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© Articolo estratto con il permesso dell’autore, Dott. Daniele Trevisani dal libro “Ascolto Attivo ed Empatia. I segreti di una comunicazione efficace. Milano, Franco Angeli

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.

Luigi Pirandello

Riconoscere gli archetipi che le persone interpretano

Ogni persona produce consciamente o inconsciamente una “rappresentazione di sé”.

In senso Goffmaniano (da Irving Goffman, pioniere della micro-sociologia della vita quotidiana) si è iniziato a studiare il fenomeno per cui ogni persona durante un’interazione cerca di proiettare l’immagine di un personaggio, ed espone una “faccia” pubblica, coerente con gli obiettivi che si pone. A volte la rappresentazione di sé è sfumata, in altri casi invece stereotipata e prototipica, es.:

  • il “condottiero”;
  • il “tecnico”;
  • il “supermanager”;
  • il “politico”;
  • il “malato” o “paziente”;
  • il “nobile”;
  • la “vittima”;
  • quello che “alla fine qui comando io”;
  • l’insider dei circoli che contano.

Ognuno di noi dentro di sè ha un’anima che si “agita” per essere qualcosa, per diventare qualcosa, per poter dire “io sono questo”. Gli archetipi si aggirano nell’ombra e spesso non siamo consapevoli di quali archetipi ci guidano. Pertanto, ogni comunicatore, deve prima di tutto fare i conti con se stesso, con chi veramente è.

“Conoscere la propria oscurità è il metodo migliore per affrontare le tenebre degli altri.”

Carl Gustav Jung

Questo vale ovviamente anche per il conoscere le proprie bellezze, le proprie luci, le proprie aree che splendono e vogliono esprimersi.

Nella psicologia degli archetipi le persone vengono caratterizzate sulla base del loro bisogno primario. Sulla base dei diversi bisogni, si configurano specifici modi di essere, archetipi, modelli ispirativi, personaggi. L’archetipo è un’immagine mentale, una sorta di prototipo universale per i modi di essere, attraverso il quale l’individuo interpreta la realtà, percepisce e crea i propri bisogni.

Nel linguaggio degli archetipi, questi sono i tipi principali:

  • Ruler. La Guida, il leader. si nutre del bisogni di potere e autorità.
  • Creator. Il Creatore: si nutre del bisogno di novità e creatività.
  • Innocent. L’innocente: si nutre del bisogno di purezza, rinnovamento.
  • Sage: Il Saggio. Si nutre del bisogno di intelletto e curiosità.
  • Explorer. L’esploratore. Si nutre del bisogno di avventura ed esplorazione.
  • Magician. Il mago. Si nutre del bisogno di trasformazioni e sviluppo di sè.
  • Rebel. Il Ribelle. Si nutre del bisogno di sfida all’autorità e alle convenzioni.
  • Hero. Eroe. Si nutre del bisogno di dimostrare coraggio, sfida e determinazione.
  • Lover. L’Amante si nutre del bisogno di attrazione e sensualità.
  • Jester. Il Folle. Si nutre del bisogno di divertimento e spontaneità.
  • Regular guy/gal: Il Ragazzo/a per bene, a volte individuato anche come l’Orfano. Si nutre del bisogno di dimostrare affidabilità e lealtà.
  • Caregiver. L’Aiutante, si nutre del portare cura, sollievo, aiuto.

Ascoltare in modo attivo significa anche ascoltare che tipo di personaggio l’interlocutore stia presentando di sè al palcoscenico della vita. E se quel personaggio gli stia stretto come un vestito di parecchie taglie inferiori, o gli stia bene come un vestito su misura.

È più facile recitare e esibirsi che essere coerenti,

 più facile eccitare e distrarre che far pensare,

 più facile impressionare che convincere.

 (Enzo Bianchi)

Dietro alla maschera portata si celano realtà personali, psicologiche ed esistenziali molto diverse da quello che il soggetto tenta di far apparire.

Un ascoltatore attivo deve essere sensibile a quale rappresentazione di sé la controparte produce e utilizzare queste informazioni per i suoi scopi, che siano il counseling, la consulenza, la vendita o per il progetto cui lavoriamo.

La rappresentazione di sé dell’ascoltatore

Anche chi ascolta, che si tratti di un terapeuta, formatore, venditore o consulente. produce consciamente o inconsciamente una “rappresentazione di sé”.

Costruire attivamente un’immagine significa attuare precise strategie di “image building”, che non devono essere lasciate al caso. Anche per l’ascoltatore, la rappresentazione di sé può essere sfumata, oppure a volte molto evidente, es.:

  • il “problem-solver”;
  • il “tecnico”;
  • il “medico”;
  • lo “scienziato”;
  • il “supermanager”;
  • il “politico”;
  • l’“accusatore”;
  • il “paladino della causa…”;
  • lo “psicanalista”;
  • il “prezioso”;
  • il “bisognoso”.

L’essenza di chi pratica ascolto attivo deve essere quella dell’autenticità, unica forma che è in grado di facilitare veramente ascolto ed empatia.

Ci sono individui composti unicamente di facciata, come case non finite per mancanza di quattrini. Hanno l’ingresso degno d’un gran palazzo, ma le stanze interne paragonabili a squallide capanne.

 (Baltasar Gracián)


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