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© estratto dal testo di  Eckhart Tolle e Patrick McDonnell dal libro Guardiani dell’Essere

La vera felicità si trova nelle cose semplici, apparentemente irrilevanti. Ma per essere consapevole delle piccole cose è necessario che tu sia tranquillo interiormente. E’ necessario un alto livello di attenzione.

Sii calmo. Guarda. Ascolta. Sii presente.

Diventa consapevole dei numerosi suoni della natura – il fruscio delle foglie nel vento, il rumore delle gocce di pioggia, il ronzio di un insetto, il primo canto degli uccelli all’alba.

Concentrati nell’azione di ascoltare.

Al di là dei suoni c’è qualcosa di più grande: una sacralità che non può essere compresa attraverso il pensiero.
Guarda un albero, un fiore, una pianta. Concentrati consapevolmente su di essi. Su come sono calmi, quanto profonde sono le radici dell’Essere.

Lascia che la natura ti insegni la sua calma.

Tutti gli elementi della natura – ogni fiore, ogni albero e ogni animale – hanno un’importante lezione da insegnarci se solo ci fermiamo, guardiamo e ascoltiamo.

Solo guardare da vicino un animale può estraniarti dalla mente e portarti nel momento presente, che è quello in cui gli animali vivono sempre – e lasciarti andare alla vita. E’ così meraviglioso guardare un animale, perché un animale non ha opinioni di se stesso. Lui è. Questa è la ragione per cui il cane è così felice e il gatto fa le fusa.

Quando coccoli un cane o ascolti un gatto che fa le fusa, la mente può fermarsi per un istante e uno spazio di calma sorge dentro di te, un passaggio per entrare nell’Essere.

La funzione vitale che gli animali adempiono nel mondo non è stata pienamente riconosciuta. Essi mantengono milioni di persone in salute. Sono diventati i Guardiani dell’Essere.

La maggior parte di noi vive in un mondo di astrazioni mentali, concettualizzazioni e produzione di immagini – un mondo di pensieri. Siamo immersi in un continuo fluire di rumore mentale.

A quanto sembra non ci è possibile smettere di pensare. Proprio come il cane ama rosicchiare le ossa, la mente umana ama i suoi problemi.

Ci danniamo facendo, pensando, ricordando, prevedendo – persi in un labirinto di complessità e in un mondo di problemi. La Natura può mostrarci la strada di casa, la strada per uscire dalla prigione delle nostre menti.

Chiudi gli occhi e dì a te stesso: “Mi chiedo quale sarà il mio prossimo pensiero”. Poi stai all’erta come un gatto che controlla la tana di un topo. Ti accorgerai che, per tutto il tempo in cui starai attento, non si presenterà alcun pensiero. Ho vissuto con molti maestri zen, ed erano tutti gatti.

Milioni di persone, che altrimenti si perderebbero completamente nelle loro menti e in faccende passate e future senza fine, sono riportati dai loro cani o gatti nel momento presente, tante volte, a recuperare la gioia dell’Essere. Ci siamo dimenticati di quello che le rocce, le piante e gli animali ancora sanno. Ci siamo dimenticati come essere – essere calmi,essere se stessi, essere dov’è la vita: Qui e Adesso.

Il cane è nell’Adesso e quindi te lo può insegnare o ricordare.

Stai attento quando vedi un animale che gioca o si riposa. Lascia che l’animale ti insegni a sentirti a tuo agio nell’Adesso, a festeggiare la vita essendo completamente presente.

Il cane è ancora nello stato naturale. E puoi vederlo facilmente perché tu hai dei problemi e il tuo cane no.

E mentre i tuoi momenti felici possono essere rari, il tuo cane festeggia la vita continuamente. Guarda solo la coda… alcuni cani basta solo guardarli – un’occhiata è sufficiente – e la loro coda va… “La vita è bella! La vita é bella!” E non si stanno raccontando una storia del perché la vita è bella. E’ una percezione immediata.

Gli umani dicono “Io mi voglio bene” oppure “Io mi odio”. I cani dicono “Woof, woof”, che tradotto significa “Io sono io”. Io la chiamo integrità – essere una cosa sola con te stesso. Il cane non ha idee su se stesso, buone o cattive, così non ha alcun bisogno di impersonare dei ruoli, né di volersi bene o odiarsi. Non ha un io! Come vivere liberi del fardello dell’io – che grande insegnamento spirituale.”

La chiave per la trasformazione è accogliere questo momento positivamente. Quale forma prenda non importa. Accettalo. Lascia che sia. Assecondalo.

Oh, quello era l’insegnamento del cane. Io sto solo traducendo in parole.

Lascia che il tuo cane ti porti a fare una passeggiata tutti i giorni. Fa bene al corpo e fa bene all’anima.

I cani sprigionano una bontà alla quale le persone sono sensibili. Una delle gioie di portare fuori il cane è che spesso le persone ti si avvicinano e immediatamente il loro cuori si aprono. Non sono interessate a te, naturalmente. Vogliono accarezzare il tuo cane.

I cani offrono la preziosa opportunità anche a persone che sono intrappolate nei loro ego, di amare e di essere amati incondizionatamente. Essi vivono con gli esseri umani da migliaia di anni e ora c’è un legame fra cani e umani molto più stretto di quanto non sia mai stato. Così parte del loro scopo divino è di aiutarci. Ma questo va in tutti e due i sensi. Perché vivendo con gli umani, anche i cani crescono in consapevolezza… E’ reciproco.

Siccome cani e gatti vivono ancora in connessione con l’Essere come in origine, ci possono aiutare a ritrovare il medesimo stato. Quando noi facciamo così, comunque, quello stato originale diviene più profondo e diventa consapevolezza. Noi non siamo sopraffatti dal pensiero. Noi andiamo oltre. La natura ti insegnerà a essere calmo, se tu non la prevarichi con un flusso di pensieri.

Un incontro molto profondo avviene quando tu senti la natura in quel modo, senza dare un nome alle cose. Quando tu non applichi a tutte le cose un nome e un’etichetta, ritorna nella tua vita un senso del miracoloso che l’umanità ha perduto da quando, molto tempo fa, invece di usare il pensiero, era divenuta succube del pensiero.

La tua vita riacquista profondità. Le cose sembrano nuove, fresche. Che cos’è che tanti trovano incantevole negli animali? La loro essenza – il loro Essere – non è soffocata dalla mente, come succede in molti umani. E ogni volta che tu senti quell’essenza in qualcuno, anche tu la senti dentro di te. Ogni essere è una scintilla del divino o di Dio. Guarda negli occhi del cane e percepiscine l’intimo profondo. Quando sei presente, puoi sentire lo spirito, l’unica consapevolezza, in ogni creatura e amarla come te stesso.

L’amore è un’empatia profonda con l’Essenza dell’altro. Tu riconosci te stesso, la tua Essenza, nell’altro. E così non infliggerai più sofferenza all’altro. Tu non sei separato dalla globalità. Sei una cosa sola con il sole, la terra, l’aria. Tu non hai una vita. Tu sei la vita.

L’unica vita, l’unica consapevolezza assume la forma di un uomo o di una donna, un filo d’erba, un cane, un pianeta,il sole, una galassia… Questo è il gioco delle forme, la danza della vita.

Fondamentalmente non siamo separati, non dall’altro né da qualsiasi forma vivente – un fiore, un albero, un gatto, un cane. Puoi sentire te stesso in essi. L’essenza di quello che tu sei. Potresti chiamarlo Dio.

© estratto dal testo di  Eckhart Tolle e Patrick McDonnell dal libro Guardiani dell’Essere

La natura regala momenti indimenticabili, se solo sappiamo fermarci, anche 60 secondi diventano ricchi di significato.

http://www.youtube.com/watch?v=OH_t6-vl26Y

Ps. Se lo apprezzi, ISCRIVITI AL CANALE YOUTUBE GRAZIE!… Ecco il video 2, sul “Canto dell’acqua”, Ispirato al libro “Psicologia della Libertà” e al pensiero di Eckhart Tolle.

Materiale per ritagliarsi 60 secondi di natura, pace, silenzio interiore, ascoltando una cosa così semplice e pura come l’acqua. Un piccolo stacco, grandi risonanze.

Eckart Tolle ci invita a fare “micromeditazioni”. Esercizi di osservazione, ovunque siamo, e nella natura, ancora meglio. Avendo pratica di esercizi meditativi lunghi e a volte noiosi, ho trovato questo concetto davvero importante. Allenare la mente si può fare in ogni luogo, giorno, e situazione. Desidero condividere allora questo video, ASSUME SIGNIFICAO.

Esercizio speciale, trovare le differenze con gli altri “canti” (per ora, 5 in tutto che sto pubblicando con calma, ci vuole tempo!) raccolti nello stesso luogo a distanza di pochi minuti e pochi metri di distanza. Allenare la percezione, l’ascolto, è fondamentale.

Se ti va di seguirmi su Facebook, qui c’è la mia pagina pubblica

https://www.facebook.com/humanpotentialcoaching/

Scrivo molti libri, spero ne potrai leggere qualcuno. Qui vedi tutti i libri che ho scritto https://www.ibs.it/libri/autori/Daniele%20Trevisani

Per ogni tema che vedi nel libro tengo dei corsi di counseling in azienda su richiesta, coaching personalizzati, o presentazioni, in Italiano e in Inglese
Se ti fa piacere ti invito alla presentazione del prossimo libro – per riceverla puoi iscriverti alla mia rivista online gratuita http://eepurl.com/b727Pv

Ho appena messo alcuni nuovi video sul canale youtube http://www.youtube.com/c/dottDanieleTrevisani – se ti vorrai iscrivere, sei benvenuto

(ps. se cerchi Daniele Trevisani su google, vedrai tanti altri contenuti)
Un caro saluto Daniele.

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di Daniele Trevisani, estratto dal libro in costruzione “Psicologia della Libertà: Percorsi di Crescita Personale”, edizioni Mediterranee, Copyright. Per l’invito alla presentazione è possibile l’iscrizione gratuita alla rivista online Communication Research e Potenziale Umano http://eepurl.com/b727Pv

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Memetica deriva dalla parola meme, assimilabile a traccia mentale, idea o credenza. Il “meme” è la base di ogni cosa che pensiamo, di ogni nostro pensiero.

La memetica si occupa di come idee e tracce mentali passano da individuo a individuo, così come la genetica si occupa di geni e informazioni biologiche che si trasmettono da un individuo verso i propri discendenti.

Se guardiamo alle idee, ogni idea, siamo di fronte a qualcosa che è nato, è stato trasmesso, e cerca di trasmettersi a sua volta da individuo ad individuo.

Il problema è la nostra mancanza di filtro, o inadeguatezza di filtro.

Alcuni memi aziendali, come il Just in Time, e altre “mode” manageriali, sono bolle provenienti da “virus” nati in magari sotto effetto di sostanze stupefacenti e alcool, e seminano scompiglio, hanno grande diffusione per poi morire e svanire nel nulla.

Altri permangono e resistono a ogni attacco esterno e interno.

Antichi memi, ed esempio della cultura latina, sono lì, dormienti, in attesa di essere riscoperti, come è accaduto di recente al “termalismo” e alla diffusione delle SPA (centri termali alberghieri) in tutto il mondo.

Arcaici memi recuperati, ad esempio lo slow food – non fanno altro che ripristinare idee vigenti prima – nel caso, nella realtà contadina rurale, i suoi tempi e un maggiore contatto con la natura via dalla frenesia. La New Age riprende lo spiritualismo che troviamo in ogni antica religione, unendolo a memi di forma più tecnologica (supplementi alimentari, integratori, tecniche mentali) e pratiche fisiche, arti marziali, bioenergetica, tecniche olistiche di ogni tipo.

Il meme, secondo Dawkins[1], è un replicator di informazioni culturali analogo al gene. Nelle sue parole: “Proprio come i geni si propagano da corpo a corpo attraverso sperma o uova, così fanno i memi trasmettendosi da cervello a cervello”.

Alcune analisi rese possibile dalla memetica:

  • nel LifeCoaching. Quali sono le tue convinzioni profonde sul concetto di “essere una brava persona” o un “bravo professionista” e come tu lo stai seguendo ora? Quali di queste ti stanno facendo del male? Quali vogliamo tenere? Di cosa vorresti liberarti? Quali nuove idee dobbiamo assorbire per stare meglio (es., su alimentazione, relazioni umane, tempo per se stessi, tornare a vivere a pieno)? Come fare a far sì che queste idee non rimangano solo idee, ma diventino poi abitudini e si radichino in te e diventino veramente tue?
  • nelle società: come si è diffuso l’odio verso gli ebrei durante il nazismo. Da dove è nato è come ha fatto a diffondersi, propagandosi da persona a persona?
  • in azienda: quali sono le tue convinzioni profonde su come ci si comporta con i collaboratori? E con i superiori? E con i colleghi di pari livello? E con i fornitori? E con i clienti? E su quando ci sta bene una litigata e quando no? E sul limite della sopportazione? E Sugli equilibri vita/lavoro? Come faccio a inserire un concetto, es “rispetto del cliente interno” in ogni membro, dai reparti produttivi sino al top management?
  • nello sport. Per un atleta: come faccio a dissociare le sue gare dal concetto di “ansia” e di “prestazione forzata” e associarli al concetto di “gioia di vivere”?

La natura fa enormi sforzi per trasmettere i propri geni. Ogni essere vivente è impegnato in una battaglia costante per trasmettersi e replicarsi. Lo stesso vale per le idee. Chi porta con se convinzioni, opinioni, Visioni del mondo, cerca costantemente di influenzare gli altri e trasmettere i propri memi.

Nel Coaching è essenziale esaminare lo sfondo memetico della persona. Lo sfondo riguarda la mappa delle credenze del soggetto (Belief System), la sua cultura e i suoi valori, la Visione della vita (Weltanschauung, in filosofia) e le credenze sul mondo. Come tale, ha un’influenza determinante su quello che facciamo e come lo facciamo.

E siccome il Coaching vuole modificare in meglio quello che facciamo e come lo facciamo la memetica diventa una scienza per noi cruciale.

[1] Dawkins, R., (1976), The Selfish Gene, Oxford University Press. Trad. it. Il gene egoista, Mondadori, Milano, 1995.

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di Daniele Trevisani, estratto dal libro in costruzione “Psicologia della Libertà: Percorsi di Crescita Personale”, edizioni Mediterranee, Copyright. Per l’invito alla presentazione è possibile l’iscrizione gratuita alla rivista online Communication Research e Potenziale Umano http://eepurl.com/b727Pv

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(c) Articolo di Daniele Trevisani, anteprima dal volume Self Power, Franco Angeli, 2014.

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Caro manager, vorrei dirti che… anzi, ti scrivo…

Caro manager. Primo: sul futuro che lasciamo ai nostri figli non si scherza. Secondo. Cosa stai facendo tu per questo futuro? Terzo: ti hanno mai formato per pensare con lucidità e coscienza, o solo addestrato per eseguire?

Dimmi il nome dell’ultimo corso che hai fatto per favore, dimmi quanto in questo corso aveva a che fare con il pensare più lucidamente. Forza! Dimmelo.

Sei in difficoltà a ricordarlo? Non preoccuparti, non hai tutta la colpa, c’è qualcun’altro, che si chiama Risorse Umane, il fantomatico “Personale” o per darsi arie, HR (Human Resources) che dovrebbe fare questo tutto il giorno, ogni santo giorno, anzichè fare il burocrate, l’amministrativo, o le buste paga (quelle si possono far fare a qualsiasi ragioniere). E dovrebbe lottare con la proprietà per avere le risorse per farlo. E dovrebbe lottare con le “pietre aziendali” cui queste cose non interessano, e sbatterli furi dall’azienda come un pallone si libera dalla zavorra per salire in alto.

La tua azienda vuole meritarsi l’ossigeno che respira, tu voi avere un senso nella tua vita anche in una giornata lavorativa? Allora iniziamo a pensare.

E cerchiamo il potere e la forza morale per combattere contro le pietre e i dinosauri d’azienda.

Se qualcuno ti chiedesse cosa ti differenza da una pietra, penso che la risposta migliore sarebbe “io penso”.

Ma puoi dire lo stesso rispetto ad un cane? No. Anche i cani pensano, e anche bene.

Allora serve un altro tipo di risposta: “io rifletto su chi sono, su cosa sono, su quello che faccio, e cerco di capire l’universo, e me stesso”.

Se tu fornissi questa risposta all’interno della tua azienda ti guarderebbero con sospetto. Ma chi sei, Socrate? Magari ci fossero tanti Socrate in azienda, tanti Leonardo da Vinci, tanti filosofi e pensatori. Avremmo aziende geniali.

La realtà sarebbe ribaltata. Allora dico ai pochi che in azienda pensano: Sei tu che devi guardare con sospetto loro.

Sono “loro” che devono vergognarsi come cani se non pensano, anzi come qualcosa che striscia, perché un cane ha una sua dignità.

Se uno non si chiede che ruolo ha il suo agire in un contesto più ampio, come fare del suo lavoro qualcosa di utile, è completamente fuori dal mondo. E’ una pietra aziendale. Sta sprecando persino l’ossigeno che respira.

E non sta dando un contributo alla sua azienda. La sta affossando.

La ricerca di un senso profondo della missione è l’unica cosa che fa la differenza tra manager che aprono nuove strade e manager che copiano o che fanno chiudere le aziende.

Attenzione… cerco di… significa prestarsi volontariamente ad un’autoriflessione profonda.

Ciò che da dignità all’uomo, nonostante le sue enormi debolezze e fragilità, è il pensiero, un pensiero enciclopedico e riflessivo, non limitato ad un campo specialistico (solo ingegneristico o tecnico), ma la possibilità stessa di riflettere su chi è e cosa sta facendo.

Per cui se facciamo questa domanda ad un Direttore Commerciale, immediatamente viene fuori il tema di quali siano i Target Audience cui comunicare, quali  siano dei bisogni scoperti o sui quali si può creare del valore. Se lo chiediamo ad un formatore, “qual’è il senso di questa giornata formativa” si misura in “come vorrei che le persone uscissero da qui” soprattutto come allargamento della coscienza dell’ambiente in cui si muovono e di come loro stessi si muovono, e come ri-tararsi per essere migliori. Se questo non fosse così, non possiamo mai parlare di formazione che amplia la capacità di ragionamento, ma di addestramento meccanico.

La coscienza che si allarga e si espande, è una delle peculiarità più evidenti in chi ha dato contributi veri, in chi ha sviluppato prestazioni e potenziale personale elevato.

L’uomo non è che una canna, la più debole della natura; ma è una canna pensante.

Non c’è bisogno che tutto l’universo s’armi per schiacciarlo: un vapore, una goccia d’acqua basta a ucciderlo.

Ma, anche se l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe ancor più nobile di chi lo uccide, perché sa di morire e conosce la superiorità dell’universo su di lui; l’universo invece non ne sa niente.

Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero.

E’ con questo che dobbiamo nobilitarci e non già con lo spazio e il tempo che potremmo riempire. Studiamoci dunque di pensare bene: questo è il principio della morale.

Blaise Pascal, “Pensieri”

Si tratta di un pensiero umanistico diventato quasi utopia in un’era di superspecializzazione, un’epoca in cui ciascuno si chiude e rintana in un piccolo campo del sapere.

La visione enciclopedica rimane per noi fondamentale. In caso contrario, più che di coaching sul potenziale umano dovremmo parlare di addestramento su abilità esecutive, due cose estremamente diverse.

Sul piano scientifico viene a galla subito un collegamento forte tra il livello di avanzamento del potenziale individuale (dove si colloca l’individuo in una scala di sviluppo personale), e il rapporto con le proprie ambizioni, che verranno considerate, impossibili, difficili, o invece tentabili e da perseguire.

In questa visione di un essere umano che decide liberamente di esprimersi, di andare avanti, di non fermarsi, di lavorare per migliorare se stesso e gli altri, si colloca già un grande lavoro di psicologia delle performance: la focalizzazione degli scopi (focusing) e l’analisi del funzionamento (ottimale o meno) di se stessi, e dei vari sistemi umani e organizzativi.

A questa analisi sull’uomo si unisce il tema delle performance o prestazioni, un concetto connesso alla sfida applicata, es: gare sportive, correre, saltare, giocare in squadra, e risultati aziendali: es:, sviluppare nuovi prodotti e servizi, entrare in un nuovo mercato con successo, vendere, innovare, costruire un team aziendale efficace, concretizzare un’idea, creare lavoro.

Ragionare sul potenziale umano pone altre domande profonde, non solo tecniche, domande che ci aspettano, cui non fa bene sfuggire.

Tra queste: Chi sono? Cosa sto facendo? Cosa voglio ottenere? Cosa mi soddisfa davvero? Sono felice? Se no, perché? E cosa mi gratifica? Dove posso arrivare? Dove è importante canalizzare le mie energie? Per fare cosa?

E sul lavoro o nello studio, mi sento realizzato, sto facendo qualcosa di utile, di importante? Ci credo? Dove sono ora nel mio viaggio di vita? Che contributi all’umanità posso dare, seppure nella mia limitatezza? Che prestazioni vorrei dare a me e agli altri? Quanto ho sviluppato del mio potenziale?

Chi non si pone mai domande su di se probabilmente andando avanti sarà costretto a porsele, o verrà stimolato a riflettervi, e questo è bene.

Se invece una persona vuole fare da “pietra aziendale”, che vada a consumare ossigeno da altra parte, che lasci il posto a qualcuno che si pone finalmente domande e cerca risposte. Perchè – lo  ripeto – sul futuro che lasciamo ai nostri figli non si scherza.

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(c) Articolo di Daniele Trevisani, anteprima dal volume Self Power, Franco Angeli, 2014.

 flickr-7521155076-hdDi: dott. Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, esperto in Training Mentale, Potenziale Umano, Formatore e Personal Coach di Manager e Atleti di livello mondiale

Null’altro siamo che non parte del gioco,
muoviamo su una scacchiera di giorni e notti;
ad ogni mossa un pezzo cade preso,
la partita continua mentre noi veniamo riposti.
Omar Khayam

Anteprime dal volume Personal Energy, Franco Angeli editore.

Vivere ad un livello superiore

Il ciclo nascita, vita, morte, tocca tutti. Ne siamo sfiorati come il vento che solleva un seme, lo fa viaggiare, lo deposita.

Se ci impegniamo a rendere onore a questo ciclo, questo seme potrà crescere e lasciare frutti.

Ma questo seme deve imparare a volare, a volare alto, a volare ad un livello superiore rispetto alla media.

Vivi ad un livello superiore ogni volta che senti una connessione con valori e pensieri che toccano il mondo immateriale e lo spirito anziché il mondo tangibile. Lo vivi meditando ma anche agendo, da fermo o in movimento.

Vivere alto significa solamente imparare a “pensare” e dirigere il pensiero verso livelli superiori (azione di ricentraggio) anziché essere confusi e sequestrati dalla moltitudine di messaggi circostanti che ti vorrebbero impegnato a fare lotterie, guardare la tv, discutere di gossip, senza mai mettere in discussione il perché esisti e di quale processo sei parte.

Ho aiutato atleti internazionali a vivere in modo diverso gli incontri decisivi, viverli ad un livello superiore, rimuovendo l’ansia e generando un forte senso di gioia e di “festa” per l’avvenimento. Ho aiutato persone che non erano soddisfatte sul piano professionale a “riposizionare” la propria attenzione su un piano superiore, con effetti potenti su come essi conducevano la vita professionale e non solo: maggiore coscienza del proprio valore, maggiore coscienza del valore del proprio tempo, maggiore capacità di concentrazione e allo stesso tempo maggiore capacità di rilassamento. Mi sono impegnato per portare semplici “istruttori” a diventare “maestri” in alcuni settori delle Arti Marziali, così come mi sono impegnato a portare persone insoddisfatte della vita a sentire di vivere a pieno.

In tutti questi casi personali così come nei casi aziendali che ho trattato, ho sempre trovato una costante: usare metri di giudizio sbagliati, metri del “mondo inferiore” e non del “mondo superiore”.

Quando impari che i metri che stavi usando prima erano distorti, lo choc è forte ma subito dopo stai meglio. Spariscono alcuni sensi di colpa, ti “ricentri” su quello che vuoi davvero, lo focalizzi, cerchi il senso delle cose e lo trovi.

La cultura di cui siamo parte mette in circolo continue “esche” che possono bloccare il nostro decollo o appesantirci e farci atterrare nella banalità.

Dobbiamo riconoscerle, dobbiamo starci lontano, dobbiamo continuare a volare il nostro volo.

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Di: dott. Daniele Trevisani – Mental Trainer & Coach – Anteprime dal volume Personal Energy, Franco Angeli editore.

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