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Come fare Formazione Manageriale attiva. I principi guida di una buona formazione aziendale, formazione manageriale e coaching attivo sono:

  1. coinvolgimento
  2. concretezza
  3. partecipatività
  4. immersività esperienziale
  5. fare e non solo ascoltare.

formazione manageriale e formazione aziendaleFormazione manageriale e formazione aziendale: principi guida per una formazione di alta qualità

© Copyright Dr. Daniele Trevisani, Studio Trevisani Training & Coaching Academy

Scuole e accademie di coaching, formatori, leader, responsabili della formazione, direttori delle risorse umane e amministratori delegati, formano una rete globale di persone che lavorano per costruire il potenziale umano e la crescita personale in qualsiasi campo.

Il nostro scopo è quello di incoraggiare e supportare una cultura di “Leading by Coaching” per formatori e responsabili della formazione, direttori delle risorse umane, leader, manager e amministratori delegati, e portare la formazione ai massimi livelli possibili oggi, con tecniche innovative

I nostri Valori sono il miglioramento del mondo attraverso “rapporti di aiuto” professionali e di alta qualità finalizzati all’espressione del pieno potenziale umano in qualsiasi forma (manageriale, artistica, sportiva, imprenditoriale, scientifica, sanitaria, psicologica e altre).

Un valore fondamentale è il contributo alla costruzione di una formazione veramente globale in cui i membri possono imparare sia dai formatori e coach sia gli uni dagli altri e condividere le migliori pratiche e strumenti utili.

Formazione manageriale. Praticare coaching e formazione attiva per il coaching e le risorse umane. A cura del Dr. Daniele Trevisani, Fulbright Scholar in Communication & Human Potential, Presidente Coaching World Federation (CWF)

Fare coaching attivo, formazione e insegnamento attivo, significa agire sul fattore umano per nutrire talenti e far emergere le caratteristiche straordinarie delle persone, e non mortificare tutto in un “piano di competenze” immerso nella nebbia del “tutti uguali”. Le risorse umane sono realmente “risorse” solo quando siamo in grado di sfruttare appieno il loro potenziale personale.

Il modello fondamentale della formazione contemporanea è ancora quello del “gap di competenze”: basato sulla domanda latente “che lacune hai rispetto alla media?” Pochi trainer e coach si pongono davvero la domanda su quali tratti ancora inespressi ha la persona, su quali prestazioni potrebbe ancora ottenere se solo la sua energia, motivazione e abilità potessero aumentare.

Riportare una persona alla media non è il mio obiettivo di insegnamento. Portare le persone a essere il meglio di ciò che possono essere lo è.

Un vero evento di coaching ed educativo deve essere sensibile, appassionato, potente, stimolante e, soprattutto, vero.

Formazione manageriale attiva: un manifesto per l’azione di apprendimento

Per fare formazione manageriale attiva e non passiva, è necessario passare da un coaching e formazione “ascoltato”, un “modello di coaching / formazione a senso unico” in cui abbiamo un insegnante che parla e studenti che ascoltano, a una formazione attiva ed esperienziale, in cui studenti e clienti pratichino l'”Agire” e possano acquisire esperienza in prima persona sulle variabili critiche su cui stiamo lavorando e sui contenuti con cui abbiamo a che fare.

Esistono centinaia di tecniche di formazione manageriale attiva e di coaching attivo e il vero ruolo di un coach e di un insegnante è quello di essere in grado di scegliere quale di queste tecniche attive ti offre un apprendimento interiore più reale e invece di portare solo conoscenza esterna. Quando un atteggiamento viene appreso, può rimanere per tutta la vita. Quando impari la conoscenza intesa come “conoscenza” o semplici dati, questi dati possono scomparire dalla memoria in poche ore. Su una lezione standard, su cento concetti trasmessi, quanti ne restano il giorno successivo? Se invece riusciamo a trasmettere un atteggiamento o un valore, questo può radicarsi per sempre nella mente della persona e nel repertorio delle competenze.

Un esempio è l’ascolto attivo e / o il parlare in pubblico, per i quali nemmeno decine di ore sono sufficienti per far diventare la persona un vero ascoltatore empatico e buono, o un buon oratore pubblico, mentre esercizi di ascolto attivo pratico, esperienziale e / o parlare in pubblico esercizi, rendono questo obiettivo più raggiungibile e, soprattutto, più permanente.

Lo stesso vale per l’allenamento sportivo in cui la domanda latente è “quanto sei diverso dalla media?” così che con un programma posso riportarti ad un “livello medio. Un grave errore, che fa dimenticare quali sono i punti di forza e le diversità della persona, e quali appunto si possono esaltare con il coaching.

Se pensiamo solo alle lacune, se le colmiamo, tutto sembra andare bene, ma così torni al gregge. Niente a che vedere con il modello di “Talent leveraging” (letteralmente, fare leva sul talento), che chiederebbe “quale persona eccezionale e di talento nasconde in questa persona, cosa può offrire questa splendida persona al mondo e come possiamo / i suoi talenti emergono, li valorizzano, li trasformano in espressività concreta? ”

La questione centrale è quindi se puntare ad un appiattimento delle competenze, oppure a un sano equilibrio su cui possano reggersi alcuni picchi di abilità che rendano la persona unica o straordinariamente utile, efficace, felice.

Modificare e rafforzare la struttura e l’equilibrio della persona è un’arte difficile. Aumentare e rivedere le capacità, le energie e le motivazioni delle persone è uno dei compiti più delicati. Questo risultato richiede metodi decisamente diversi che iniziano con lezioni accademiche e progrediscono sempre più verso la formazione manageriale attiva.

Formazione manageriale: essere, non solo apparire

Le principali tecniche da utilizzare per fare formazione manageriale rientrano nel repertorio del training attivo, del Deep Coaching o del coaching trasformazionale, in contrapposizione al solo coaching incrementale, che mira solo ad aggiungere o sovra-stratificare.

Si arriva all’apprendimento esperienziale, apprendimento intenzionale derivante da esperienze pratiche, sensoriali, che si concentrano interamente sul “far sentire le persone”, sul “far vivere” un pezzo di esperienza nella formazione e nel coaching, e non solo nel raccontarlo.

Fare formazione attiva significa letteralmente svolgere formazione partecipativa, apprendimento basato sull’azione. Ciò significa rivoluzionare il modo in cui i concetti e gli insegnamenti vengono trasmessi dal piano di “narrazione” (dire, parlare, insegnare ad alta voce) al piano per far accadere qualcosa (eventi di formazione, eventi didattici, esperienze di formazione, esercizi interpersonali, esercizi di squadra o altri input esperienziali ).

Mentre nella formazione classica il testo scritto (lettura) o la produzione orale del docente (ascoltare una lezione, in qualsiasi formato) è essenziale, nella formazione manageriale attiva e nel coaching attivo il focus diventa il tipo e la modalità di esperienza pratica che riesco a generare con una “Regia di formazione” e quanto riesco ad attivare la fase di successiva assimilazione interna, e non solo esterna, che saremo in grado di produrre nel partecipante.

La rivoluzione comportamentale della formazione attiva consiste nel “parlare” il meno possibile e nel creare quanta più azione possibile, portata avanti da chi deve imparare o essere formato.

Toccare con la mano ha decisamente più effetto che “sentire”. Far “inciampare” un partecipante su un errore e poi riflettere su di esso ha più effetto che raccontare l’ipotetica possibilità che si verifichi.

Riuscire a valorizzare un talento non è fortuna, non è un caso, è scienza applicata al potenziale umano. Una nuova scienza dell’espressività della persona, dell’emergere dei suoi aspetti più affascinanti, unici, ricchi di valore per sé, per gli altri, per le aziende, anche per il genere umano nel suo insieme.

Il coaching e l’istruzione che mirano ad aumentare il potenziale umano sono sacri. E puoi partire dal piccolo, dal piccolissimo, da ogni singola sessione di coaching e training, personal training o active training, fino ad arrivare a un intero corso.

Se qualcuno (o la necessità economica) avesse costretto Leonardo da Vinci a fare lo Chef, forse avremmo avuto un ottimo Chef, ma molte invenzioni irripetibili sono andate perdute.

E se Einstein non avesse avuto qualcuno con cui discutere le sue teorie senza considerarlo “quello strano impiegato dell’Ufficio Brevetti di Berna che crede di essere un fisico”, probabilmente saremmo ancora nel Medioevo della fisica e dell’astrofisica.

Facilitare l’emergere del potenziale è la vera ragione dell’esistenza dell’insegnamento e della formazione manageriale. L’insegnamento diventa un atto di donazione profondo, ispirato e immenso, una formazione attiva e impegnata. Ogni vero intervento educativo a livello manageriale e umano diventa un modo molto saggio di investire energie e tempo.

Insegno e faccio il coach con questi pensieri nella mia testa e preparo qualsiasi lezione o sessione di coaching con questo approccio, anche quando fare un allenamento attivo è più difficile del semplice “parlare”.

Ogni volta che siamo in grado di aumentare il potenziale umano di qualcuno, questi diventa un’arma in più che la razza umana ha contro l’ignoranza, la povertà, la miseria, e un faro in più per un’umanità illuminata, un potente strumento per la libertà materiale e spirituale di tutti noi .

Dott. Daniele Trevisani, Fulbright Scholar in Communication

Presidente, Coaching World Federation

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© Copyright Dr. Daniele Trevisani, Formazione Manageriale Attiva e Coaching by Studio Trevisani Training & Coaching Academy

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Approfondimenti tra formazione attiva e deep coaching, in anteprima dal libro “Deep Coaching” (Franco Angeli editore)

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Struttura del Modello Deep Coaching. Focalizzare un intervento di formazione e coaching tramite il modello HPM

C’è una forza motrice

più forte del vapore,

dell’elettricità

e dell’energia atomica:

la volontà.

Albert Einstein

La motivazione di un coaching in profondità (Deep Coaching)

L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto

perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino.

Charles Bukowski

La crescita personale assomiglia ad un viaggio compiuto per ritrovarsi, o per scoprire chi siamo davvero, o cosa potremmo essere. Questo vale anche per la crescita professionale. Alla base di tutto vi è la volontà di accedere a nuovi livelli di vita, o a nuovi livelli professionali, e persino a nuovi stati emotivi. Per farlo con successo, tuttavia, serve un modello che ci guidi.

Il modello Deep Coaching, derivazione del Modello HPM (Human Potential Modeling) sviluppato per la crescita del potenziale umano, ha proprio questo scopo.

In particolare, un metodo di crescita personale o professionale deve rispondere ad alcune domande di base:

  1. quali fattori primari prendere in considerazione per liberare il potenziale e di conseguenza le performance?
  2. come si può attivare una buona formazione esperienziale e un coaching in profondità (Deep Coaching) per stimolare la crescita delle energie personali, delle competenze, della progettualità, sino ai valori e alla spiritualità?

Al centro di tutto questo ragionamento c’è la convinzione profonda che l’essere umano possa prendere in mano larga parte delle redini del suo destino.

Per farlo, occorre fare alcuni cambiamenti radicali, proposti nel Metodo HPM (Human Potential Modeling), che qui trattiamo. Dobbiamo imparare a fare cose che non facevamo prima, come il lavoro bioenergetico sul corpo, il training mentale, e tante altre aree previste nel metodo, e farle diventare abitudini sane e positive per la nostra crescita personale.

Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto.

(Nelson Mandela)

Se fai tuo questo pensiero, scoprirai che puoi avventurarti in nuove strade della vita, crescere, migliorare e cambiare il tuo modo di pensare, il tuo corpo, il tuo stato mentale e la tua comunicazione e i rapporti con gli altri. Puoi arricchire emotivamente la tua vita. Puoi aiutare gli altri a migliorare a loro volta. Puoi lasciare un segno del tuo passaggio. Puoi dare un contributo alla Civiltà Umana.

Il metodo si interessa sia di chi opera nelle performance di élite (testato in 30 anni di lavoro sul campo nel top management, sport agonistici, ma anche progetti aziendali di alta rilevanza strategica) che della vita quotidiana, e delle azioni di tutti i giorni.

È convinzione diffusa che le performance siano sforzi destinati ad un fine. Vero, ma proviamo per un attimo ad invertire il punto di vista, ed osservare le performance umane come un “termometro”, un indicatore del grado di libertà e di auto-espressione raggiunto.

Questo ci permette di trovare un fine molto più nobile che non siano prestazioni aride e fini a sé stesse: l’elevazione verso livelli di energie, competenze e cause superiori, sia in senso materiale che spirituale.

Il tema dominante di tutto il nostro pensiero va ricentrato, e presto.

Dobbiamo spostarlo dal baratro di banalità in cui il pensiero comune, la televisione, i media commerciali, le letture stupide, e la cultura mediana cercano continuamente di spingerci per non farci pensare.

Dobbiamo cambiare i parametri che usiamo per valutare noi stessi e gli altri. Il conto corrente o la bellezza esteriore sono solo indicatori apparenti, e spesso fuorvianti, di chi sia veramente una persona e di quale sia il suo vero valore.

Dobbiamo liberarci dal cancro mentale che tu sia solo Genetica e tu non abbia alcuna possibilità di influire su ciò che sei, a cosa guardi, verso dove sei diretto, e quindi sul tuo futuro. Dobbiamo iniziare a praticare concretamente la crescita personale e non solo a desiderarla.

Qualunque cosa tu possa fare,

qualunque sogno tu possa sognare, comincia.

L’audacia reca in sé genialità, magia e forza.

Comincia ora.

(Johan Wolfgang von Goethe)

La tua dote genetica può aver deciso la tua altezza, ma sono nelle tue mani il tuo potenziamento muscolare, la tua flessibilità articolare, o il tuo peso, e persino la tua rapidità di ragionamento, o la liberazione dall’ansia mentale e dallo stress inutile, o da un’immagine di sé improduttiva e dannosa. Sono tutti fattori allenabili e lavorabili con un buon programma di coaching e di training, fatti in profondità.

Nel Deep Coaching dobbiamo mettere al centro la sacralità dell’essere umano e il forte bisogno di non sprecare nemmeno una vita, nemmeno un giorno, nemmeno un minuto, in qualcosa che non sia legato ad una visione positiva, di emancipazione e di crescita.

E, per crescere o reindirizzare il pensiero, le buone intenzioni non sono sufficienti. Serve un metodo che aiuti a canalizzare questo sforzo positivo.

Qualsiasi sia la tua età o condizione, non è mai troppo tardi per iniziare o intensificare un lavoro su te stesso orientato alla tua crescita personale o professionale.

Non si è mai troppo vecchi per fissare un nuovo obiettivo o per sognare un nuovo sogno.

(C.S. Lewis)

Le sei aree primarie del metodo HPM sono divise in tre macro-categorie: energie, competenze, direzionalità, e queste tre categorie a loro volta sono divise in due aree: soft e hard. Questo dà vita a sei celle di lavoro, sei aree di attività sulla crescita personale che valgono sia per le prestazioni fisiche che per quelle mentali o intellettuali. Ed inoltre, si prestano ad un’analisi delle performance sia individuali che di gruppo.

Vorrei esprimere un concentrato di senso in una frase su cui discutere:

Le performance sono un grande banco di prova per la condizione umana…

ci parlano dell’istinto umano a crescere, esplorare nuovi orizzonti, ricercare… capire chi sei… e cosa puoi arrivare a fare.

Daniele Trevisani

Ogni gara o competizione mette in moto i principi delle performance, ogni sfida aziendale, sportiva, o personale, ogni progetto, ci costringe a fare i conti con il nostro stato di preparazione e le nostre energie. Ogni volta che sentiamo la volontà di cambiare e migliorarci, la chiamata verso una vita diversa si fa strada in noi e dobbiamo imparare ad ascoltarla e non a silenziarla. Mai.

Le buone intenzioni valgono poco se non diventano un progetto. E francamente, non è decisivo che un progetto abbia successo o fallisca, perché anche da ogni fallimento possiamo imparare. Possiamo evolvere solo se proviamo e ci avventuriamo in strade nuove.

Sbagli il 100% dei colpi che non spari.

(Wayne Gretzky)

Il viaggio verso la crescita delle energie umane, fisiche e mentali, è un percorso di esplorazione che deve diventare progetto, un progetto di Deep Coaching.

Ognuno può progredire partendo da qualsiasi stato o condizione.

Una persona depressa o ansiosa può iniziare a vedere una luce, e questo è già progresso, tanto quanto il miglioramento di un record mondiale in qualsiasi sport e disciplina.

Una persona immatura può maturare… chi si sente inadeguato in un lavoro può cambiare, ri-orientarsi, formarsi.

Un’impresa in crisi può generare nuove idee o trovare nuove strade, così come un’impresa vincente può fare da traino a tante startup e diventare fonte di utilità sociale per tutti.

Qualsiasi sia la condizione di partenza, occorre credere in sé stessi, nella possibilità di crescere, di migliorare, di fare dei salti in avanti.

Il progresso personale e professionale avviene solo se ci lavoriamo sopra concretamente.

Il miracolo della vita è talmente grande che va celebrato e non sprecato, e come sottolinea Einstein:

Ci sono solo due modi di vivere la propria vita:

uno come se niente fosse un miracolo;

l’altro come se tutto fosse un miracolo.

Albert Einstein (citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c’è in te).

Ogni volta che alleni il tuo corpo o la tua mente, rendi omaggio al miracolo della vita che ha reso possibile che in quel giorno tu ti sia potuto allenare e formare, mentre altri più sfortunati, non possono.

Ogni giorno che incontri un pensiero buono, ringrazia per l’incontro e fallo tuo

Approfondimento sulle sei aree di lavoro del Metodo HPM

Approfondiamo le sei specifiche aree di lavoro di un percorso di crescita personale e professionale nel metodo HPM.

Figura 1 – Esposizione schematica del modello HPM™

Potenziale Umano Metodo HPM

Per approfondire il Modello HPM per la formazione manageriale e la crescita personale, vedi questo video

Se invece cerchi una Certificazione Professionale di Coaching Attivo sul Modello HPM, visita questa pagina

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  • sviluppo manageriale
  • Modello HPM del Potenziale Umano

 

 

 

https://youtu.be/jFibrQgRdtI

https://studiotrevisani.it/ Copyright dal testo

Team leadership e comunicazione operativa.

Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team


Esistono molte forme di leadership. Questo lavoro di ricerca vuole esaminare anche i gruppi come “sistemi di energie”.

Le energie nutrono e gli esseri umani hanno bisogno di comunicare tanto quanto hanno bisogno di aria, di proteine, di carboidrati, grassi e vitamine. Un buon leader è quindi anche un grande motore di energie. Usa la comunicazione consapevole del fatto che essa può essere nutrimento o invece tossina. Un buon leader ama il suo team e vuole il suo bene; in caso contrario, si tratta solo di un manovratore e di un burattinaio.

Vi sono metodi diversi per classificare i tipi di leader. Alcuni vedono il leader come un condottiero operativo immischiato nella battaglia e sporco di fango tanto quanto i suoi compagni di battaglie, altri come un visionario mistico, distaccato, etereo, superiore alle banalità quotidiane.
Un’alternativa è osservare un leader come generatore di energie, un direttore d’orchestra che sa canalizzare le energie e competenze di ogni musicista entro un brano in cui possono entrare decine o centinaia di strumenti per comporre qualche cosa di meraviglioso.

Ogni volta che due o più persone si uniscono per fare qualche cosa di speciale, nasce una nuova forma di energia. Le energie di più persone che credono in qualcosa non solo si sommano ma si moltiplicano. Le intelligenze altrui diventano le nostre risorse. Le energie degli altri sono lo stimolo che ci permette di superare i nostri limiti.
In un’esplosione di forze, prende vita un’entità, da una diade sino a un firmamento di persone che si influenzano a vicenda, producendo quello che in una letteratura esoterica viene chiamata un’“egregora” positiva, un’entità mentale generata dal pensiero e dallo stato mentale del gruppo, che opera quasi a sé stante, dona energia a ogni partecipante ed è in grado di influenzare lo stato di ogni singolo appartenente al gruppo stesso.

Quando entriamo in un insieme, in un ambiente, in una riunione, in un’azienda, possiamo quasi percepire il “clima” che si respira, o come in alcune canzoni viene descritta, la “vibrazione”, vibrazioni positive o vibrazioni negative. Sentiamo letteralmente la presenza di energie o l’assenza di energie, in modo così forte e tangibile che la scienza deve ancora capire di che cosa si tratti veramente.

In altri insiemi notiamo la dominanza di “egregore” negative, stati mentali e comunicativi che drenano energie, leader tossici, e persone che inquinano il gruppo.
La leadership e la formazione, in senso forte, hanno a che fare con la creazione di gruppi in cui le persone hanno voglia di riversare le loro migliori energie venendone a loro volta ricaricate. Chi ne fa parte sente di essere entro qualche cosa di speciale, sente il proprio contributo, come il dipingere anche solo un tratto di un nuovo, fantastico, quadro a più mani.
Per farlo, occorre saper portare le persone a nuovi livelli di coscienza, e anche i leader devono saper fare di se stessi un grande laboratorio di crescita personale, per poter ispirare le coscienze e invitarle a elevarsi.

La qualità della comunicazione, intesa proprio come “tipo” di comunicazione che circola in gruppo, determina l’egregora dominante.
Quando in un gruppo predominano comunicazioni apatiche, negative, distruttive, e “leader tossici”, questo gruppo sarà presto appestato da energie emotive negative. Dove circolano messaggi chiari, circola rispetto, i messaggi sono portatori di valori, le persone si sanno ascoltare e valorizzare, allora questo gruppo viene permeato da energie emotive positive e ricarica ogni membro che vi appartiene.

La comunicazione operativa vuole fare risplendere questo firmamento nel suo pieno potenziale, alimentarlo di energie, proiettare nella sua danza, e non permettere che, come accade a tante stelle, imploda, si spenga, o si inquini. È questione di credere o meno nel potenziale umano e nel fatto di volere a tutti i costi vederlo innalzarsi nel suo splendore possibile (Trevisani 2008).

Che si tratti di gruppi di manager, di atleti, di vigili del fuoco e soccorritori, di una squadra di calcio o di pallavolo, di un’équipe marziale, di un gruppo di artisti, poco importa. Ciò che rende speciale un gruppo sono i valori che esso persegue. E come questi si trasformano in atti comunicativi di qualità.
Tali valori devono guidare i gruppi a fare cose che altri non possono nemmeno pensare.

https://studiotrevisani.it/ Copyright dal testo

Team leadership e comunicazione operativa.

– Copyright Daniele Trevisani. Dal testo Team Leadership e Comunicazione Operativa

https://youtu.be/KaU7vrjD1xY

Discorso sulla leadership. È  importante prendere posizione e parlare di leadership in relazione allo stress, alla ricarica di energia e alla scarica di energia. Un leader può vivere stress e disagio o notare o anche creare stress e disagio.

Un vero leader sa prendere posizione. Un vero leader riconosce che il problema esiste, e decide di agire. Non fa finta che il problema di leadership non esista. Di qualsiasi problema si tratti, la formazione leadership insegna a non girarsi dall’altra parte, un corso leadership motivazionale e comportamentale insegna a guardare il problema dritto negli occhi e un discorso sulla leadership non fa finta che tutto vada bene ma agisce sui nodi critici (fattori causali o root causes) che possono ridurre o mitigare il problema.

La formazione leadership comportamentale e un discorso sulla leadership non può prescindere dalla capacità di affrontare i problemi. La formazione leadership e un corso sulla leadership insegna a prendere posizione, riconoscere i problemi e agire con ampie opzioni di strategie.

Un vero leader e una sana formazione leadership insegna a ritagliarsi spazi nella giornata, nella settimana, nel mese, in cui stare lontani dallo stress, per bloccare gli effetti del sistema nervoso simpatico sempre allertato, che rende inefficiente la leadership.

I corsi leadership devono insegnare a sapersi ricaricare, sapersi rigenerare.

Il corso leadership di Studio Trevisani costruito secondo i dettami della Team Leadership e Comunicazione operativa di Daniele Trevisani insegna le tecniche per ricaricarsi e rigenerarsi per poter essere al cento per cento nel momento del bisogno. Per poter affrontare le sfide note ma anche quelle impreviste. Per avere quella riserva di energia che – stai sicuro – prima o poi ti servirà e benedirai di essertela costruita

La formazione leadership insegna anche a riconoscere le false forme di recupero, esempio gli impegni relazionali come cene di lavoro che in realtà sono momenti di non-rilassamento e non-recupero ma anzi consumano le energie relazionali. Saperlo è fondamentale per non confondere questo aspetto con i veri momenti di recupero.

Formazione leadership forte significa anche insegnare tecniche settimanali per la rigenerazione fisica, sia nella natura, come camminare in un bosco, che in palestra e in attività di fitness e wellness. Un leader forte sa farsi carico di problemi veri, un leader debole non riesce ad alzare nemmeno la lettera sui quali sono scritti.

Un corso leadership di Studio Trevisani insegna una filosofia di sacralità del corpo e delle proprie energie personali. Le aziende più evolute sono quelle che tengono di più alle proprie persone e non quelle che le mandano in burnout.

Un leader che brucia le proprie persone è un leader tossico, applica una leadership tossica, non è un vero leader.

In un corso leadership si insegna la capacità di lettura di segnali e degli ambienti, delle persone e delle situazioni comunicative.

I segnali che “è ora di fare qualcosa” ci sono, ed è sempre ora di fare qualcosa, per migliorarsi, cercando un piccolo aspetto da migliorare nella gestione della giornata, nella gestione della settimana, nella gestione del mese, nella gestione della stagione aziendale.

Un vero leader e una formazione leadership vera insegna i valori, il primo valore è far crescere la squadra. lasciare dietro di sè una squadra più forte, più coesa e più compatta è lo scopo di un vero leader.

Un corso leadership e la formazione leadership insegnano a sviluppare una squadra, a farla crescere, non certo a spremere le persone generando un turnover assurdo nel quale ci si trova sempre a dover ripartire da capo.

Test di leadership e formazione leadership, corso leadership
Sezione dal testo di Leadership Emozionale EMLEAD72 presente nel libro “Team Leadership e Comunicazione Operativa” https://www.ibs.it/team-leadership-comunicazione-operativa-principi-libro-daniele-trevisani/e/9788891740083

Test 2.12 – Area della valutazione di autoefficacia. Self-Efficacy Evaluation (SEA)

Scaling

  • Molto vero
  • Abbastanza vero
  • Poco vero
  • Per niente vero

Mi considero una persona di grande efficacia in termini di leadership
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Nel complesso, sono soddisfatto della mia capacità di gestire le persone
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Penso di avere un comportamento di leadership ideale, mi sento esattamente come vorrei essere
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Vi sono situazioni nella gestione delle persone che mi sfuggono ancora
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Diversi obiettivi che vorrei raggiungere professionalmente mi sembrano ancora troppo difficili per le mie capacità
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Sento di avere bisogno di affermare me stesso/a in modo più efficace
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Gli item e la scala di misurazione Self-Efficacy Evaluation SEA© sono copyright Studio Trevisani Communication Research, www.studiotrevisani.it. È vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata se non al­l’interno di articoli scientifici.

Commento al test leadership e formazione leadership, corso leadership

La valutazione di autoefficacia riguarda l’analisi dell’immagine di se stessi come leader efficace. Come tale, è una variabile dipendente sulla quale influiscono diverse delle valutazioni specifiche svolte in precedenza, ma anche altri fattori latenti del proprio inconscio e subconscio.

Punteggio
da 0 a 6
indica una bassa percezione di sé come leader efficace, ma questo non significa necessariamente che non vi sia un forte potenziale di leadership. Ciascuno può coltivare le attitudini necessarie, crescere e migliorare. Se la leadership è veramente importante per te, un piano di coaching può farti prendere coscienza dei tuoi limiti attuali e potrai tentare di superarli.
Punteggio
da 6 a 12
indica una percezione di sé come leader efficace, con diverse aree tuttavia sulle quali è importante lavorare. È indispensabile avviare un piano di lavoro con un coach.
Punteggio
da 13 a 18
Un punteggio alto evidenzia una buona percezione della propria efficacia come leader, tuttavia è indispensabile non sopravvalutarsi, non considerarsi mai arrivati, sapersi accettare ma allo stesso tempo rimanere aperti a ulteriori evoluzioni e sviluppi. La stasi sui risultati raggiunti rischia di cristallizzare ogni persona.
Lo spazio della crescita personale e del­l’impegno verso se stessi. Prova a fare una valutazione di sintesi delle tue priorità, al termine di questo test di riflessione. Quali sono i punti principali sui quali vorresti lavorare? Prova a fissare qualche obiettivo praticabile, e valuta per quali di questi obiettivi ritieni di poter attivare un autocambiamento e per quali ritieni di poter ottenere benefici da supporti esterni (formazione, coaching, counseling). Una somma di piccoli cambiamenti può fare una grande differenza nella tua leadership.

 

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Lo spazio della crescita personale e dell’impegno verso se stessi. Su cosa mi fa riflettere questa porzione del test? Che cosa posso fare nella pratica da domani? Appuntati un cambiamento, anche minimo, che può portarti nella direzione desiderata. Cerca di identificare con precisione una situazione, persona, luogo o momento in cui applicarlo.

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Formazione leadership, discorso sulla leadership di Daniele Trevisani estratto dal Corso Leadership e Comunicazione Operativa
Segna le Keywords principali che ricordi, le parole chiave che caratterizzano questo brano di formazione leadership e di corso leadership, nel discorso sulla leadership di Daniele trevisani. Elencane almeno 10

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Indica alcuni dei principali “insight” che ha tratto dalla Formazione leadership, discorso sulla leadership di Daniele Trevisani estratto dal Corso Team Leadership e Comunicazione Operativa
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Che cosa produce il salto di qualità

team leadership e comunicazione operativa, corso leadership© Daniele Trevisani. Testo estratto dal libro Team leadership e comunicazione operativa. Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team. Franco Angeli editore. Con commenti inediti dell’autore.

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Il salto di qualità in un team è qualcosa che si vede, si sente, si percepisce. Servono meno parole e la comunicazione è più intuitiva. I linguaggi diventano precisi e chiari, spariscono i fraintendimenti o vengono ridotti al minimo e riconosciuti prima che diventino grandi errori. Si va nella sede dove opera il team con il sorriso e con la voglia di entrare e non se uscirebbe mai. Questo non è un sogno, è qualcosa che ho vissuto tante volte, in tanti posti diversi, in team aziendali e sportivi, per cui è bene estrarne alcuni ingredienti e avviare una riflessione. Questo primo articolo avvia tale discussione sulla leadership di qualità.

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Una grande varietà di forze speciali, in senso olistico, intese come gruppi ad alte performance, diventa tale quando riesce a compiere il salto di qualità che divide un assembramento di persone da un gruppo di persone estremamente motivate ed efficaci.

  • Il primo fattore a rendere speciale un team è la motivazione e senso di appartenenza,
  • Il secondo l’addestramento continuo, la formazione continua.
  • Un terzo fattore è la consapevolezza delle proprie possibilità.

Ogni individuo si comporta nella vita come se avesse un’opinione ben definita della sua forza e delle sue possibilità; come se al­l’inizio di un’azione, si rendesse conto della difficoltà o della facilità di un dato problema: in sintesi come se il suo comportamento dovesse derivare dalle sue opinioni (Adler 1933, p. 17).

Dobbiamo quindi fondere un lavoro molto sottile, come l’immagine che un gruppo ha di se stesso, e una persona ha di se stessa, con un lavoro molto pratico come l’addestramento e la formazione su capacità allenabili. Il tutto confluisce nella ricerca di un vero e proprio stile di vita (lifestyle) in cui affrontiamo le nostre paure anziché nasconderci, accettiamo esperienze anche senza la certezza di pieno successo e apprendiamo da esse.

Quando una sconfitta non diventa qualche cosa che distrugge il nostro senso di valore personale e la nostra personalità, quando elaboriamo un piano di vita che cominci ad avere senso, stiamo imparando atteggiamenti che Adler individua come veramente fondamentali per raggiungere risultati duraturi.

Se predomina il puro timore di un pericolo di sconfitta, se il perdere si confonde malamente con un abbassamento del senso di personalità, si cercherà di scappare dalla situazione. Al contrario, un atteggiamento sano consiste nel fatto di applicarsi, studiarla, allenarsi, lasciarsi allenare, cercare risorse ulteriori, potenziarsi, attivare il fuoco sacro del superare l’ostacolo e andare avanti. Questo è un grande salto di qualità.

Se l’ideale di perfezione è una persona che non sbaglia mai, non avremo mai veri leader né veri gruppi, si cercheranno solo vittorie facili e scontate.

Un leader conduce ricerca anche in territori inesplorati, e apprende dagli errori, a volte persino andando a cercare dove sarà il punto di caduta per poi imparare e spostarlo alla prossima occasione un po’ in avanti.

Come riferisce Adler, “ogni epoca culturale forma il proprio ideale di perfezione rapportandolo ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti” (Adler 1933, p. 31). Per cui è davvero il caso di confrontarsi con la cultura che ci circonda e “farla uscire”, attivando quello che oggi nella scienza memetica possiamo chiamare uno “smontaggio” della cultura in cui siamo immersi, o in termini informatici un reverse engineering, andare a vedere con quale software siamo stati programmati e poi riprogrammarci con maggiore coscienza.

Questo lavoro è indispensabile per fare nella vita quello che vogliamo noi e non quello che la cultura storica in cui siamo nati ci dice sia bene o male senza il nostro permesso.

Grandi riflessioni sulla vita si devono accompagnare a grande addestramento del corpo e delle facoltà mentali.

Quando parliamo di “addestramento” non intendiamo l’esecuzione di semplici ordini robotizzati, ma l’interiorizzazione e completa assimilazione del­l’azione entro un modo di fare e di essere.

Se non partiamo dal miglioramento di sé e delle proprie capacità, avremmo sempre bisogno di dare istruzioni e ordini, senza mai arrivare al fatto che le persone abbiano la volontà interiore di migliorare e la capacità di dirigere le attenzioni dove serve, arrivando a un’autonomia operativa che toglie il bisogno di essere guidati passo per passo. Il vero salto di qualità in un gruppo avviene quando si ha sempre meno bisogno di dare ordini e sempre più coscienza autonoma di che cosa è bene fare data la situazione, il contesto, la sfida, il compito, lo stato delle cose.

Una Formazione vera deve passare non solo dai concetti ma entrare nel­l’azione in cui questi concetti possono essere provati, vissuti, toccati con mano.

Il valore del­l’esperienza è assoluto, ma serve l’abilità di apprendere dal­l’esperienza (la “metacapacità” di apprendere dal­l’esperienza): potremmo cadere senza capire mai perché siamo caduti, potremmo stare male senza capire mai perché e come siamo arrivati a stare male, potremmo persino avere dei risultati ottimi senza capire se è stato frutto del caso o di qualche nostra strategia che possiamo replicare e potenziare. Possiamo vivere una vita come alghe mosse dalle correnti senza mai mettere a sistema nel nostro repertorio di comportamenti le modalità vincenti che invece ci appartengono:

  • nelle aziende, possono e devono diventare team speciali i team di progetto che vogliono sviluppare idee e concetti d’innovazione, si concentrano su come progettare un futuro veramente migliore dando vita a progetti nuovi, innovazione vera e non solo su carta o per fini pubblicitari e di propaganda, cui segua il nulla;
  • diventano team speciali anche le famiglie che decidono di far crescere figli sani, coscienti e forti, in una società che offre loro modelli malati, una sfida per certi versi enorme;
  • sono forze speciali i corpi scelti del­l’esercito e altre forze che operano in ambienti difficili e in missioni critiche, rischiando la vita e con sacrificio;
  • sono team speciali, in un concetto esteso, le équipe mediche che effettuano interventi difficili che pochi altri riescono a realizzare;
  • sono team speciali i team agonistici e sportivi negli sport estremi, che devono trovare il modo di esplorare ogni angolo del potenziale umano, se vogliono sopravvivere;
  • sono team speciali i team sportivi anche in sport ordinari, dove la percezione di quello che si fa diventa sacra;
  • sono forze speciali gli operatori che agiscono nelle centrali operative, di sicurezza e protezione civile, e devono apprendere l’arte del coordinamento di migliaia di flussi informativi, arrivando a comprendere significati nascosti ai più, per poi trasformarli in decisioni e azioni;
  • sono persone speciali e gruppi speciali alcuni gruppi dediti alla spiritualità o alla religione, in cui si giunge alla trascendenza dei limiti umani e alla connessione con valori sovrumani, sovrordinati, percependo un senso del­l’universo che sfugge alle persone comuni. Anche la spiritualità ha proprie forme di leadership.

Per essere veri leader serve visione. Ma visione vera, proiettata in un futuro migliore, non solo nel prossimo “trimestre finanziario” come accade troppo spesso nelle aziende.

I governanti pensano a inaugurare garage e centri commerciali, mentre gli scienziati ci dicono che dovremmo preoccuparci di altro.

Da un’intervista a Stephen Hawking, astrofisico:

Domanda. Quale sarà il nostro destino come specie, secondo lei?

Risposta. Credo che la sopravvivenza della specie umana dipenderà dalla sua capacità di vivere in altri luoghi del­l’universo, perché il rischio che un disastro distrugga la Terra è grande. Quindi vorrei suscitare l’interesse pubblico per i voli spaziali. Ho imparato a non guardare troppo in avanti, a concentrarmi sul presente. Ci sono ancora molte altre cose che voglio fare (Valenza 2015).

Chi si preoccupa di qualche cosa di più grande di se stesso ha capito il valore della vita. Chi cerca di lasciare un contributo fisico o morale, un lascito che può andare oltre la propria vita individuale, è un vero leader spirituale e morale, gli altri sono solo maschere che abusano di questa parola.

© Daniele Trevisani. Testo estratto dal libro Team leadership e comunicazione operativa. Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team. Franco Angeli editore. Con commenti inediti dell’autore.

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Aperte le iscrizioni per la Sesta Edizione dell’Executive Master in Coaching & Mental Training per l’anno 2016, by STEP

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Date Master in Coaching e Counseling STEP, 2016

  • 28/29 Maggio 2016
  • 25/26 Giugno 2016
  • 23/24 Luglio 2016
  • 24/25 Settembre 2016
  • 22/23 Ottobre 2016
  • 26/27 Novembre 2016
  • 16/17/18 Dicembre (Conclusione) 2016

Sede: Montegrotto Terme (PD), presso hotel termale convenzionato

Il Master si svolge 1 weekend al mese, si articola attraverso Seminari Tematici (Master Lecture speciali), lezioni su temi di comunicazione, crescita personale, Potenziale Umano, formazione, coaching, lavoro d’aula in sottogruppi, lavori individuali, produzioni di materiali e ricerche.
Prevede inoltre fasi di apprendimento sul tema del colloquio interpersonale e di coaching, la conoscenza delle dinamiche delle emozioni nelle performance professionali, e il lavoro sulle dinamiche della bioenergetica con esercizi di Training mentale.
Unicità della sessione di Montegrotto Terme: esercizi di Bioenergetica, Rilassamento e Qui Gong in acque termali
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  • Gli esercizi prevedono la meditazione, la concentrazione mentale, il controllo della respirazione e particolari movimenti di esercizio fisico.
  • Permettono di migliorare la salute e il benessere sia fisici sia psicologici, tramite la cura e l’accrescimento della propria energia interna.
  • Oltre ad uno staff di 4 docenti Senior, l’ambiente didattico è davvero speciale. Il tutto è infatti arricchito dalla possibilità di realizzare importanti fasi di esercizi di Training mentale e bioenergetico in piscine termali. Il Master nella sede di Montegrotto – unico nel suo genere in Italia.
  • La peculiarità di  disporre dell’accesso ad acque termali consente esercizi non obbligatori ma sempre estremamente graditi dai partecipanti.

Temi formativi del Master

Oltre ai temi e questioni rilevanti emergenti dalla ricerca sul Potenziale Umano, comunicazione, leadership e crescita personale, vengono affrontati ogni anno diversi ambiti professionali tramite seminari tematici (Master Lecture).

Le Master-Lecture

Benessere Mente-Corpo

Come la mente agisce sul corpo. Le condizioni per il benessere, capirle e crearle. La salute fisica connessa alla ricerca dello stato mentale ottimale. Le leggi del sonno, del recupero e della rigenerazione fisica e mentale. Alimentazione e psicosomatica. Respirazione, stili di respirazione e lavoro pratico sulla respirazione. Gli stati del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico): come riconoscere i segnali di attivazione e intervenire precocemente per riallineare mente e corpo ai nostri desideri e stati ottimali. Potenziare le capacità di attivazione, di rilassamento, di concentrazione. Capire come le empasse esistenziali e stati emotivi difficili si trasformano in frustrazioni fisiche e corporee. Adottare consapevolezze per stili di vita nuovi.

Bioenergetica applicata

Il principio carica-scarica. Il lavoro di Alexander Lowen e le moderne innovazioni che derivano dalle contaminazioni olistiche con ginnastica, psicologia, arti marziali, neuroscienze. La connessione tra bioenergetica e ginnastica tradizionale. La connessione bioenergetica arti-marziali. Esercizi pratici di Neo-Bioenergetica applicata. Potenziare il corpo per potenziare la mente. Scoprire le resistenze mentali e stati emotivi che condizionano le esperienze corporee. Cambiare il sentire corporeo, migliorare il senso di benessere fisico, le energie positive del corpo, sperimentare il sollievo del vivere nel flusso corporeo. Imparare a rilassarsi con il corpo ancora prima che mentalmente, e provocare reazioni a catena positive.

Comunicazione Efficace

Il modello Shannon-Weaver e l’esame delle variabili fondamentali della comunicazione. Le Dissonanze Comunicative, di Identità e di Percezione. Il modello Tensione-Impulso-Movente-Azione. Il modello del Comportamento Pianificato e la modifica delle mappe mentali. Il Modello delle 4 Distanze (4-Distances Model per l’analisi delle incomunicabilità. Il T-Chart: comprendere la psicologia del tempo per comunicazioni persuasive efficaci. La comunicazione persuasiva applicata tramite esercizi di ascolto e domande. Esercizi di comunicazione potenziata con tecniche retoriche, di visualizzazione e immaginazione guidata. Copioni di relazione nelle situazioni di persuasione e cambio di copione.

Formazione Formatori

I fattori dell’Andragogia: la scienza della formazione degli Adulti. I modelli per la Formazione Attiva. Tecniche di formazione attiva in aula. Tecniche di formazione attiva in outdoor.  Assertività e leadership d’aula. Comunicazione chiara ed efficace. Gestire giochi d’aula ed esercizi. Il lavoro in sottogruppi e il feedback interno ai sottogruppi. La motivazione ad apprendere e lo stimolo motivazionale. Riconoscere i sequestri emotivi e le frustrazioni, trasformare le energie negative in energie positive ed espressive.

La Comunicazione Assertiva

Cosa vogliamo, cosa non vogliamo. Identificare gli scostamenti tra come siamo e come vorremmo essere. distonie tra identità e immagine. “Tutto parte dalle Energie“: come le Energie condizionano la nostra capacità di comunicare. Imparare ad esprimere i propri bisogni ed esigenze. identificare credenze negative su di sè e sbloccarle. Imparare a dire No di fronte a richieste che distruggono le proprie energie. Imparare a dire Si di fronte alle opportunità. Dare e ottenere quello che si desidera nelle relazioni evitando soprusi e aggressività. Saper fissare regole del gioco chiare, saper dire di no e di si nei contesti appropriati, saper decidere, e superare le indecisioni.

La Leadership e i Team. Team Leadership e Fattore Umano

Dirigere un gruppo. Dare obiettivi. Verificare risultati, comportamenti, atteggiamenti. verificare il proprio stile di leadership. Leading by Principles & Leading by Example. La condivisione dei principi. Il lavoro sulla Memetica del gruppo e sugli stili di pensiero del gruppo. La valorizzazione dei Potenziali Personali e del Potenziale del Team. La comunicazione nel team: come comunica un team ad Alte Prestazioni. Scoprire le esperienze che le persone fanno nel gruppo. Trovare modalità per dare risposte ai bisogni individuali nel gruppo e come il gruppo può diventare anche uno spazio di espressività personale. Vivere gli adattamenti e rinunce necessarie per essere parte di un team con gioia e non con afflizione.

La comunicazione non verbale e i segreti del Body Language

Quando il corpo contraddice le parole. Riconosce le bugie e le dissonanze. Il sistema cinesico e le distanze personali. Il sistema aptico e tattile. La prossemica e gli stili di comportamento non verbale. Le posture. Le sinestesie e congruenze verbali e non verbali. I movimenti del volto e il Facial Action Coding System. I movimenti del corpo. L’espressività corporea. Le esperienze della vita che lasciano il segno sul corpo: scoprirle, conoscerle, lavorarci sopra.

Comunicazione efficace vs. incomunicabilità

Quando la comunicazione è efficace e quando si genera incomunicabilità i segnali dell’incomunicabilità. Il modello delle 4 distanze (4 Distances Model) per riconoscere i 4 strati dell’incomunicabilità. Il lavoro sui ruoli. il lavoro sui codici comunicativi. Il lavoro sul Common Ground valoriale e la visione del mondo. Il lavoro per creare esperienze condivise e capacità di condivisione. Scoprire le fonti dei conflitti, le interazioni tra comunicazione, personalità, stili comunicativi, esperienze personali, vissuti emotivi. Usare e conoscere le tecniche per ripulire l’incomunicabilità, aiutare gli altri, lavorare assieme e collaborare nel formato migliore possibile.

La Psicologia degli Archetipi

Riconoscere il nostro Archetipo dominante. I modelli che ci guidano e ci ispirano. Esame di video e role-playing per imparare a riconoscere gli Archetipi dai comportamenti. Il lavoro di connessione tra Archetipi e Obiettivi Personali. La ristrutturazione dei propri Archetipi e il viaggio di Crescita Personale. Esame di personaggi filmici e vide-spezzoni per potenziare le capacità di riconoscimento. Esercitazioni di sblocco personale. Permettersi di essere diversi dal formato dominante introiettato nella fase di bambino e adolescente. Percepire veramente chi siamo, in che direzione vorremmo andare, come ci sentiamo nei nostri ruoli, come cambiare e migliorare il nostro vissuto.

master in coaching

Specializzazioni

Oltre ai temi didattici comuni inerenti il coaching, sono possibili 3 specializzazioni che vengono espresse nello svolgimento della tesi individuale

  • Sports Coaching
  • Business Coaching
  • Life Coaching
Lo staff docente è frutto di una scelta rigorosa che lo differenzia da molte altre proposte e scuole di coaching: si avvale unicamente di docenti Senior che devono possedere  – ciascuno – almeno 25 anni di esperienza diretta nel campo, oltre alla Laurea  e con comprovate esperienze scientifiche e di ricerca. L’attuale panorama che vede la presenza di una grande varietà di scuole dalle dubbie basi scientifiche ha richiesto questa scelta di fondo. Lo staff attuale è composto da:

lorenzo manfredini master in coaching step 1Dott. Lorenzo Manfredini -Psicologo – Psicoterapeuta – Supervisor di Counseling – Giornalista. Con 2 lauree all’attivo (Pedagogia e Scienze Motorie-Isef) è precursore in Italia delle metodologie di Dinamica Mentale già dagli anni pionieristici in cui esse sono emerse, è Direttore di Scuole di Counseling, e formatore di molti attuali protagonisti del mondo del coaching e della formazione in Italia. Coach di Campioni Mondiali in discipline quali apnea, volo a vela e sport estremi. Si occupa attivamente di Psicoterapia ad indirizzo Corporeo e Psicologia Umanistica, sia come pratica personale che cooperando con istituti di ricerca e ricercatori internazionali.

Immagine 3 Dott. Daniele Trevisani – Consulente, Formatore, Coach, Scrittore. Autore di 12 libri, Bestseller e trattati quali

Vincitore del premio Fulbright (Governo USA) come miglior contributore italiano nelle scienze della comunicazione e fattore umano, è inoltre coach di atleti di livello mondiale inclusi 5 Campioni Mondiali e Intercontinentali in Kickboxing, Boxe e Arti Marziali, così come di Artisti e Professionisti. Consulente in HR (Human Resources) e formazione per istituzioni e imprese.

angelo gemignani master in coaching step 2Dott. Angelo Gemignani. Psicofisiologo dell’Università di Pisa, del Centro Extreme della Scuola superiore Sant’Anna e ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Opera negli studi inerenti lo stress su settori di confine quali l’esplorazione spaziale, i funzionamenti della mente e le neuroscienze applicate alle performance umane.

La scuola del Master Step aderisce a Sicool (Società Italiana Counselor e Operatore Olistico) e le ore formative del Master sono valide come crediti per il conseguimento dei diplomi previsti dalla Legge 2013 (Operatore Olistico e Counselor).

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Iscrizione

Costo: € 1.500 più iva
Modalità di iscrizione: chi è interessato a ricevere maggiori informazioni può compilare questo form per poi proseguire con un contatto telefonico e un colloquio preliminare.

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