La Componente Umana nella Vendita e nella Comunicazione Professionale
- La Comunicazione Umana per una buona Formazione Vendite
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I corsi di comunicazione efficace, i corsi di vendita e la formazione vendite, i corsi di leadership, saltano spesso il lato più delicato della Comunicazione Umana e offrono scorciatoie proposte come tanto “miracolose” quanto false.
Nella formazione vendite occorre mettere al centro il fattore umano, le sue capacità di percezione anche dei segnali deboli, la sua autenticità e verità, e non la finzione.
Occore stimolare la capacità di trovare lo stato mentale che permette di aprire le porte della comunicazione buona, efficace, attenta, assertiva. La formazione vendite che offre regole magiche ti sta prendendo in giro.
Occorre passare dalle regolette preconfezionate e vendute come facili ad uno studio serio della comunicazione umana, e ripercorrere alcuni passaggi fondamentali della comunicazione efficace tra esseri umani.
Esponiamo qui alcuni principi di saggezza e suggerimenti che possono aiutarci nella formazione per la comunicazione, la formazione vendite, la formazione per la leadership, e la comunicazione umana in generale.
- Mai dare per scontato che la comprensione sia automatica.
- Quando due persone sono a contatto visivo l’una con l’altra, si genera un flusso ininterrotto di scambi comunicativi, sia tramite voce che tramite segnali non verbali (occhiate, posture, gesti corporei, abbigliamento e accessori).
- Il linguaggio non verbale trasmette soprattutto le emozioni, il contenuto linguistico soprattutto i dati. Occorre impegnarsi ad essere chiari e precisi quando necessario.
- Anticipare l’incomprensione studiando gli interlocutori. Facciamo uno sforzo per adattare la comunicazione, come facciamo già con anziani, bambini, e persone diverse da noi
- Comunicazione polisensoriale. Una comunicazione che colpisce più sensi ha maggiori probabilità di generare effetti e sensazioni
- Dialogare con il cliente non significa esporre, ma condividere, fare domande, coinvolgere, creare empatia, capire il non detto
- Linguaggio del corpo, body language. Potenziare l’espressività. Ciò che percepiamo dal linguaggio del corpo risulta più “vero” delle parole. Le posture e comportamenti qualificano la percezione che abbiamo degli altri e il giudizio non detto che ne abbiamo.
- Abbigliamento, accessori, abiti di scena, creano un insieme di segnali che possono creare fiducia o sfiducia
- Comunicare dati o comunicare emozioni. Ogni informazione che presentiamo a livello interpersonale contiene una metainformazione, espone il nostro stato emotivo, come ci sentiamo in quel momento
- L’identità vera, sentita, prima o poi emerge, non bisogna fingere ma puntare ad essere autentici, veri, onesti con se stessi e con gli altri
- Accettare i difetti altrui e comunicare anche con persone che non sono esattamente come le vogliamo noi. Sarebbe troppo facile comunicare con una persona “perfetta”, serve invece la capacità di comunicare con persone diverse da noi e varie, uno stretching comunicativo forte e che ci mette in grado di cambiare contesto e ambiente rimanendo efficaci. Essere flessibili nella comunicazione.
- Le atmosfere comunicano, esistono strati della comunicazione “non detta” e climi che pesano più delle parole.
- I climi comunicativi possono far stare bene o far ammalare.
- Un messaggio, così come il cibo, può essere nutriente o tossico.
– Copyright Dr. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.com
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