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Spunti e riflessioni sulla dinamica lavorativa

L’orizzonte che ci si prospetta dinanzi a noi è decisamente incerto, tenendo conto solo dei possibili scenari legati allo sviluppo tecnologico. Non ritengo necessario giungere a conclusioni affrettate, ma reputo indispensabile immaginare piccoli e semplici cambiamenti di cui siamo già stati “vittime” in passato.

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale progredirà senza ombra di dubbio, come è sempre stato e sempre sarà per ogni strumento e tecnologia inventata dall’uomo. Abbiamo già vissuto durante le prime rivoluzioni industriali, processi di automazione della produzione che hanno portato ad una sostituzione dell’uomo con determinate macchine. Ma fino a che la produzione necessaria al sostentamento globale non sarà completamente automatizzata, quale futuro ci si prospetta di fronte a noi?

Quello che stiamo vivendo in questo periodo storico coincide, come dice Luciano Floridi, con la quarta rivoluzione (quella digitale). Contemporaneamente, ci stiamo avvicinando al concetto di Industria 4.0 ovvero un insieme di processi di automazione industriale mirati a migliorare le tecnologie di produzione e la qualità del lavoro.

Il concetto di industria 4.0 prende in considerazione il concetto di “fabbrica intelligente [1]”, che si compone di tre diverse parti:

1) Smart Production (produzione intelligente): consistono in nuove tecnologie in grado di creare maggior collaborazione tra uomo, macchina e strumenti produttivi.

2) Smart Service (Servizi intelligenti): consistono in una serie di infrastrutture informatiche e tecniche in grado di integrare sistemi e aziende in modo collaborativo.

3) Smart energy (energie intelligenti): ovvero l’utilizzo di risorse sostenibili.

Per rendere possibile questa rivoluzione dal punto di vista industriale, secondo il Boston Consulting ci sarà bisogno di tecnologie chiamate “abilitanti”: tra queste figurano sistemi avanzati di produzione, simulatori, dispositivi di realtà aumentata, Cloud, sicurezza informatica e Big Data Analytics.

Analizzando i requisiti e le componenti di tale processo innovativo, salta all’occhio come oltre ad i processi di automazione dei sistemi di produzione, giochino un ruolo di fondamentale importanza tutte le competenze e le informazioni legate al “digitale”.

Ma tali fabbriche intelligenti, dotate di macchine intelligenti, non ci rubano il lavoro: è più probabile che ci liberino da esso. Devono sostituirci nelle mansioni più faticose e pericolose, e anche in quelle che richiederebbero per noi uno sforzo mentale enorme.

Come dice Luciano Floridi nel suo saggio “La quarta rivoluzione [2]” sono state create in un “ambiente digitale” che permette loro di esprimersi seguendo leggi che noi stessi gli abbiamo imposto. Gli argomenti trattati all’interno del saggio li analizzerò nel quarto capitolo.

© Cpyright. Estratto dalla tesi di Laurea in Filosofia, Teorie e sistemi dell’intelligenza artificiale, a cura di Federico Malpighi. Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Materiale pubblicato per fini didattici e di ricerca con il permesso dell’autore. Riproducibile solo con citazione della fonte originale.


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Industria_4.0#cite_note-8 URL consultato in data 28 agosto 2020.

[2] Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2014, p. 106.