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Quale futuro per la nostra salute ?

In un recente articolo pubblicato dal The Journal of AMD, intitolato Intelligenza Artificiale e Big Data in ambito medico: prospettive, opportunità, criticità. JAMD Vol. 21-3, Nicoletta Musacchio e i suoi collaboratori hanno evidenziato l’evoluzione e l’incredibile aumento delle informazioni digitali, raddoppiate in quasi ogni ambito negli ultimi 2 anni.

Conseguentemente a questo aumento, siamo arrivati ad avere una mole non indifferente di dati, che sono stati definiti come Big Data. Essi sono caratterizzati da quattro componenti, rappresentate dalla lettera “V”: volume, velocità, varietà ed infine veridicità. I Big Data li troviamo oggigiorno anche in ambito medico sanitario, grazie allo sviluppo di quattro differenti fenomeni.

In primis lo sviluppo della diagnostica per immagini digitali, che sta prendendo il posto alle antiquate tecniche di diagnostica analogica. Collegato a ciò, ci sono ovviamente le nuove tecniche di reportistica digitale: tutti noi disponiamo di cartelle e fascicoli elettronici sanitari su cui vengono pubblicati gli esiti delle visite mediche a cui ci sottoponiamo.

Gli altri due punti riguardano temi differenti: lo sviluppo delle biotecnologie impiegate nelle scienze riguardanti la genomica e la trascrittomica; e l’esplosione di quello che viene definito come “Internet of things” (IOT). Il primo di questi due fenomeni riguarda l’indagine che viene effettuata sulle cellule ad un livello sempre più microscopico: l’analisi di ciò e l’elaborazione dei dati ricavati portano alla creazione di un ingente mole di dati.

Infine, l’esplosione delle IOT riguarda l’evoluzione tecnologica che stiamo vivendo ad un livello molto più ampio rispetto al solo settore della sanità (sia essa pubblica o privata). Passare dall’IOT al IOMT (ovvero l’Internet of medical things) è un passo molto più breve di quanto si pensi: basti pensare ai moderni orologi da polso, in grado di tenere conto dei battiti cardiaci, della temperatura corporea e dei movimenti che compiamo in ogni singolo istante.

La vera rivoluzione in ambito di intelligenza artificiale applicata in ambito medico è e sarà sempre di più il machine learning: la capacità di un software di simulare ragionamenti sulla base dei dati forniti permetterà la generazione di modelli predittivi. Tali modelli tramite l’utilizzo di dati storici potranno prevedere eventi futuri (come l’insorgere di malattie). Esistono due differenti modelli: quelli trasparenti e quelli denominati “black box”.

I primi hanno la caratteristica di evidenziare i parametri su cui basano la loro previsione, passando così dall’essere predittivi a “prescrittivi”. Il modello “black box”, a contrario, ci fornisce sì una risposta ma non ci fornisce alcuna giustificazione a riguardo. Questa è una delle criticità legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito medico: affinché il sistema possa funzionare correttamente dobbiamo disporre di requisiti fondamentali come la qualità, la validità e il corretto utilizzo dei dati a nostra disposizione.

Alcuni di essi provengono da piattaforme che originariamente erano state dedicate a ben altri scopi. Sempre rimanendo in tema di dati, l’importanza fondamentale è che siano digitalizzati: negli archivi sono presenti ancora decine di migliaia di cartelle cliniche inutilizzate a questi scopi.

Ovviamente raccogliere ingenti quantità di informazioni cartacee e racchiuderle in un database è un lavoro molto impegnativo, che deve garantire anche la privacy delle persone interessate. È chiaro ora come l’intelligenza artificiale possa essere di estremo aiuto per le funzioni quotidiane e per l’implementazione di nuovi sistemi sanitari complessi, tuttavia affinché essa possa davvero essere efficiente, è necessario preparare una base solida su cui poter erigere un sistema di tale complessità.

© Cpyright. Estratto dalla tesi di Laurea in Filosofia, Teorie e sistemi dell’intelligenza artificiale, a cura di Federico Malpighi. Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Materiale pubblicato per fini didattici e di ricerca con il permesso dell’autore. Riproducibile solo con citazione della fonte originale.