Category

Personal Energy

Category

Valentines-Gifts-For-Your-Love0d9c3ed6d41ef6a335c6b22e141b9a2dSBBlogMypresent

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

La mente razionale e la mente emotiva lavorano in modo diverso. Imparare quando ascoltare l’una e quando ascoltare l’altra è un’arte. Un’arte da allenare.

Daniele Trevisani

Se la vita non ci offre al momento circostanze per esprimerci, è nostro preciso impegno crearle. E quando avremo fatto questo per noi, è nostro dovere aiutare gli altri a farlo.

Per i coach e i formatori, questo significa inoltre costruire occasioni in cui una persona possa sperimentarsi per amplificare le proprie sfere di azione.

Vi sono due grandi abilità ed arti da allenare. La prima: imparare a fare un’analisi razionale di un problema. La seconda, imparare ad ascoltare meglio le nostre emozioni, sensazioni, e desideri più profondi. Allenare la mente razionale e allenare la mente emozionale significa potenziare le due gambe che ci permettono di correre. Con una gamba sola, non si corre bene.

E più riusciamo a fare analisi corrette, identificare i fattori di successo di un progetto, o analizzare correttamente un problema (problem solving), più riusciamo ad essere efficaci. Più riusciamo a dimenticare la razionalità quando serve e connetterci solamente alle sensazioni ed emozioni che stiamo vivendo, ascoltarle, più ci sentiamo efficaci.

Più siamo coscienti dei nostri funzionamenti interni (biologici, fisici, emotivi) ed esterni (come siamo nei rapporti umani, e perché), più siamo padroni di noi e non schiavi di meccanismi che non conosciamo.

 

Ogni briciolo di coscienza in più vale una tonnellata d’oro

Noi abbiamo bisogno sia delle energie che provengono dalle emozioni, sia della capacità di essere razionali quando serve. Se sbagliamo assetto, se usiamo la mente razionale o la mente emozionale nel momento sbagliato o nel modo sbagliato, non saremo efficaci.

Se non capiamo cosa ci succede dentro, se non capiamo quali meccanismi mentali ci stanno accadendo e quali vogliamo potenziare o depotenziare, siamo marionette in mano ad un burattinaio che non ci vuol bene.

L’autoefficacia cresce anche e soprattutto quando scopri che un’azione – che prima non avevi pensato possibile o che ti era ignota, o sulla quale non avevi riflettuto, o che non avevi sperimentato – entra nel campo del possibile. In pratica, riesci a farla. Se scopri di poter correre per 2 metri, è il primo passo per poter arrivare a correre anche per chilometri. I piccoli micro-successi danno speranza.

Questo genera ancora maggiore autoefficacia, e progressione verso nuove mete di sviluppo. Una spirale positiva di crescita, alla base della quale si colloca l’aspirazione alla felicità, un dono supremo che non dipende strettamente da quanto possiedi ma da quanto sei riuscito a dominare i tuoi pensieri e dirigerli verso mete positive. Un orizzonte ricco di speranza e aspirazioni rimane sogno sinchè non si padroneggia l’alchimia sottile e l’equilibrio tra capacità emotive e capacità di analisi scientifica.

L’aspirazione alla felicità è un principio umano, ma essa non arriva miracolosamente, serve impegno anche per questo.

Come osserva Shaw[1]:

 

Le persone che si lamentano del proprio stato danno sempre la colpa alle circostanze. Le persone che vanno avanti in questo mondo sono quelle che si danno da fare e cercano le circostanze che vogliono e se non riescono a trovarle, le creano.

 

Facile da dirsi, più difficile farlo. Ma non impossibile, assolutamente fattibile, anzi, se abbiamo il metodo giusto e il supporto di professionisti.

Potrebbe sembrare semplicistico o utopico, ma proviamo a pensare cosa accade ad una persona intrisa di un pensiero contrario, che crede fermamente nel fatto che niente sia possibile: annullamento, morte, devastazione.

Dare senso alla vita e al potenziale personale è una forma di emancipazione.

Le nostre risorse latenti sono enormi. Tante volte questo potenziale ci è accanto, senza che noi ce ne accorgiamo nemmeno.

Come un seme di una quercia contiene già l’intera pianta, come un ruscello che può diventare fiume, la missione dell’uomo è valorizzare se stesso ed esprimere tutto ciò che di positivo ha da dare.

Anche in un ambiente che ti dice il contrario.

Anche in mezzo a persone che ti hanno già “battezzato” come fisso in ciò che sei, o che ti opprimono psicologicamente.

Anche e soprattutto in un sistema corrotto, di raccomandati, o culturalmente medioevale, che soffoca le aspirazioni individuali.

Emergere dalle paludi che ti vogliono soffocare è eroico e da ancora più valore alla passione per la scoperta di sé.

Vivere le passioni, vivere con passione, è sentire la vita pulsare.

Non farlo significa castrarsi da soli, amputarsi, darla vinta alla morte prima del tempo. O, cosa peggiore, perdere senza lottare.

Sicuramente, chi porta avanti ideali e progetti con convinzione, sicuro di credere in una causa giusta, ha una vita più densa di contenuti, di problemi ma anche di gioie. È inevitabile che una vita vissuta all’ombra e silenziando le proprie aspirazioni dia poco fastidio, faccia poco rumore, e altrettanto inevitabile è che distrugga il senso stesso di essere umani fino in fondo.

Chi crede in qualcosa ed è disposto a lottare per le sue idee deve anticipare una vita movimentata.

Anche perché chi crede in qualcosa inevitabilmente produce cambiamento, finisce per alterare degli status, rompe finti equilibri, non si accontenta della stasi.

Come evidenzia Pound:

 

E’ molto difficile per un uomo credere abbastanza energicamente in qualcosa,

in modo che ciò che crede significhi qualcosa,

senza dare fastidio agli altri

Ezra Pound[2]

 

Fare, agire, riflettere, mettersi in discussione, ricentrare i propri obiettivi. Operazioni che fanno onore, al di là del risultato. Degne di orgoglio in sé.

Come anche il valorizzare i propri talenti, chiedersi se siamo diretti nella direzione giusta, apprendere ciò che è importante per noi, disapprendere e abbandonare ciò che non ci fa bene.

Tutto questo, richiede un ancoraggio forte, avere valori solidi e forti che non ci lascino mai soli.

Il viaggio di apprendimento è appena iniziato, ma la brezza che si respira fa bene al cuore.

 

 

[1] George Bernard Shaw (1856 – 1950), drammaturgo, narratore e saggista irlandese, premio Nobel per la letteratura, tratto da La professione della signora Warren p. 56, Fonte: http://it.wikiquote.org/wiki/George_Bernard_Shaw

[2] Ezra Weston Loomis Pound – (Hailey, 30 ottobre 1885 – Venezia, 1 novembre 1972) poeta statunitense, visse per lo più in Europa, fu uno dei protagonisti del modernismo.

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

1329649166_logbridgepath_722197[1]Nature 3P040A001

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

_____

In ogni persona e in ogni organizzazione vengono profuse energie per ricercare il piacere (gioia, soddisfazione, sensazioni positive, risultati, contributi) e rimuovere la sofferenza e il dolore, in qualsiasi forma si presentino (disorganizzazione, confusione, malattia, perdita di senso).

Spesso queste energie vengono profuse per “riparare” danni, ma non per costruire. Rimosso il dolore, il lavoro si ferma, sino al prossimo danno o malattia dell’individuo o dell’organizzazione.

Troppe volte ho visto persone e aziende mettere “pezze” su impalcature organizzative che non le potevano reggere, medicare con acqua fresca ferite che chiedevano suture. Ho visto rattoppare castelli di sabbia spacciandoli per grattacieli.

Guardare avanti e costruire il nuovo è uno degli scopi primari di un metodo proattivo sul potenziale umano, un orientamento che differenzia il coaching dalla terapia. Il coaching ha lo scopo primario di costruire, mentre la terapia intende soprattutto “riparare”.

Lavorare a qualcosa di costruttivo significa anche poter esprimere se stessi, (self-expression), sviluppare progetti e idee di cui essere fieri ed orgogliosi (self-achievements), portare nel concreto il proprio potenziale (self-actualization). Alcune riflessioni:

 

  • Rigenerare significa cambiare stile di vita quando quello attuale ci offre segnali di disfunzione: saperli ascoltare, non soffocarli.
  • Rigenerare significa avere aria fresca da respirare, fare nuove esperienze.
  • Rigenerare significa cambiare stile di pensiero: come pensiamo oggi. Occorre umiltà: il nostro stile cognitivo attuale non è necessariamente il modo migliore di pensare.
  • Possiamo agire sulla capacità di vedere le cose e usare tecniche mentali più produttive. Possiamo metterci in discussione e crescere anche su questo piano.
  • Un percorso di Crescita Personale è arte e tecnica, chiede impegno ma offre doni immensi.

 

E’ importante andare avanti, anche quando la massa rimane ferma in un acquario di stupidità, anche quando sembra di essere strani e ci si sente soli. La solitudine è accettabile e a volte persino inevitabile, quando accompagna momenti di profonda crescita e cambiamento.

E dopo aver cambiato noi stessi, siamo certi che le persone che ci circonderanno o si uniranno a noi, saranno migliori. Sperimenteremo un’unione con dei valori, forti e saldi, che non ci faranno mai sentire soli, un’unione con chiunque abbia sostenuto e stia sostenendo un viaggio di crescita personale, sperimenteremo un’unione con persone e idee e le sentiremo vicine, non importa quanto distanti nel tempo e nello spazio.

Accettare di uscire dalla massa forzata, è in sè un valore.

 

Io non ho scritto per gli imbecilli.

Per questo il mio pubblico è ristretto.

Arthur Schopenhauer

__________

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

 

surrounded by assholes

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

Molti raggiungono – in diversi momenti della vita – la sensazione di essere immersi in un acquario.

Un luogo nel quale nuoti, ma solo entro quelle quattro maledette mura trasparenti, che ti danno l’illusione di essere libero mentre non lo sei.

I sassi sono sempre quelli, ogni tanto qualche altro pesce muore, ogni tanto qualche altro ne entra, ma tu sei sempre li. In quel maledetto acquario.

Lo senti quando inizia a pulsarti dentro l’idea che sia ora di cambiare qualcosa, senti di essere immersi in un acquario esistenziale ristretto, che li soffoca.

È una sensazione spesso fisica, sottile, travestita da un senso di disagio, o un senso di oppressione, può assumere forme fisiche, senso di oppressione, mal di testa, dolori alla schiena, allo stomaco, capogiri, o senso di fatica generale. A volte si manifesta sotto forma di “mancanza di senso”, non capire più bene che senso ha il proprio essere, o la vita che si sta conducendo. Altre volte si manifesta come senso di inadeguatezza, o ansia, o persino depressione.

 Siamo pesci nati per nuotare nel mare.

Siamo uccelli nati per il cielo e non per le gabbie.

Siamo animali che appartengono alle foreste e non agli zoo.

Per questo stiamo male negli acquari ristretti, nelle gabbie aziendali, e negli zoo umani.

(Daniele Trevisani)

 Raramente abbiamo la capacità di entrare in profondità e capire cosa nel nostro stile di vita produce disagio, poiché per farlo servono abilità specifiche e aiuto esterno.

Tutti i segnali che sentiamo ci dicono che qualcosa non va nel nostro intero sistema di vita. Questi segnali vanno ascoltati.

Ma non vorrei che qualcuno pensasse che stiamo parlando di un metodo psicoterapeutico per persone con problemi psicologici. Stiamo parlando di tutti.

Non esiste una sola persona nel pianeta che possa dirsi arrivata sempre, per sempre, e comunque.

Non esiste nessuno che possa estraniarsi dalla domanda fondamentale: “che contributo superiore posso dare agli altri e alla razza umana”? E questa pulsione tocca molti, moltissimi: la stragrande maggioranza delle persone, ha dentro di se una pulsione a migliorarsi (la tendenza attualizzante identificata da Carl Rogers) e ad aiutare gli altri. Non trovando strade per concretizzarla, la soffocano o la posticipano, o peggio la annullano. Nei casi peggiori, si affidano a metodi sbagliati, o a guru e sette pseudo-religiose che offrono loro un terreno magico di crescita, utilizzando pratiche psicologiche di manipolazione.

La soluzione diventa a questo punto avere un metodo di sviluppo e di crescita serio e efficace, che rimanga etico. Un metodo cioè che non ti tolga il volante dalle mani, non ti costringa a pensare in cosa devi credere, e non ti chieda una obbedienza cieca ed assoluta e quindi – automaticamente – di smettere di ragionare con la tua testa.

Serve un metodo che ci aiuti a passare dalla “sensazione sentita” del desiderio di crescita, alla sua attuazione.

La “sensazione sentita” è una sensazione spesso corporea, viscerale e difficile da spiegare a voce (tecnicamente, una BodilyFelt-Sensation[1]– BFS) – ma ascoltarla ci fa bene, ci guida piano piano, conducendoci per steps, anche piccoli, verso nuove direzioni.

Serve un metodo efficace per alimentare le risorse personali, e in particolare, nel metodo HPM (1) energie, (2) competenze, (3) direzionalità.

tre aree del metodo HPM

Questi diversi “motori di sviluppo” vanno messi in sinergia, così come un auto ibrida utilizza diversi motori per generare moto nella stessa direzione.

Nel mio lavoro di formatore aziendale, ma anche come coach di team sportivi o individui, ho potuto avere a che fare con migliaia di persone, e trovare che potevo agire su diversi “strati” di queste persone. Questo sia che si trattasse di formazione aziendale o di sport o piani di crescita individuale.

Gli strati sui quali ho notato si possono ottenere maggiori risultati sono Energie, Competenze, Progettualità.

Sbloccarle, iniettare passione, e aumentarle, è il tema del metodo di coaching HPM (Human Performance Modeling).

La natura del metodo è soprattutto quella di evitare assolutamente di cadere nella deriva delle “sette” o dei metodi che “chiedono di crederci e basta”.

Si tratta di un metodo che espone aree di lavoro aperte, sulle quali la persona mantiene il controllo totale. Tuttavia, fa ciò che deve fare un modello di sviluppo: offre aree e metodi che orientano la persona per passare dalla famosa “sensazione sentita” (Bodily-Felt-Sensation) di voler crescere e migliorare, ai passi concreti, gli steps di miglioramento.

 

Chi agisce non ha tempo per criticare: è troppo occupato a fare. Lavora anzichè trovare da dire, si rende utile a coloro che non hanno altrettanto talento.

Wayne Dyer

 

[1] Il termine fa riferimento alla tecnica di Focusing, sviluppata da Eugine Gendlin nell’ambito della Psicologia Umanistica, vedi riferimenti in bibliografia.

________________

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

636-934x1329061352_katanafight_115875

Il viaggio verso il pieno potenziale va tentato, la lotta a volte impari lo rende eroico, e il solo sforzo dà senso ad un’intera esistenza.

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

C’è chi pensa che tutto sia inutile. Altri invece, pensano che ogni singola persona abbia un valore intrinseco, e che la formazione, l’educazione, lo stare assieme, le sfide importanti, o semplici piccole azioni quotidiane di aiuto o amore verso il prossimo, siano leve per farlo sbocciare.

C’è chi spera in un futuro migliore e possibile, chi desidera il progresso, chi lavora o da contributi per un futuro di sempre maggiore libertà.

La libertà è emancipazione e espressione, è credere che l’avventura di esistere e il viaggio nella vita siano un bene prezioso, da non sprecare.

Per tutti questi il gruppo[1] è aperto… per condividere idee, pensieri, libri, iniziative, contributi, e qualsiasi cosa ci verrà in mente…

Nella vita esistono poche certezze. Una di queste è che qualsiasi persona ha un potenziale da esprimere, a qualsiasi punto si trovi della sua evoluzione. Ciascuno di noi è una creatura con immense possibilità da esplorare.

Cercare queste strade è decisamente eroico proprio per chi vive in un sistema che – queste strade – le blocca.

Essere “vigliacchi” (senza offesa personale) significa lasciarsi andare nel torrente delle banalità, non cercare alternative, non chiedersi cosa sia veramente possibile. Lasciarsi andare alle pay-tv, ai reality, al gossip, alle letture stupide, non mettersi in discussione, non mettere in discussione le idee dominanti e scansionare quello che si ha nella mente, setacciare le idee altrui e persino le proprie per capire quali sono buone, e quali sono spazzatura tossica di cui liberarsi.

E il momento in cui iniziare il percorso del disintossicarsi, è adesso.

 

…Rimandare sistematicamente è un modo per evitare di fare.

Chi non fa è assai spesso uno che critica,

ossia sta a guardare quelli che fanno

e si gonfia del proprio illuminato parere sul loro operato.

E’ facile criticare, ma agire costa fatica, esige che si corrano dei rischi e che si vada incontro a mutamenti.

Wayne Dyer[2]

________

Copyright Dal volume Personal Energy, di Daniele Trevisani

 

[1] Il senso di “gruppo” fa riferimento alla volontà di sentirsi, seppure come lettori, parte di una comunità di altri lettori, di altre persone che si stanno impegnando o intendono farlo, per la causa della crescita personale e collettiva, l’accesso al potenziale personale e lo sviluppo umano. Iniziative di incontri di gruppo, formazione e community sono disponibili presso il sito www.studiotrevisani.it

[2] Fonte: Wayne W. Dyer. Le Vostre Zone Erronee – Guida All’indipendenza Dello Spirito.

Personal Energy di Daniele Trevisani - Energie PersonaliUno spirito che non accetta di essere imbrigliato…

Dal libro Personal Energy di Daniele Trevisani

Chiunque può, con sforzo maggiore o minore, bloccare il nostro corpo, ma la mente è diversa.

Se impariamo, nessuno potrà bloccare la nostra felicità, il nostro spirito vitale.Installeremo un “firewall mentale” per proteggerci dai pensieri negativi e agiremo nel mondo come “agenti di crescita e di felicità” per noi stessi e per gli altri.

Per rendere lo spirito indomabile dobbiamo ripetere a noi stessi:

  1. Non accetto una vita a metà e non accetto la stasi, distinguo chiaramente il rilassamento positivo e recupero, dalla stasi e apatia
  2. La mia vita ha senso
  3. Io valgo, al di là di qualsiasi risultato possa emergere
  4. Provo e riprovo senza timore
  5. Errare è umano, il mio fine è più importante e va perseguito
  6. Accetto l’alternanza di momenti positivi e negativi, ma mi dirigo verso la luce
  7. So che se mi impegno verso il mio scopo di crescita arriverà il momento in cui vedrò risultati
  8. So che anche un micro-passo in avanti nella focalizzazione di ciò che voglio è un grande passo per la mia energia complessiva
  9. Niente e nessuno può impedirmi di cercare di dare senso alla mia vita e lasciare un’impronta positiva nel mondo
  10. Le mie capacità ed energie sono allenabili e potenziabili lavorandoci quotidianamente, con formazione, coaching, letture, esperienze, e qualsiasi fonte di apprendimento

Senza questo ragionamento, il disagio esistenziale sale, distrugge progressivamente la fiducia in sè, limita la sensazione di potercela fare, di avere i mezzi e le capacità necessarie per raggiungere un certo obiettivo o affrontare una sfida e rinnovarsi.

È passato tanto tempo, ma i sogni sono sempre quelli di allora. E non è mai troppo tardi per riprovare a realizzarli.
I Sogni dei Bambini, Sergio Bambarén

La mancanza di una buona fiducia in sè, cosciente e consapevole dei propri reali punti di forza e debolezza, manda in cancrena la personalità, distrugge le energie mentali e l’autostima, creando un circolo vizioso.

Una azione sana e rigeneratrice su questi punti è possibile. L’idea di perdere una battaglia sacra non deve spaventarci.

Piuttosto, l’idea di morire in un letto senza avere vissuto la vita – questa si –  deve spaventarci. Così come l’idea di diventare progressivamente codardi, stanchi, senza più spirito vitale.

Dobbiamo respirare e assorbire lo spirito indomabile che ha permeato i Samurai, i Ronin (Samurai senza padrone), i Missionari veri, i profeti, i ricercatori, e tantissimi esseri umani che hanno rischiato – senza pretesa di fama e onore, agendo ogni giorno, per lasciare un mondo migliore.

Lo spirito, l’idea e l’amore non si possono distruggere.

Possiamo cancellare i confini dentro i quali erano racchiusi.

Ma essi rimarranno sempre con noi.

Albert Einstein

e – ripetendomi…  non mi stanco di ripetere questa affermazione… “dobbiamo respirare e assorbire lo spirito indomabile che ha permeato i samurai, i ronin, i missionari veri, i profeti, i ricercatori, e i tantissimi esseri umani che hanno rischiato – senza pretesa di fama e onore, agendo ogni giorno, per lasciare un mondo migliore”

(Trevisani  Daniele., Personal Energy, Milano, Franco Angeli).

Per chi interessa, il volume è in italiano, si trova in qualsiasi libreria o al massimo lo ordinano. se si vuole comprare online su IBS questo è il sito http://www.ibs.it/code/9788820411893/trevisani-daniele/personal-energy-una-mappa.html?shop=4636

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

SA-coaching-tab1coaching cloudImparare a comunicare (...anche da adulti)

Rogers e Kinget, parecchi anni fa, parlavano della nozione di libertà esperienziale, che è prima di tutto la libertà di riconoscere ed elaborare i propri sentimenti[1]. Non si tratta solo di libertà esterna, ma anche di libertà interiore.

Non dobbiamo mai silenziare le nostre voci interiori. Che si tratti di voci buone o invece negative. Che ci parlino di fatica, senso di inadeguatezza, di una confusione e perdita di orientamento, di malessere, o di voglia di raggiungere sogni e progetti. Ascoltarle, falle parlare, lasciarle esprimere, è un segreto fondamentale delle energie mentali.

Quali sono alcune delle nostre mete? Ne citiamo alcune, che diventano altrettanti obiettivi per il nostro modello di Coaching:

  • Lucidità Mentale
  • Prontezza di Spirito
  • Energia vitale
  • Forza emotiva
  • Capacità di riconoscimento: capire le persone, le culture, le situazioni
  • Calma, Silenzio interiore, Concentrazione,
  • Allontanarsi dalla superficialità
  • Riappropriarsi del tempo
  • Capacità di decidere e non posticipare decisioni importanti
  • Serenità di fondo
  • Pace Mentale: allontanare la ruminazione mentale negativa
  • Dinamicità e Efficienza
  • Velocità di Intuizione
  • Percezione Aumentata
  • Essere capaci di Risposta e Azione
  • Essere capaci di Recupero, Rilassamento, Meditazione
  • Essere capaci nell’equilibrare Attivazione (sforzo) e Recupero (rigenerazione, riposo, rilassamento).

 

Crescere su questi piani è buono, e saggio. E’ possibile. Si può fare allenando ogni singola specifica area, in un piano di Coaching Olistico serio, scientifico, alla larga dagli improvvisatori e imbonitori.

Se riusciremo a provocare una riflessione, a ripulire qualcuno o qualcosa da idee sporche e inutili e far entrare aria nuova e speranza, questo viaggio non sarà stato inutile, nemmeno se durasse un solo passo.


[1] Rogers, C.R & Kinget, G. M (1965), Psychothérapie et relations humaines, Nauwelaerts, Lovanio.

 

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

charlie-chaplin-coscienza

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

_____________

Per molte generazioni se tuo padre era contadino tu diventavi contadino. C’era bisogno di te nei campi. Punto. Potevi avere le doti per diventare un medico o uno scienziato ma non avevi la “libertà esperienziale” di provarci.

Questo accade ancora oggi in molte zone del pianeta. Nasci povero, rimani povero, nasci da genitori drogati, diventi drogato. Chi sfugge a questo gioco è solo una minima parte della popolazione mondiale.

Se non sei in quella esatta condizione di schiavitù, cominci a godere di qualche margine di libertà esperienziale. Sei un privilegiato, che te ne rendi conto o meno. E chi ha privilegi deve fare qualcosa per chi ha avuto meno fortuna. Hai margini di libertà esperienziale? Allora, è bene farne buon uso. Non sprecarla.

È bello pensare che la libertà si associ ad una crescita, uno sviluppo, nei campi più vari: sul piano fisico, mentale e psicologico, sportivo, culturale e intellettuale, o spirituale.

Un’anima libera è in grado di liberarne altre. Pensaci. Per cui, quando fai qualcosa per te, per la tua mente, e per potenziare la tua libertà, stai facendo qualcosa anche per gli altri.

Se vogliamo fare sul serio, nella ricerca della libertà e del nostro potenziale, dobbiamo intraprendere un percorso, evitando le scorciatoie facili che, spesso, sono nient’altro che prese in giro, bugie, trappole.

Un percorso di crescita personale apre a nuove possibilità.

  • È benvenuto chiunque crede nell’idea che sia possibile cercare e potenziare i lati più positivi dell’essere umano, nonostante tutti i suoi limiti e difetti.
  • E’ benvenuto chiunque pensa che – nonostante ciò che si vede e si ascolta, in giro, nei telegiornali, nella vita quotidiana, sia spesso disgustoso, e faccia poco onore all’uomo –  non per questo si debba mollare.
  • E’ un viaggio per chi crede utile dare contributi di metodo e pensiero per poter coltivare il lato nobile della vita, far crescere se stessi, le persone, o per chi lavora, far crescere i team, e le imprese, le organizzazioni, le società. È davvero nobile chi riesce – nonostante le miserie quotidiane che sentiamo e vediamo – a mantenere attenzione verso la ricerca dell’elevazione di sé, e a cercare il lato nobile della vita.
  • È benvenuto chi non crede più in niente e ha ricevuto duri colpi dalla vita, ma sente che esiste un motivo per rialzarsi, un motivo di cui non capisce nemmeno la ragione, un motivo che trascende la sua stessa comprensione.
  • E’ benvenuto inoltre chi non sopporta l’oppressione, l’arroganza dei regimi, il senso di soffocamento delle idee, o delle ideologie totalitarie, e anche di quelle subdole che cercano di entrare nelle nostre teste travestite da regalo, da serial televisivo o spot pubblicitario, da ricatto morale, e qualsiasi cosa provochi impoverimento psicologico.
  • È benvenuto chi è all’inizio, chi parte proprio adesso nel suo viaggio di vita. Adolescenti o giovani iniziano una vita di studio o di lavoro, e sfruttamento da parte dei “bastardi” che abbondano. Per loro, è essenziale capire presto alcuni concetti fondamentali per non farsi fregare, nutrirsi di idee e pensieri buoni che li aiutino ad avere fondamenta solide, prima che la vita li bastoni duramente senza corazze.

Possiamo costruire una forma di corazza contro le mazzate tribali, esistenziali e professionali, sapendo benissimo che non riusciremo mai ad eliminare le clave, in giro ce ne sono troppe. È decisamente meglio imparare a parare i colpi, capire da dove arrivano, rafforzarsi, ma anche a mettere le ali e volare sopra i cavernicoli.

Il vero scopo non è chiuderci in un guscio, ma aprire le ali e volare ad un livello di coscienza elevato.

______________

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

1329648781_majestic_star_dust_w11329061858_sunset_villa_w1

__________

  • Ho conosciuto persone infelici che possedevano nell’ordine una casa in montagna, una al mare, una in città, il fuoristrada, un’azienda sana, la fuoriserie, sposati, due figli e piena salute. Allora? Quanti minuti della loro giornata erano vissuti nella felicità? Quanto tempo passi a guardare dalla finestra della casa in montagna, giù verso il lago, e a cosa serve se nella tua testa vedi solo problemi? Quando accendi il camino ti fermi a sentire il rumore del fuoco? Ti fermi a osservare tuo figlio che dorme e senti la sacralità della vita, o ci passi di fianco distrattamente? E quando osservi il cielo la notte, a cosa pensi?
  • Ho conosciuto atleti incredibilmente dotati il cui unico scopo – entrati in palestra – era finire l’allenamento prima possibile, invece di sentire ogni singola fibra muscolare pompare, cogliere le occhiate, sentire il piacere del sudore e l’amore per la vita che senti pulsare nel tuo corpo… prova a pensare a cosa succede se invertiamo completamente tutto questo!

_________

Nessun atleta farà mai grandi passi in avanti se non apprende a gustare ogni allenamento come un frutto da mangiare, una fiore da annusare, una pietra preziosa lungo il cammino.

Quando l’atleta impara ad amare ogni singolo allenamento, i risultati arriveranno. L’allenamento è il vero frutto, ancor prima del suo risultato verificabile in gara. La vera gara è vivere ogni allenamento come un momento sacro e magico.

Questo vale anche nelle aziende. Nessun manager avrà mai risultati da una riunione o una vendita se non impara a capire, dominare e gustare le dinamiche conversazionali che accadono in una riunione o in una vendita. La conversazione è il succo, le conseguenze del parlare e i risultati arriveranno dopo.

Nei rapporti umani e sentimentali, anche sessuali, accade lo stesso.

Nessun amante sarà mai tale se non impara a soffermarsi sulle sensazioni che vive, e in quelle che fa vivere nell’altro, uscendo dal fattore meccanico ed entrando nei flussi emotivi che fa nascere, e vuole far vivere agli altri.

Nessun genitore sarà mai vero se non esce dalla sindrome del “far laureare il figlio” o “far sposare la figlia” come obiettivi finali e quasi unici, perdendo di vista ogni singolo istante della crescita del proprio figlio.

Nessun formatore o educatore sarà mai tale se si pone solo lo scopo di “smarcare” la lezione o seguire il programma burocraticamente, anziché far succedere qualcosa di significativo (atti di vero apprendimento) nella sua classe o corso.

Nessun leader sarà mai tale se si illude che i galloni o il grado, il potere o il denaro gli diano automaticamente rispetto vero.

Man mano che l’autocoscienza di una persona aumenta, e cambiano i metri di valore che utilizza, emerge progressivamente il piacere per una nuova forma di viaggio: il percorso di scoperta, cosciente e volontaria, delle proprie potenzialità attuali e nascoste, siano esse fisiche, mentali, progettuali.

Fa bene all’anima e alle energie personali esplorare alternative di vita, costruire attivamente un futuro migliore per noi, per le persone che ci sono care, e per l’intera collettività umana.

Le nostre evoluzioni possibili sono enormi e ancora poco note, persino a noi stessi.

L’autocoscienza, e il grado di autocoscienza, sono quindi uno dei punti basilari dai quali vogliamo partire: se non ti chiedi a che punto sei nel tuo viaggio, e se non ti rendi conto di essere in viaggio, nessun ragionamento successivo ha più alcun valore. Ma non cercare risposte. Non ora. E’ troppo presto. Le risposte arrivano, piano piano, man mano che aumenta il flusso di coscienza, e le risorse ed energie di cui disponiamo.

Questo lavoro ci porta quindi in un viaggio.

Un viaggio è aperto a chiunque creda nelle enormi potenzialità umane. È un viaggio positivo che pare agli scettici inutile, utopico.

Sappiamo benissimo che l’essere umano è una creatura imperfetta, ma – nonostante tutti i limiti e carichi enormi che ognuno di noi porta sulle spalle, ci radicano o ci vorrebbero statici e bloccati – l’essere umano trova in alcuni momenti, momenti magici – nuove possibilità di espressione, vie prima impensabili.

Si solleva dai baratri più profondi solo chi ama sognare.

(DT)

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

2012-06-26-507_2daniele trevisani paolo fioriospada 1

Devi renderti conto se sono tuoi ragionamenti o assimilazioni da altri, e chi ce li ha inculcati, chiederti quali sono veri e quali sono falsi, e –  per questi – cercare di sostituirli con qualcosa di più produttivo e “vero”.

Cosa “senti” quando guardi in faccia una certa persona? Che valori trasmette il suo comportamento? Che stile di vita sembra avere dato il suo corpo e il suo modo di essere? Stai guardando secondo te una persona vera o una “maschera”?

Guardate le persone in faccia. Guardatele bene. E chiedetevi se dalle loro facce traspare un’anima

Daniele Trevisani

Per parlare di auto-espressione e auto-realizzazione dobbiamo necessariamente porci il problema della Qualità dell’Esperienza, concetto identificato già da Cantril[1]: la capacità di dare valore ad un’esperienza, di sentire il valore dell’esperienza che stiamo facendo, di capire che cosa ci rende un’esperienza interessante o meno (gli “attributi di valore” cui prestiamo attenzione).

Affrontare un percorso di crescita personale ha un valore in sé? Se si, siamo già ad un ottimo punto. Non solo buono, ottimo.

Secondo quali parametri interiori giudichiamo un’esperienza frustrante oppure ricca di valore? Lo stesso gesto – sollevare un peso, danzare o picchiare un sacco (punching ball), o zappare un orto – può essere per qualcuno un fastidio, o peggio, odioso, e per altri un piacere, una gioia immensa.

Tutto è soggetto al nostro filtro di qualità dell’esperienza, e anche lo studio può essere vissuto come una dolorosa incombenza, o come piacere di apprendere.

Qualsiasi attività diventa una fatica inutile per chi è sconnesso al flusso di esperienza (flow of experience) che l’attività produce. Chi ha imparato a “sentirla”, ha imparato a sintonizzarsi su queste “onde” di sensazione, la vive fino in fondo.

Curare un albero in miniatura può essere chiamata scemenza, o arte e passatempo (Bonsai) a seconda del piacere che queste azioni producono, e che possiamo imparare a “sentire”.

Per un lottatore, prevale la gioia del movimento, in cui la fatica stessa diventa piacevole. Per un bodybuilder, la sensazione di “pompaggio muscolare” generata dal lavoro con il “Ferro” (pesi) è qualcosa di impagabile, una vera droga che fa star bene. Giocare con un bambino può essere uno stress disumano o la cosa più bella del mondo. Altrettanto si può dire per il lavarsi, o il fare da mangiare.

Lo stesso vale per la crescita e sviluppo umano. Occuparsi della propria crescita persona è arte della quale possiamo o meno renderci conto, volerla o subirla, viverla come obbligo o invece farla entrare nella nostra sfera di autocoscienza e nel nostro volere più intimo.


[1] Cantril, Hadley (1950), The “Why” of Man’s Experience, New York, The Macmillian Company. Trad. it: Le Motivazioni dell’Esperienza, La Nuova Italia, 1958.

_____________

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

Riconoscere il vuoto dell’anima e potenziare il legame con i significati profondi della vita

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

1329061860_monochrome_camels_w1imagesCAM914WVimg_0344

Quando si apre un cratere dentro, un vuoto dell’anima, questo divora le nostre energie.

Il vuoto dell’anima si avvicina quando non sentiamo più senso in quanto facciamo.

Se sentiamo una connessione ad uno scopo superiore, le nostre energie come per miracolo si accedono.

Niente che possiamo comprare, possedere o “avere fisicamente” ci rende umani.

____________

Passai accanto a 200 persone e non riuscii a vedere un solo essere umano.

 Charles Bukowski – Una pioggia di donne

 Chi cerca di dare senso alla propria vita lo fa perché sente una voce, e non vuole silenziarla. Questa voce parla anche a chi si sente pienamente appagato, ma è curioso di capire dove possano spingersi le proprie azioni e se per caso non esistano altri mondi da esplorare e altre aree della vita, altre risorse, altre tappe, a cui non aveva nemmeno pensato.

Il vuoto dell’anima non è permanente, è una condizione patologica che si può curare. La cura è spesso molto vicina, la cura è nella conoscenza, nella vicinanza a persone sagge, nella buona lettura, nel viaggio, nelle esperienze di vita. E’ nel fare sport ogni giorno, o movimento fisico, nello stile alimentare, nel meditare e saper praticare tecniche di rilassamento. E’ nel decondizionamento dai pensieri sociali dominanti della nostra cultura tossica.

E’ nell’apprendere le tecniche della Psicologia Positiva che ti aiutano a vedere il miracolo…

Quale miracolo?

Quale miracolo? Vivere. Vivere dove siamo.

  • Vivere lanciati su una palla-proiettile (il Pianeta Terra) che viaggia attorno al sole a 108.000 km/h in una galassia sparata nello spazio.
  • Vivere in un sistema solare che a sua volta vola a 792 000 km/h attorno al centro della Galassia. Mica male, se pensi di essere fermo…
  • Vivere e essere ancora vivi su un pianeta che in fin dei conti ha una crosticina sottile sotto la quale bolle lava fusa…
  • Vivere respirando in una sottilissima coltre di ossigeno che ti fa respirare (e la gente continua a riempire di porcherie…)…
  • Vivere sapendo che ogni tanto arriva un flusso di raggi gamma da una supernova e spazza via il 95% della vita sulla terra… poi un asteroide… e un terremoto…
  • Vivere in un epoca dove ogni tanto un dittatore fanatico ammazza milioni di persone che non la pensano come lui… e con tutto questo… essere ancora vivi, noi, qui, adesso, a leggere!

Ma soprattutto, il miracolo è vivere con coscienza, è nella crescita e nel Viaggio…. un percorso di vita verso le energie personali, la cui pienezza alimenta qualsiasi speranza.

Le energie personali per il viaggio della vita

Non bisogna essere ipocriti. Senza risorse personali, il viaggio sarà breve. E stancante.

Occorre quindi partire dal principio di base: senza energie personali, nessun vero viaggio è possibile.

La qualità dell’esperienza di vita è assolutamente correlata alle energie personali. Se senti forti energie interiori, avrai una vita piena e densa, ricca, mai – in nessun momento – ti sentirai inutile. Se non senti energie dentro, la tua corsa sarà affannosa e ti chiederai persino se vale la pena alzarsi la mattina.

Un buon potenziamento delle risorse fisiche e psicologiche della persona avrà ripercussioni a catena su tutto il suo percorso di crescita personale.

I percorsi di crescita personale che seguono il metodo HPM (Human Potential Modeling[1]) sono centrati sull’amplificazione delle risorse personali.

Il potenziamento delle risorse personali, riguarda tutti.

Chi vuole iniziare a riflettere seriamente sulle proprie risorse personali deve fare i conti con alcuni concetti basilari. Ne citiamo solo alcuni:

  • Auto-espressione (potersi esprimere): un buon coaching delle risorse personali deve trovare delle attività, dei campi di gioco sui quali potersi esprimere. Esprimersi è bene, focalizzare dove, è ancora meglio. In cosa? Quando? In quali campi della vita? E in quali altri spazi di vita o attività che non conosciamo ancora?
  • Auto-realizzazione: arriverà prima o poi il momento dei bilanci. Ti chiederai se ti senti realizzato, se ti senti appagato di quanto hai fatto o tentato di fare. Ti chiederai se hai dei rimorsi per non aver tentato.
  • Auto-coscienza: il grado di conoscenza dei nostri funzionamenti interni, e la consapevolezza del percorso che stiamo facendo. Se la nostra vita fosse un film, che personaggio stiamo giocando? E in che tempo siamo?
  • Qualità dell’Esperienza (Quality of Experiencing): porci il problema della qualità di ogni nostro giorno, di ogni mattina, di ogni pomeriggio, di ogni sera, di come stiamo vivendo, di quali sensazioni viviamo e vogliamo vivere. E ancora, diventare più consapevoli di quali sono i “metri” o misure di valore che usiamo per giudicare se una nostra esperienza è buona o meno.

In un percorso di crescita personale, una delle primissime azioni, o “cose da fare”, è valutare con quali parametri di misura una persona giudica la sua vita e la qualità della sua vita.

Usi la cilindrata dell’auto come indicatore? Usi il numero di amici sui quali poter contare? Usi il numero di amanti? Usi il numero di libri che hai scritto? Ti basi sul contributo che stai creando per la scienza, o per l’umanità? Ti basi sulla tua forma fisica? Usi lo sguardo che le persone hanno quando passi? Usi il metro della popolarità? In pratica… che metro usi per valutare te stesso?

E, se non bastasse, ti chiedo se di questo parli mai con qualcuno, o se lasci questo tema al tuo solo dialogo interiore, o se invece non te ne occupi mai.

Il dialogo medio delle persone è fatto di migliaia di parole dedicate ai temi più idioti, questioni che non hanno alcun senso vero. Le nostre conversazioni sono ripiene di falsi problemi che non hanno nemmeno il valore di verme che striscia, e sfuggono come la peste il ragionamento su cosa e per cosa vale la pena vivere.

Pensate a tutti i milioni di persone che vivono insieme anche se non gli piace, che odiano il loro lavoro e sono spaventati all’idea di perderlo: non c’è da stupirsi che le loro facce abbiano l’aspetto che hanno.

 Charles Bukowski – Shakespeare non l’ha mai fatto

Occorre capire presto, come misurare la propria realizzazione e quella altrui. Occorre capire se questi “metri” sono genuini o sono invece falsi e da buttare, se sono solo costruzioni sociali artefatte, o sono valori forti.


[1] In particolare, il modello HPM trova una prima trattazione nel volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano”, edito da Franco Angeli, 2009.

Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

_____________