  • Alcuni segnali alimentano la fiducia e altri segnali alimentano la sfiducia. Un punto vendita andrebbe osservato con gli occhi di un cliente e non con quelli di chi lo gestisce Le informazioni utili non sono quelle che servono alla logistica interna ma quelle che il cliente vorrebbe davvero trovare.
  • Dobbiamo distinguere chiaramente quello che fa bene al punto vendita da quello che ci è comodo personalmente ma magari disturba la comunicazione e la funzionalità del punto vendita.

Le trascuratezze sono inaccettabili, soprattutto quando fanno emergere trascuratezza o scarsa professionalità.

Cosa curare: Illuminazione, ambientazione del prodotto, valorizzazione visiva, sviluppo di format visivi, emersione del prodotto, ambientazione scenica del prodotto, movimentazione percettiva del punto vendita, qualità della comunicazione umana.

L’intervento umano può essere limitato ma deve essere molto professionale, creare valore aggiunto e non diventare peggiorativo per l’esperienza del cliente

  • Al centro di tutto si colloca l”esperienza del cliente” (Customer Experience) che determina la sua intenzione di acquisto
  • Occorre ripulire qualsiasi forma di inquinamento visivo, climi comunicativi negativi, inquinamenti olfattivi, gestione dell’attenzione sui punti di criticità positiva e curiosità, in grado di destare interesse e coinvolgimento sensoriale

Osservare il cliente, cosa ci dice il suo comportamento? Cosa ci dicono le sue espressioni? E’ un punto vendita che fa stare bene o fa venire voglia di uscire prima possibile? E’ in grado di attrarre “intrinsecamente” al di la dei prodotti che vi sono esposti?

  1. Le atmosfere acustiche del punto vendita devono essere coordinate e possono generare dissonanza (fastidio) o piacere (coinvolgimento positivo), stimolare l’acquisto o ridurlo
  2. Gli ambienti olfattivi possono essere ingegnerizzati, odori e fragranze possono essere naturali o immessi e influenzano il subconscio del cliente. Possiamo ingegnererizzare le fragranze ambientali
  3. Esiste una Drammaturgia del Punto Vendita e una Scenografia del Punto vendita, in grado di generare stati emotivi positivi
  4. Il personale ha un carico comunicazionale determinante per generare atmosfere positive nel punto vendita, oppure può distruggerlo. Un litigio tra membri del personale può rompere l’atmosfera di fiducia che è il fattore fondamentale che lega il cliente all’azienda

L’effetto finale di una “Ingegneria percettiva” è applicare la Psicologia del Marketing e della Comunicazione per determinare esperienze vere, positive, migliorative

Voler essere un riferimento positivo è una visione possibile e motivante per chiunque opera sul mercato

  • Testo rielaborato dal’autore, sulla base del volume “Psicologia di Marketing e Comunicazione“, Franco Angeli Editore
  • Testo Copyright a cura di Dr. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.com

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Autori e studi fondamentali per capire in profondità i fenomeni della vendita, negoziazione e persuasione (e 12 tipi di soggetti da cui stare alla larga)

© Copyright dott. Daniele Trevisani www.danieletrevisani.com

Non necessariamente i fenomeni di vendita e persuasione sono trattati nei libri di vendita. Anzi, succede spesso il contrario. In un certo libro di psicoterapia possiamo trovare spunti eccezionali sul tipo di domande da fare al cliente. In un libro di antropologia possiamo trovare spunti su come e cosa osservare quando siamo negli spazi fisici di una impresa… e via così. Citiamo quindi questi autori: (attenzione, non sono autori che si lasciano sempre leggere con facilità…) che rappresentano anche la base della nostra scuola e metodo di lavoro.

Carl Rogers

  • Perchè? Psicoterapeuta, protagonista della nascita della Psicologia Umanistica, è il principale autore del concetto di Empatia, senza la quale la vendita non esisterebbe. Senza empatia non esisterebbero le capacità di ascolto, e il venditore sarebbe solo un mangianastri o un riproduttore di DVD incapace di ascoltare

Eugene Gendlin

  • Perchè? Ha creato il concetto di Focusing, che – nel nostro ambito – permette al venditore di interrogarsi, di chiedersi come sta procedendo, cosa può cambiare, come evolvere, anche attraverso un ascolto molto più attento delle proprie sensazioni interne, sino agli stati corporei esperiti durante una vendita o trattativa

Edgar Schein

  • Perchè? Ha sviluppato il concetto di Consulenza di Processo (partendo dagli studi di Rogers), concetto alla base di ogni meccanismo di vendita consulenziale e vendita complessa (complex sales)

Shulz von Thun

  • Perchè? Ha sviluppato il modello del Quadrato della Comunicazione, con il quale possiamo esaminare i diversi lati del messaggio, capire o quantomeno esaminare i lati nascosti dei messaggi, e cogliere aspetti altrimenti sfuggenti, e dettagli che contano.

Erving Goffman

  • Perchè? Ha sviluppato una mole enorme di ricerca sulle interazioni umane, sul lavoro di equipe, e soprattutto ha studiato le interazioni strategiche quotidiane, le mosse relazionali, che le persone mettono in campo per ottenere i propri obiettivi in presenza di altri, e la frame analysis, che permette di osservare gli incontri e le interazioni con metodi sofisticati

Umberto Eco

  • Perchè? Molto strano inserirlo, qui, all’interno di un territorio quale la vendita, decisamente lontano dagli studi di Eco. Tuttavia, Eco, autore addirittura ostile al mondo della vendita (a mio parere) rimane comunque un intellettuale di spessore mondiale, e ha fornito contributi fondamentali alla disciplina semiotica, la scienza che studia i segni, i significati, i codici comunicativi. Senza conoscenze di semiotica, non potremmo parlare ad esempio di simboli e icone (es: prodotto come status symbol), o non sapremmo decodificare correttamente un testo visivo, pubblicitario, o persuasivo. La vendita è anche e soprattutto un fenomeno di trasmissione di significati, e deve essere osservata per ciò che è veramente: un incontro/scontro tra linguaggi diversi, codici comunicativi antitetici, sistemi di rappresentazione, immagini e tanto altro ancora.

Desmond Morris

  • Perchè? Etologo, studioso delle scienze del comportamento animale. Ha compiuto studi fondamentali sui comportamenti non verbali (oggi estremamente importanti nello studio dell’interazione umana), e della parte “animale” dell’essere umano (cervello ancestrale, archipallio), che lo domina di fatto enormemente, al di la della componente culturale che si sforza di sfoggiare, insita nella neocorteccia- Ps: è per questo che i Buyer non sono in realtà persone senzienti, ma esseri Morrisiani, che tentano di avviare la neocorteccia come un ladro cerca di mettere in moto un camion rubato, mentre l’archipallio gli esplode dentro e sono terribilmente sensibili alle belle donne, agli status symbol, agli sconti, a tutto tranne che alla logica).

Altri autori interessanti o utili per spunti di riflessione

  • Ralph Waldo Emerson
  • Musashi – il Libro dei 5 Anelli

Autori e testi da evitare:

  1. Tutti quelli che iniziano con “come fare per…” (in genere contengono baggianate)
  2. Le “soluzioni da 5 minuti” il “management in 5 minuti” e similari, e gli autori che propongono qualsiasi altra scorciatoia ad un lavoro formativo serio…
  3. Quelli che parlano di “metodi facili per…” (chi ha anche solo una minima esperienza di vendita, sa che niente è facile nella vendita, quindi non facciamoci prendere in giro)
  4. Tutti quelli il cui titolo è troppo idiota per essere preso sul serio da persone serie, es, una Strategia Oceano Blu, che sembra il nome di un detersivo, la Strategia dell’Uovo Fritto (non sto scherzando, esistono veramente persone che propongono questo tipo di corsi e di libri, soprattutto negli USA ma anche in Italia)
  5. Tutti quelli che vedete su un palco con bretelle e microfoni (o senza bretelle) o anche senza microfono, fanno ballare la platea, creano uno show che qualcuno spaccia anche per formazione, incitano la folla a liberarsi delle proprie “credenze limitanti e depotenzianti”, da sostituire in 20 minuti con le “credenze potenzianti”, ed escono dicendosi “sono un leader, sono un leader..” salvo prendere una multa dopo 2 minuti per eccesso di velocità… (provano a dire al Carabiniere che loro sono dei leader, ma rischiano grosso..)
  6. Quelli che raccontano troppe palle spudoratamente: ho sentito di persona, tristemente, consulenti così spudorati al punto di dire di avere sviluppato un metodo innovativo, il metodo ELP, che sta per Ethos, Logos e Pathos, una loro invenzione – sta di fatto che purtroppo per loro queste sono le categorie sviluppate da Aristotele nella Poetica… alla faccia del plagio… 2.000 e qualcosa anni orsono
  7. I Numerizzatori Compulsivi: quelli che rendono tutto in un numero offendendo la tua intelligenza, es: titoli tipo… le 7 regole facili per… i 10 principi magici per…
  8. Quelli che fanno costantemente affermazioni non verificabili o praticamente impossibili da verificare, quelli che hanno fatto da coach a Madre Teresa di Calcutta, etc…quelli che dicono di curare i casi psichiatrici più gravi in 20 minuti, mentre decine di psichiatri per anni hanno solo cazzeggiato a loro parere (e se riescono ti infilano anche una polizza vita, tanto per completare il lavoro)
  9. Gli uomini-dentiera: quelli che sorridono sempre e spudoratamente, decisamente troppo, nelle copertine dei libri (mentre voi vi fate il mazzo dalla mattina alla sera)
  10. Quelli della Milano da Bere, che hanno distrutto l’Italia con il loro concentrato di immagine falsa, tutta apparenza e niente sostanza (vi prego riconosceteli…)
  11. I ladri, di contenuti, di concetti, di slides, di paragrafi, di pagine web, di ogni forma di produzione intellettuale… quelli che copiano i materiali altrui senza citare, gli specialisti dei libri “copia e incolla e non cito nemmeno la fonte” (vedi la sezione dei purtroppo numerosi plagi alle mie pubblicazioni, in costruzione)
  12. …tanti altri, talmente tanti che se dovessimo analizzarli tutti rimarremmo qui due anni.

© Copyright dott. Daniele Trevisani www.danieletrevisani.com

Trovavo la vita del tutto priva di interessi; e questo avveniva specialmente quando lavoravo otto o dodici ore al giorno. E la maggior parte degli uomini lavoro otto ore al giorno almeno cinque giorni la settimana. E neanche loro amano la vita. Non c’è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto. Si dorme otto ore, si lavoro otto ore, si va avanti e indietro, tutte le piccole cose che si hanno da fare. […] Come si può amare la vita se si vive soltanto un’ora e mezzo al giorno e si buttano via tutte le altre ore? E questo è quello che ho fatto per tutta la vita. E non l’ho amato. Credo che chiunque lo ami sia un grande idiota. Non c’è modo di poter amare questo genere di vita.

Charles Bukowski

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Articolo di: dott. Daniele Trevisani, Maestro e Mental Trainer www.danieletrevisani.com

Se ti alleni nelle Arti Marziali, o negli sport da ring, hai una certa familiarità con il concetto del “lottare”. Siamo abituati al “lottare contro” ma oggi vogliamo parlare di una lotta molto più profonda che coinvolge chiunque ami la “via del guerriero”. E’ la lotta quotidiana. Ogni giorno ti alzi. E ogni giorno combatti una battaglia.

A volte ti accorgi persino che stai combattendo, a volte sei anestetizzato e non lo senti, ma la lotta continua, sempre.

Dentro di noi si fronteggiano forze profonde. Nell’intimo del nostro cuore lottano, due entità, due draghi, forze o titani… non importa come vogliamo chiamarli. Sono le Energie e le Paure.

  • Il primo guerriero è la nostra Energia Personale, fisica e mentale, la nostra determinazione, capacità, voglia di fare, la potenza fisica e mentale. Ma anche le idee buone, generative, positive. È la metafora della Luce, del Bene, della Vita.
  • L’altro è il fronte delle Paure, il buio, il dolore, l’ansia, le sfide ardue che la vita ci riserva, le difficoltà, le idee negative, le ideologie oppressive, che ci frenano e ci fanno tornare indietro, ostacolano la nostra avanzata. Per quanto illusorie o reali, queste paure ci contengono, tolgono resistenza alla nostra pulsione di vita e assopiscono la fame di libertà.

Nelle favole e nei miti, questa lotta è rappresentata come la metafora del Viaggio dell’Eroe e la vita come una serie di Prove che l’Eroe deve compiere per affermare se stesso.

E noi, minuscole creature tra milioni di stelle nell’universo, immerse in questa lotta, cosa possiamo fare? Beh, lasciatemi dire: molto! Possiamo innanzitutto installare un radar mentale che vada a caccia delle idee negative che circolano nella nostra mente. Le credenze negative, una volta smascherate, diventano nemici identificati, e si possono finalmente combattere.

L’intelligenza è utile per la sopravvivenza se ci permette di estinguere una cattiva idea prima che la cattiva idea estingua noi

Karl Popper

Altra operazione fondamentale è aprire la nostra mente verso l’ingresso di idee buone, positive, nuove visioni, nuovi apprendimenti, e lasciare entrare acqua fresca da mille ruscelli. Può essere un viaggio, un libro, una persona illuminata o piacevole da ascoltare. Qualsiasi fonte di apprendimento carica peso sulla bilancia della luce e indebolisce il buio.

La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai

alla dimensione precedente.

Albert Einstein

Ogni persona accetta o meno le sfide in base alla “dimensione” che vive, al suo stato di potenza ed energia fisico-mentale, e questo è collegato a come funziona la propria “bilancia interiore”, e l’accuratezza del proprio radar mentale.

La nostra mente soppesa energie percepite e paure percepite, poi decide.

Chi è riuscito a fare pulizia mentale e caricarsi di energie, diventa potente oltre ogni limite, e cerca attivamente progetti sfidanti – si getta in battaglie difficili in base alle energie che sente di possedere.

Questo vale per gli atleti, i praticanti di arti marziali, i combattenti della vita, una coppia che decide di avere figli in questo mondo marcio, sapendo che alla fine la luce prevarrà o che almeno questa possibilità esiste.

Le sfide insegnano sempre.

Quelle che accettiamo ma anche quelle che non accettiamo.

Le paure crescono in noi. Alcune sono motivate e utili a salvarci la vita. Guidare senza fare attenzione alla strada deve generare coscienza del pericolo, e non si tratta di una paura patologica, ma aver paura di guidare in assoluto è invece una paura debilitante, di cui liberarsi.

Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere.

Toro Seduto (1831 – 1890), capo tribù dei Hunkpapa Sioux (Lakota).

Chi vive entro completamente immotivate, porta estenuanti sassi nello zaino. Idee sbagliate, angosce sbagliate, pesi inutili di cui disfarsi al più presto. La paura di provare una carriera diversa, la paura di sbagliare in un progetto, la paura di parlare in pubblico, la paura di provare strade nuove.

Come in una favola epica, lo scontro tra queste due forze non ha mai fine dentro di noi e fuori da noi.

Diventa una sfida togliere la sofferenza ad ogni bambino del pianeta.

Diventa una sfida togliere da se stessi le paure di cui possiamo fare a meno e imparare a vivere a pieno.

Vivere a pieno significa decidere cosa sarà della nostra vita. Non lasciarlo decidere alla massa, agli altri, alla tv, o all’ignoranza.

E questo occorre farlo ogni giorno. E’ un esercizio quotidiano di autonomia mentale, di libertà allo stato liquido. Un combattente non rimane in piedi a lasciarsi colpire senza reagire, userà ogni tecnica, ogni energia, ogni tattica, per vincere il suo incontro. Questo vale anche nella vita.

E allora combattiamo ogni giorno questa nostra lotta verso la libertà.

E siamo fieri di questo.

Quando entriamo in palestra, o nel Dojo, in fondo, ci stiamo allenando a lottare nella vita.

Il destino non è scritto, è quello che noi ci creiamo.

(John Connor) dal film Terminator Salvation

 Copyright Daniele Trevisani www.danieletrevisani.com

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Proponiamo questa riflessione sul senso dell’oggi, dal fare qualcosa di buono nel qui ed ora, svolta da un pensatore illuminato. Vanno lette una ad una, con calma, senza fretta. Fermandosi un attimo per pensare: so che questo significa qualcosa per me. Una per una.

  1. Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
  2. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
  3. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
  4. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.
  5. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima.
  6. Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
  7. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.
  8. Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.
  9. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell’Amore.
  10. Posso ben fare per dodici ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

(Papa Giovanni XXIII)

Estratto dal libro in pubblicazione, di Daniele Trevisani

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Saper riconoscere le proprie capacità psicologiche e utilizzarle in relazione allo sviluppo delle energie mentali. Questo e molti altri aspetti vengono trattati nell’articolo, il cui scopo consiste nell individuazione e nell’ apprendimento delle  capacità emotive, utili a creare uno stato di leadership interno, che si rispecchierà nelle scelte e nei comportamenti di tutti i giorni.

Le emozioni sono un vissuto permanente di ogni essere umano. La Self-leadership emozionale consiste nella capacità di vivere le emozioni come una risorsa, siano esse positive o negative, e non solo come un sottoprodotto della vita.

Questo prevede alcune capacità psicologiche che si possono apprendere:

  •  riconoscere i propri stati emotivi (abilità di riconoscimento, detection skills);
  •  saper ancorare il proprio stato emotivo a precise fonti, esperienze o vissuti (localizzazione emozionale), riconoscere da dove vengono le propri emozioni;
  •  disinnescare gli stati emotivi negativi e allontanarsi da emozioni negative croniche o superiori alle nostre capacità di elaborarle (scudo emozionale, emotional shielding);
  •  aumentare la positività dei vissuti emozionali riuscendo a gioire e trarre emozioni positive anche da piccoli eventi (micro-eventi) o grandi eventi della vita (gioia situazionale, sensation windows);
  •  aumentare la solidità emotiva opposta ad una fragilità emotiva, soprattutto in condizioni in cui la fragilità emotiva può bloccare o annebbiare l’individuo, rendere confuse le sue azioni e reazioni.

 

Le energie mentali diminuiscono o si esauriscono quando:

  • l’individuo non è consapevole degli stati emotivi che sta vivendo;
  • l’individuo non è consapevole delle cause che producono un certo stato emotivo;
  • l’individuo non è in grado di proteggersi dalle emozioni negative, vivere con maggiore distanziamento le esperienze negative, e i vissuti emotivi negativi impediscono di raggiungere i propri obiettivi e risultati (fragilità emotiva);
  • l’attenzione è imprigionata sui vissuti negativi, in relazione a micro-eventi e macro-eventi personali (traumi emotivi irrisolti);
  • l’individuo non ha appreso a generare stati, situazioni, momenti, eventi (micro e macro) che possono generare emozioni e sensazioni positive;
  • l’individuo viene trascinato negli stati emotivi da persone ed eventi, senza riuscire ad arrestare i trascinamenti (essere in balìa degli eventi e delle persone).

 

Le energie mentali aumentano quando:

  • si genera consapevolezza degli stati emotivi vissuti (coscienza emotiva), della loro tipologia, intensità e localizzazione, con buona capacità di riconoscimento e di labeling (dare un nome alle emozioni e distinguerle);
  • si genera consapevolezza delle cause degli stati emotivi vissuti;
  • si acquisiscono capacità di protezione dalle emozioni negative, si apprende a far si che esse si manifestino e fluiscano senza bloccare il corso della propria vita e azione;
  • viene condotto un lavoro serio e programmatico per risolvere traumi emotivi passati (gravi o meno gravi) e quelli generati dall’operatività quotidiana, con un supporto umano (evitare l’elaborazione di traumi in solitudine o senza supporto);
  • l’individuo apprende a nutrirsi di emozioni positive, percepire le positività, generare le occasioni di positività, produrre un clima emotivo positivo;
  • l’individuo sa riconoscere e bloccare i trascinamenti emotivi, non è in balìa di eventi e persone, è meno soggetto ai “tiranti emotivi” generati dall’ambiente e dalle relazioni.

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DSCF0520Un augurio di buona lettura e buone riflessioni

Contatti con l’autore, dott. Daniele Trevisani:

  1. Sito web in Italiano Studio Trevisani Coaching, Potenziale Umano e  Formazione
  2. English Website http://www.danieletrevisani.com
  3. Linkedin: http://www.linkedin.com/in/danieletrevisani
  4. Profilo dott. Daniele Trevisani
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